Premio giornalistico "Un uomo, un perché". Capitolo 8): Francesco D'Agostino

La scorsa puntata del nostro concorso, dedicata ad Assuntina Morresi, è stata caratterizzata da un discreto equilibrio nella fase iniziale, per poi concludersi con una vittoria piuttosto netta; alla fine si è imposta (non senza merito, debbo ammetterlo) la frase che segue:

«Bisogna cominciare a rendersi conto che forse Welby non sarebbe arrivato a chiedere di morire se avesse accettato di farsi sostenere non solo nella respirazione».

Tanto premesso, eccoci alla stretta finale: quella di oggi, infatti, è l'ultima puntata della fase eliminatoria. Vista la solennità del momento, non potevo esimermi dallo scegliere un protagonista di alto profilo istituzionale: sto parlando del Prof. Francesco D'Agostino, ex Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica e prestigioso editorialista di Avvenire.
Sperando di mettervi di nuovo in difficoltà al momento di scegliere la sua esternazione migliore, vi rivolgo il solito invito: votate, votate, votate.
E ricordate: dopo questa tappa passeremo alla scintillante finalissima.
Allora, gente, ne vedremo delle belle.

Questo post è stato pubblicato il 16 novembre 2007 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

7 Responses to “Premio giornalistico "Un uomo, un perché". Capitolo 8): Francesco D'Agostino”

  1. Buona la prima. Le altre non serve neppure leggerle.

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  2. Ah; adesso che vedo la foto, capisco.

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  3. "Eluana è in coma persistente da anni e anni. Non è morta; è malata."

    Del resto, si vedano Mc 5,35 e ss.

    Talità kum! Bei tempi, quelli.
    Adesso la taumaturgia funziona un po' meno.

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  4. Scegliere è veramente un impresa titanica. Per ora propendo per la prima, ma mi riservo di pensarci ancora un po'.

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  5. ho raggiunto il climax di incazzatura alla quarta e nnon sono più riuscito a procedere, per cui mi astengo per proteggere la mia salute e quindi la mia vita (si sa mai che d'agostino mi denunci per essermi fatto del male senza il permesso divino)

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  6. Sempre peggio. Sono tutte terrificanti, ma ho votato per la totalizzante:
    "Riflettiamo sui diritti e capiremo che non è lecito confonderli con le pretese soggettive e arbitrarie dei singoli; riflettiamo sulla sessualità e arriveremo a concludete che esiste una sola grande dicotomia, quella maschio/femmina, che è semplicemente illusorio negare."

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