Deformazione terminale

Francesco D'Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, su Avvenire di oggi:

I dilemmi che sorgono nelle "zone grigie" create dalla tecnica non si risolvono sospendendo il principio dell'indisponibilità della vita con un rinvio al "diritto di scelta", perché nulla ci può garantire che anche la scelta possa non essere "tecnicamente" deformata.
Allora, vediamo se ho capito bene. Supponiamo che il signor X soffra di una malattia progressiva, che gli sottragga inesorabilmente ogni funzionalità corporea. Supponiamo che la tecnica abbia messo a punto una serie di strumenti in grado di tenere in vita il Signor X a dispetto del fatto che le sue condizioni di salute non gli permettano più di muoversi, di respirare, di nutrirsi. Supponiamo ora che il Signor X, stanco di trovarsi in quella che D'Agostino definisce eufemisticamente una "zona grigia" della tecnica (ma che si potrebbe più efficacemente sintetizzare con la locuzione "in una situazione di merda"), decida di non voler più proseguire la propria esistenza in simili condizioni, e disponga che vengano staccate le macchine astrattamente capaci di tenerlo in vita sine die. Ebbene, i fautori del "diritto di scelta" (che D'Agostino si premura di scrivere tra virgolette, come se solo citare un concetto del genere equivalesse a maneggiare con la punta delle dita, e con un certo schifo, un fagotto pieno di escrementi) sostengono che la decisione del Signor X debba essere considerata del tutto legittima, e pertanto eseguita senza fare un fiato da chi dispone delle competenze professionali per farlo. Ecco che invece il nostro amico si produce in un angoscioso interrogativo che può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio coup de théâtre: e chi ci assicura che la volontà del Signor X non sia essa stessa deformata dalla tecnica cui è sottoposto? Nel dubbio, dice D'Agostino, meglio soprassedere, privilegiare il principio dell'indisponibilità della vita (stavolta, fateci caso, senza virgolette: il nostro amico, evidentemente, lungi dal maneggiare il concetto con disgusto, se lo spalmerebbe fin nelle parti intime come un balsamo tonificante) e lasciare il malcapitato nella "zona grigia" (o "situazione di merda", fate un po' voi). La cosa, sia pure in modo piuttosto astratto, potrebbe anche avere un minimo di senso logico, se non fosse che l'esito auspicato da D'Agostino implica comunque l'esigenza di preferire a un diritto di scelta (quello del malato sul proprio corpo) un diritto di scelta diverso (quello di D'Agostino, o chi per lui, sul corpo di un altro). Il che ci porta dritti al punto che mi rimane oscuro: e chi ci assicura che non sia quest'ultima volontà, non quella del malato, ad essere deformata? E inoltre, a parità di "rischio deformazione", perché non preferire una volontà potenzialmente deformata esercitata da un essere umano su se stesso a una volontà potenzialmente deformata esercitata da una persona sul corpo di un'altra? Debbo confessarvelo: è un bel po' che ci penso, ma non riesco proprio a darmi una risposta. Sarà che sono un po' deformato anch'io?

Questo post è stato pubblicato il 06 gennaio 2009 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

4 Responses to “Deformazione terminale”

  1. la deformazione più grande dello spirito è l'ateismo
    la natura non prevede deformazioni
    il pensiero di Dio ha una sua logica e una sua giustizia che a volte possono sfuggire agli occhi di noi uomini
    sostituirsi a questa logica, che è poi la stessa che regge l'universo intero, è il grande suicidio dell'uomo
    solo l'amore salva l'uomo nelle situazioni difficili non le macchine e le scienze
    io diffido spesso della scienza che a volte può essere molto utile ma è la scienza che ci ha regalato hiroshima, l'inquinamento e il cancro, gli stermini, l'aborto
    tutto in nome del denaro

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  2. ANONIMO

    A parte che sarebbe quantomeno corretto che ti firmassi; uso pure un pseudonimo; ma almeno sapremmo che sei sempre tu; qualche volta il dubbio resta!

    Resta il fatto che tu credi in un libro in cui ci sono animali parlanti, maghi, streghe, demoni, bastoni che si trasformano in serpenti, cibo che cade dal cielo, tizi che camminano sull'acqua e ogni tipo di storie magiche, assurde e primitive, e mi vieni a dire che noi siamo quelli che hanno bisogno di aiuto?

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  3. @Metilparaben

    1) scusa per il commento in cui c'è scritto solo "@Metilparaben", poco sopra. Piccolo errore. Segalo pure...

    2) Secondo me dovresti istituire di nuovo il premio per le migliori stronzate anonime. Quello che ha postato poco sopra avrebbe buone chances di vincere il premio...

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