Andrà a finire che si pisciano sotto

Se la spassano, loro.
D'accordo, ogni tanto qualche frescone si fa pizzicare, ma per uno che viene scoperto ce ne sono decine che continuano allegramente a sghignazzare alle nostre spalle e a papparsi i nostri soldi.
E voi, campioni dell'antipolitica, giù a bestemmiare che ammazza ammazza sono tutti una razza, che il più pulito ci ha la rogna, che gira gira sono tutti uguali e via discorrendo con gli infiniti modi di dire della cospicua e variegata tradizione linguistica italica, per poi concludere che la politica è una cosa sporca lurida schifosa alla quale non vi avvicinereste a un palmo di distanza per non sentirne la puzza.
Così, a forza di schifarvi e tirarvi indietro, lasciate che questa gente si prenda tutto il mazzo, centrando il ragguardevole risultato di rafforzare le rendite di posizione del regime contro il quale vi avvelenate il sangue dalla mattina alla sera.
Loro si ingozzano, voi vi infuriate, loro sghignazzano, voi ve ne lavate le mani, loro si scorbellano.
Se non vi decidete a metterci le mani dentro e fare quel poco che potete, andrà a finire che si pisciano sotto.

Questo post è stato pubblicato il 10 aprile 2012 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

12 Responses to “Andrà a finire che si pisciano sotto”

  1. E come si fa a metterci le mani dentro se il posto più pulito è un blob fumante di merda putrefatta?
    Mi spiace, ma sono troppo debole di stomaco per immergermi in certe brode....

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  2. Potrei anche essere d'accordo se
    1) credessi che ci fosse un qualche vago spazio per accedere ad un qualche partito che sentissi vagamente in sintonia rimanendo però 'pulita' e 'corretta' (cosa che non credo possa accadere, visto che, come in molti altri ambienti, se non ti adegui all'andazzo ti sbattono fuori),
    2) i suddetti partiti dessero accesso a persone nuove su base meritocratica riconoscendo appunto le qualità positive delle persone e le criticità che queste portano e non volendole appiattire/uniformare/integrare come automi utili alla causa di mantenere chi già c'è (su cui non esprimo giudizi onde evitare di incorrere in rischi di querele),
    3) credessi nella democrazia rappresentativa in cui non credo perché s'è dimostrata una totale/concreta presa per i fondelli della popolazione e
    4) pensassi che nella suddetta democrazia - qualora fosse reale (cosa che non è) - le persone capaci venissero premiate, ma in un contesto di una maggioranza ormai acritica, ignorante e abituata a consumare a oltranza qualsiasi scemenza/prodotto le venga proposto dalla tv ciò non è più possibile. Il problema ormai oltre che politico è proprio culturale.

    Come risolverla? Non lo so, a livello personale però mi chiedo se abbia un senso provare ancora a forzare questo sistema 'chiuso' oppure uscirne proprio vivendo in altro modo ovvero nonostante lo stato e le sue istituzioni quanto più possibile, in modo tale da far crollare le fondamenta di questo sistema: cioè proprio non alimentandolo.
    Lo so che è un'utopia/follia, ma una vita ho e non intendo sprecarla per farmi succhiare il sangue da questi. Senza parlare poi del fatto che è la strategia di Gene Sharp che si incrocia con la teoria sul cambiamento di secondo livello - quello che rimette in discussione le regole d'un sistema chiuso - elaborata da Paul Watzlawick, quindi come tentativo (pur se folle e che richiede proprio un cambiamento del modo in cui pensare alla vita, alle relazioni ecc. molto coraggioso, non ne dubito) secondo me non è così male: intanto riprendi in mano la tua vita e decidi di sottrarti a un modello che non ti va anziché alimentarlo e poi - male che vada - schiatterai a modo tuo, e non da vittima (depressa, acritica, miserabile, derubata, imbottita di schifezze di alimenti|pensieri|farmaci) complice del proprio aguzzino...

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. nella nostra cultura c'è la credenza\illusione che il singolo individuo debba\possa migliorare la società. ma la società di massa è talmente grande che l' uomo comune non ha i mezzi per farsi sentire.
    Servirebbero mezzi di comunicazione più democratici, una società più aperta alle nuove idee e nuovi movimenti sociali.
    ora io vorrei chiedere a Metilparaben: se chi non si impegna per cambiare il mondo oggi vorrebbe iniziare a fare qualcosa, cosa potrebbe fare? quale è la ricetta? come facciamo a ricreare i rari movimenti come quello per il referendum dell' acqua?
    P.S. queste domande non sono nè retoriche nè una forma di provocazione, sono domande vere e proprie

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  5. Cara Minerva, l'unico senso di questo post è la tua risposta, che condivido in pieno.

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  6. L'espressione "pisciarsi sotto" solitamente viene utilizzata in associazione alla paura.
    L'espressione corretta per il ridere in modo smodato è "pisciarsi addosso", aggiungere "dal ridere" non è male per rendere più esplicito il significato.

    Detto questo a me quelli che si piangono addosso non mi sono mai piaciuti, solitamente è solo un modo che usa la gente pigra o connivente per non fare nulla e cercare giustificazioni.
    In Italia gli spazi per agire ancora ci sono, non saranno pari ad altre democrazie, ma sono molto più ampi rispetto a molte altre nazioni.
    Se in Sud Africa, in Birmania, in Siria, etc. etc. c'è chi ha dato la vita per la democrazia, magari in Italia perdere una domenica pomeriggio per fare un volantinaggio o un sabato mattina per fare una manifestazione non è uno sforzo sovrumano.
    La scusa che la politica è corrotta o che lo stato è corrotto è un'assurdità, basta darsi da fare invece che piagnucolare.
    Personalmente penso che, in questo momento, sia il M5S l'ambito dove è più semplice e fruttuoso impegnarsi, ma qualunque ambito uno ritenga opportuno è quello giusto (per quella persona), basta darsi da fare, frignare e non fare nulla è solo qualunquismo.

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  7. Concordo anche in questo caso, l'antipolitica non mi sembra una buona forma di contrasto per certi comportamenti illegali o ai limiti.
    Come non mi sembra una giusta soluzione l'anarchia o altre situazioni limite.
    Servono regole e serve farle rispettare, poi forse anche votare iol "meno peggio" non è poi così un ripiego brutto...

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  8. Ma cosa intendiamo quando si parla di antipolitica? Il Movimento cinque stelle passa per antipolitica,ma cercano di cambiare qualcosa (io non ne faccio parte, a scanso di equivoci). I radicali, con tutto il rispetto, contano pochino e se pure appaiono un po' meno corrotti degli altri, han pur sempre le stesse facce da trent'anni a questa parte se non di più.
    E poi ci sono i movimenti dal basso, che è l'unico modo serio di far politica in italia da cinquant'anni a questa parte, ma non smuovono un emerito a livello parlamentare e di giochi di partito.
    Se vogliamo far pisciar sotto questi signori, dalla paura intendo, io non credo che ci sia un modo che passa attraverso le urne. Siamo andati troppo in là.
    Mi permetto di segnalare un articolo interessante:
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/11/bersani-clistene-pericle/203632/

    Scialuppe

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  9. Il discorso reggerebbe soltanto con una premessa: che la democrazia è un sistema di gestione della nostra vita buono, e anzi, migliore, e che solo a seguito di una sfortunata serie di eventi, è temporaneamente merdosa. Invece è vero il contrario, che è un sistema che trasforma l'oro in merda. Ancora qualcuno crede che va tutto male soltanto perché siamo molto sfortunati o disattenti Non sporchiamoci le mani con la democrazia, e prima o poi ne verremo fuori.

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  10. Concordo pienamente con Jinocchio, in genere e anche specialmente se per democrazia si intende la gestione rappresentativa liberale del potere. In realtà Metilparaben assolve al suo compito di moderato, etichettando come antipolitica, populismo e la solita fuffa infondata, non senza una vernice di ingiustificato e spocchioso snobismo, la giusta rabbia di un popolo al quale sono negate tutte, e ribadisco tutte, le alternative di risposta politica. Persino movimenti nati non senza legittime aspirazioni, Lega inclusa, movimentismo civile incluso, sono diventati una fabbrica di rendite e occasioni di mera visibilità. Il tutto poi è ridicolo se chi ciancia di anti-antipolitica crede che l'antipolitico sia solo l'incazzato ciondolante al bar. Cosa tutt'altro che vera. Il punto è che senza una vera solidarietà di base tra i cittadini di una nazione saldata a un'organizzazione ferrea e gerarchica di un nuovo partito di massa si andrà poco lontano. Ma non è detto che la palude si trascini per sempre. Certo è che il sistema, predicatori di bellamoderazione inclusi quali Metilparaben, fa di tutto per tenere lontani i cittadini dal potere e farli sentire anche in colpa con una certa spocchia.

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  11. ->Il punto è che senza una vera solidarietà di base tra i cittadini di una nazione saldata a un'organizzazione ferrea e gerarchica di un nuovo partito di massa si andrà poco lontano.

    Bah, questa è solo una tua idea parecchio stalinista. Gerarchia? Le cose migliori degli ultimi anni (comprese le primevere arabe) erano agerarchiche se non antigerarchiche proprio...

    scialuppe

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