Il Giornale.it ha deciso di tagliare la testa al toro e qualificare senza mezzi termini il distacco del respiratore di Welby come “eutanasia”; ho provato a contare quante volte la cosa si ripete:
Una: “Roma - Immediate le reazioni dei politici dopo la morte per eutanasia di Piergiorgio Welby”.
Due: “Sotto il profilo giuridico il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, si dice convinto che l’eutanasia non avrà conseguenze penali”.
Tre: “Mario Riccio (nella foto) è il medico che ha staccato la spina a Piergiorgio Welby. Anestesista rianimatore all’ospedale di Cremona, nella notte fra mercoledì e giovedì ha sedato e poi staccato il respiratore dell’uomo. Si era proposto per fornire approfondimenti su aspetti medici e anche per il suo contributo fattivo all’eutanasia”.
Quattro: “La Chiesa ha sempre opposto il proprio rifiuto all’eutanasia. Subito, i cittadini, così come i politici, si sono divisi in due opposte fazioni, favorevoli e contrari. La triste storia di Welby ha fatto storia e oggi, dopo la morte del suo protagonista, continua a dividere le coscienze”.
Un fatto appare evidente: il Giornale cerca di affermare, a livello subliminale e quindi in modo subdolo, che a Welby sia stata praticata l’eutanasia; circostanza, questa, oggettivamente falsa, come riconoscono non solo coloro che si dichiaravano favorevoli al distacco del respiratore, ma anche quelli che lo avversavano aspramente. Appare altrettanto chiaro, tuttavia, che il tentativo è goffo e maldestro, e finisce per produrre un risultato che si ritorce contro coloro che l’hanno posto in essere: per fare propaganda, insomma, non è sufficiente essere sleali. Bisogna anche essere capaci.