Onnivoro selettivo

Anche se spesso e volentieri -più che altro per brevità- tendo a definirmi vegetariano, in realtà sono un onnivoro selettivo: con ciò intendendosi chi si nutre in prevalenza di verdure e consuma la carne, il pesce e i loro derivati soltanto se soddisfano determinate condizioni.
Nel mio caso, al momento, il principale criterio di scelta consiste nel sistema con cui gli animali vengono allevati: non mangio carne e pesce che provengono da allevamenti industriali intensivi, perché quei metodi di allevamento sono incredibilmente nocivi per l'ambiente in cui viviamo e implicano trattamenti di indicibile crudeltà nei confronti degli animali.
Non escludo di escludere (ops) dalla mia dieta, nel prossimo futuro e non prima di essermi informato un tantino di più, altre tipologie di carne: a cominciare dal pesce non allevato, ma pescato con metodi non rispettosi dell'habitat marino e delle specie che ci vivono, e proseguendo con i derivati come latte, uova e formaggio, sui quali per il momento sono un tantino (ma solo un po') meno attento di quanto dovrei.
Si tratta, naturalmente, di una scelta che ha dei risvolti economici: il pesce pescato costa tre volte il prezzo del pesce di allevamento, e la carne biologica può costare cinque o sei volte il prezzo di quella industriale; ma il problema si aggira facilmente mangiando il pesce e la carne con una frequenza rispettivamente tre volte e sei volte inferiore a prima, arricchendo la dieta con più legumi e rassegnandosi al fatto che perlopiù ci si abbuffa troppo, e quindi mangiare un po' di meno non può che far bene alla salute.
Tutto ciò, per essere chiari, pur non essendo un antispecista radicale: personalmente, l'idea di mangiare altre specie animali non mi provoca disagio di per sé, se non nella misura in cui non lo ritengo sostenibile o comporta un prezzo troppo alto in termini di sofferenza degli animali che consumo.
Non è stata una scelta indolore: fino a qualche mese fa tendevo ad essere scettico sul comportamento dei vegetariani, e spesso e volentieri assumevo nei loro confronti un atteggiamento tra il beffardo e lo sprezzante; comportamenti che in realtà, come spesso accade, erano degli inconsci meccanismi difensivi nei confronti di una questione che percepivo come importante ma che facevo fatica ad affrontare.
Adesso, quando qualcuno cerca di mettermi alle strette come io facevo con gli altri (avete presenti quei giochini dialettici del tipo: "Se ci tieni tanto all'ambiente perché non te stai in una grotta a fare i segnali di fumo, invece di consumare energia elettrica usando il computer?") non mi incazzo neanche un po', ma mi viene un gran senso di tenerezza perché ci rivedo l'Alessandro di qualche -non molto- tempo fa, tutto proteso a giustificare la sua inerzia con qualche motivazione vagamente plausibile.
E poi, dopo essermi ripreso dalla commozione, tiro fuori la solita risposta, che detto per inciso è quella vera: faccio quello che posso, anche se so che potrei fare di più, e non è detto che prima o poi quel di più non decida di farlo.
Forse non è molto, ma è incomparabilmente meglio che fare finta di niente.

Questo post è stato pubblicato il 29 febbraio 2012 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

27 Responses to “Onnivoro selettivo”

  1. Mi ritrovo in tutto e per tutto :) Anzi, adotterò anche l'etichetta, così saprò come definirmi, se qualcuno me lo chiede!

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  2. Oltre all'aspetto etico ce n'è anche uno egoistico: la carne che viene prodotta dagli allevamenti intensivi è imbottita di antibiotici e non è detto che faccia bene alla salute.
    Mi ripropongo da un po' di leggere questo libro sull'argomento: http://www.ibs.it/code/9788860881137/foer-jonathan-s-/niente-importa-perche.html
    nel frattempo sono diventata vegetariana (e astemia) part-time =)

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  3. se sei così selettivo avrai notato quanto siano ecologicamente non sostenibili il 90% del mangiato dai 'vegetariani' (il virgolettato in questo caso è d'obbligo).

    come il cibo ricavato dalla soia ottenuta sfruttando gli umani di turno. Oppure colture intensive che hanno appena devastato un bel pezzo di ecosistema.

    insomma, è un bel casino fare quel che si può. Però lo spirito mi piace.

    PS
    sono appena tornato da ny, e mi chiedo come faccia un americano a raggiungere i 50 anni. Senza che il fegato esca una notte e si divori il cuore.

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  4. @G: io l'ho letto, e una parte di quello che ho scelto proviene da là.

    @Stefano: tendo a consumare anche frutta e verdura da agricoltura bio, ma non mi andava di mettere nel post troppa roba.

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  5. Fare quel che posso è giustissimo, purtroppo non tutti possono permetterselo. Molto spesso la dieta ti è in qualche modo "imposta" non solo dal punto di vista economico ma pratico ed anche sociale. Poi non posso nascondere che nel mio caso potrei ma non voglio perchè per mie convinzioni lo stare bene passa anche attraverso certi piaceri della carne. Almeno finchè il mio fisico me lo concederà, la risposta che do a chi mi conosce a domande sul mio modo di mangiare è che non voglio morire sano. Nel mio piccolo anch'io poi faccio la mia parte, alla fine tutto si può ridurre fisicamente ad un problema di consumo di energia (o se vogliamo esagerare ad una riduzione dell'aumento dell'entropia) per cui magari se io non avessi usato il PC per scrivere questa mia risposta inutile avrei potuto permettermi un big mac (visto che qui a Torino carne di cavallo cotta per strada non se ne trova).

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  6. io sono diventata vagana dopo anni di incubazione,il mio organismo non accetta più alimenti di origine animale.Era arrivato il momento per me di riassumere tutte le mie battaglie e questo era il modo più completo...case farmaceutiche,petrolifere,allevamento ed agricoltura intensiva,riscaldamento globale ecc.... Oltre a stare benissimo di salute pur essendo cardiopatica sento che Giovanardi si scaglia contro di noi accusandoci di rovinare l'economia...sento che sto andando nella direzione giusta!

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  7. molto d'accordo; personalmente cerco di consumare solo latte e latticini bio, dopo aver visto un agghiacciante servizio di Report sulle mucche modificate geneticamente.. per chi non lo ha ancora vista lo consiglio!

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  8. Secondo me quello dell'alimentazione è un discorso complesso, su cui si innestano mille voci diverse:

    - la salute personale
    Si mangia troppo e male, mediamente, inutile girarci intorno.

    - il discorso della sostenibilità ambientale
    Che non rigurada solo la carne con gli allevamenti industriali, anche sulle coltivazioni c'è un bel discorso da fare.

    - il discorso "etico-culturale"
    Io non mangerei mai un cane, perchè per me il cane è l'animale da compagnia, ma in Cina non si fanno di questi problemi. D'altro canto in Inghilterra ti guardano malissimo se ammetti di mangiare il coniglio.

    - il discorso economico
    Con la crisi che c'è cercare di economizzare sulla spesa diventa quasi obbligatorio.


    Io cerco di fare qualcosa "nel mio piccolo".
    L'importante penso che sia cercare di informarsi il più possibile per consumare il giusto, in maniera sostenibile.

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  9. Ti dò un piccolo consiglio a lungo termine: stai molto attento prima di eliminare completamente uova e formaggi.
    Una persona che conosco, molto intelligente e molto attenta all'alimentazione, non intendo una fissata ma una che se l'era studiata attentamente e seriamente, pur prendendo integratori nel periodo in cui era vegana aveva un ciclo lunghissimo, si parla di tre mesi o più. Appena ha ripreso a mangiare uova e formaggio il ciclo le è tornato regolare.
    Il vegetarianesimo è ottimo, il veganesimo non è per tutti. (poi sulle uova d'allevamento si possono fare gli stessi discorsi che sulla carne, eh).

    scialuppe

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  10. Quello che sto per scrivere non e' diretto ad attacare le tue scelte ma a ragionarci su.

    Il punto mi sembra essere "Cio' che non e' sostenibile, lo evito". Naturalemte se su sto mondo fossimo in 10 tutto sarebbe sostenibile, quindi quando dico "Sostenibile" intendo per le 7 miliardi di anime che siamo.

    Quindi per evitare di evitare (ops) qualcosa c'è bisogno che questo qualcosa sia sostenibile per 7 miliardi di anime.

    Gli allevamenti biologici lo sono? La caccia o la pesca? E l'agricoltura "Non intensiva"?

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  11. allora ok, è che quando sento i commenti degli amici veg sul mio pollo non posso fare a meno di sparar loro il pippone sul giro del mondo dello sfruttamento che s'è fatto il loro seitan.

    cmq crudeltà a parte (sulla quale sono poco informato), le carni più ecosostenibili sono pollo e maiale. Quella più mangiarisorse ovviemente è il bovino (escludendo balene e e cose strane).

    PS
    com'è il libro di foer? M'han detto di stargli lontano, definendolo 'militante', per non rovinarmi ogni cosa è illuminata (capolavoro).

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  12. Vedrai come questa nuova etichetta, onnivoro selettivo, ti apparirà così priva di logica tra qualche mese :P

    Quando si imbocca la strada dell'etica del "fai del male meno possibile" non si finisce più :)

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  13. @ Stefano: a me, se dicono di stare lontano da un libro, fanno venire immediatamente voglia di leggerlo.
    Militante?
    Foer ripete continuamente che la carne è buonissima, che averci rinunciato gli pesa e che sarebbe bello esistessero metodi eticamente accettabili per produrla. Chi dice che questo è militante non ha mai avuto a che fare coi vegani duri e puri. (scassacazzi come tutti i duri e puri. ma sono cmq una minoranza)

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  14. Ho una curiosità: se il problema è quello del rispetto dell'ambiente, non dovresti stare attento anche al modo di scegliere i prodotti vegetali? Anche l'agricoltura intensiva presenta molti problemi di sostenibilità...

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  15. Ciao tutti,
    premetto sono vegetariano da ormai tre anni e qualche mese, quindi forse il mio ragionamento sarà di parte ma vorrei esprimere la mia opinione riguardo questo interessantissimo discorso. Innanzi tutto complimenti per il post, condivido a pieno con te il fatto di "fare ciò che è possibile". Il mondo è sicuramente pieno di ingiustizie e tutti noi, anche chi adotta comportamenti il più virtuosi possibili non è esente dal presentare un'impronta più o meno spiccata nei confronti del pianeta che ci ospita, quindi ben vengano tutti i comportamenti virtuosi ma neanche possiamo vivere di sensi di colpa. Detto questo è difficile fare un discorso con chiunque si cibi di carne e pesce senza sembrare "colui che ha la ricetta di buona vita" in tasca, insomma senza sembrare superbo, a volte anche l'interlocutore però aiuta, con i suoi sensi di colpa celati da aggressività. Dal mio canto sono convinto che solo informandosi e divenendo consapevoli il più possibile su ciò che siamo e facciamo (e ciò che mangiamo e parte integrante di ciò che siamo), solo in questo modo magari si possa sperare in un mondo più giusto. Poi personalmente, dopo anni di tentennamente (avevo paura soprattutto delle eventuali carenze alimentari, facendo sport assiduamente) un giorno dissi basta! basta con gli allevamenti intensivi, basta con la pesca selvaggia e smisi di mangiare carne e pesce. E se l'avessi uccisa io? mi si chiedeva; allora sei d'accordo alla caccia? Ed io a rispondere come un pollo (espressione infelice), si! se vivesse la sua vita all'aria aperta e non infliggessi tanta crudeltà in vita all'animale allora si, la mangerei la carne. Poi un giorno lessi Foer (che consiglio a tutti), la lettura e semplice se si ha lo stomaco forte e lì, ad un certo punto, avvenne il primo cambio di prospettiva.Proviamo un secondo a smettere di chiamarla carne, pesce, sottofiletto, costina, fiorentina o che so altro proviamo a chiamarla con altro nome: pezzo di cadavere! Ecco adesso proviamo a mangiargi il nostro pezzo di cadavere e a provare lo stesso gusto, se qualcuno ci riesce, io sicuramente non ci riuscirei più, non c'è nulla da fare mi fa proprio schifo pensare di essere un sarcofago (colui che si nutre di cadaveri) al di là dell'impronta ecologica. Ed infine sono esseri senzienti e tutti gli esseri senzienti hanno in comune l'antica parte del cervello che accomuna tutti gli esseri senzienti, e quello è in posto dove crescono le emozioni quindi in pollo come il branzino prova il mio stesso dolore. E la compassione diventa la strada. Ma questo è buddismo ed è tutta un'altra storia. Grazie per l'attenzione. Fabrizio

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  16. è sicuramente colpa di una ragazza? :)

    scherzi a parte, a mio parere il problema nel fare scelte di questo tipo è che la valutazionedi quanto una cosa è sostenibile non è fatta con i numeri ma spesso è stravolta da motivazioni ideologiche.

    @Jole: non esistono mucche geneticamente modificate approvate per il consumo umano di loro derivati.

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  17. E' giusto e doveroso fare quel che si può. Il bello è che dopo un po' che ci si informa, si può scoprire che questo "quel che si può" è davvero tanto!

    Gli allevamenti intensivi sono insostenibili per l'ambiente, ma gli allevamenti non intensivi non sono proprio il paradiso degli animali. Gli abusi e i maltrattamenti gratuiti ci sono ugualmente, e ovviamente è uguale la fine che gli animali fanno. Penso che già accorciare senza necessità (cioè non per legittima difesa) la vita di un altro essere senziente sia una violenza gratuita. e tu?
    E anche l'agricoltura può essere insostenibile, eccome! Per esempio, tutte le monocolture - con utilizzo di pesticidi e non - sono insostenibili, perchè ammazzano la biodiversità e distruggono i nutrienti del terreno, condannandoci ad un futuro con sempre meno terra a disposizione. E.....se aumentiamo di numero, se continuiamo a occupare terreno fertile con catrame e cemento e nel contempo la terra si esaurisce.....cosa mangeremo poi?
    E' possibile alimentare un'agricoltura sostenibile: comprare da piccoli produttori, locali e biologici che gestiscono in maniera sostenibile i terreni. E per far questo non c'è bisogno di essere miliardari: basta rivolgersi ad, o creare, un gruppo d'acquisto solidale. Oramai ce ne sono in tutta Italia, e a Roma sono almeno una ventina. Fanno risparmiare tempo (si fa la spesa una sola volta a settimana) e denaro (si compra ottima roba bio a prezzi pari, se non ,inferiori, al cibo convenzionale). Non mi sembra niente di elitario!!

    E per tornare al discorso dell'etica del cibo....sono vegana (e questo non vuol dire che non possa fare a meno della soia o del seitan, che tra l'altro, se bio, possono essere prodotti in modo sostenibile) perchè non solo sono un essere senziente come tutti gli animali, e non vorrei essere privata della libertà, sfruttata e ammazzata (quindi non lo faccio ad altri, visto che provocano le mie stesse sensazioni), ma anche perchè sono una donna, e non vorrei essere ingravidata a forza di continuo per poi vedermi portare via il mio bambino appena nato e tirare il latte per darlo da bere ad un'altra specie (che, come la mia, avrebbe bisogno di berne solo fino allo svezzamento, e solo dalla propria madre).
    Detto questo, godo di ottima salute e sono donatrice di sangue. Ma sopratutto sono contenta di potermi permettere un'empatia con il resto degli animali - ricordiamocelo, ogni tanto, siamo tutti animali, e siamo tutti uguali nelle nostre innegabili differenze - che prima sentivo d'istinto ma che non quadrava con le mie abitudini (perchè accarezzavo il cane e mangiavo un agnello? scherzi della "cultura").

    Ti faccio i miei migliori auguri per un percorso di consapevolezza che ha migliorato, e migliorerà, le vite di tanti, te compreso!

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  18. piccola provocazione per i vegetariani (quelli del 'non uccidiamo gli animali', il discorso cade completamente per quelli dell'ecosostenibile).

    cos'è un animale? Il cervello umano è capace di elaborare sensazioni complesse. Sicuramente anche un delfino o un cavallo. Ma una mosca? Una zanzara? Una formica? Non credo camminiate stando attenti a non pestare manco gli insetti.

    non è che è solo questione dell'altezza a cui arbitrariamente (e legittimamente, direi) avete messo la vostra asticella?
    Un po' come prendere la pillola del giorno dopo, abortire una pallina di decine di cellule non è proprio come espellere un feto di mesi.

    PS
    non prendetela come un'offesa, sto solo cercando di capire

    PPS
    mi leggerò pure io quel libro di foer ;)

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  19. Ciao
    Scusa se approfitto di questo post per dire la mia opinione su un altro tuo post. Il fatto è che il discorso che hai fatto su proibizioni e libertà mi ha fatto riflettere e mi ci è voluto un po’ per elaborare un pensiero mio.
    Devo quindi dirti che non sono d’accordo con te.
    Non credo che l’unica discrimine sociale che lega le proibizioni sia il danno che da certi comportamenti deriva ad altri. Ho scoperto che probabilmente non sono liberista.
    Non sono neanche d’accorto a paragonare il diritto dei gay a formarsi una famiglia con il diritto delle persone ad assumere droghe.
    Il primo è un “diritto umano” e verso quel raggiungimento è giusto lottare e pretenderlo dalla società, perché la sua negazione è un’enorme violenza fatta ai danni di una minoranza.
    Il secondo è un capriccio. La scelta di assumere certe sostanze, parlo di droghe pesanti, è un danno che si fa non solo verso la propria persona, ma verso la società intera. Sono convinta che come individui abbiamo una responsabilità verso la società di cui facciamo parte, e a cui dobbiamo dare il nostro contributo. L’autodistruzione ci impedisce di essere cittadini attivi.
    Non solo, sono anche convinta che la nostra società sia complessivamente responsabile verso l’individuo, che deve essere educato e indirizzato verso comportamenti sociali positivi. Si può poi discutere quali siano questi “comportamenti sociali positivi” che cambiano a seconda dei tempi e delle mentalità.
    La comunità in cui viviamo, oltre che occuparsi di scuole, ospedali, asili nido, sussidi di disoccupazione, deve impedire la circolazione di sostanze nocive che oltretutto, non hanno alcun uso anche minimale positivo. Già alcol e tabacco causano abbastanza danni e costi all’intera società, perché aggiungerne altre? Dall’esperienza che ci siamo fatti con alcol e tabacco, sappiamo che una volta che certe sostanze si diffondono è impossibile tornare indietro. Ecco perché i medicinali per essere assunti hanno bisogno di ricetta e per essere messi in commercio di rigorosi test scientifici. Se poi ci sono abusi nell’uso di droghe “permesse” dalla sanità o se le sostanze messe in commercio sono inutili o dannose, questa è un’aberrazione della regola e non mette in discussione il principio di controllo che ne è alla base.
    Alla frase “perché non posso farmi di ero visto che il mio amico è libero di farsi di antidolorifici” rispondo che l’errore sta nella libertà di abusare di antidolorifici.
    Salvo il principio, si può parlare di riduzione del danno, come liberalizzazione delle droghe leggere, depenalizzazione all’uso di quelle pesanti e loro diffusione controllata per toglierle alla criminalità e ridurre il danno personale e sociale.
    Voglio chiudere parlando di proibizione dell’allevamento intensivo a cui sarei in linea di massima d’accordo. È crudele verso gli animali e nocivo per il pianeta. Ma quando un comportamento si è diffuso è impossibile bloccarlo senza causare una serie di gravi effetti collaterali. Quindi, anche se sono d’accordo sulla pericolosità di questo comportamento umano, l’unica cosa possibile è disincentivarlo tassando i comportamenti dannosi e detassando quelli virtuosi.
    Invito tutti, inoltre, a responsabilizzarsi come cittadini e a fare scelte consapevoli. Ricordatevi, votate ogni volta che fate la spesa.

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  20. Stefano... per un vegetariano che lo è per questioni etiche, la mosca e la zanzare hanno lo stesso valore di mucca e pollo... ovviamente non si può raggiungere la perfezione impedendo sempre che tutti gli animali si salvino... ma questo non deve essere un buon motivo per non fare quel che si può. Ad esempio, perché devo uccidere una zanzare quando posso semplicemente tenerla lontano con una zanzariera? Perchè devo schiacciare un ragno quando posso accompagnarlo fuori dalla finestra?

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  21. La carne biologica costa 6 volte quanto quella "normale"?? Scusa, ma dove ti rifornisci?

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  22. @ Stefano. Oltre a quello che già ha detto Mattia Paoli, vorrei aggiungere che l'impossibilità della perfezione (come dici tu, è impossibile camminare senza calpestare accidentalmente insetti e altri animali troppo piccoli) non è e non dovrebbe essere una scusa per non fare quello che è facilmente possibile fare. Non saremo mai a impatto zero, questo è certo, ma un conto è "suicidarci" perché - vivendo - siamo per forza dei distruttori, un altro è fregarsene di tutto e dire "visto che tanto calpesto le formiche, posso anche mangiare la bistecca". Secondo me le due cose non sono per nulla collegate e mi fa sorridere (senza offesa) sentire per l'ennesima volta sempre le solite obiezioni/provocazioni alla scelta veg(etari)ana, come se chi lo è diventato non ci avesse mai pensato in vita sua... Secondo me, questo tipo di obiezioni è un po' come dire "Visto che non posso salvare tutti i bambini che soffrono nel mondo per malattie, denutrizione ecc... non vale nemmeno la pena che aiuti il bisognoso che mi chiede un aiuto sotto casa."
    Non so se il tono che uso suoni aspro, in ogni caso non voglio esserlo e mi scuso se lo sembro; è che moltissime delle obiezioni o delle provocazioni che ho letto a questo post di Metil come ad altri che parlano dello stesso argomento sono tutte domande che hanno già trovato più e più volte risposta: basta farsi un giro in un qualunque sito di informazione sul veganismo per trovarle...
    Aggiungo infine che, a mio parere, molti onnivori si rivolgono ai veg(etari)ani come se questi avessero tutte le risposte e fossero assolutamente senza macchia e senza paura - magari cercando di metterne in luce qualcuna, chissà - mentre in realtà quello che noi facciamo è una cosa semplicissima, alla portata di chiunque: facciamo solo ed esclusivamente quello che è possibile fare. Niente di più, niente di meno. Non ci arrampichiamo sui muri per evitare di calpestare la formica, non evitiamo una passeggiata sui prati per timore di uccidere gli insetti, ma evitiamo di mangiare e di fare del male di proposito a chi è senziente come noi. E' incoerente? Chissà... ma è il meglio che per ora si riesce a fare...

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  23. Completamente OT:

    Metilio, quando continui il tuo romanzo thriller?

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  24. A proposito di questo tema (in particolare sulla cosiddetta "libertà di mangiar carne" di cui si parla in un'altra pagina di questo blog), vi segnalo un articolo molto interessante, che spero stimoli una riflessione:
    http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20120228/manip2pg/10/manip2pz/318757/

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  25. http://laverabestia.org/play.php?vid=4218

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  26. Anch'io sono un onnivoro selettivo.
    Ma vado anche oltre, cerco di premiare, dove posso, il km. 0 prendendo frutta o verdura (tranne banane Altromercato e clementine, per ovvio motivi...) da fattorie della zona (http://www.campagnamica.it/).

    Limito l'uso di carne (al massimo pollo) anche per questione di gusti, ma il pesce non lo disdegno. Il problema è che mangiando fuori per lavoro c'è ben poca scelta, soprattutto non c'è la possibilità di sapere la provenienza di pescato ed allevato.

    Poi tra Altroconsumo, Altromercato, e le varie associatizioni, muoversi tra acquisti, etici, biologici, salutistici,...
    E' parecchio dura.

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