Abbiate, amici, la pazienza di leggere queste sintetiche biografie:
Maria Goretti nacque a Corinaldo (AN) il 16 ottobre 1890. Il 5 luglio 1902 venne uccisa a colpi di punteruolo da un giovane che aveva tentato di violentarla senza successo. Maria venne dichiarata santa e martire della castità il 24 giugno 1950.Carolina Kozka Nacque il 2 agosto 1898 a Wal-Ruda (Polonia). Il 18 novembre 1914, durante la prima guerra mondiale, venne aggredita da un soldato russo e trascinata nella foresta con la forza; la giovane si oppose alla violenza sessuale e per questo fu uccisa. Carolina fu beatificata e dichiarata martire della castità il 10 giugno 1987.Albertina Berkenbrock nacque l’11 aprile 1919 a São Luis (Brasile). Il 15 giugno 1931 fu aggredita da un impiegato dell'ufficio del padre, che tentò di stuprarla e, non riuscendovi, la sgozzò con un temperino. Albertina fu dichiarata beata e martire della castità il 20 ottobre 2007.Antonia Mesina nacque ad Orgosolo (NU) il 21 giugno 1919. Il 17 maggio 1935, mentre raccoglieva legna in campagna, Antonia fu aggredita da un compaesano, che tentò di violentarla e, non riuscendovi, la massacrò a colpi di pietra. Antonia venne beatificata e dichiarata martire della castità il 4 ottobre 1987.Pierina Morosini nacque il 7 gennaio 1931 ad Albino (BG). Il 4 aprile 1957, mentre tornava a casa dal lavoro, fu aggredita da uno sconosciuto che tentò di violentarla e, non riuscendo nel suo intento, la uccise colpendola al capo con una pietra. Pierina fu beatificata e dichiarata martire della castità nel 1997.
Potrei continuare, snocciolando un vero e proprio esercito di sante, beate, martiri e serve di Dio lungo abbastanza da riempire tutto il blog: ma voi, che siete gente sveglia, probabilmente avrete già capito dove voglio arrivare, ragion per cui vengo subito al punto.
Da cosa dipende, secondo voi, la circostanza che una donna riesca o non riesca ad evitare uno stupro, sia pure a prezzo della vita? Dalla tenacia con cui si difende, evidentemente, e questo è uno degli elementi; dalla disponibilità ad accettare persino la morte piuttosto che rimetterci la verginità, e così siamo a due.
Ma non è tutto, evidentemente.
Anzi, per la verità siamo ad una parte assai ridotta di quel tutto, giacché la possibilità di evitare una violenza sessuale dipende in larga misura dalla forza, dalla determinazione, dall'atteggiamento e dalle intenzioni dello stupratore.
Cosa sarebbe successo se il violentatore di Maria Goretti, anziché perdere la testa e ammazzarla a colpi di punteruolo, avesse semplicemente deciso di insistere ancora, e poi ancora, e poi ancora, fino a stremare la ragazza e rendere inutile ogni sua opposizione? Cosa sarebbe accaduto se il bruto di Pierina Morosini fosse stato semplicemente più prestante, se il soldato di Carolina Kozka avesse avuto più tempo, se l'impiegato di Albertina Berkenbrock non si fosse ritrovato per le mani quel temperino, se Antonia Mesina fosse stata capace di minore resistenza?
Ve lo dico io, cosa sarebbe successo: quelle donne sarebbero state violentate, e probabilmente nessuno le avrebbe uccise.
E quindi la Chiesa non le avrebbe fatte sante.
Succede tutti i giorni, che una donna non ce la faccia a difendere la sua castità, e succede per un complesso di motivi che esulano del tutto dalla sua tenacia e dalla sua eventuale disponibilità a morire: perché lo stupratore è grosso e forte, per esempio, o perché ci si mettono in cinque o sei, oppure perché la donna viene colta di sorpresa, o più semplicemente perché il violentatore non ha la minima intenzione di ammazzarla.
Eppure la Chiesa Cattolica venera come sante e beate solo le donne che si sono mantenute pure a prezzo della vita, come se questo fosse un merito, anziché il risultato di una miriade di circostanze imprevedibili.
Ebbene, gente, sapete cosa significa questo?
Provate a rifletterci: se la Chiesa dichiara santa Maria Goretti perché si è fatta ammazzare pur di preservare la sua castità, e non fa altrettanto con una che invece viene violentata e amen, significa che considera la prima più meritevole della seconda (altrimenti, ne converrete, non ci sarebbe ragione per non santificare anche quest'ultima, a meno che non si voglia ammettere che i nostri amici porporati assegnino le canonizzazioni sulla base della sorte); il che, a sua volta, vuol dire che la seconda, se fosse stata abbastanza santa, avrebbe seguito lo stesso destino della prima, e quindi che la donna stuprata ha avuto la sua parte di responsabilità in quello che le è successo, poiché se avesse voluto avrebbe potuto evitarlo, beninteso rendendosi disponibile a lasciarci le penne.
Si tratta di dettagli, direte voi. Ma spesso sono proprio i dettagli, o meglio le affermazioni subdolamente suggerite e non espresse apertamente, ad impregnare più efficacemente la cultura popolare, proprio perché implicite, striscianti, subliminali: sta di fatto che l'atteggiamento della Chiesa, anziché contrastare la vulgata sessista secondo la quale quando una viene stuprata significa che se l'è un po' cercata, la legittima accarezzandola, sussurrando la sua approvazione, assecondandola in modo sottile, ma non per questo meno incisivo.
Come dite? Sono un laicista con il vizio del complottismo?
Può darsi.
Però, visto che avete avuto la pazienza di arrivare sin qua, leggetevi quest'ultima biografia:
In Brasile una bambina di nove anni (di cui non si conosce il nome per evidenti ragioni di privacy) viene stuprata dal patrigno. A nessuno viene l'alzata d'ingegno di farla santa. Poi si scopre che la bambina è incinta. La bambina abortisce. Il Vescovo la scomunica.
Vi serve altro, come controprova?
mi fa particolarmente imbestialire la dicitura "martire della castità". Come se loro avrebbero voluto farsi violentare, ma si sono opposte principalmente per mantenere la loro castità. Non per non subire violenza, non per rifiutare l'aggressione di uomini che non volevano, non per respingere uomini che la chiesa ha giustificato per una vita nel loro diritto di possesso delle donne, non per difendere l'inviolabilità del proprio corpo... non per questi motivi si sono difese, secondo la chiesa, ma per difendere la CASTITA'... la cosa, secondo me, è persino più vergognosa perché mette in secondo piano tutti i diritti di libertà delle donne. Prima viene la castità, DOPO il dovere di mettere al mondo dei figli, e solo DOPO tutto ciò, eventualmente, la libertà e il diritto di dispore del proprio corpo come meglio credono.
RispondiEliminaQuando accusi i Cattolici di essere dei maschilisti in quanto seguaci di una gerarchia millenaria e fortemente discriminatoria nei confronti delle donne, loro si difendono affermando che la Chiesa Cattolica ha come vertice tra i più alti proprio una donna, cioè Maria, la madre di Gesù.
RispondiEliminaTuttavia, quando fai loro notare che tale donna, per essere assurta agli onori della venerazione, ha dovuto subire un sofisticato processo di depurazione concettuale che la rende "Sempre Vergine", cioè libera dall'onta della fecondazione, allora si arrampicano sugli specchi tirando fuori cervellotiche interpretazioni della verginità, roba del tipo "sempre feconda della grazia di Dio".
Questo la dice lunga su come la Chiesa sia rimasta ancorata al Vecchio Testamento ed un'interpretazione capziosa, in perfetta malafede, sull'impurità della donna fertile rintracciabile nel Levitico.
Perchè cercare comportamenti "consequenziali" in un credente?
RispondiEliminaUn Sorriso
I cattolici predicano una morale contronatura; la repressione della sessualità è il vertice di un vero e proprio approccio terrorista al corpo umano, purtroppo siamo ancora al punto che qualcuno ritiene saggio e giusto seguire quanto scritto per dei pecorai palestinesi di 2000 anni fa. Ci credo che teorizzano il creazionismo. L'evoluzione è qualcosa di molto vicino al satanismo per certe menti.
RispondiEliminainvece il burkini è un grande segno di emancipazione femminile giusto? Chi non lo apprezza è razzista.
RispondiEliminaPienamente condivisibile: solo un appunto il vescoco ha scomunicato i medici e i partecipanti allo stupro,non la bambina. Questo ovviamente non cambia nulla sull'atteggiamento ottusa di tale gente e religione (la fede in un Dio è tutt'altra cosa,così come l'essere cristiani. Io per intenderci sono agnostico). Uno dei passaggi peggiori ed illuminanti del vescovo è quello che se la legge dell'uomo è contro quella di dio allora non vale: Teocrazia quindi. Ma la parola di dio chi la sostiene se non degli uomini e pertanto ... Se anche esiste dio non è presente (forse creatore) ma non presente. Tutta la religione cattolica si basa sul dio rivelato, ma sono sempre degli uomini a dirci questo e torniamo al punto di partenza.
RispondiEliminaNon discuto nè le ragioni delle opposizioni stoiche agli stupri delle sante e beate, ma una cosa credo di averla toccata con mano "LA GRANDE IPOCRISIA DELLA CHIESA CATTOLICA". E dire che sono un credente ed anche praticante fino a qualche tempo fa.I preti e gli alti prelati non sono i depositari della VERITA' e non hanno coerenza nel seguire la Parola di Cristo, ecco perchè, salvo qualce eccezione, li considero IPOCRITI. Antonio.
RispondiEliminaSplendido post (scusa, su FB pensavo l'avesse scritto Bleek ;)), parole a cui non ho bisogno di aggiungere nulla. La chiesa cattolica, nella sua estrema misoginía, non evita mai di disgustarci.
RispondiEliminaIl punto è che per la Chiesa (come per l'Islam) non fa differenza che una donna sia consenziente o meno: quando è deflorata è impura, un oggetto usato, indegna, da buttare, sia che l'abbia voluto o meno. Un po' come nel delitto d'onore, in cui la donna "oltraggiata" (che avesse voluto il rapporto o che vi fosse stata costretta, non cambia) poteva venir "riscattata" come merce se il violentatore era diposto a sposarla "lo stesso" (cioè anche se danneggiata in quanto merce).
RispondiEliminaSono proprio strani questi preti: tutta la faccenda della sacralità e inviolabilità della vita che fine ha fatto? A questo punto mi sembra che per loro sia prioritaria la sacralità ed inviolabilità della fica...
RispondiEliminaSono dei buffoni maniaci fissati col sesso. La "dottrina" cattolica in materia di corpo e sessualità è profondamente laida.
non so... io questa della beatificazione la vedevo un po' come una sorta di medaglia alla memoria... se non muori, almeno non sei morta e hai preservato il bene maggiore che è la tua vita... vorrei invece sapere, e ti/vi chiedo, se sono previste beatificazioni (ovvero, medaglie alla memoria) per decedute e per giunta stuprate (ovvero, cornute e mazziate), con altra motivazione beninteso... martire tout court, per esempio... a presto, Sly Cat
RispondiEliminala chiesa si fa predicatrice di valori e siccome è opinione diffusa che i valori cattolici siano quelli da seguire, questi influenzano le menti di molte persone, della società. Ma in realtà alcuni di questi precetti, come appunto la castità, sono tra i più retrogadi tanto che alimentano i pregiudizi, in questo caso quelli sulle donne, a cui non si risparmia mai un occhiata di sospetto e malizia.
RispondiEliminamai registrato un caso di un prete o cardinale o vescovo o altro dello stesso genere; VIOLENTATO?... PECCATO, lo farei SANTOSUBITO
RispondiEliminachissà quanti santi ci sono fra i preti pedofili, froci, e pervertiti sessuali che ogni tanto assurgono alle cronache nostrane
RispondiEliminaIn verità, in verità vi dico, che le vere sante sono le puttane ... qualche cosa in contrario ?
RispondiEliminaAlfredo
I santi sono le pop-star della Chiesa, comodi testimonial muti di una visione del mondo che dire anacronistica e irragionevole sarebbe ancora poco.
RispondiEliminaSarebbero solo ridicoli, se non fossero nuovamente tornati potenti.
La cosa pazzesca è che Maria Goretti aveva 11 anni: il disgraziato che l'ha assalita non era un "tentatore" che voleva sedurla a base di danze immorali, liquori ed altri ambaradan: era un pedofilo. Un giovanotto immaturo (e pare, impotente) che ha provato ad assalire una bambina inerme e disperata. Non un viveur cattivo.
RispondiEliminaCredo che la santificazione ed il "mito" di Maria Goretti sia uno dei peggiori affronti che si potessero fare in primis a Maria stessa (ammazzata a pugnalate dopo una vita di stenti e tormentata sul letto di morte da suore e preti per ottenere confessione di peccati e promesse di preghiere) secondariamente alle vittime di stupro in generale ed alle vittime di pedofili in particolare.
Interessante poi notare che per la Chiesa l'embrione conta più della donna (oggetto-contenitore) ma addirittura l'imene, un misero brandello di carne, conta più della vita. Via quello, via tutto. E una bambina vittima di un bruto non ha diritto alla pietà ma solo a discorsetti morali sul peccato.
Per quanto riguarda poi la povera Maria Goretti: inutile e squallido che il santino (e le varie agiografie) raffiguri un'adolescente procace e seducente tutta boccoli e curve: la bambina Maria Teresa Goretti, figlia di Assunta Carlini e del fu Luigi Goretti era sporca, scalza, affamata e denutrita. Non era una bambolina di porcellana. Era una persona vera ed oltretutto molto disgraziata. Era una bambina che viveva nella miseria, in mezzo alle paludi gonfie di malaria. Aveva 11 anni. Ammazzata da un porco depraavato a 11 anni. Come Graziella Mansi o Sara Jay. Come Julie LeJenue e Melissa Russo. Nessun moralista oggi tormenterebbe i genitori di queste piccoline con storie di purezza o peccato.