Lo ha detto Berlusconi

Le elezioni del 15 e 16 maggio sono elezioni amministrative, ma dobbiamo vincerle non solo per portare il buon governo nei comuni e nelle province, ma anche e soprattutto per confermare e rafforzare il nostro governo sul piano nazionale.
(...)
Vota e fai votare per il Popolo della Libertà: sceglierai così un buon sindaco e una buona amministrazione per la tua città, e con il tuo voto rafforzerai anche il nostro governo, che continuerà così a garantire a te, come a tutti gli italiani, la difesa dei tuoi interessi, dei tuoi diritti, della tua libertà.
Quelli che leggete qua sopra sono l'incipit e la conclusione del videomessaggio di Silvio Berlusconi per le elezioni amministrative.
L'incipit e la conclusione, dico, mica due passaggi incidentali qualsiasi; ed in entrambi, guarda caso, il messaggio cruciale è lo stesso: se vinciamo le elezioni amministrative il nostro governo nazionale verrà confermato e rafforzato.
Se la logica politica non è un'opinione, tuttavia, un'affermazione del genere ne implica necessariamente un'altra, che è il complemento ineludibile della prima e che recita più o meno così: se perdiamo le elezioni amministrative, il nostro governo nazionale verrà smentito e indebolito.
Berlusconi, ovviamente, si è guardato bene dall'esplicitare la seconda proposizione; essa, nondimeno, è venuta politicamente alla luce nell'istante esatto in cui è stata espressa la prima, prendendo corpo con altrettanta sostanza e identica forza: se è vero, come lo stesso premier ha sottolineato nel videomessaggio, che una vittoria avrebbe confermato e rafforzato il governo, non può non essere altrettanto vero, politicamente parlando, che una sconfitta lo avrebbe smentito e indebolito.
Ebbene, l'ipotesi inespressa è esattamente quella che si è verificata: il PdL ha perso le elezioni amministrative, e di conseguenza, stando a quanto espresso nel videomessaggio agli elettori, il governo nazionale ne esce molto più debole di prima.
Badate: non lo ha detto un blogger qualsiasi, né un esponente della sinistra che divora i bambini, e neppure un magistrato eversivo che vuole sovvertire il voto popolare, ma Silvio Berlusconi in persona; è lui che ha messo sul piatto delle elezioni amministrative la solidità e la credibilità del governo nazionale.
E' a causa delle sue stesse parole, non delle calunnie, delle menzogne e delle macchinazioni di cui parla sempre, che oggi il cavaliere dovrebbe dimettersi.

Questo post è stato pubblicato il 17 maggio 2011 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

13 Responses to “Lo ha detto Berlusconi”

  1. Mi spiace doverti smentire, ma la la frase se "A allora B" non implica affatto la frase "se non A allora non B".
    Matematicamente parlando una frase equivalente sarebbe: "se saremo indeboliti sarà perché abbiamo perso le elezioni".

    Ovviamente detto senza polemica e solo per amor di logica. Del fatto che Berlusconi abbia perso le elezioni siamo contenti tutti! ;D

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  2. Da parte mia, solo una prece: Bersani, Pisapia o chi per loro provvedano affinchè D’ Alema, Veltroni e i sodali dei medesimi vengano tradotti per le prossime 2 settimane in un luogo appartato evitando tassativamente che i medesimi abbiano un qualunque contatto con l’ esterno, specie con qualsivoglia organo di informazione, foss’ anche la Gazzetta di Roncobilaccio (assolutamente vietate interviste, partecipazioni a trasmissioni televisive o radiofoniche, lettere a giornali, “pranzi arcoriani con crostata” o dopo cena con scambio di marmellate, caffè con il Gianni Letta di turno, etc.).
    Per favore, per favore … l’ hanno già fatto resuscitare tre volte … spediteli in Africa, su una barca a vela al largo di Gallipoli o dove volete voi, ma “disarmateli”!

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  3. Mah... la logica con Berlusconi non c'entra molto. La questione riguarda la retorica.

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  4. @Alessandro: la critica è formalmente corretta, ma stiamo parlando di politica. E' lui che ha messo sul piatto delle elezioni amministrative la credibilità e la forza del governo nazionale: mi pare politicamente logico che ora ne paghi che conseguenze.

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  5. Ora che B. ha finalmente un motivo in piu' per dimettersi mi sento meglio.

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  6. Pretendere consequenzialità logica tra le affermazioni ed i comportamenti di Berlusconi mi sembra troppo, dato che è già impossibile pretendere consequenzialità tra una sua affermazione e quella immediatamente successiva.
    Per l'emergenza segnalata da Mozart2006, concordo con la necessità di allertare al più presto la sicurezza esistenziale del PD e della sinistra.

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  7. "E' a causa delle sue stesse parole, non delle calunnie, delle menzogne e delle macchinazioni di cui parla sempre, che oggi il cavaliere dovrebbe dimettersi."

    Questa frase potrebbe essere applicata a tutti i giorni in cui il nanetto ha profferito parola su un qualche mezzo di informazione (cioè quasi tutti da quanto è "sceso in campo").

    Articolo ottimo. Naturalmente, in un Paese normale (o anche soltanto un po' meno anormale) non ci sarebbe bisogno di ribadire l'ovvio. Ma sappiamo bene qual è la situazione italiana...

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  8. La coerenza non è una virtù posseduta da Berlusconi, né richiesta dai suoi elettori. Occorre sotterrarli politicamente sotto i voti, è inutile pretendere comportamenti rispondenti a una qualsiasi consequenzialità con le affermazioni. Dirò di più: chiedere le dimissioni del governo sulla base delle affermazioni del premier dimostra una spiacevole tendenza alla mistificazione, certamente dovuta alle malcelate simpatie bolsceviche dell'autore del post, peraltro già noto per essere ladro di automobili e amico di terroristi.

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  9. Berlusconi, rispondi, cosa vuole OGGI il popolo sovrano?

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  10. Ma hanno pareggiato...Mica hanno perso ;)

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  11. è bello sognare le dimissioni di Berlusconi per coerenza con quanto detto in un video o discorso che sia...
    peccato che la coerenza gli sia sempre mancata, sin da quando si è candidato la prima volta...

    sogna ragazzo sogna... [cit]

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  12. Il merito maggiore di Berlusconi, politicamente parlando, è stato per anni l'essere capace di fare da collante tra forze che partivano da posizioni lontane: il nazionalismo di AN e il federalismo della Lega, il giustizialismo di quest'ultima e il garantismo di Forza Italia, ex democristiani superstiti della prima repubblica e movimenti di rinnovamento. Estromessi Fini e Casini, il castello è venuto giù e sono emersi parvenu e ultras.
    Per altri approfondimenti, vi rimando al mio blog:
    http://politictac.blogspot.com/

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