Lui vive in te, si muove in teInquisitorio quadretto della madre degenere, quella che decide di abortire; da notare la stucchevole descrizione del feto che porta nel grembo (gioca? a cosa, alla Playstation?) e, dulcis in fundo, una bella manata di senso di colpa. Non c’è che dire, nemmeno il Cardinale Ruini avrebbe saputo fare di meglio.
Con mani cucciole è in te, respira in te
Gioca e non sa che tu vuoi buttarlo via.
Maschilismo clericale.
Nek, “In te”, da “In te”, 1993