Marina Corradi su Avvenire di ieri:
«Dopo l’omicidio Raciti allo stadio di Catania, compiuto - senza una ragione - da adolescenti, un intellettuale laico di quella città, Pietro Barcellona, ha detto: si gioca con la morte, quando la vita vale niente. Il dubbio è proprio questo. Che si uccida per pochi soldi o per dei rancori banali, che non si riconosca più, nella furia, un bambino, o il ventre colmo di vita di una madre, che continui a succedere, davvero è un caso, o il segno eclatante di una smemoratezza, di una crescente indifferenza sul valore assoluto di ogni vita? Forse è tempo di chiederselo, davanti a quella casetta col prato ben rasato violata, a quella giovane madre uccisa a botte. Erano in due. Sarebbe stata una bambina».
Dal volume «365 delitti: uno al giorno», Riva & Viganò, edito da Baldini & Castoldi:
4 settembre 1910, Pellaro (RC): esponenti non identificati dell’organizzazione “Mano Nera”, per vendicare una delazione, uccidono a coltellate Giuseppe Ruvolino, la moglie Giuseppa Manara, nonché i loro sei figli di anni 14, 11, 10, 8, di mesi 10 e di mesi 4.
20 novembre 1945, Villarbasse (TO): Giovanni D’Ignoti, Giovanni Puleo e Francesco La Barbera, a scopo di rapina, uccidono a bastonate Massimo Gianoli, avvocato, Antonio Ferrero, fittavolo, e sua moglie Anna Varetto, Teresa Delfino, domestica, Fiorina Maffiotto e Rosa Martinoli, donne delle pulizie, e i rispettivi mariti Gregorio Doleatto e Domenico Rosso, Renato Morra, agricoltore, e Marcello Gastaldi, Garzone.
29 novembre 1946, Milano: Caterina Fort , commessa di pasticceria, massacra a colpi di spranga la moglie del suo amante, Franca Pappalardo, di anni 40, nonché suoi figli Giovanni, di anni 7, Giuseppina, di anni 5, e Antonio, di mesi 10.
L’elenco potrebbe continuare, ma non ho il tempo, né la voglia, di allungarlo: mi limito a segnalare a Marina Corradi che nel 1910, nel 1945 e nel 1946 l’aborto era considerato un reato, il testamento biologico non era che una locuzione senza significato, e la sperimentazione sugli embrioni era fantascienza allo stato puro.
Così, tanto per riflettere sulle cause dell’indifferenza al valore della vita.
Il grande problema è che la gente di fronte a certe rozze banalità strumentalistiche annuisce e basta, senza fare questi collegamenti...
RispondiEliminaE talora assorbe semplicemente, senza nemmeno prendersi la briga di annuire...
RispondiEliminaPensare è faticoso...
RispondiEliminaBrutto vizio.
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