Già prima di diventare legge ed entrare in vigore, l’emendamento della Lega che chiede ai medici di denunciare i clandestini che si presentano per ricevere delle cure ha già fatto la sua prima vittima. Si tratta di Kante, vedova di un uomo ucciso 4 anni fa durante la guerra civile in Costa d’Avorio e che dal 2007 si trova in Italia dove ha subito fatto domanda di asilo politico. Le viene negato per due volte e attualmente la donna aspetta la risposta al ricorso che ha fatto al Tribunale di Roma.
Da allora vive a Napoli dove si è innamorata di un suo compaesano. Rimane incinta e si fa seguire per la difficile gravidanza presso l’ospedale San Paolo. Il 5 marzo scorso doveva partorire ma al San Paolo non c’era posto. Dunque viene spostata al Fatebenefratelli. Nonostante Kante porti sempre con sé alcuni documenti e la fotocopia del passaporto, i medici inviano un fax al commissariato di polizia di Posillipo per chiedere “URGENTE interessamento per l’identificazione di una signora di Costa d’Avorio”. In poche parole, è la denuncia di una clandestina.
Applicando una norma che in pratica non esiste, i medici del Fatebenefratelli non hanno permesso alla signora di vedere ed allattare suo figlio per 10 giorni, scavalcando così le funzioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. “Siamo di fronte a un’iniziativa senza precedenti. Non è mai accaduto che una donna extracomunitaria, che si presenta al pronto soccorso con le doglie, ormai prossima al parto, venga segnalata per l’identificazione”, spiega Liana Nesta, l’avvocato che segue Kante. “Come se non bastasse - aggiunge - Kante non ha potuto allattare suo figlio nei suoi primi giorni del ricovero: lo ha visto per cortesia di alcuni sanitari che glielo hanno adagiato tra le braccia, ma non ha potuto allattarlo”.
Oltre a dimostrare che al Fatebenefratelli non sono così degni del nome che portano, la storia di Kante fa venire in mente una domanda: quante altre, come lei, si rivolgeranno ad un ospedale pubblico per ricevere cure? Quante si assumeranno il rischio? Via, allora, ai parti clandestini!!!
*Vignetta di Mauro Biani
Ci siamo, è scattata l'ora!
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