La vicenda del ragazzo di Milano morto dopo aver fumato uno spinello andrà ovviamente verificata dopo i risultati dell’autopsia e delle analisi tossicologiche; la notizia, tuttavia, offre comunque qualche spunto di riflessione, alla luce di quanto dichiarato nella circostanza dal medico legale, professor Franco Lodi:
«Di casi del genere non abbiamo precedenti. Però sappiamo che in questo periodo gira per la città droga tagliata in tutti i modi. E non si può escludere che nella sostanza utilizzata dal giovane potessero esserci altre componenti, dalla cocaina all’ecstasy».
Com’è possibile, mi chiedo, non comprendere che la situazione prospettata dal coroner non è figlia della cosiddetta “cultura della legalizzazione”, come i soliti illustri commentatori avranno modo di blaterare coralmente, ma del suo esatto opposto, cioè del proibizionismo?
Il Giornale, raccontando la stessa vicenda, chiude l’articolo così:
«Nelle pagine del suo diario, sequestrato ieri dai carabinieri, il quindicenne aveva riportato un verso di Mr Baba, rapper italiano, voce underground delle periferie milanesi. Un invito al fumo libero».
Invito, purtroppo, sistematicamente e ipocritamente disatteso.
Se il fumo fosse libero (e legale) il ragazzo di Milano sarebbe ancora vivo.
Già...
RispondiEliminavuoi rimanere nella legalità?
bene, allora puoi sempre strafarti di benzodiazepine, farti esplodere il fegato con super alcolici di dubbia composizione e perchè no, asfaltarti i polmoni con tre pacchetti al giorno di Camel senza filtro...
Il tutto meravigliosamente legale!
Anzi, su due dei tre ci finanzi pure lo stato.
Penso che avesse ragione Hunter Thompson quando parlava dei proibizionisti come gente che non ha la più pallida idea di cosa sia la droga nel concreto...
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo. Mi salta agli occhi un aspetto della tragedia in questione. Non solo gli spinelli sono illegali, ma tecnicamente, il ragazzo se ne è fottuto di almeno un'altra legge, quella di Sirchia sul fumo. Tanto per dimostrare l'efficacia del proibizionismo in questi campi.
RispondiEliminaCiò detto, se fra una decina di anni dovessi scoprtire che uno dei miei figli si fa le canne a scuola, gli faccio i capelli rasta a scappaccioni.
Non sono d'accordo.
RispondiEliminaLo Stato, in quanto tale, ha comunque
il dovere di tutelare i cittadini.
Ognuno di noi, poi, è libero di
fare della propria vita quello che vuole.
Sinceramente, trovo tristissimo
l'appiglio di chi "sarebbe ancora vivo"
perché non sarebbe stato spinto alla morte
dal desidrio di trasgredire le regole.
Mi sembra inconcepibile abolire
le regole per abolire la trasgressione.
Detto ciò, un bacio Ale ;-)
@bleek-> fantastico, eh?
RispondiElimina@leilani-> alcuni di loro lo sanno fin troppo bene. e non dico altro.
@appuntiperlamiapsicologa-> azz con le treccine?
@petite julie-> "Ognuno di noi, poi, è libero di fare della propria vita quello che vuole". Appunto. Bacio anche a te.
D'accordo con Giulietta, ma solo per paura visto che, guarda caso, ho un figlio di quasi 15 anni anch'io. Conosco le argomentazioni di voi antiproibizionisti, ma ho paura lo stesso. Senza freni, addio...
RispondiEliminaBè, ma scusa, saresti più tranquilla sapendo che se tuo figlio vuole provare uno spinello può comprarlo in un negozio "pulito" o sapendo che nel caso andrà a comprarlo dallo spacciatore più vicino?
RispondiEliminaI timori sono timori, e nessuna legge proibizionista o meno che sia, può lenirli se non illudendo chi ha bisogno di essere ingannato.
RispondiEliminaOrmai da tempo, che si parli di religione, di droghe o di fecondazione assistita, o di qualsiasi altro argomento "eticamente sensibile", l'informazione è sempre più disinformata e mistificante, sempre più insegue e produce un pensiero reazionario e illiberale, secondo il quale lo Stato dovrebbe tutelare i cittadini, come se fossero, anche in età adulta, degli infanti.
Sembra quasi che l'illuminismo non sia passato di qua, se non clandestinamente.
@dyotana-> ma sono freni, davvero?
RispondiElimina@aioros-> appunto.
@illaicista-> lo stanno cancellando, l'illuminismo. e manca poco al completamento dell'opera.