Uno stato canaglia

Giuseppe Di Maio, T. G., Luigi Belbello, Antonio Padula, Cosimo Intrepido, Salvatore Di Matteo, Nazareno Matina, Agostino Castagnola, Vincenzo Lemno, LucianoB., Salvatore Pepe, W. D., Ilina Ioan, Carlo Saturno, Mehdi Kadi, Adriana Ambrosini, Ilie Nita, Mario Di Fonso, detenuto albanese, Giuseppe Denaro, Jean Jaques Olivier Esposito, Vasile Gavrilas, Gianluca Corsi, Jon R., Ciprian Florin Gheorghita, Salvatore Camelia, Antonino Montalto, Mahmoud Tawfic, Michele Massaro, Massimo B.
Nomi, uno dietro l'altro. Sono gli esseri umani che si sono ammazzati nella vergogna a cielo aperto delle carceri italiane dell'inizio dell'anno.
Una lista di nomi, cognomi e sigle, niente di più.
Intanto il caldo morde, l'inferno diventa sempre più insopportabile e nelle prigioni si deve combattere col coltello tra i denti per una doccia, per una passeggiata, per una visita in infermeria.
Un paese che tollera un'indecenza come questa è uno stato canaglia: proprio come quelli che di solito si bombardano, previo accorato dibattito parlamentare e conseguente decisione unanime di finanziamento, allo scopo di "esportare la democrazia".
Uno stato canaglia. Né più, né meno.
A volte penso che se tanto mi dà tanto qualcuno dovrebbe prendersi la briga di bombardare anche noi.

Questo post è stato pubblicato il 04 agosto 2011 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

4 Responses to “Uno stato canaglia”

  1. Il primo a tollerare questa indecenza pare sia proprio il Garante della Costituzione. Acclarato che i detenuti continuano a sopravvivere da tempo in condizioni sanitarie e di degrado disumane, la rinuncia al "potere" conferitogli, che mai così fortemente è da intendersi come possibilità di modificare lo stato di fatto, dando corpo alla verità concettuale e costruendo quindi realtà, ha i puri connotati di connivenza ideologica e fattuale con un Parlamento assolutamente impotente, dittatoriale nelle sue incapacità e purtuttavia sempre potente nel proteggersi quando i reati riguardano i suoi stessi componenti.
    Da tempo oramai, Paese...Stato... sono solamente lemmi come altri, abbellimenti da aggiungere alla retorica classica del 2 Giugno.
    Non abbiamo un garante, ma forse abbiamo un poeta.

    RispondiElimina
  2. Se è per questo anche mettere in galera (leggi CIE) persone che neanche sai come si chiamano o da dove vengono, solo perché sbarcate senza permesso inItalia non è che sia proprio da paese civile...
    Ma la vera risposta a ogni emergenza umanitaria da noi è vietare il burqua...

    Secondo me il problema non è tanto che questo governo non faccia nulla per la situazione delle carceri. Il problema è che questo governo non sta facendo nulla su tutti i fronti, a parte abbozzare qualche leggicula a scopo prettamente demagogico.
    E intanto andiamo a fondo. (quasi) tutti.

    RispondiElimina
  3. E' giusto che sia cosi. Dopo gli articoli sui giornali che si lamentavano che i carceri in Norvegia non erano abbastanza sadici, ho capito che l'Italia vuole che il carcere sia l'inferno in terra.
    Gli italiani non so ...

    RispondiElimina
  4. Brava Eva: per quanto la situazione delle carceri sia effettivamente vergognosa, quella dei CIE è, se possibile, perfino peggiore perché questa gente viene rinchiusa senza aver commesso reati e senza uno straccio di provvedimento giurisdizionale in palese contrasto con norme fondamentali della Costituzione e internazionali. E, appunto, nel frattempo non si trova di meglio che vietare il burqa, che peraltro è già vietato.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Poll

Powered by Blogger.

Popular Posts

Followers

Blog Archive

Subscribe

Labels

Sponsor

Random Post