Living in a box (reprise)

Statemi a sentire, gente, che questa è proprio bella.
Sull'Avvenire di oggi il Prof. Francesco D'Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, torna ad occuparsi dei rifiuti di prescrizione della pillola del giorno dopo avvenuti a Pisa qualche giorno fa.
Ebbene, dopo un laborioso ragionamento, articolato in cinque punti che dicono tutti la stessa cosa, il nostro amico giunge a una conclusione davvero singolare: quei medici non si sono rifiutati di prescrivere la pillola del giorno dopo perché erano obiettori di coscienza, ma semplicemente perché hanno ritenuto che il farmaco non fosse necessario.
Fantastico, direte voi: si vede che 'sti medici hanno interrogato le donne che volevano la pillola, chiedendo loro notizie sul rapporto sessuale a rischio, e hanno stabilito che si trattava di paranoie: le avranno tranquillizzate, avranno detto loro di prendersi una valeriana e le avranno rimandate a casa.
Invece, ovviamente, così non è stato: in un caso il medico ha aperto bocca semplicemente per dire di andarsi a cercare il Norlevo da un'altra parte, mentre nell'altro il rifiuto è stato addirittura affidato alla scritta vergata a mano su un improvvisato cartello.
Allora, a quanto pare, le cose stanno in modo diverso: evidentemente il Prof. D'Agostino ritiene che anche la valutazione sull'opportunità o la non opportunità di un'eventuale gravidanza, a prescindere dal parere della donna che dovrà portarla avanti, debba essere affidata al giudizio insindacabile del medico; il quale, legittimamente, potrà decidere che quella donna farà un figlio o non lo farà.
Capito, gente? Siamo alle solite.
D'altra parte, dite la verità, che vi aspettavate? Questi sono gli stessi che si stracciano le vesti per rianimare i feti abortiti, anche contro la volontà delle donne che hanno interrotto la gravidanza: le quali, di conseguenza, altro non sono che contenitori, involucri, incubatrici.
Scatole, insomma.
E dove s'è mai visto, ditemelo voi, che le scatole esprimano dei pareri?

Questo post è stato pubblicato il 03 aprile 2008 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

8 Responses to “Living in a box (reprise)”

  1. Mi verrebbe di fare della facile ironia domandando cosa quei due medici abbiano chiesto alle pazienti: il tuo partner non ce l'ha fatta? ha fatto cilecca? Ok, tu non hai bisogno della pillola. Ma giacché (cito) "il medico è un 'alleato' del paziente e deve sempre cercare di operare per il suo bene", avrebbero anche dovuto dire "be', fai venire qui il tuo amico, che gli prescrivo una curetta...". Ma parlando seriamente: esiste un elenco di questi medici obiettori? Se una donna deve scegliersi un ginecologo di fiducia (e lo può scegliere anche tra gli ospedalieri) credo sia giusto sappia se è, o non è, obiettore di coscienza. Quanto meno per avere un supporto morale confacente al proprio "sentire". Quale che sia.

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  2. Io penso che dovrebbe essere pubblicato l'albo dei medici obiettori, in ogni Usl, in ogni studio medico del SSN, in ogni ospedale, in ogni Regione: IN OGNI!
    maledetti!i!
    marina

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  3. http://www.radioradicale.it/scheda/247916/capire-la-mente-cattolica
    Cliccate sopra per capire chi sia questo D'Agostino. Veramente una mente eccelsa... Mi spiace dirlo, ma a me pare solo un cretinuccio... Fabius

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  4. "Morto, morto, ferito, morto"
    "No, dottore, sono vivo"
    "Zitto lei, è forse medico?"

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  5. Ciao Femminista, ho visto che i tuoi amici Atei-Comunisti dei centri sociali hanno impedito di esporre le sue idee a quel santo sceso in terra di gIULANO fERRARA.
    Non Avete ancora capito che Voi dovete solo lavorare, dovete tenere occupato quel Cazzo di cervello che, sbagliando, continuate ad usare pretendendo di essere ascoltati.
    La moralità è una cosa che Voi non comprendete, ed è per questo che dio ha messo persone come g.f. su di un palco a spiegare che cosa è Vita, da quando, e Come deve essere Utilizzata.
    Chiaramaente non sono stato affatto Sarcastico, ma sicuramente Lei e i suoi amici dei centri sociali traviserete e distorcerete le mie affermazioni .
    La ringrazio del tempo concessomi,
    Hasta la vita siempre!

    Wario

    warrrio@hotmail.it

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  6. Bene, qualcosa si muove...
    Il Procuratore Capo di Pisa ha aperto un'inchiesta sui casi delle ragazze di Pisa: l'ipotesi di reato è interruzione di pubblico servizio; i vertici della Asl pisana concluderanno entro la settimana un'indagine interna. Eventuali contestazioni potranno essere utilizzate in fase di processo penale, come prove per una condanna, o in fase disciplinare presso l'ordine: i medici rischiano la sospensione.
    Il link della notizia su la La Repubblica on line
    http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/pillola-negata/pillola-negata/pillola-negata.html

    Fabiana

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  7. su un sito un po' "prolife", ho letto che queste due ragazzine si sono presentate al pronto soccorso alle 2 di notte, dopo circa 10 ore dal rapporto a rischio...se e' cosi', no potevano pensarci prima? Io stessa ho fatto un IVG x' c'erano alti rischi di grosse malformazioni del feto, forse non posso dire nulla....ma ci sono situazioni e situazioni, io penso che un conto sia lasciare la possibilita' di abortire quando ci sono rischi per il feto, per la donna, o situazioni ....diciamo difficili....un altro conto e' fare sesso senza precauzioni x' tanto poi c'e la pillola del girono dopo...usare questi metodi o lo stesso aborto come metodo contraccettivo x' e' piu' bello lasciarsi trascinare dlla passione, penso sia omicidio....sono esagerata? forse...

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  8. Letto questo:
    Al magistrato di turno «non può essere mosso alcun addebito» e anche la polizia ha agito correttamente, «senza compromettere la privacy» della paziente né delle altre donne ricoverate. Secondo il procuratore generale di Napoli, Vincenzo Galgano, chi ha sbagliato davvero nella vicenda culminata nell´intervento delle forze dell´ordine al Nuovo Policlinico, è stato il portantino Ciro De Vivo, vale a dire l´autore della telefonata al 112 nella quale si segnalava la presenza di una donna nel bagno del reparto di Ostetricia intenta a «consumare un infanticidio».
    Quella telefonata, scrive il pg nella relazione trasmessa al Consiglio superiore della magistratura, era «mendace» e il portantino deve essere messo sotto inchiesta per i reati di calunnia e violazione dell´articolo 21 della legge 194, vale a dire la norma che punisce chi, essendone venuto a conoscenza per ragioni di professione, rivela l´identità di una donna che si è sottoposta a un´interruzione volontaria di gravidanza.
    Galgano si riserva di informare il Csm «di tutto quanto sarà ancora accertato nella prospettiva di iniziative disciplinari di nostra competenza verso operatori e dirigenti di polizia». Ma dagli accertamenti condotti fino a questo momento scaturisce, a giudizio dell´alto magistrato, un quadro della vicenda nel quale non emergono censure da muovere nei confronti del pm Vittorio Russo, il quale ha, a sua volta, «escluso che sia riscontrabile alcunché di illecito da parte dei poliziotti intervenuti, dei sanitari del reparto o da altri». Quanto accaduto, rileva Galgano «non avrebbe meritato una così intensa e drammatica attenzione» come quella dei giorni successivi al fatto. Non si trattò di infanticidio, come accertato nell´immediatezza anche dalla commissione nominata dall´azienda, ma di un aborto terapeutico compiuto nel rispetto della legge, e il dialogo avvenuto in ospedale tra la paziente e l´ispettrice fu, si legge nella relazione, «breve e pacato». Al contrario, nel comportamento del portantino il pg ravvisa la commissione di due reati e sarà la Procura a valutare questo passaggio dell´informativa redatta da Galgano.
    Ma nell´esame dell´episodio, il procuratore generale non rinuncia a sottoporre un altro dato, all´attenzione dell´organo di autogoverno di giudici e pm: ««Va tenuto nel debito conto - evidenzia il pg - che la vicenda è coincisa con l´inizio» della campagna elettorale che ha come temi centrali anche «la validità, la giustezza e l´attualità» della legge sull´aborto..
    Ciao Eugenia

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