Caro amico, ti scrivo

Mi scuserete se quest'oggi sarò un po' lungo: l'argomento, d'altra parte, è di quelli davvero importanti, e vale la pena di consumare qualche riga in più per cercare di essere chiari.
Il testamento biologico è l'espressione di volontà da parte di una persona (testatore), resa in condizioni di lucidità mentale, in relazione alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nell'impossibilità di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, o patologie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.
La legge italiana, com'è noto, non ha ancora riconosciuto la validità del testamento biologico, ragion per cui le dichiarazioni anticipate di trattamento eventualmente lasciate da un cittadino italiano non possono essere ritenute vincolanti sul piano giuridico: ciò non toglie che il documento, ove esistente, costituirebbe comunque un importante riferimento per il medico, che potrebbe tenerlo in considerazione nel determinare la propria linea di condotta, oltre a dover comunque giustificare la sua eventuale decisione di non seguirne le indicazioni, rispondendone innanzitutto alla persona indicata nel documento come il garante dell’attuazione della volontà del testatore (fiduciario).
Orbene, siccome lasciare che qualcun altro decida al vostro posto non mi pare esattamente il massimo della vita, vi suggerirei di seguire il consiglio dell'Associazione Luca Coscioni (della cui Giunta lo scrivente si onora di far parte), che si può sinteticamente riassumere come segue:

  1. se volete indicare quali terapie intendete o non intendete accettare nella deprecabile eventualità in cui vi doveste trovare nell’incapacità di esprimere il vostro consenso informato, preparate il vostro testamento biologico, prendendo spunto dal facsimile che potete scaricare qua;
  2. prendete carta, penna e calamaio e scrivete una bella lettera al Sindaco del vostro Comune (qua potete trovarne un modello), comunicandogli che in allegato gli inviate il vostro testamento biologico: a noi punge vaghezza che il destinatario non potrà fare finta di non averla ricevuta, specie se gliela fate recapitare per raccomandata (magari corredata da un bell'avviso di ricevimento, ché non si sa mai);
  3. mandate una copia del tutto, per opportuna conoscenza, anche all'Associazione Luca Coscioni: tanto perché qualcun altro sia a conoscenza della vicenda, nella malaugurata ipotesi che quelli del Comune decidano di fare orecchie da mercante.
Questo è quanto, amici miei.
Io, da parte mia, tocco ferro (e non soltanto quello, capirete); ma prima (o durante, compatibilmente con la nota esigenza di avere le mani libere mentre si fanno certi scongiuri) scendo alla posta e mando una bella lettera.
Che volete, ho il viziaccio di voler decidere quello che voglio e quello che non voglio.

Questo post è stato pubblicato il 21 aprile 2008 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

2 Responses to “Caro amico, ti scrivo”

  1. ciao! sai che l'unico (o quasi) punto in cui il programma del pdl si diversificava da quello del pd è dove recitava più o meno: con il nostro governo l'eutanasia non diventerà mai legge! ho detto!
    ciao ciao

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  2. Ottima idea. Se non altro diventa strumento di pressione. Il mio sindaco è comunista, è capacissimo anche di prenderlo in considerazione.

    RispondiElimina

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