Un Soccorso Civile nel paese dei diritti negati

(Articolo pubblicato su Agenda Coscioni, anno III, numero 1, gennaio 2008)

«Chiunque procede alla vaccinazione cessa di essere figlio di Dio: il vaiolo è un castigo voluto da Dio, la vaccinazione è una sfida contro il Cielo». Sono trascorsi quasi duecento anni da quando Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola Sermattei della Genga, meglio conosciuto come Papa Leone XII, scagliò il suo anatema contro una pratica oggi universalmente riconosciuta come fondamentale conquista del progresso medico e scientifico.
Altri tempi, verrebbe da dire: eppure, guardandosi un po' intorno e mutando quello che c'è da mutare, sembra essere cambiato davvero poco, specie per quanto riguarda il nostro paese.
C'è poco da stare allegri, tanto per fare un esempio, se si pensa che i progressi della scienza permettono di procreare a persone che fino a pochi anni fa non ne avrebbero avuto alcuna possibilità; ma che in Italia gli anatemi integralisti, assecondati senza colpo ferire da una classe politica oggi più che mai prona alle ingerenze vaticane, hanno vanificato l'utilità di quelle pratiche mediche con una legge che impedisce alle persone di avvalersene, in nome della necessità di adeguarsi ad un non meglio precisato diritto naturale.
C'è poco da sorridere, se è vero che la contraccezione d'emergenza, contro ogni evidenza medica e scientifica, viene quotidianamente e strumentalmente spacciata per subdola pratica abortiva, con la conseguente invocazione dell'obiezione di coscienza non solo per chi avrebbe l'obbligo di prescrivere quei farmaci, ma perfino per coloro che li vendono.
C'è poco da mormorare "altri tempi", se il fronte clericale, in un paese nel quale l'interruzione della gravidanza è a tutti gli effetti un diritto garantito dalla legge, si oppone all'aborto farmacologico con una tenacia degna del più ottuso regime teocratico, in nome dell'assunto secondo il quale abortire senza sofferenza costituirebbe un inaccettabile cedimento all'impalpabile fantasma di una presunta deriva relativista.
C'è poco da sentirsi sollevati, se i tentacoli clericali si spingono fin dentro ai letti dei malati, impedendo loro di esercitare la libertà di scelta che dovrebbe spettare ad ogni essere umano, e li condannano a vivere, contro la loro volontà, prigionieri del proprio corpo, ponendo in essere senza alcuno scrupolo una tortura medievale alla quale danno il nome di "diritto indisponibile alla vita".
Altri tempi, verrebbe da dire rileggendo l'anatema di Leone XII: e tuttavia basta guardarsi un po' intorno per rendersi conto che sarebbe una valutazione clamorosamente sbagliata. La realtà, quella vera, è fatta da una ragnatela di leggi proibizioniste e illiberali, che calpestano la libertà individuale, impediscono alle persone di curarsi, ignorano i diritti civili e li etichettano come "questioni eticamente sensibili"; relegando la libertà di scelta, nel migliore dei casi, al ruolo di argomento sul quale è necessario trovare un punto di mediazione: nel peggiore, al rango di "valore non negoziabile", del quale ci si rifiuta perfino di discutere.
Poche, come sempre, le voci che si levano contro l'offensiva integralista e proibizionista: tra quelle voci, quella dell'Associazione Luca Coscioni, che negli ultimi anni, con i pochi mezzi di cui dispone, ha costituito e continua a costituire il più tenace baluardo di libertà e laicità del nostro paese.
Si dà il caso, però, che la battaglia politica sia lunga e difficile, e che nel frattempo migliaia di persone continuino a vedere mortificati i propri diritti; quelle persone, come Luca Coscioni non si stancò mai di ripetere, non possono aspettare: «Ma, non ho molto tempo, non abbiamo molto tempo. E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostre dure esistenze non hanno certo bisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà, che è democrazia. Le nostre esistenze hanno bisogno di una cura, di una cura per corpi e spiriti. Le nostre esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca scientifica. Ma, non possono aspettare. Non possono aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi».
Soccorso Civile nasce per fare in modo che quelle persone possano evitare di subire le conseguenze negative delle leggi che limitano la loro libertà di scelta e negano i loro diritti, fornendo loro suggerimenti, indicazioni e supporto concreto per ottenere ciò che viene loro ingiustamente negato; noi l'abbiamo immaginata come una grande enciclopedia libera, alla quale ciascuno potrà aggiungere le proprie idee, i propri spunti, le proprie conoscenze, le proprie esperienze concrete: un vero e proprio database della resistenza civile e laica, in continuo aggiornamento, che possa costituire uno strumento utile, da subito, per tutti coloro che ne abbiano la necessità.
Elio Vittorini scrisse: «La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio».
Ancora una volta, crediamo che l'affermazione possa essere invertita: per questo, oggi più che mai, è necessaria la partecipazione di tutti.

Questo post è stato pubblicato il 05 gennaio 2008 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

3 Responses to “Un Soccorso Civile nel paese dei diritti negati”

  1. Che culo, due piccioni con una fava...
    Sono vaccinato!!!!!

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  2. SEI PROPIO UN FROCIO COMUNISTA...CHE NE DIRESTI SE TE LA METTESSI NEL CULO MENTRE TIENI IN MANO UN SANTINO DEL TUO DIO PRODI?

    RispondiElimina

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