Gustavo Selva l’11 maggio scorso su Libero:
«L’aborto - non fatto per salvare la madre, bensì per uccidere il nascituro - costituisce un omicidio perseguibile come reato dal codice penale, prima che come offesa al comandamento di Dio».
Ora, non è singolare che uno si preoccupi tanto per il destino di un feto, e poi se ne strafotta della sorte dei suoi concittadini ammalati, cui sottrae la disponibilità di un’ambulanza allo scopo di raggiungere tempestivamente uno studio televisivo?
Com’è che diceva, Totò?
Onorevole? Ma chi, lei? Ma mi faccia il piacere…
Viva la coerenza...
RispondiEliminaDisonorevolizzarlo subito. Un mese a raccogliere spazzatura a Napoli, li sarebbe utile (con rispetto parlando per gli operatori ecologici).
RispondiEliminaahahahah
RispondiEliminagodo, con principesca superiorità.
Sublime.
Ne ho parlato anche sul mio blog. Selva è un mito: avrà 200 anni e fa le cazzate di un figlio della lupa!
RispondiElimina@leilani-> coerenza? e che è?
RispondiElimina@diabolicamente-> già, con il dovuto rispetto.
@anonimo2-> grazie!
@finazio-> ahahahah