In Italia per essere di sinistra bisogna diventare di destra

Una volta, neanche tanti anni fa, dichiararsi progressisti di sinistra significava essere garantisti, voler modificare la costituzione in senso innovativo, sentirsi cittadini del mondo e considerare la patria, il tricolore e l'inno nazionale elementi peculiari di una simbologia da tromboni di destra.
Oggi c'è qualcuno che pretende di aver diritto all'impunità rispetto a qualsiasi reato commesso, qualcun altro che la costituzione vuole modificarla a suo uso e consumo e qualcun altro ancora che col tricolore ci si vuole pulire il culo pubblicamente: sicché, per difendere un minimo di legalità, per evitare che questo paese diventi peggio del far west e per ribadire che l'unità nazionale ha portato con sé sacrifici che sarebbe bene non dimenticare, ci è toccato diventare giustizialisti, considerare la costituzione un totem che non si può mettere in discussione e agghindarci degli emblemi che fino a poco tempo fa appartenevano ai nostri avversari, portandoli festosamente in giro per le città come se fossero da sempre i nostri cavalli di battaglia.
Il che, a occhio e croce, equivale a dire che oggigiorno per contrapporsi a Berlusconi e Bossi, e quindi per potersi ufficialmente proclamare di sinistra, sembra essere necessario diventare di destra.
Non so voi, ma io mi sento un tantino in difficoltà.

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23 Responses to “In Italia per essere di sinistra bisogna diventare di destra”

  1. nella giornata di ieri mi sentivo un fesso, sentivo che attaccare la bandiera alla finestra non mi rappresentava ma che fosse importante dare un segnale e alla fine sono riuscito solo a innervosirmi...

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  2. zizek si dichiara fascista del comunismo
    per assurdo, togliendo la merda che tutti hanno cagato sopra il senso di queste definizioni, togliendo l'esigenza da super-io stronzo di moraleggiare sui danni delle ideologie sostituendole con altre ideologie, zizek sta nel giusto

    in ogni condizione esiste una possibilità di cambiamento
    ma il riformismo no, grazie.
    il sistema è marcio, serve il napalm

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  3. Io non sono di sinistra (sebbene provenga da una famiglia di quell'area "culturale") nè di destra. Però discutendo con i berluscones e discutendo si fa per dire (con taluni soggetti!) mi viene rivolta l'accusa di essere comunista. Io dico: se comunista significa stare dalla parte dei padri e delle madri costituenti, difendere l'ambiente, odiare i corrotti ed i corruttori, impallidire per la guierra e la mafia, denunciare tutto lo schifo che vedi e senti... beh allora non mi infastidisce esser definito "comunista".

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  4. Vi dirò... sono sempre stato comunista, fondamentalmente per una questione di stile - ritenendo, e non da ora, che in un Paese ove la destra è generalmente fascista, eversiva, ignorante, becera, localista e spesso collusa con la criminalità organizzata, i galantuomini non possano che stare a sinistra. E proprio per questo motivo ho sempre considerato un grave errore, frutto di un malinteso internazionalismo, il lasciare alla destra i simboli dell'unità nazionale, come il tricolore, la costituzione, l'inno et coetera. Ed i dubbi di tanti più giovani (e forse un po' ingenui compagni...ma non me ne vogliate!) non mi fanno ritenere di essere nel torto.

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  5. e che ti aspetti da un paese che va all'incontrario?

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  6. "pensavamo di andare avanti e intanto ci tiravano indietro il pavimento sotto i piedi": è una frase che ho sentito un lustro fa circa, ma mi pare sempre più attuale

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  7. Ti dirò: ero ben contenta che si festeggiassero i 150 anni dell'unità di questa malandata Italia, ma ieri, alla millesima esecuzione dell'inno di Mameli (per non parlare del Va' pensiero!), ho iniziato ad avvertire una certa nausea....sarà bellissimo, ma come tutti gli inni nazionali è grondante di retorica e avrei preferito celebrare l'unità in modo un po' più moderno. Ad esempio: filmati sulla nuova Italia multiculturale, sullo scempio del paesaggio (in queste circostanze di esplosione dell'orgoglio nazionale indigna e fa presa molto di più), ecc-ecc.

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  8. Io ancora non so davvero cosa significano "identità nazionale" o "patriottismo". Per quanto mi riguarda io invece di difendere la terra dei miei padri, vorrei difendere la terra dei miei figli. Preferisco il "figliottismo".
    La bandiera è un discorso diverso. E' un simbolo illuministico, derivato dal tricolore francese. Rappresenta ideali liberali, repubblicani, democratici, anticlericali, universalisti. E come simbolo lo sventolo senza remore: è un simbolo che mi rappresenta a pieno.
    Alzo il sopracciglio quando lo sventolano i fascisti, i democattolici, i preti, i monarchici, i conservatori. Ecco: sono loro a doversi sentire confusi no?

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  9. Secondo me esageri, mi ricordo un vecchio film di Don Camillo in cui Peppone durante un comizio, finiva per sperticarsi in una ode alla patria terminata fra gli applausi generali. La sinistra in Italia ha comunque nella propria storia l'esperienza partigiana che centra comunque con una difesa dello stato (e della democrazia ecc ecc). Penso che il problema sia che da noi esista una sorta di commistione-confusione tra i concetti di stato e nazione visto che ci troviamo in uno stato nazionale... (problema che non hanno in USA che sono appunto nazione di Stati Uniti, e per di più liberisti).
    Quanto all'avversione per il giustizialismo: penso che più che altro sia stata avversione per uno "stato di Polizia", più che per l'operato dei giudici (ma gli anni '70 son stati tempi bui..).

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  10. In Italia il concetto di Patria e' stato rovinato dal fascismo.

    La sinistra comunista, poi, e' sempre stata internazionalista perche' il comunismo nasce anti-nazionalista.

    Il risultato e' che Bersani dice sempre "il Paese" e mai "Italia".

    Pero' si puo' essere di sinistra e patrioti senza contraddizione, cosi' come avviene in tutte le socialdemocrazie (e pure noi ne abbiamo tanti di patrioti di sinistra, a cominciare da Mazzini).

    Gli ex-DS (che sono anche ex-PCI) questa contraddizione se la portano dentro. Io che ho 32 anni e non sono mai stato iscritto al PCI per evidenti ragioni anagrafiche, di queste contraddizioni me ne posso impipare, perche' non m'appartengono.

    Il PD sarebbe piu' credibile se anche lui fosse guidato da gente che non si porta appresso conflitti irrisolti. Ovviamente non e' soltanto o principalmente un fatto di eta' (ma un pochino conta).

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  11. Secondo me è sbagliato l'assunto di partenza. (A meno che non fosse una provocazione ed io stia facendo un clamoroso buco nell'acqua). Essere "di destra" ed essere "di sinistra" è un qualcosa di molto, come posso dire, lontano dalla contrapposizione che emerge da questo articolo. Per lo meno, è così per me che sono del 1989, e faccio quindi parte di una generazione che non ha avuto condizionamenti ideologici. Mi definisco di sinistra - ma mai ho pensato a me stessa come comunista e nemmeno mi farebbe piacere pensarmici - ma non vedo la legalità e il patriottismo come qualcosa che appartiene all'altro campo (non solo, almeno). Sarà che vedo nella legalità, nel rispetto della giustizia e nell'applicazione della legge l'unico modo di tutelare il cittadino e di garantire i diritti fondamentali; sarà che vedo nel diritto la vera fonte e difesa dell'eguaglianza (ma tutto questo è giustizialismo o semplicemente normalita?). Per quanto riguarda l'aspetto del patriottismo, vedere come la bandiera sia diventata negli anni vessillo di una certa destra mi infastidisce molto, e per questo sono contenta di averne viste tante in giro: è un emblema che ci rappresenta tutti, tutti dovremmo esserne orgogliosi. Questo però non mi impedisce di essere europeista e di essere altrettanto felicemente cittadina degli Usa. Credo semplicemente che le vecchie categorie vadano abbandonate, e che si debba iniziare a ripensare i concetti.

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  12. Orca, volevo scrivere lo stesso post di Cami ma mi ha preceduto. Sono del '70, anche io post-ideologico. Mi sono sempre considerato di csx ma inno e bandiera sono dei simboli ai quali sono sempre stato affezionato: mi sembrava anzi un errore non poterli esibire prima.
    Quello su cui ha ragione metilparaben è il dinamismo: se dobbiamo fermarci a difendere ogni cosa sembriamo immobili, ma dovremmo essere quelli che spingono in avanti, che guardano al futuro.
    So che i reazionari sono gli altri, ma le impressioni contano...

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  13. Personalmente, non metterei il "patriottismo" tra i motivi per cui mi sono sentito di esporre la bandiera tricolore. Che, principalmente, posso ricondurre a:
    A) volontà di rendere omaggio alla parte migliore degli ideali dei patrioti risorgimentali (la si può condensare nel concetto di "progresso civile");
    B) desiderio di affermare la dignità dell'identità culturale italiana, in mezzo a tutte le altre (nazionali, locali e sovranazionali), nel momento in cui viene negata e denigrata. Il tutto senza però sposare acriticamente quello che è "tradizione" nazionale.

    Tuttavia, sinceramente, come mia "patria" considero solo il mondo intero, di cui certo l'Italia fa parte.

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  14. Forse invece si tratta di un ritorno. In fondo Garibaldi è il prototipo ultimo e forse insuperato di eroe guerriero progressista.

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  15. Secondo me, al giorno d'oggi, dichiararsi di destra o di sinistra, o più semplicemente "di" qualcosa, non ha più senso.
    Primo, se un uomo è libero non è "di" nessuno, quindi neanche il suo modo di pensare. Esempio: non è che se uno è di sinistra debba essere favorevole alla guerra, o, a scelta, se è di destra facendo un altro esempio, alla guerra. L'essere favorevoli o contrari a qualcosa, in base alla (supposta) appartenenza politica equivale a delegare ad altri il proprio pensiero. Io non lo faccio, anche se è comunque legittimo farlo.
    Questo ci porta al secondo punto: non ha senso neanche perchè spesso destra e sinistra la pensano allo stesso modo (tipo sulla guerra), mentre si suppone dovrebbero essere in disaccordo almento sui temi più importanti.
    Questo porta al terzo punto, il perchè ho detto "al giorno d'oggi": perchè almeno, una volta, diciamo fino a prima di mani pulite, le contrapposizioni a livello ideologico esistevano ancora, per cui, se sceglievi di delegare il tuo pensiero, almeno non eri costretto a cambiare spesso idea; oggi, dopo aver legalizzato le tangenti (a patto di chiamarle consulenze e fatturarle), si sono resi conto che la politica è solo affari, delle idee può fare a meno, se sono d'ostacolo. Conseguenza, se c'è l'interesse i punti di vista cambiano in un attimo.
    Ormai abbiamo una sinistra che non dice più nulla "di sinistra", lo stesso vale per la destra, nemmeno la lega, a parte le sparate, fa più niente "di leghista". In questa situazione, se ci si sente confusi vuol dire che si è liberi.

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  16. Invece io vorrei proprio farvi riflettere slle parole "patriottismo" e "orgoglio nazionale". Cosa è secondo voi il patriottismo? E' legato all'orgoglio? E l'orgoglio non è quella cosa che ti fa sentire fiero di essere bianco piuttosto che blu? Come se bianco fosse meglio di blu. "Sono fiero di essere italiano" significa "è meglio che essere francese"? O forse significa "dobbiamo essere italiani a testa alta" nel senso "non dobbiamo vergognarci di esserlo". Ma tra il non vergognarsi e il sentirsi superiori ce ne passa.

    E quando ci chiedono di essere orgogliosi della nostra storia, intendono solo Michelangelo e Leonardo, o dobbiamo metterci pure Mussolini, e l'Inquisizione? L'orgoglio nazionale è una cosa selettiva?

    Io sono sinceramente confuso su questi concetti di cui non riesco adappropriarmi. Cosa ne pensate voi?

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  17. io credo che siamo anche vittima della neolingua orwelliana in salsa arcoriana :-)
    mi spiego: io vorrei che la legge fosse davvero uguale per tutti, dal capo dello stato all'ultimo dei clochard. sono loro che mi chiamano giustizialista, perché sono servi dei potenti e devono trovare un modo per denigrare chi vorrebbe che anche i potenti sottostessero alla legge. ma credo che non ci sia concetto più di sinistra di questo.
    idem sulla costituzione: io non la ritengo un totem immodificabile, anche se è una costituzione rigida. La difendo dagli attacchi di chi la vorrebbe stravolgere facendo diventare l'italia una pseudodemocrazia autoritaria come da piano di rinascita democratica. Per questo, in un momento in cui è sotto attacco da forze non democratiche, penso sia giusto difenderla. Arriverà - spero presto - un momento in cui si possa discuterne in modo più pacato e magari modificarne alcuni punti per migliorarla. Ancora una volta, stessa cosa per la bandiera e l'unità nazionale, sotto attacco da un gruppuscolo di secessionisti da operetta, xenofobi e pseudonazisti.
    E' un concetto di destra? Non mi pare

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  18. E se avessero perso (finalmente) di significato proprio le etichette "essere di sinistra" e "essere di destra"? E se questo costringesse un po' di gente a pensare?

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  19. Sono sempre più convinto che i termini "sinistra" e "destra" siano superati, io opterei per "riformisti" e "conservatori". Comunque la prossima volta non voterò nomi o facce, voterò un programma (ah... sono uno che le cazzate tipo "diminuiremo le tasse" non se le è mai bevute).

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  20. sinceramente non capisco perché per essere di sinistra non devo amare la patria, il tricolore e l'inno nazionale.

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  21. Inutile parlare, il patriottismo è di destra, e lo è sempre stato, con questo intendo non c'è nulla di più rivoluzionario di più egualitarista e privo di preconcetti e pregiudizi ( e di conseguenza di sinistra) del cosmopolitismo. Io sono veramente di sinistra e in parte al 150esimo non so cosa festeggiare, ma pensandoci bene ho 2 cose veramente importanti da festeggiare, la liberazione dall'oppressione dell'impero e dalle varie monarchie dittature, e dal dominio del vaticano sul centro Italia, e la nascita di uno stato (attenzione non nazione) liberale, che nonostante tutto era un vero passo avanti.

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