Mina

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita, durante il dibattito «Diritto di vivere, diritto di morire», Firenze:

«Quanto si fa concretamente per i malati che vivono certe situazioni? In 25 anni, nella mia professione di medico, non ho mai sentito un paziente che, adeguatamente assistito, mi chiedesse di applicare il suo diritto a morire. I mezzi di comunicazione enfatizzano alcuni casi e spesso la strumentalizazione politica fa perdere di vista il concetto del "prendersi cura di"».
Al seminario era presente anche Mina Welby; conoscendola, avrà ascoltato con il solito sguardo attento e mai meno che gentile questo tizio, mentre blaterava che suo marito voleva morire perché non era assistito come si deve; avrà aspettato tranquilla che toccasse a lei e avrà fatto il suo intervento, con un sorriso sereno sulle labbra; alla fine del dibattito lo avrà salutato pacatamente e se ne sarà andata, con la grazia minuta con cui l'ho vista andarsene tante altre volte.
Mi dica la verità, Presidente: che altro ci vuole, a un uomo, per sprofondare dalla vergogna?

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(Paul Simon, Kathy's Song, da Sound of Silence, 1966)

Questo post è stato pubblicato il 15 gennaio 2008 in ,,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

6 Responses to “Mina”

  1. Non c'è speranza: chi si illude di fare qui sulla terra la Volontà di Dio, non potrà mai vergognarsene. Perchè essendo Dio infallibile, anche chi fa la Sua Volontà è nel Giusto.

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  2. Una domanda cui non ho trovato risposta: ma la tracheostomia per obbligarlo a respirare a Welby gliel'hanno fatta quando e su iniziativa di chi, se lui era contrario?

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  3. Direi che per sprofondare nella vergogna avrebbe bisogno del senso della decenza... ma evidentemente gli manca del tutto.

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  4. caro misapetespiegare, ti spiego la leggera differenza che passa tra un intervento (inteso in senso lato e nn solo strettamente chirurgico) urgente, che salva dalla morte, come può essere una tracheotomia, una tracheostomia, un'appendicectomia, una qualsiasi operazione d'urgenza, e la reiterata richiesta del paziente di sospendere la cure a lui prestate: nel primo caso, si tratterebbe di una gravissima omissione di soccorso: il medico si rifiuterebbe di prestare le cure necessarie, urgenti e indispensabili alla sopravvivenza, compito cui invece è chiamato dalla sua professione; specie quando il malato (o chi per lui) NON può esprimere la sua volontà; nel secondo caso, idem: IO sono cosciente della mia situazione e IO ti chiedo, perché fisicamente impossibilitato, di rispettare la mia decisione di paziente, espressa nel pieno possesso delle facoltà mentali.
    abbastanza chiaro?

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  5. black celebration

    Chissà perchè avevo sentito dire che welby aveva detto che NON voleva essere intubato neanche quella prima volta ma che sua moglie non se l'è sentita di lasciarlo morire... mi sapete spiegare perchè un gesto del genere (che io tra l'altro condivido) non viene letto come violenza se lo ha fatto la moglie di welby?

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