Caro Alessandro,
dopo avere ricevuto il tuo invito a farti un regalo e di fronte a uno squisito piatto di lasagne, ci ho pensato. Che cosa presumibilmente potrei postare nel tuo blog? Ho avuto varie idee. E’ da mesi che vicino ad una delle porte più antiche della città di Lecce su un portone di legno leggo la scritta Muto Cane e comincio a fantasticare. Chi ha lasciato quella scritta e perché? Uno di questi giorni la fotografo (sono tre mesi che ci penso, non l’ho ancora fatto). Chi è il cane che dovrebbe ammutolire? E’ una metafora? Io leggo tanto dolore in quella scritta e tanta rabbia.
Ho pensato: Oggi faccio la fotografia e la posto da Alessandro. Non l’ho fatto. E allora, che cosa posso postare da Alessandro? Io ho una vena intimista. Non scrivo normalmente di politica né di cronaca. Non mi sento propriamente a completo agio nelle discussioni “impegnate”. Ho le idee chiare su tante cose. Sono “schierata” ma non amo parlarne dal mio blog. Non voglio farlo neanche da qui, allora. Ci sei già tu a farlo in modo mirabile, con i tuoi strali acuminati di sarcasmo. Quindi, se mi consenti (Dio quanto è brutta questa espressione!!! Inevitabilmente ci fa pensare a certi figuri no? anche se qui c’è il “tu” che è una differenza), resto nella mia vena di scrittura e della sua componente diaristica.
Oggi qui c’era una splendida giornata di sole e tornando dal lavoro a casa mia, carica di una borsa pesante come una zavorra, ho incontrato tre “vagabondi” che girano qua attorno da qualche mese, carichi dei loro zaini, un paio di chitarre e con un seguito di tre o quattro cani. Normalmente li incontro di sera e li conosco ché più volte mi chiedono sigarette. Uno ha una trentina di anni ed i denti tutti rovinati. Uno ne ha una quarantina ed è il più galante dei tre. Il terzo, se ci penso, non riesco neanche a focalizzarlo. Solo una sagoma scura mi si staglia. Nessun dettaglio concreto. Chissà perché? La prossima volta provo a guardarlo meglio.
Mi hanno salutata, come sempre. Il quarantenne con un accento palesemente francese mi ha detto Buongiorno signora facendo un mezzo inchino galante che gli ha fatto rischiare di versare il contenuto di una tre quarti di birra che aveva tra le mani. Mi ha sorriso. Gli ho sorriso con empatia.
Piccole cose di vita quotidiana per me. Sono tornata a casa ed ho trovato la tua mail. Che cosa diavolo potrei verosimilmente postare da Alessandro. Che cosa? Mi sa che ti posto il video che ho messo da me ieri. Il video dei “Non So”. Già, ti posto quello. Mi sa che si adatta al tuo blog.
Giulia Visconti.