Rieducazione differenziata

Soffro, purtroppo, di buona memoria. Per questo ricordo con una certa dovizia di particolari l'asprezza con cui numerosi esponenti politici -in maggioranza appartenenti al centro destra- criticarono la decisione della Rosa nel Pugno di candidare e far eleggere alla Camera dei Deputati Sergio D'Elia, ex esponente di Prima Linea; l'indignazione dei blateranti, nel caso di specie, prescindeva dalla circostanza che Sergio avesse interamente scontato la sua pena, e che nel frattempo si fosse reso protagonista, nella sua veste di segretario dell'Associazione "Nessuno tocchi Caino", di importantissime battaglie civili nonviolente (una per tutte, l'approvazione da parte dell'ONU della moratoria delle esecuzioni capitali): chi si è reso protagonista di reati tanto gravi, affermavano costoro stracciandosi le vesti, dovrebbe avere il pudore di restare nascosto, defilato, insomma in seconda fila, e coloro che hanno l'alzata d'ingegno di candidarlo a cariche pubbliche (nella circostanza, i Radicali) mancano di rispetto alle vittime del terrorismo, alla storia del paese e a chissà che altro. Avemmo un bel daffare, lo ricordo distintamente, a ripetere ad oltranza le solite cose che andiamo sostenendo da decenni: in uno stato di diritto, Costituzione alla mano, la pena ha valore rieducativo, e non c'è alcuna ragione valida per sostenere che chi ha sbagliato, una volta pagato il proprio debito con la giustizia, non possa riscattarsi anche ricoprendo cariche di carattere pubblico. Come spesso accade, fummo derisi, ignorati e tacciati di voler inquinare con le nostre solite iniziative da cialtroni la specchiata (sic) rispettabilità del Parlamento repubblicano. Poi, però, succede che una mattina uno apra il giornale e si accorga che a Roma -città governata da un esponente della destra, se non mi sbaglio- un ex naziskin e picchiatore fascista di nome Stefano Andrini, condannato per aggressione, scappato in Svezia e successivamente estradato, venga nominato, dopo essere stato candidato senza successo alle elezioni politiche del 2006, alla carica di amministratore delegato di AMA Servizi Ambientali, la società che si occupa della raccolta rifiuti in 40 comuni del Lazio. Ebbene, amici della destra, sorvolando sulla differenza -che pure è evidente- tra la nomina di un dirigente (che, in quanto tale, viene effettuata dall'alto) e l'elezione di un deputato (che proviene notoriamente dal cosiddetto popolo), io continuo a sostenere quello che ripetevo allora: l'attività di Andrini -uomo libero, giacché ha scontato la pena che gli era stata comminata- dovrà essere valutata sulla base dei suoi risultati, senza alcun pregiudizio riconducibile alle sue precedenti imprese. Piuttosto, vi sarei grato se vi prendeste la briga di giustificare le lagne che allora infiggeste ai Radicali e a tutto il paese alla luce delle vostre scelte di oggi. Si tratta di una domanda semplice, come potete agevolmente riscontrare: e forse, proprio perché è troppo semplice per essere elusa con le solite smentite da quattro soldi che sembrano andare tanto di moda di questi tempi, non la riterrete meritevole di alcuna risposta. Grazie in anticipo per il silenzio.

Questo post è stato pubblicato il 01 settembre 2009 in ,,,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

2 Responses to “Rieducazione differenziata”

  1. Sono completamente d'accordo. Rispetto a chi evita di rendere conto alla giustizia o fa firmare leggi pro domo sua per evitare la condanna preferisco chi sconta la sua pena e ricomincia a darsi da fare. I risultati saranno giudicati poi insieme a quelli della giunta.

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  2. Personalmente vorrei che i rappresentanti eletti dal popolo avessero la fedina penale pulita e fossero indiscutibilmente onesti. Per la definizione di "PENA" che deve avere valore "rieducativo" in uno "STATO DI DIRITTO", bè, che dire è assodato che le vittime in Italia debbano solamente prenderlo in quel posto sia dai carnefici, sia venendo dimenticati da i legislatori e dai promotori dei buonismi verso i carcerati. « Il Signore pose su Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato »....meglio se il segno fosse stato un bersaglio.

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