La libertà secondo Silvio

La novità è che l'ex premier dello stesso governo che si è fatto in quattro per proibire ai malati di decidere se curarsi o no, alle donne di abortire con meno dolore, alle coppie con problemi di fertilità di accedere alla fecondazione assistita e ai ragazzi di farsi uno spinello, appartenente alla stessa maggioranza della miriade di sindaci che hanno prodotto ordinanze a raffica per vietare di bere alcolici, sedersi sulle panchine, mettersi in costume ai giardini pubblici, tenere aperti i locale di notte, fare musica per strada e via discorrendo, adesso se ne esce che tracciare i pagamenti sopra i 300 euro "va contro la libertà".
Si vede che io e lui abbiamo due concetti di libertà piuttosto diversi.

Questo post è stato pubblicato il 28 novembre 2011 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

8 Responses to “La libertà secondo Silvio”

  1. Certo che va contro la libertà...




    ...di evadere le tasse.

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  2. dal post precedente mi sa che su questo ha molti proseliti

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  3. Cosa pretendi da uno che a fine anni Settanta faceva aumenti di capitale societario per 8 miliardi dell'epoca IN CONTANTI!?!?!?!?!?

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  4. Infatti io preferirei che sia tutto tracciabile.
    Facciamoci due conti, quante volte usiamo meno di 10 euro e quante sopra. Bar, giornalaio, ma pure al supermercato, pausa pranzo, un oggettino perchè ci piace.
    Metà delle transazioni che compiamo sono sotto i 10/15 e, il 90% sono sotto i 50 €.
    Se si tracciano solo le spese sopra i 300 € si compie metà del lavoro tracciando chi compra. Se lo si facesse anche per spese minime, si andrebbero a colpire sia gli acquirenti che gli assenteisti, chiamiamoli, dello scontrino.

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  5. Infatti io preferirei che sia tutto tracciabile.
    Facciamoci due conti, quante volte usiamo meno di 10 euro e quante sopra. Bar, giornalaio, ma pure al supermercato, pausa pranzo, un oggettino perchè ci piace.
    Metà delle transazioni che compiamo sono sotto i 10/15 e, il 90% sono sotto i 50 €.
    Se si tracciano solo le spese sopra i 300 € si compie metà del lavoro tracciando chi compra. Se lo si facesse anche per spese minime, si andrebbero a colpire sia gli acquirenti che gli assenteisti, chiamiamoli, dello scontrino.

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  6. Non ci vedo nessuna contraddizione, anzi: è da sempre uno dei capisaldi della borghesia: che tutto sia vietato in pubblico, che tutto sia permesso in appositi spazi privati, così che solo chi ha i mezzi per accedere a quegli spazi abbia dei diritti.

    Sulla tracciabilità, visto che non ti sei espresso in materia, ripeto: per importi medio alti sono già d'accordo; per importi anche piccoli, sarò d'accordo nel momento in cui cesserà la persecuzione degl'immigrati senza permesso di soggiorno e verrà sancito il diritto all'esistenza di tutti gli esclusi dalla società, cioè nel momento in cui cesserà l'esclusione dei diversi, non adatti, non corformi.

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  7. pienamente daccordo con QSJesus, non ha senso tracciare solo le spese superiori ai 300euro: la maggior parte delle nostre spese (e quindi anche di pagare in nero) è di pochi euro alla volta...

    fatevi 2 conti: evadere 20 euro al giorno, praticamente 10 scontrini da 2euro, sarà mica difficile no?
    in un mese sono 600euro puliti e candidi!!!

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  8. sono pienamente daccordo con QSJesus: inutile tracciare solo i pagamenti sopra i 300 euro quando la maggior parte delle nostre spese è di pochi euro...
    fatevi due conti: evadere 20 euro al giorno, 10 scontrini da 2 euro, sarà mica difficile no?
    ecco, in un mese sono 600euro puliti e candidi!

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