La frase del titolo è attribuita a Goebbels, ministro della propaganda nel Terzo Reich. Ma ad ascoltare il ciellino Maurizio Lupi, ieri ad Annozero, mi sembra diventata il mantra dei sostenitori del rinascimento nucleare italiano (oltre a tutto il resto, ovviamente).
Tra le tante sparate di Lupi sul nucleare c'è questa:
In Francia l’Energia Elettrica costa meno perché c'è il NucleareE’ il cavallo di battaglia dei fautori del nucleare, purtroppo incapaci di comprendere la storia e l’intimo rapporto che ha legato da sempre il nucleare civile con il nucleare militare. Di fatto le condizioni che hanno portato la Francia a diventare una potenza nucleare sono frutto del generale De Gaulle e della sua costante azione politica di creare, in piena guerra fredda, un asse franco-tedesco. De Gaulle tentò prima di pervenire ad un accordo con gli USA e la GB per istituire un “direttorio franco-anglo-americano” alla guida dell’Alleanza Atlantica, ma al no di Londra e Washington, uscì dalla NATO ed elaborò un disegno politico in cui l’Europa si poneva come “terza forza” fra USA ed URSS e in questo quadro, doveva essere accentuata la leadership francese. Necessità e condizione preliminare per tale politica era che la Francia si dotasse di una capacità militare nucleare (“La force de frappe”), per cui una delle prime decisioni del generale fu di accelerare i piani per l’atomica francese che esplose così nel 1960 nel Sahara algerino.
Il nucleare civile francese è nato quindi in simbiosi con il nucleare militare, per ripartire gli enormi costi per produrre l’uranio e soprattutto per arricchirlo al cosiddetto “weapon grade”. I reattori civili inoltre producono come sottoprodotto Plutonio, elemento che non esiste in natura, ma eccellente per fare bombe atomiche.
Lo sforzo civile e militare francese è stato imponente e la maggior parte dei costi, dalla Ricerca e Sviluppo fino al trattamento del combustibile esausto non sono mai entrati nel costo dei kWh che i cittadini pagano in tariffa, ma sono nascosti nelle tasse che pure i francesi pagano. Non dimentichiamo che EdF, la società elettrica che gestisce le centrali nucleari è statale e che anche gli arsenali militari e gli impianti di arricchimento e di ritrattamento dell’uranio sono statali.
L’esperienza francese è irripetibile, soprattutto in un mercato liberalizzato dove i costi devono essere trasparenti e le attività industriali devono competere sul mercato. D’altra parte basta leggersi il rapporto della Corte dei Conti del 2006 per rendersi conto delle gravi omissioni e dell’assoluta mancanza di trasparenza riscontrata nel settore nucleare e “stigmatizzati” regolarmente dai giudici francesi nei loro rapporti periodici. Ma in Francia gli “affari nucleari” sono esclusivo privilegio della Presidenza della Repubblica.
“Tutto il resto è del maligno”.
La frase mi pare che sia stata prima ancora di Macchiavelli (o sbaglio?). Lupi ha detto un'altra fesseria ovvero che in Francia son tutti contenti del nucleare. Gli unici ad essere contenti sono uomini e donne delle LOBBY, le persone "normali" non sono mai state dalla parte del nucleare. Pure in Giappone, del resto dopo le atomiche del 45 come poteva un popolo intero accettare di essere invaso da impianti nucleari?!
RispondiEliminatutto vero...
RispondiEliminaPurtroppo nemmeno il ripetere cento, mille volte che le centrali nucleari, o a petrolio, o a carbone possono essere ecologicamente sostituite dal solare e dall'eolico fa diventare questa affermazione una verità...
Per cui bisognerà solo decidere quali rischi correre e quali prezzi pagare, lasciando perdere la propaganda salvifica...
Triste realtà quella dove il cittadino deve difendersi dai propri amministratori.
RispondiEliminaIl plutonio esiste, anche se solamente in tracce, in natura.
RispondiElimina