Sotomayor: access denied

Sonya Sotomayor, origini portoricane e cresciuta nel Bronx, è il nuovo giudice della Corte Suprema americana. Evviva! Peccato, però, che in Italia non potrebbe mai succedere. Perché? A causa dell’egualitarismo militante, per cui tutti devono essere uguali, ricevere la stessa istruzione e guai a chi avanza per il merito, in Italia non abbiamo poli di eccellenza, università da cui i migliori possano veramente emergere. Così, il povero figlio di poveri sarà già fortunatissimo se si potrà iscrivere all’università, ma sarà costretto a scegliersi quella vicino casa, probabilmente il distaccamento scadente di un’università già scadente. Il ricco magari farà la sua stessa università, ma attraverso le sue conoscenze familistiche e le sue raccomandazioni emergerà. E intanto il Paese sprofonda, perché i bravi fanno da segretari ai meno bravi. La soluzione? Princeton e Yale (le università frequentate dalla Sotomayor) anche da noi, prestiti d’onore a chi se li merita e via i concorsi pubblici per scegliere i professori, che tanto si raccomandano fra di loro. Chiaramente occorre abolire il valore legale del titolo di studio, ma appena si osa anche solo pronunciare questa formuletta magica, tacciata di liberismo omicida, il Sapere si ferma a causa dell’okkupazione. E quelli che gli okkupanti pretendono di difendere, intanto puliscono l’università che loro okkupano.

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7 Responses to “Sotomayor: access denied”

  1. non credo proprio che le colpe della mancata meritocrazia in Italia siano da riferirsi a quanto definisci "egualitarismo militante". Si va avanti a conoscenze o per dinastia, cara Giulia. E questa critica fatta poi da una che - leggendo la tua biografia - ha frequentato le scuole più esclusive, ha fatto esperienze all'estero dove altri se le sognano, e che a poco più di vent'anni era al seguito di Pannella e Cappato a Bruxelles è piuttosto singolare...

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  2. occorre abolire il valore legale del titolo di studio

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    BRAVA!!! Questo mi trova COMPLETAMENTE D'ACCORDO!! Inoltre bene anche l'affermazione su Princeton e Yale che, ricordo, sono fondazioni PRIVATE.

    Sam, cosa implica il fatto che Giulia abbia frequentato le scuole più esclusive? Vuoi forse dire che "tu sei ricca, non puoi capire", o qualcosa del genere?

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  3. @Sam:

    E' anche grazie all'egualitarismo militante, che blocca ogni aspirazione alla riforma, che proliferano dinastie e clientelismi.

    Sulle tue considerazioni sulla mia persona non ritengo neanche di commentare. Ti dico soltanto che anche Il Giornale me le ha proposte, dicendo che per il mio curriculum non potevo dirmi di sinistra.

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  4. Il concetto di egualitarismo militante è un qualcosa che, perdonami, ma ritengo fortemente snob e non è assolutamente conforme al vero. L'accesso allo studio, come garantito dalla Costituzione, è disatteso( solo l'altro giorno circa un centinaio di genitori in Sicilia sono stati denunciati perché non mandavano i figli a scuola). Vogliamo parlare di eccellenza? Già ci sono poli d'eccellenza. Come il politecnico di Torino, per esempio.
    Non mi permetto di giudicare la tua vita. Né sono un lettore del Giornale. Ma sarà il caso che accetti il fatto che parlavo di fatti concreti. Che non tutti hanno la fortuna di fare le esperienze che tu, per prima, hai fatto, per poi parlare di "egualitarismo militante".
    PS non mi interessa, tra l'altro, collocarti in una parte politica. Io rimango sul concetto da te espresso che, torno a scusarmi, ma puzza di snob.

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  5. @Sam
    Caro Sam, io ho frequentato scuole esclusive per bambini ricchi (suore e preti e l'ultimo anno perfino cl), dove per essere promossi bastava pagare.
    Ora, al di là del fatto che sono stata rimandata ogni anno, posso dirti che anche alla luce della mia esperienza, i tuoi ragionamenti non tengono.
    Sino ad oggi ho percorso una brillante carriera professionale, no false modestie, e siccome a scuola non avevo studiato mi sono fatta il mazzo alla pubblica università ed ho ricevuto offerte di lavoro senza mai passare per clientele familiari.

    Convengo con te solo emotivamente, d'istinto: se una bimba viziata ci viene a parlare di egualitarismo, storciamo il naso.
    Ma alla luce della ragione, l'ambizione è alla portata di tutti (egualitarismo?) ed io credo che Giulia sia dove sia perchè accesa da una profonda determinazione... Che, come sai, costa sudore della fronte (alla portata di tutti: egualitarismo?) e non è un lascito di alcuna scuola esclusiva, anzi.

    Concludo dicendoti che, se credi davvero nel diritto di eguale accesso all'istruzione, dovresti essere contento che Giulia la pensi come espresso. Diversamente contraddici le tue intenzioni.

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  6. Allegra, condivido molte delle cose che Giulia dice in questo post e più in generale vengono dette da voi in questo blog. Del resto,se ci passo è per interesse, non perché sono un troll. La mosca al naso mi è venuta su quel "egualitarismo militante" che - se esiste - non è la causa del fatto per cui il figlio di un operaio continua a fare l'operaio e il figlio di un avvocato, l'avvocato.
    Quanto alla determinazione - ma qui, per favore, non sto parlando di Giulia e vorrei si uscisse dal personale - ci sono persone determinate e decisamente in gamba, ma che senza le entrature, senza le conoscenze, non vanno da nessuna parte. Questo è il vero problema. Il fatto che, per esempio in molte aree del nostro paese, se non conosci il potente locale, il feudatario, non vai da nessuna parte e sei costretto ad emigrare, anche con una laurea e con molta, molta determinazione.

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  7. Non concordo con la tua tesi.
    Se vuoi dire che stiamo rovinando ogni giorno di più il futuro di questo paese rovinandone le strutture formative, sono d'accordo. Ma non credo che l'eccellenza in Italia non emerga a causa delle scuole o delle università.
    Inoltre, non mi sembra che il sistema di istruzione degli USA sia esattamente un modello da seguire. Molte università eccellenti, certo, ma o destinate ai ricchi (sì, anche lì), o agli sportivi, o (finalmente) a quelli davvero bravi. E gli altri?
    Un ragazzino di 17 anni un po' immaturo, che studia poco e che nasce nella famiglia sbagliata negli USA ha ottime probabilità di restare uno pseudo-analfabeta, peggio che in Italia.
    Qui un ragazzo sveglio, con una famiglia che lo appoggia e che è disposta a fare sacrifici (come ha fatto la madre della Sotomayor) può andare in buone università ed avere una buona istruzione a costi molto meno proibitivi che in altri paesi (arrivando quindi nel mondo del lavoro "alla pari" con la Sotomayor).
    In Italia la differenza è che DOPO, una volta fatti i sacrifici e ottenuta una buona istruzione, la Sotomayor non avrebbe combinato granché. Non è abbastanza bella per fare un calendario prima di approdare ad un ministero, né abbastanza bigotta da ottenere un seggio in parlamento per pressioni vaticane, né figlia del papi giusto che la mette in CDA alla Mondadori.


    Silvia

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