Paolo Ravasin, il testamento biologico e una richiesta ai blogger

L'uomo che potete vedere e ascoltare nel filmato qua sotto si chiama Paolo Ravasin, presiede la Cellula Coscioni di Treviso ed è malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Pochi giorni fa Paolo ha registrato in questo video il proprio testamento biologico, affinché nessuno possa affermare, anche fra cent'anni, che vi siano dubbi sulla sua effettiva volontà. Quello che vi chiedo, se anche voi avete a cuore la libertà di scelta e l'autodeterminazione delle persone, è di scrivere un post e inserire il filmato sul vostro blog, utilizzando il codice che potete scaricare cliccando qua: in modo che i soliti chiacchieroni, quelli che sparano anatemi e sentenze dalla mattina alla sera, si facciano una vaga idea dell'argomento di cui si riempiono la bocca. E magari, chissà, si vergognino e tacciano per un po'. Grazie a tutti per quello che potrete fare. Mina & Alessandro.

Questo post è stato pubblicato il 21 luglio 2008 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

13 Responses to “Paolo Ravasin, il testamento biologico e una richiesta ai blogger”

  1. ti lascio il link con il mio intervento
    http://dookie90transltr.spaces.live.com/blog/cns!59AF626091ADDA28!1209.entry

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  2. sempre a disposizione, la mia particina l'ho fatta. :D

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  3. Leggendo e ascoltando, il video e la mia coscienza, mi chiedo solo: ha diritto ognuno di noi di decidere se morire o meno? Se una persona si getta dal 10 piano, e non muore, la soccorro o la lascio morire? O lo faccio solo se nel bigliettino d'uopo ha detto: non soccorretemi? La vita è la vita, la commoione di una testimonianza a mio avviso non deve confondere la coscienza. La vita va tutelata, ma è solo la mia opinione, anche contro il volere dell'interessato, perchè il suo volere di oggi, rispetto alla vita, non è assolutamente scritto che sia il suo volere di domani, quando non potrà più esprimersi. Poi su queste cose nessuno può dare sicure sentenza, io per primo, ma a mio avviso nemmeno voi. Ci vuole rispetto, ci vuole riflessione di coscienze, non ci vuole la sicurezza e la presunzione di esser dalla parte giusta, perchè equivarrebbe a sentirsi giudici giudicanti ingiudicabili. il peggio del peggio. BUon lavoro

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  4. [...] Il blog Metilparaben ed il blog Calibano hanno lanciato ai blogger l’invito di dedicare un post al tema della [...]

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  5. Già scritto un post ieri... il link è questo: http://www.amicofragile.org/?p=612 .

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  6. fatto!

    @roberto
    La domanda non è se ognuno di noi ha il diritto di decidere, ma se non noi CHI ALTRI può arrogarsi questo diritto per noi.
    Il fatto che si possa cambiare idea, perdonami, ma è una questione di lana caprina: di fronte ad ogni tua scelta o richiesta nessuno tu per primo puoi sapere se cambierai idea, l'alternativa sarebbe l'immobilità! Ognuno comunque si assume il rischio - per sé - di fare una scelta sbagliata, ma visto che le conseguenze si pagano in prima persona, in prima persona abbiamo diritto di scegliere. Chi è che ha la presunzione di essere dalla parte giusta, se non chi ne è così sicuro da imporre la propria volontà sul corpo di un altro?

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  7. fatto!

    @roberto
    La domanda non è se ognuno di noi ha il diritto di decidere, ma se non noi CHI ALTRI può arrogarsi questo diritto per noi.
    Il fatto che si possa cambiare idea, perdonami, ma è una questione di lana caprina: di fronte ad ogni tua scelta o richiesta nessuno tu per primo puoi sapere se cambierai idea, l'alternativa sarebbe l'immobilità! Ognuno comunque si assume il rischio - per sé - di fare una scelta sbagliata, ma visto che le conseguenze si pagano in prima persona, in prima persona abbiamo diritto di scegliere. Chi è che ha la presunzione di essere dalla parte giusta, se non chi ne è così sicuro da imporre la propria volontà sul corpo di un altro?

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  8. Ma tu guarda, mi tocca fare un trackback manuale!

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  9. Oggi lo metto anche io, mi spiace per il ritardo, ma sto a Napoli a placare i neuroni impazziti. Ma tu, vacanze?

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  10. @ viviana: "Se non noi, chi altro ha il diritto di decidere per noi ?" In questo commento ad un post sul blog Metilparaben sta tutta la differenza tra il concetto di universalità dell'essere umano ed il concetto di unicità in quanto parte di un unico corpo che è l'umanità stessa. Da un lato chi intende la vita come "proprietà" dell'individuo stesso, che ne vorrebbe disporre in quanto a lui stesso donata, dall'altro lato chi intende la vita non come una identità distinta e separata dalle altre, ma come componente completante l' intero cosmo che è l'umanità intera. In mezzo ci sta la mancanza assoluta di certezze riguardo al proprio ruolo, all'interno dell'umanità, per questo chi ritiene di non aver ricevuto la giusta parte, o la giusta ricompensa alla propria potenzialità, coltiva dentro di sè la rabbia e il rancore nei riguardi dell'umanità invece "realizzata", che può ancora permettersi di avere delle alternative. E qui si apre la diatriba delle due fazioni: siamo noi proprietari della nostra vita, o la nostra vita, indipendentemente dalla sorte che ci è stata riservata, in un senso certo a noi sconosciuto, appartiene all'umanità ? Se fosse vera la prima ipotesi, allora sarebbe inutile star qui a parlare di eutanasia o di suicidio, ognuno avrebbe il diritto di fare di sè quello che vuole, e considerando lo smarrimento a cui le nostre piccole vite sono spesso sottoposte, temo che molte di queste si interromperebbero al presentarsi delle prime difficoltà. Se fosse vera la seconda, noi dovremmo permettere all'umanità di prendersi carico di ogni singola vita, accettando qualunque ruolo ci venga assegnato per continuare a far parte della globalità di questo sistema. E' evidente che non si può trovare una motivazione al trovarsi immobili in in letto incapaci anche solo di sentire la vita, ma se il pensiero si fa più globale, allora si può trovare un senso : quello che si ha per l'umanità che sta intorno. La scelta di togliersi la vita è sempre un gesto egoista ed incurante nei riguardi dell'umanità, l'umanità può a sua volta scegliere l'egoismo non curandosi di una vita che è parte del proprio corpo, ma in questo caso, non può far altro che indebolire e danneggiare se stessa. Personalmente, se dovessi lasciare un testamento biologico lo lascerei affinchè l'umanità possa sentirsi serena nel prendere coscienza delle decisioni riguardanti la mia vita, qualunque esse siano, perchè non debba essere considerato un peso ma neanche solo un dolore schiacciante, senza giudicare e senza condannare, ma comprendendo anche senza giustificare.

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  11. Ci sono anch'io!

    Facciamoci sentire!
    Chissà che lanciando tanti sassi nell'oceano non si smuovi qualche onda anomala...

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