State in campana

Oggi, intorno all'una e mezza, sono dalle parti di Piazza Fiume; alla stessa ora mio padre, che lavora con me all'Esquilino, esce da studio per andarsene a casa. Dopo qualche metro una macchina che passa si accosta, e dal finestrino un tizio lo saluta con una formula del tipo "caro dottore, come va, si ricorda di me?".
Mio padre -come spesso avviene a chi vede un sacco di persone diverse tutti i giorni da anni- non se lo ricorda affatto, ma la cosa gli pare scortese: ragion per cui -come spesso capita di fare anche a me- finge di aver capito benissimo di chi si tratti, e si spinge fino ad intrattenere una breve conversazione il più possibile generica ("come va?", "tutto bene?" e via discorrendo).
Dopo questi convenevoli il tizio dice a mio padre una roba del tipo "a proposito, dottore, mi deve dare 2.400 euro per il portatile di Alessandro". Mio padre risponde che non ne sa niente, e allora il tizio propone di chiamarmi per verificare: compone un numero, mi saluta e poi passa il cellulare a mio padre affinché parli con me.
In quel momento io sono in un bar dalle parti di Viale Regina Margherita a bere una centrifuga di frutta e non ricevo nessuna telefonata; nondimeno, la voce che mio padre sente dall'altra parte della cornetta -a suo dire identica alla mia- gli spiega che sì, ho comprato 'sto portatile e mi ero dimenticato di chiedergli se per cortesia mi anticipava i soldi per pagarlo.
Mio padre è perplesso, non si fida. Tuttavia, essendo ancora più strambo di me, non possiede il telefonino, e quindi non potrebbe farmi una controtelefonata per verificare che la voce che sente sia davvero la mia: quindi mi dice -a me, cioè a quello che finge di essere me- che purtroppo non ha con sé una somma del genere, e ripassa il cellulare al tizio. Quest'ultimo, a sua volta, mi -gli- chiede cosa si può fare, e poi biascica una cosa tipo "ah, ok, mi faccio dare qualcosa di anticipo, ciao ciao": dopodiché dice a mio padre che io gli ho detto di farsi dare qualcosa di acconto.
In quel momento io sono nel bar di prima, ho il telefono silenzioso in tasca e l'unico acconto a cui penso è quello che mi servirà tra qualche secondo per pagare due centrifughe e due caffè.
Siamo al finale: mio padre risponde di non avere un euro nel portafoglio, il tizio -invero irriducibile- gli propone di andare al bancomat insieme a prelevare, mio padre -che, sia detto per inciso, oltre al cellulare non ha usa manco il bacomat- ripete che non intende pagare alcunché, il tizio risale in macchina, mette in moto e se ne va sgommando.
Tutto qua. Ma non è cosa da poco, credo.
State in campana, quando ve ne andate in giro per strada e incontrate qualcuno che non ricordate.

Questo post è stato pubblicato il 16 maggio 2012 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

16 Responses to “State in campana”

  1. Lo hanno fatto anche con mio nonno, per l'acquisto di una presunta macchina fotografica da parte di mio zio. Si sono proposti di accompagnarlo al bancomat. Stessa cosa. Luridi.

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  2. Il ritorno di Totò e Peppino...dio mio cosa fa fare la fame nera...

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  3. io chiedo sempre con chi ho l'onore di parlare, a costo di fare figuracce (e a volte capita, sì). Chissà quante volte mi sarà capitato come a tuo padre

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  4. Stessa cosa con mia madre, che li ha mandati a quel paese minacciando di chiamare i carabinieri...

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  5. Ecco, io questa gente, che inganna scegliendo sempre i più deboli (perchè nel 90% dei casi sono anziani le vittime dei raggiri) la appenderei per le pa**e.

    Ciò detto, tuo papà mi sta simpaticissimo.

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  6. a proposito ti ricordi di quei 1300 euri? se vuoi ti porto un bancomat!

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  7. ciao, alla suocera di mia zia è successa la stessa cosa. Lei ha fatto anche salire in casa il balordo e gli ha consegnato 1200 euro (scusandosi!), anzichè 1500 come richiesti per il pagamento dell'assicurazione di suo figlio, che in quel momento "avrebbe avuto" a quanto pare un'urgenza in reparto e non poteva passare personalmente a pagare l'assicurazione del veicolo. La tecnica è la stessa: fermata per strada, passato il figlio – di cui conoscevano alcuni dettagli tra cui il nome e la professione – al telefono, fino alla consegna del malloppo, e poi fuga! A quel punto la povera signora ha cominciato ad avere qualche dubbio e dopo un pò è riuscita a chiamare il figlio per raccontarli l'accaduto. Che mascalzone.

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  8. in questa situazione si dovrebbe rispondere: "vieni con me, andiamo a prendere i soldi, li tengo da..." e portarli da amici o parenti per farsi aiutare a dargli quello che si meritano

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  9. Vero, è successo anche a mia nonna. Vermi, non mi viene altra parola. Anche perché poi ti costringono a fare alla nonna raccomandazioni del tipo "chiunque ti si avvicini per qualunque motivo minaccia di chiamare la polizia!", frase che è in forte contrasto con il mio modo di vivere e di pensare... ma dal momento che cose simili succedono, non ci sono molte alternative.
    Solidarietà a tuo padre :)

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  10. Indentica cosa è successa a mia madre un anno fa. Si avvicinò uno che fece finta di essere un mio vecchio amico di scuola e le disse che io gli dovevo dei soldi per degli orologi che avevo acquistato. Per fortuna mia madre non ci è cascata neanche un po' e gli ha riso in faccia. Il tizio è scappato.

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  11. Capitato a mia madre,a Roma, stessa scusa, stessa cifra, stessa telefonata disturbata con l'aggravante che lei ha portato a casa il tizio perché non aveva soldi appresso per strada dove è stata abbordata e questo si è "limitato" a prenderle i soldi che teneva in casa, mille euro, senza magari rapinarla. Carpiscono il nome del figlio con una scusa, spesso è il genitore a dirlo inconsapevolmente, oppure lo seguono quando ne parla con qualcuno al supermercato o simili.

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  12. sto sempre impanicata perchè mio padre è il classico tipo che ci cascherebbe. Dio che rabbia sti tipi, criminali e basta!!

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  13. Non ho parole. Altro che truffa dello specchietto. Che schifosi.

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  14. Stessa cosa capitata anni fa a mio papa'. Purtroppo ha dato a quel verme un milione di lire. Il problema non e' la crisi,questi mascalzoni ci sino da sempre.

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  15. sono dei bastardi, oramai è passato più di anno, mio padre è stato raggirato in un modo orrendo. Credendo di avere davanti il figlio di un suo ex collega, lui in pensione ormai da quasi 20 anni, ha ascoltato il racconto veramente fantasioso di questo tizio che stava organizzando il suo matrimonio e che purtroppo era rimasto senza disponibilità sulla carta di credito.Ha raccontato mille storie che purtroppo mio padre ha ritenuto credibili, sicuramente fornendo lui stesso informazioni senza rendersene conto. Lui non è mai stato un credulone, anzi era estremamente diffidente, ma queste persone sanno come colpire le debolezze dell'animo umano, sollecitando ricordi di un passato più bello della situazione attuale, il lavoro i colleghi e la gioventù contro la vecchiaia e la malattia attuali. Insomma, mio padre è andato con lui in banca ed ha prelevato una cifra ragguardevole, convito di avere davanti il figlio di questo caro collega. La cosa più brutta è avvenuta quando si è reso conto del raggiro una volta tornato a casa e raccontato tutto a mia madre. Non ne ha voluto più parlare con nessuno. Sono delle merde umane e sono d'accordo con Alberto sul fatto che ci sono da sempre

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  16. Successo anche a mio padre, anni 89. Stessa tecnica, ma con la differenza che aveva in mano un pacco da consegnare. Addirittura lo ha accompagnato all'ufficio postale e mio padre ha ritirato 1.600 euro. Per caso lo chiamo un paio d'ore dopo e mio padre mi dice che è passato il mio amico e gli ha dato i soldi. Penso di avere delle amnesie visto che mi padre insiste e al mio diniego mi dice di finirla di prenderlo in giro....

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