Loro seminano vento, noi raccoglieremo tempesta

A prescindere da come andrà a finire il ballottaggio di Milano, mi piacerebbe che gli italiani fossero consapevoli di quello a cui andranno incontro nei prossimi anni: perché è piuttosto evidente che con le conseguenze degli ettolitri di benzina che questi personaggi hanno buttato sul fuoco, di tutto l'odio che hanno cresciuto, nutrito e pasciuto per ottenere consensi, della gigantesca massa di pattume culturale, civile e umano che hanno lasciato accumulare in ogni angolo di questo povero paese dovremo fare i conti noi.
E' roba che non si cancella con un calo negli indici di gradimento, con una caduta di governo, e neppure con un cambio di maggioranza: è roba che una volta venuta alla luce resiste a lungo, che è difficile da mandar via, che richiede decenni di duro e paziente lavoro -ammesso che qualcuno si prenda la briga di farlo- per essere cancellata.
Loro seminano vento, ma quelli che dovranno raccogliere tempesta saranno tutti gli altri.
Ricordatevene, quando vi chiederete come sia stato possibile ridursi così.

Questo post è stato pubblicato il 26 maggio 2011 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

8 Responses to “Loro seminano vento, noi raccoglieremo tempesta”

  1. La prospettiva attraverso cui leggo la campagna politica in italia e' limitata. Da Italiano all'estero ho soprattutto la rete per interpretare e capire. E le risposte della rete ai veleni (morattiquotes su twitter, video, annunci su ebay di macchine rubate da pisapia in vendita) mi sembrano piene di intelligenza e inspirate da una gran voglia di andare oltre. Poca tempesta da raccogliere. Tanta creativita' da usare.
    Forse il clima tra le strade di milano e' diverso. Ma lo specchio della rete offre orizzonti un po' piu' limpidi.

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  2. la rete, per sua natura, risiede su un piano differente, si potrebbe dire che "vola piu` in alto"

    ma sotto ... temo che abbia ragione metil, con un unico appunto, piu` che dire "venuto alla luce", direi "venuta a galla", e certa roba, quando viene a galla, puzza da morire

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  3. Per come l'ho sempre vista io, la società è fatta a strati per lo più impermeabili, nel senso che si fa proprio fatica anche a vederci attraverso.

    Ci siamo noi, che usiamo la rete tutti i giorni, che ci indignamo da anni col berlusconismo, che ridiamo con la campagna elettorale più esilarante degli ultimi 150 anni, ci sono i nostri amici e conoscenti che più o meno condividono le nostre idee... e poi là fuori, nelle strade, ci sono gli elettori PDL. Quelli che si inebetiscono davanti alla TV, quelli che hanno 5 secondi di “attention span” e recepiscono solo i messaggi semplici della Lega, quelli che non sanno cosa voglia dire “comunista” ma lo usano come insulto, senza riflettere. Quella gente ha votato Berlusconi ma noialtri non li frequentiamo perché noi siamo in uno strato culturale della società e loro in un altro, non ci parliamo perché non abbiamo niente da dirci e non frequentiamo gli stessi posti: sono come delle caste invisibili.

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  4. "Moschee a Milano, e se fosse nel tuo quartiere?"
    La cosa non potrebbe essermi più indifferente.

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  5. Hai mai pensato che se hanno così tanto seguito vuol dire che un sacco di persone sono cosi culturalmente ristrette da non permettere al paese di progredire.....
    In un paese civile non dovrebbero esistere partiti come la lega soparattutto in uno stato europeo membro dell'europa unita(non siamo capaci di convivere fra di noi).
    Quindi io dico di paure c'è ne saranno sempre e c'è chi le volgerà a proprio favore secondo me chi deve fare il salto di qualità è chi ha paura cioè noi...cioè gli elettori non bisogna farsi guidare dalle paure se no si perde di razionalità e lucidità.

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  6. "Moschee a Milano, e se fosse nel tuo quartiere?"

    Finalmente qualcuno con cui fumare una sigaretta e bere un caffè quando tutta la città dorme.

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  7. Il fango ci mette tanto tempo a seccarsi

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