Colonna infame

Sia chiara una premessa: mi pare assai poco plausibile che in una stazione di polizia, in assenza di celle di sicurezza disponibili, l'unica soluzione praticabile per sistemare un arrestato sia quella di incaprettarlo una colonna. Tuttavia, ammettendo per amor di discussione che ci si possa trovare nella condizione di non avere altre possibilità, ritengo ampiamente preferibile l'idea di lasciare a piede libero un presunto criminale, perfino se colto in flagrante, piuttosto che quella di sottoporlo ad una simile, intollerabile tortura. Questo, evidentemente, in uno stato di diritto. In un posto come l'Italia, non saprei.

Questo post è stato pubblicato il 19 settembre 2008 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

9 Responses to “Colonna infame”

  1. simile intollerabile tortura? Ma stai scherzando?

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  2. Non sto scherzando.
    Ammanettare una persona a una colonna, in piedi con la faccia sul marmo, immobilizzandolo là per chissà quanto mentre tutti passano indifferenti, magari facendosi un caffè, è indegno di un paese civile, che si distingue appunto per il rispetto (accompagnato, ovviamente, al rigore) che attribuisce alla persona umana anche quando si tratta di un detenuto.

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  3. il problema è che tu non conosci precisamente per quanto tempo il tipo è dovuto rimanere in quella posizione senza dubbio indegna e, inoltre, non credo tu sappia per quale reato fosse lì.
    Io ritengo ammissibile trovare una sistemazione momentanea (anche così indecorosa), in mancanza di altro, nel caso che l'alternativa fosse di lasciare un criminale in libertà. Non lo ritengo moralmente accettabile, non lo ritengo giusto, ma mi sembra la migliroe soluzione momentanea tra le alternative disponibili.

    Come ho detto, dipende dal tempo di "tortura" (la ritengo comunque una parola grossa, punti di vista) e dal crimine particolare. In mancanza di dati imho sarebbe meglio essere più cauti.

    Saluti

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  4. Ci mancherebbe, Vaal, è questione di opinioni. Dal mio punto di vista, ad esempio, per stabilire se sia più o meno ammissibile lasciare un essere umano in quella posizione l'entità del reato commesso è del tutto irrilevante, giacché la pena per i reati è la detenzione stabilita da un tribunale, e non quanto sommariamente erogato da un poliziotto qualsiasi: questo, lo ripeto, in uno stato di diritto.
    Sul merito, e cioè sulla definizione di tortura, è certamente lecito non essere d'accordo; per fornire qualche elemento, tuttavia, incollo qui di seguito la definizione del Garzanti: "Qualsiasi forma di coercizione fisica o morale praticata su qualcuno per estorcergli una confessione, per ottenere qualcosa o per pura crudeltà". Orbene, che si tratti di una coercizione fisica (se non altro rispetto alla normalità di ciò che la situazione avrebbe dovuto rappresentare: quel tizio avrebbe dovuto essere tenuto in cella, ma non in piedi, non legato, non con la faccia sul muro) e morale (non è una forma di coercizione morale?) mi pare cristallino. Quanto all'ipotesi di lasciare un criminale in libertà (che è una provocazione, ma anche no), ricordo che in uno stato di diritto (e due) la colpevolezza si accerta con un processo, che in effetti è necessario anche nel caso in cui il sospetto reo sia colto in flagrante (ci sarà una ragione, no?), mentre le forze dell'ordine hanno il compito di fare in modo che tale processo avvenga, se del caso fermando la persona, ma mai, mai, mai di infliggere essi stessi pene e sanzioni, cosa che non compete loro.
    Sembreranno sottigliezze, cavilli, sfumature, ma è proprio su questi elementi che, secondo me, si fonda la legalità o l'illegalità di un paese.

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  5. per quanto riguarda la definizione di tortura: "Qualsiasi forma di coercizione fisica o morale praticata su qualcuno per estorcergli una confessione, per ottenere qualcosa o per pura crudeltà", visto che non mi sembra che lo scopo fosse crudeltà, richiesta di una confessione o ottenere qualcosa, ma una situazione dovute all'indisponibilità materiale di sistemazione migliore, quell'atto (se vogliamo essere cavillosi) non è definibile come "tortura".

    Per il resto credo di non essere abbastanza ferrato su materia giudiziaria per poter dare un parere troppo deciso. In ogni caso leggo che il ragazzo sarebbe dovuto andare in "celle di sicurezza": suppongo che così fosse previsto dalla legge, e che nulla dice la legge della strategia da adottare in caso di "celle strapiene". Cosa fare? Certo che la colpevolezza di qualcuno deve essere deciso da un tribunale, ma se il ragazzo viene lasciato in libertà, com'è possibile decidere sulla sua colpevolezza? Ti sembra giusto che qualcuno riceva la libertà solo perché è stato tanto fortunato da essere "beccato" (ingiustamente o meno) in un momento particolare? A me no, sinceramente. Né ritengo giusto incatenare qualcuno per crudeltà o per infliggere loro la pena, ma sembra che l'intento non fosse quello.

    Tu stesso dici "mentre le forze dell'ordine hanno il compito di fare in modo che tale processo avvenga".

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  6. Concordo con metilparaben, completamente. Non sono neanche io sicuro al 100 per cento che "tecnicamente" si possa parlare di tortura, ma sono sicuro che si tratti di trattamento degradante, e tanto basta.
    Il tipo di reato ipotizzato per il soggetto è un elemento del tutto irrilevante. Il fatto poi che non ci sia modo di trovare una sistemazione adeguata è quasi un'aggravante....
    Il problema è che siamo completamente assuefatti all'idea che le forze dell'ordine usino la violenza in libertà: ci sembra un dato inevitabile e fisiologico. Rimane invece una grave sconfitta dello stato di diritto, di tutti noi. E' vero: " le forze dell'ordine hanno il compito di fare in modo che il processo avvenga". Questo, e non quello di infliggere punizioni extra "integrative", o "deterrenti".

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  7. Ho i brividi...
    vaaal il tuo punto di vista non riesco a condividerlo neanche io.

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  8. nulla vi fa pensare che quella sia una punizione integrativa o deterrente. Dove l'avrebbero detto? Anzi mi pare specificato che la causa sia MANCANZA DI SISTEMAZIONE ADEGUATA, non crudeltà sadica dei poliziotti.
    Davvero credete che se beccano con le mani nel sacco un PRESUNTO serial killer e non c'è MOMENTANEAMENTE posto nelle carceri sarebbe meglio lasciarlo in libertà? Mi sembra incredibile, mi sembra una fine incredibile di una ideologia spinta all'estremo lasciando da parte il buon senso

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  9. vaaal....nelle carceri non c'è MAI posto: sono sovraffollate e congestionate da decenni. Inoltre, per un presunto serial killer (che non va in cella come gli altri, ma va in massima sicurezza e/o in isolamento) il posto si trova sempre. Io credo che il tipo ritratto nella foto sia al 99,99 % uno sfigato qualsiasi.
    Ribadisco che comunque nemmeno ai serial killer "accertati" andrebbe mai torto un capello. Figuriamoci ai "presunti" serial killer.

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