Peter Gomez spiega senza giri di parole cosa succederebbe se potessimo scegliere i futuri candidati.
E pensare che quando abbiamo cominciato a parlarne, come ricorda Pippo Civati, siamo passati per maleducati, vili e traditori della patria.
Occorre un atto di coraggio da Milano e dalla Lombardia, un forte segno di discontinuità con il passato e un segnale di innovazione politica al partito e verso l'opinione pubblica. Scegliere i candidati al Parlamento con le primarie significa tutto questo. Ecco perché chiediamo al nostro partito di assumere questa decisione, che dovrà essere poi discussa nelle direzioni regionale e provinciale, e chiediamo di assumerla in totale autonomia. Chiediamo che la Lombardia si faccia promotrice di un nuovo metodo di selezione dei rappresentanti dei territori a Roma, aprendo così la strada a un percorso di innovazione politica di cui siamo certi il nostro partito ha un forte bisogno. [...]Per aderire all'appello, scrivete a ilpdchesceglie@gmail.com
Per questo chiediamo che il partito assuma un orientamento chiaro: che tutti i candidati al Parlamento, anche coloro che sono al primo mandato, debbano essere scelti attraverso le primarie, questo garantendo, come stabilisce lo Statuto, il 50 per cento della rappresentanza femminile, e che non possano contare su alcuna deroga coloro che hanno già accumulato due mandati negli organi legislativi (Parlamento nazionale ed europeo o consiglio regionale), come peraltro già previsto nello Statuto del Partito democratico lombardo per i consiglieri regionali.
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no grazie. con il pd non voglio più avere nulla a che fare
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