Archive for ottobre 2009

Ciellini, poi non dite che non l'avevamo detto

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Il primario ginecologo dell'ospedale di Melzo, il ciellino Leandro Aletti, tanto per citarne uno tra i più devoti:

Il 6 ottobre 2009:

Prima pagina Corriere Milano di oggi:

Ah, adesso abbiamo capito

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Rutelli va con Casini. In tutta l'intervista non si scorge uno straccio di proposta, non una che sia una; eppure:

nel PdL sanno che il loro potere non sopravviverà nel dopo Berlusconi
si può puntare a creare, in alcuni, anni, la prima forza del Paese.
Nota per chi non avesse inteso bene.
Nella stessa pagina 9 del Corriere, in un occhiello, Casini precisa:

Noi abbiamo circa due milioni e mezzo di voti, aspettiamo che lui (Rutelli - n.d.r.) ce ne porti altrettanti: con 5 milioni di consensi andrà meglio
Meglio per chi?

Signor Ministro

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Dopo la diffusione delle foto di Stefano Cucchi, il ragazzo morto mentre era stato preso in custodia dai Carabinieri:

"Non ho strumenti per dire come sono andate le cose, ma sono certo del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione"
ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Caro Ministro Ignazio La Russa, non esiste una ragione al mondo per ammazzare di botte un ragazzo. Un ragazzo che per di più pesava appena 43 chili.
Signor Ministro, si chiama omicidio.
Non correttezza.

Le parole sono importanti.

Tertium non datur

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Facciamo mente locale, vi spiace?

Quelli di Regina Coeli dicono che Stefano Cucchi arrivò da loro già in pessime condizioni, mentre Ignazio La Russa giura e spergiura sul comportamento corretto da parte dei Carabinieri.

Ora, mi sento di poter dire che se uno è stato picchiato nell'arco di tempo che intercorre tra il fermo e la detenzione in carcere, i casi sono due: o l'hanno menato i Carabinieri, oppure l'ha pestato qualcuno in prigione.

Ne consegue logicamente che l'affermazione di La Russa e quella delle guardie penitenziarie non possono essere entrambe vere: il che equivale a dire che una delle due è falsa, o perlomeno (nel caso del Ministro della Difesa) infondata.

Ciò detto, e date le premesse, si può concludere che in mezzo a tanti misteri abbiamo acquisito una prima certezza: è già iniziato il prevedibile scaricabarile.

Oppure mi sfugge qualcosa?

Cenere alla cenere [di Milena D.]

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Caro Metilparaben,

su La Stampa di oggi in rete trovo il seguente interessante articolo dal titolo "dispersione ceneri, no della CEI", titolo già scomparso oggi pomeriggio, peraltro, dalla pagina principale on line.

Mia figlia si è molto preoccupata, sentendomi lanciare grida di allegra sorpresa, ed è accorsa a chiedermi che avevo. Eppure l'argomento, anche se di stagione, non è dei più divertenti.

Il fatto è che le gerarchie ecclesiastiche non smettono mai di sorprendermi. Ogni qualvolta ci sarebbe la possibilità di prendere una decisione di comprensione, carità, buon senso, sensibilità, si affannano ad andare subito in direzione opposta, remando disperatamente contro qualsiasi idea abbia a che fare anche lontanamente con civiltà e progresso. Ma soprattutto, mai non si voglia, con libera scelta dell'individuo.

Ci hanno messo decenni a smettere di condannare la cremazione, basandosi su una interpretazione letterale della resurrezione dei corpi, ora però, pur avendola finalmente ammessa, si rifanno sia sulla conservazione delle urne in casa, sia sulla dispersione, entrambe pratiche condannate, e con parole di fuoco.

Come ricorda l'articolo stesso, la cremazione si va diffondendo con lentezza nel paese, osteggiata da lobby affaristiche e da concezioni arcaiche. Si suggerisce persino che per alcuni sia scelta dettata dal costo iperbolico di loculi e servizi funebri.

Ma evidentemente questo concetto di carità cristiana non è in linea con il pensiero delle alte gerarchie. Non volendo coltivare il dubbio offensivo che vogliano in qualche modo tutelare anche loro le lobby di cui sopra, gira e rigira la questione rimane una sola: paura di perdere potere, spirituale e non, sulle persone. Anche da morte.

Ebbene, un risultato però l'hanno ottenuto: compito della religione non è forse restituirci un senso di serenità verso il trapasso?

Da tempo, schifata dall'espandersi dei cimiteri a spese degli orti circostanti, dal lusso dei marmi e dall'ostentazione, essendo una feroce nemica del cemento inutile, avevo già deciso personalmente per la dispersione. Per fortuna la mia regione è di quelle dove già si è votato in proposito.

La lettura di articoli come questo e degli argomenti che vi sono esposti non fa che confermarmi nelle mie intenzioni, restituendomi un meraviglioso, impagabile senso di libera dignità. Da qui la mia allegria, che va, quella sì, in senso opposto alla cupezza cimiteriale già in vita, della quale è permeata tanta parte del cattolicesimo.

Un saluto, Milena D.

Contro l'omertà, la verità

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E per chi non volesse stare fermo a guardare, oggi alle 15 il sit-in organizzato dai Giovani Comunisti davanti a Palazzo Chigi, cui hanno aderito anche gli Studenti Coscioni e i giovani dell'Idv.

Morire in pace

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-Figliola, son Padre Gervaso, son qui per darti l'estrema unzione.

-Oh mamma, padre, ma vuol dire che sto morendo?

-Figliola, su, cerca di essere forte... cerca di capire... i medici han fatto tutto quello che han potuto e ti terranno in vita ad oltranza, attaccandoti ad ogni tipo di macchinario dopo che sai entrata in stato di incoscienza, come prescrivono le nuove leggi approvate con l'appoggio di Santa Madre Chiesa... però anche te... mi han detto che sei ridotta in queste circostanze perché hai fatto un aborto clandestino... è la giusta punizione che il Signore ti ha dato per una simile scelta, in fondo...

-Padre, abbia pazienza, sono dovuta andare da quel macellaio perché la nuova legge ha abolito l'aborto legale!

-Figliola, è una santa legge approvata dopo anni di pressione da parte di Santa Madre Chiesa, lo sai! E poi perché mai hai scelto di non far nascere una vita che Dio ti aveva donato? Anche se fosse stato malformato era sempre un dono di Dio!

-Padre, a parte che non si può più sapere se il feto è o meno malformato, visto che la nuova legge impedisce la diagnosi prenatale...

-Anche quella una santa precauzione, per evitare che qualche genitore sconsiderato, sapendolo, decida di sbarazzarsi del nascituro...

-Eh sì, vabbe'... comunque, in ogni caso, Padre, sono giovanissima, non ho un lavoro, non avrei avuto nemmeno le condizioni per mantenerlo, un bambino.

-Figliola mia, sono cose che si devono pensare prima, queste...

-Eh, io ci avrei pensato, infatti, ma le nuove leggi approvate con la pressione Santa Madre Chiesa impediscono la vendita dei contraccettivi!

-E infatti la soluzione è la castità fino al matrimonio. Tu, a quanto vedo, non sei nemmeno sposata!

-Padre, per forza. Il papà del bimbo, grazie alle nuove leggi approvate con l'appoggio di Santa Madre Chiesa, non può legalmente divorziare dalla moglie e sposare me.

-Una legge doverosa per preservare l'unità della famiglia, figliola!

-Ma quale famiglia del cazzo, mi scusi, Padre? Sono separati da anni e non hanno più nulla in comune, manco si telefonano! Per altro, non essendo mio marito, ora che sto morendo neppure posso sperare che chiedano a Lui, che mi conosce e mi ama, un parere su quando staccare le macchine e la nutrizione artificiale quando sarà incosciente: a prendere le decisioni sarà un medico cattolico e quella beghina della prozia Ilda, che è la mia parente più prossima, anche se non mi vede da vent'anni, non siamo mai andate d'accordo e sente solo quello che le dice di fare il confessore...

-Figliola, insomma, ma tu non dimostri nemmeno un po' di pentimento! Staccare le macchine è peccato mortale, e tu ne hai già commessi una sfilza! Perché mi hai mandato a chiamare? Pensi che ti assolva dai tuoi peccati solo perché prima di morire hai chiesto la presenza di un prete al capezzale?

-Padre, guardi che io non ho chiesto un bel niente! Figuriamoci se volevo un prete negli ultimi momenti, attorno, dopo che mi hanno sempre rovinato la vita! Chi l'ha chiamata è la suora infermiera, in ottemperanza alla nuova legge, approvata grazie alle pressioni della Chiesa cattolica, che impone a tutti i moribondi mezz'ora di colloquio con un prete pagato dallo Stato, di qualsiasi religione essi siano.

-Ah, già. Quindi non vuoi pentirti? Nemmeno se ti parlo delle fiamme dell'inferno e del diavolo?

-No, grazie, Padre, non sarà certo peggio di qui. Mi lasci almeno morire in pace.

-Vabbe', come vuoi, anima perduta che non sei altro... allora io vado. Ho un sacco da fare, con questa nuova legge... il prossimo che devo cercare di convertire in punto di morte è un tal Mohammed Al Qualcosa... anche lì mi sa che sarà dura, sì.

Note a margine dell'ultima puntata di Annozero

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La prossima volta che gli chiedono qualcuno da mandare in studio, invece che la Serracchiani al PD converrebbe scegliere Cicchitto.

Mi punge vaghezza che sarebbe meno controproducente.

Ma quali escort, non c'ero perché stavo male

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Macche

Obiettori contro l'economia [di Marco Cappato]

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Lo aveva annunciato prima ancora di essere nominato, quindi nessuno ha il diritto di stupirsi.

Il neo-nominato Presidente dello IOR (sì, proprio lo IOR, l'istituto della finanza vaticana) sostiene che "anche l'economista ha diritto all'obiezione di coscienza".

Obiezione su cosa?

Ce lo spiega il Sole 24 Ore del 29 ottobre 2009 a pagina 21: sul "crollo della natalità" e sulla "creazione di vita artificiale".

Insomma, obiezione di coscienza degli economisti su demografia e biotecnologie! Che cosa significa? Che un economista potrà rifiutare di prestare la propria opera a una ricerca o a uno studio che dovesse avere risultati che portano acqua al mulino di chi pensa che il mondo è sovrappopolato?

Mistero della fede. Forse il capo dello IOR voleva semplicemente dire che anche gli scienziati -di qualsiasi scienza- hanno un'etica, e che non necessariamente devono collaborare a ciò che non condividono. Ma se fosse solo questo, perché usare l'espressione "obiezione di coscienza", che fa pensare alla violazione della legge o di ordini ingiusti dello Stato?

In realtà sarebbe più che sufficiente riferirsi a quell'etica che è insita nella scienza stessa: quella della ricerca della verità.

Gli economisti non hanno bisogno di fare obiezione di coscienza: basta che rimangano economisti invece di diventare, di volta in volta, affaristi, politici o... vaticanisti.

Coraggio, fatti ammazzare

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Giusto l'altroieri segnalavo che il caso di Stefano Cucchi, finché il Manifesto e Radio Radicale non l'hanno imposto all'attenzione generale, era stato impunemente ignorato da tutti i mezzi di informazione.

Ebbene, siccome non sono nel mood di scrivere un lungo post descrittivo e documentato da foto, vi invito a leggere per conto vostro le storie più o meno note di Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri, Aldo Bianzino, e le vicenda praticamente sconosciute di Manuel Eliantonio, Stefano Frapporti, Marcello Lonzi, Giuseppe Turrisi, Riccardo Rasman.

E poi ditemi voi se è vero o no, che certi fatti si preferisce silenziarli con chirurgica accuratezza.

Almeno finché non viene fuori qualche blogger a rompere le uova nel paniere alla censura.

Squali

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Capirai, che notizia.
In italia succede un giorno sì e un giorno no.

L'importanza di chiamarlo muro [di Virginia Fiume]

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Oggi sono arrabbiata. Per fortuna sui blog è consentito scrivere anche sull'onda delle emozioni. Certo, non solo, più dati e numeri si forniscono più la rabbia può diventare comprensibile al mondo della rete.
Mano a mano che ascolto il cd "Sound of revolution - a collection of songs that made the iron curtain fall" la rabbia sale. Cerco di razionalizzarla, faccio di tutto, ma niente, non ci riesco. E allora sfrutto la possibilità offerta da Metilparaben per provare almeno a canalizzarla questa rabbia, a darle un senso, un ordine.
Il cd era un gadget parte dei materiali informativi che ho raccolto ieri sera, 27 ottobre, all'ISPI di Milano durante la conferenza "I "muri" di oggi - 1989 - 2009 vent'anni senza muro" con Carlo Corazza, Direttore Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Gianfranco Pasquino, Docente Università degli Studi di Bologna; Ennio Remondino, Corrispondente estero RAI (collegamento audio); Sergio Romano, Editorialista Corriere della Sera.
Per un'ora abbondante i relatori hanno parlato del Muro di Berlino, del significato della sua caduta, dei muri mentali, culturali, religiosi che dividono il mondo di oggi. Hanno citato Ventotene, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, la caduta del comunismo.
L'organizzazione era perfetta, la sala gremita. Mi sono commossa guardando i video d'archivio: la folla che scavalcava il muro di Berlino la notte del 9 novembre 1989, le interviste di Lilli Gruber. Mi è venuta la pelle d'oca quando una signora dice alla giornalista Rai: "E' una sensazione indescrivibile essere liberi, non puo' capire".
Ma da un certo punto del dibattito in poi ho cominciato ad agitarmi sulla sedia. Muri mentali di qua, muri religiosi di là, muri ideologici di destra e di sinistra ma intanto nella mia testa occupava sempre piu' spazio il grande assente: il muro in costruzione tra Israele e i Territori Occupati Palestinesi. Progetto avviato nel 2002, portato a compimento al 59 % su un tracciato complessivo programmato di 721 km. Un muro che nei punti dove è stato portato a termine è costitutito da cemento armato alto 8 metri. Un muro che separa terre, persone, famiglie, separa Gerusalemme Est dal resto della Cisgiordania. E tutta una serie di eccetera che non voglio raccontare qui. Eccetera su cui si trovano informazioni su svariati siti internet. Un muro dichiarato illegale da una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite nel 2004.
Mi sono agitata finchè i relatori non sono stati sollecitati a parlare anche di quel muro almeno da tre interventi. Uno del moderatore Carlo Corazza, direttore della Rappresentanza della Commissione Europea, uno mio e uno di un altro signore del pubblico.
Remondino ha farfugliato parole sull' "indadeguatezza dei testimoni sul campo", sul giornalismo italiano "periferico e autoreferenziale", sulla sua esperienza a Gerusalemme durante la Seconda Intifada, non pronunciando mai la parola Muro. Sergio Romano ha fatto alcune considerazioni diplomatiche sul concetto di democrazia.
Ma il professor Pasquino, docente di Scienza Politica a Bologna ha acceso in me la scintilla di rabbia che brucia ancora. "Innanzitutto bisogna vedere di che cosa si sta parlando. Io ci sono stato in Israle e, beh, muro...quella è una palizzata...".
Sul volto di qualcuno dei relatori mi è sembrato di scorgere una smorfia, ma nessuno di loro ha detto una parola.
Credo che il professor Pasquino abbia mancato di rispetto alla materia che insegna, alle persone presenti in sala ad ascoltarlo in quanto luminare, esperto dei muri d'oggi.
E alle persone che hanno la vita devastata dalla presenza di questa "palizzata" (*).

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(*) Il professor Pasquino e' stato in Israle e ha visto una palizzata. Io ho vissuto per 9 mesi a Beit Sahour, nei Territori Palestinesi Occupati. E ogni volta che dovevo andare a Gerusalemme dovevo attraversare un checkpoint, in coda con centinaia di palestinesi. Ci mettevo un'ora, a volte di piu', a coprire una distanza di circa 10 km. E la cosa che mi trovavo davanti era fatta di cemento armato, ed era alta 8 metri. Io la chiamo muro. Come quello di Berlino. Alto il doppio, lungo 7 volte tanto.

Signor sindaco, Lei è un razzista [di Graziano]

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C'è uno strano virus che da qualche tempo colpisce i sindaci italiani, dopo quello di Sedriano (MI), dopo il sindaco di Treviso Gentilini, condannato a 3 anni senza comizi per razzismo, ecco il sindaco di Montalto di Castro (Vt)Salvatore Carai.
Affacciatosi alla ribalta dei riflettori per questa signorile frase pronunciata contro i cittadini rumeni:

Dalle nostre parti le uniche bestie sono gli immigrati rumeni. Loro sì che lo stupro l'hanno nel sangue.
Sul sito dell'Aduc è disponibile l'indirizzo dove inviare email di protesta che qui ripropongo.
Parafrasando G. Verdi potremmo dire: "Brevi e tristi giorni visse" il "povero Bersani" cui già tocca affrontare questi problemucci...

Indirizzi a cui inviare il messaggio:
sindaco@comune.montaltodicastro.vt.it
pierluigibersani@gmail.com
info@pdlazio.it
Messaggio consigliato:
Al Sindaco di Montalto di Castro
e p.c.
- Segretario nazionale PD
- PD Lazio
In seguito all'affidamento ai servizi sociali di un gruppo di suoi concittadini presunti responsabili di una violenza contro una ragazza del posto, Lei ha affermato: "dalle nostre parti le uniche bestie sono gli immigrati rumeni. Loro sì che lo stupro l'hanno nel sangue".
Signor sindaco, Lei è un razzista.
Se non chiederà immediatamente scusa ai milioni di cittadini europei da Lei insultati, non potrò mai più in buona fede votare per Lei o per il partito che stupidamente L'ha candidata.
Un/a cittadina/o indignata/o,
(Firma)

C'è ritardo e ritardo

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Dalle news del Corriere.it:

La Banca d'Italia bacchetta gli istituti di credito italiani. Secondo Palazzo Koch, infatti, le banche del nostro Paese stanno mostrando "carenze e ritardi nell'applicazione delle disposizioni" in tema di remunerazione dei vertici. Lo si legge in una lettera inviata alle banche italiane dove si chiede di "assicurare lo scrupoloso e tempestivo allineamento alle disposizioni in tema di governance" redatte da Via Nazionale e ai nuovi principi e standard internazionali in materia.
Vale a dire, in estrema sintesi, che le banche italiane sono fin troppo scrupolose quando si tratta di contare i peli del culo e sottrarre l'ossigeno alle piccole imprese stritolate dalla crisi, ma si rilassano alquanto, e diventano di manica molto più larga, al momento di erogare gli stipendi a quelli che le dirigono.

Una sola considerazione: provateci voi, a restituire in ritardo quanto dovete a una banca, e poi state a vedere che casino inenarrabile vi si abbatte tra capo e collo.

Dopodiché, considerate che i ritardi delle banche nell'adeguare i compensi principeschi dei loro manager alle direttive della Banca d'Italia vengono sanzionati con qualche buffetto come quello che potete leggere sopra.

Traete voi le conclusioni.

Leghismo alla rovescia

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Scusate, ma non s'era detto che erano gli stranieri che andavano in Veneto per rubare?

Cambiate mestiere

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Forse sarebbe il caso di sottolineare che molti di noi ne hanno le scatole piene, delle esternazioni a ruota libera di questi integralisti.

Forse sarebbe il caso di ricordare che comprendere le ragioni dell'obiezione di coscienza (la quale già di per sé, in certe zone del paese, raggiunge delle percentuali tanto elevate da tradursi praticamente in un vero e proprio ostruzionismo) non significa essere disposti a tollerare questa sistematica, quotidiana, incessante opera di imposizione della propria coscienza su quella degli altri.

Forse sarebbe il caso di segnalare che le donne non ne possono più di essere umiliate, mortificate, colpevolizzate, trattate come delle bestie e considerate delle semplici scatole da riproduzione.

Forse sarebbe il caso di dire chiaramente a questi crociati col camice, una volta per tutte, che se le leggi vigenti nel nostro paese non incontrano il loro gradimento hanno a disposizione uno strumento semplicissimo per evitare di applicarle.

Piantarla con queste alzate d'ingegno e cambiare mestiere.

Disturbo Paranoide di Personalità [di Daniele Aprile]

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Qualche giorno fa stavo ripetendo, prima di un esame della scuola di specializzazione in psicoterapia, il disturbo paranoide di personalità.
Il libro si chiama "ABC della psicopatologia. Esplorazione, individuazione e cura dei disturbi mentali" e vi propongo un piccolo estratto del paragrafo in questione:

Vive in un clima di continui sospetti e di sfiducia. Si vede spesso vittima di un complotto, vive in un clima continuo di diffidenza immotivata nei confronti degli altri.
Utilizza la scissione in cui pensieri e sentimenti pericolosi e spiacevoli vengono scissi da quelli positivi, proiettati fuori di se e attribuiti agli altri. Questo stile difensivo consente all'individuo di salvaguardare autostima e contenuti positivi dagli aspetti cattivi del sé che vengono controllati tenendo a bada l'ambiente su cui sono proiettati.
Non riesce a portare avanti relazioni durature nel tempo.
A differenza dello schizofrenico possiede una percezione dell'ambiente precisa. La realtà non è distorta in se stessa ma lo è l'interpretazione di essa. Solitamente non è consapevole del suo disturbo. Il rapporto con la realtà è alterato in modo rigido pertanto l'IO non funziona come giudice e mediatore della realtà.
Terapia: supportiva per favorire lo sviluppo dell'autostima e delle fiducia di base.
Ecco vorrei semplicemente sapere se anche a voi ricorda qualcuno.
Dai, lasciate la risposta nei commenti.

Ringrazio Metil per l'ospitalità!

Convalescente da cosa?

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Forse mi sfugge il senso, ma a me risulta che quando uno è convalescente significa che prima era malato.

Non è che sotto sotto si vuol far passare l'idea che andare con i trans sia una malattia, vero?

No, perché in tal caso avrei un rilievo da fare: al posto di Marrazzo mi sarei preoccupato di guarire anzitutto dall'abitudine di farmi i cazzi miei con l'auto di servizio.

Mi sembra una patologia decisamente più grave.

Inventatevene un'altra

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Brevemente: l'associazione degli psicologi americani ha dichiarato ufficialmente che le cosiddette "terapie" per cambiare l'orientamento degli omosessuali sono prive di fondamento, e di conseguenza non possono dare alcun risultato.

Con buona pace di chi si ostina a blaterare che i gay sono dei malati e cerca pure di metterci sopra, maldestramente, il cappello della scienza.

Arrestato, interrogato, morto

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Credo che tra i compiti di un blogger vi sia anche quello di mettere in evidenza i fatti che gli organi di informazione "tradizionali" tendono a lasciare nel silenzio: vuoi perché li trovano poco interessanti, vuoi perché (come mi pare si sia verificato in questo caso) si tratta di notizie assai poco rassicuranti, e quindi sgradite al regime.

La vicenda, riportata dal Manifesto di oggi a pagina 5 e citata nella rassegna stampa di Radio Radicale (sarà un caso, che rischia di chiudere?), ma ignorata da tutti gli altri giornali(*), è quella di Stefano Cucchi, fermato dai Carabinieri di Roma qualche giorno fa per il possesso di pochi grammi di marijuana e misteriosamente (sic) morto dopo l'interrogatorio, da solo come un cane e senza aver potuto incontrare neanche i suoi genitori, con la faccia tumefatta, qualche vertebra rotta e la mandibola frantumata.

Leggetevi l'articolo (cliccando sull'immagine qua sopra per ingrandirla), inorridite e poi e ditemi una cosa: quanti Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi e Aldo Bianzino saranno necessari, prima che ci si decida a fare chiarezza su alcuni comportamenti delle forze dell'ordine?

E soprattutto, quanti ce ne vorranno, se le loro storie continueranno ad essere silenziate in questo modo?

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(*) Durante la mattinata la notizia inizia ad uscire sulle cronache locali di qualche giornale online, e poi -finalmente- sulle prime pagine. La sostanza, però, non cambia: il fatto, oltre ad essere da approfondimento in prima serata per la sua drammatica gravità, è vecchio di una settimana, e finché Il Manifesto e Radio Radicale non si sono presi la briga di raccontarlo, gli altri giornali si sono guardati bene dal ficcarci il naso.

Abruzzo: non solo terremoto [di Osvaldo Francese]

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La cronaca della seconda metà del 2009 ha portato alla ribalta la regione Abruzzo esclusivamente per le conseguenze dei sisma del 6 Aprile dopo che un forte sciame aveva “avvisato” l'uomo di cosa sarebbe potuto accadere in casi di scosse maggiori.
Ma in verità, oltre ai drammi reali che hanno vissuto oltre 50 mila tra aquilani e cittadini dei paesi vicini, la regione abruzzese ha un altro aspetto che i mass media nazionali non hanno mai messo in risalto. Si tratta del processo di petrolizzazione cui la regione verde d'Europa si vede sottoposta da parte delle multinazionali del petrolio con l'ENI capofila.
Cercherò in questa sede di ottemperare ad un riassunto davvero essenziale.
Il tutto inizia nella primavera del 2007, allorquando un cittadino di Tollo, comune della provincia di Chieti, sentì durante la campagnaelettorale per le amministrative del suo paese che l'allora candidato sindaco del centro sinistra Silvio Paolucci spingeva sul tasto della ricaduta occupazionale di un centro dell' ENI da porre in essere in Contrada Savini, tra l'altro insistente nel comune di Ortona.
Da lì, assieme ad altri fra conoscenti ed amici, si intraprese un'azione atta a capire come fosse tale centro. Si scoprì dalla pubblicazione sull'albo comunale del comune di Ortona che l'ENI aveva presentato una richiesta per un progetto denominato “centro oli” al fine di realizzare un centro di primo trattamento del petrolio grezzo da estrarre dai precedenti pozzi trivellati negli anni addietro.
Non solo. Esso prevede dei collegamenti col porto attraverso tubature sotterranee che poi possono scaricare il petrolio desolforato nelle chiatte petrolifere. Costo delle operazioni, così come illustrato dagli stessi ingnegneri Eni in un forum all'università di Pescara, circa 200 milioni di euro per estrarre “solo” 17 milioni di barili. Il senso del “solo” tra parentesi si capirà in seguito. E comunque qui è il punto in cui nasce il pericolo. Tale centro di desolforazione è ipotizzato nel pieno di vigneti di Montepulciano DGP che rappresentano l'asse portante del'economia locale, assieme ad attività balneari e soprattutto ci si propone di lavorare uno dei peggiori idrocarburi esistenti. Infatti ciò che allarma in modo maggiore è la pessima qualità del petrolio abruzzese, il cui indice di viscosità è di 11,5 API. Solamente quello canadese è davvero peggiore in assoluto con 9,5 API.
Ci si scordino degli zampilli texani o delle notti d'Arabia, tutti con viscosità minima da 35 API in su'. Tale unità infatti misura un po' al contrario: maggiore è l'indice e minore è la presenza di zolfo. Il tutto dunque in uno scenario che però contempla un'agricoltura di alto pregio a ridosso di un'area in procinto di poter diventare un Parco Nazionale, quello della Costa Teatina. Quell'iniziale manipolo di persone scoprì in maniera casuale l'entità primaria del progetto petrolifero.
Si comincia ad esempio a capire che il processo di desolforazione produce come scoria l'idrogeno solforato. L 'ENI afferma sempre che le produzioni di tale sostanza sono nella norma. Ciò è vero, ma vero è che la legislazione italiana consente circa 6mila volte quello che l'OMS fissa come limite di emissione. Dalle 30 parti per milione permessi in Italia l'Organizzazione della Sanità raccomanda assolutamente di scendere sulle 0,005 parti per milione.
Nello studiare i documenti, il comitato iniziale formalizzatosi in “Natura Verde” nell'Agosto dello stesso anno, formula le prime iniziative popolari. Nel Settembre si organizzava una manifestazione di corteo ad Ortona con circa 2 mila partecipanti, ma soprattutto un'azione congiunta assieme ai produttori vitivinicoli con il ricorso al TAR abruzzese su importanti errori tecnici e valutativi. Proprio sul fronte degli strumenti burocratici a muoversi è poi la provincia di Chieti guidata che in modo autonomo investe l'Istituto Mario Negri Sud di analizzaregli aspetti biologici e ambientali le schede fornite dall'ENI. I risultati parlano di un impianto obsoleto e con carenze sui dati delle emissioni discontinue dei fumi. Nel contempo si iniziano a comprendere maggiori orizzonti sul versante marino: il petrolio da estrarre è in gran parte ubicato sui fondali al largo di Ortona con la concessione di ricerca relativa dal nome Ombrina Mare.
Qualcosa però non quadra. Altre istanze,ossia richieste di permesso di esplorazione, riguardano poi anche alcune zone inizialmente non individuate come la cosiddetta concessione Moscatello, al largo di Pescara, e soprattutto un'estesa area richiesta dalla Petroceltic, compagnia irlandese, che abbraccia in una morsa la parte Nord di Vasto con le istanze di permeso di ricerca Fortana e San Rocco. Ma il comune direttamente interessato, ossia Ortona, quale ruolo gioca? Qui si intuisce da parte dei cittadini e dei comitati la doppia veste del sindaco Fratino (PDL) che, favorevole all'impianto del centro-oli e al susseguente processo di petrolizzazione, preme al fine della sua realizzazione. Egli è infatti agente marittimo del porto e addirittura presso i suoi uffici ha sede la Medoil & Gas, società britannica interessata alle estrazioni. L'intenzione diventa chiara quando si cerca di modificare la destinazione d'uso dei terreni localizzati da agricolo a industriale. Tentativo bloccato anche per effetto della forte pressione delle popolazioni locali che, con un atto di potente protesta, manifestava presso la sede aquilana della regione il 4 Marzo 2008, pretendeva una legge ad interesse dei cittadini. Il risultato è stata la legge 2/2008 del 10 Marzo che bloccava la possibilità si costruire industrie insalubri di I classe sul territorio regionale fino a Dicembre 2008.
Una successiva rettifica sulla tipologia di insediamenti allungava di un anno il blocco sul centro-oli. Ma la problematica si estende rapida a diverse concessioni e istanze recapitate dalle compagnie petrolifere al Ministero dello Sviluppo Economico che concede in modo facile. Nel periodo estivo del 2008 i permessi salgono vertiginosamente su terra e mare, spuntano anche nel teramano, specie di fronte la costa di Pineto, e una grossa porzione con al centro Teramo di 100 kmq. In provincia di Chieti interessa di fatto tutti i comuni costieri tranne San Salvo, mentre on-shore si cerca, con gli aggiornamenti a Dicembre 2008, su circa il 65% del territorio provinciale.
Nuove compagnie dell'energia si affacciano, come la Edison che proprio a 20 km a largo di Vasto fa richiesta di 3 nuove perforazioni marine per un totale di 29 pozzi nel giacimento denominato Rospo Mare. Quel “solo” 17 milioni di barili iniziale diventeranno oltre 180 potenziali per delle attività previste di circa 10-15 anni. Con 40 euro “puliti” per ogni barile estratto, il giro di affari calcolato è di circa 6 miliardi di euro. Esse coinvolgono circa la metà dell'Abruzzo e dai dati elaborati da Legambiente in un dossier dal titolo “Dati e numeri sulla ricerca e la coltivazione degli idrocarburi in Abruzzo” sappiamo che, ad Agosto del 2009, circa 15 mila kmq tra mare e terra sono soggetti a esplorazioni, ricerche e coltivazione di idrocarburi. La popolazione totale che ne verrebbe coinvolta supera le 900 mila persone con 221 comuni su 305 interessati dallo sguardo attento delle compagnie petrolifere europee.

A portata di links:
http://www.comitatonaturaverde.it/
http://dorsogna.blogspot.com/
http://apocalisseitalia.blogspot.com/

Appello per Radio Radicale [di Tina Santoro]

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Firma perché sia rinnovata la convenzione tra lo Stato e Radio Radicale per la trasmissione delle sedute del Parlamento, servizio assicurato con unanimi riconoscimenti di qualità e correttezza fin dal 1976 e dal 1994 attraverso lo strumento della convenzione che scade quest'anno.

Non è in gioco soltanto la sopravvivenza di Radio Radicale, ma la possibilità di continuare ad assicurare una funzione pubblica fornita da decenni ai cittadini e alle istituzioni, in una situazione in cui nessun altro svolge lo stesso servizio alle stesse condizioni, come dimostrano gli attestati provenienti dal mondo accademico, giornalistico e politico.

Non si tratta quindi di salvare Radio Radicale, ma di garantire un servizio di pubblica utilità. Firma l'appello!

Scusate se mi intrometto

8 Commenti »


Mi intrometto giusto un attimo tra i post dei lettori (a proposito, continuate a mandarne e leggete qua come fare se non lo sapete) per dare un breve consiglio ai titolisti del Corriere della Sera: di questi tempi scegliere accuratamente le parole, se possibile, è ancora più importante di prima.

Ciò premesso, nella circostanza io avrei scelto "celebra un matrimonio" piuttosto che "sposa".

Altrimenti, sapete com'è, c'è il rischio che uno capisca male.

No ai condannati al PE [di Andrea d'Ambra]

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Ciao a tutti,
mi chiamo Andrea D'Ambra e vi scrivo da Ischia (qualcuno forse ricorderà la petizione contro i costi di ricarica dei telefonini).
In Italia sappiamo di avere condannati al Parlamento. Molti di noi però non sanno che per premiarli li esportiamo anche in Europa. Ad oggi a livello europeo su questo valgono le leggi dei paesi membri e visto che in Italia non esiste ancora una legge che vieti ai condannati di poter essere eletti al Parlamento questi vengono candidati ed eletti anche a Strasburgo e Bruxelles.
Nell’attesa che la Commissione Affari Costituzionali del Senato Italiano e il suo Presidente Vizzini si decidano ad approvare il disegno di legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito” firmato e sottoscritto da oltre 300mila cittadini italiani in occasione del VDAY, perché non chiediamo al Parlamento Europeo di modificare la norma europea che disciplina l’elezione dei parlamentari in Europa * affinché questa venga uniformata per non rendere più possibile che un condannato possa sedere tra i banchi di Strasburgo e Bruxelles?
Per fare ciò vi invito ad inviare una email al Parlamento Europeo, confidando in una maggiore sensibilità al tema in Europa rispetto all’assoluta sordità dimostrata dai politici italiani (a parte qualche rara eccezione minoritaria).
Trovate i link per inviare la mail al Parlamento Europeo in fondo al post dedicato all'iniziativa sul mio blog, cliccando qui.
Un minuto del vostro tempo può aiutarci a pulire il Parlamento Europeo, proviamoci!
Grazie!

Feltri e il Giornale drogato [di Pietro Marini]

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Venerdì 23 ottobre 2009, allegate all’edizione di quel giorno de Il Giornale, c’erano anche le ristampe delle prime pagine de Il Giornale numero 1, numero 6, numero 10 e numero 13, quando il direttore era Indro Montanelli, che aveva lasciato il Corrierone in contrasto con la proprietà.
Rileggendo gli articoli di fondo del giornalista di Fucecchio sembra che non siano passati 35 anni.
Alcuni esempi? Dal numero uno, datato 25 giugno 1974:

Questo quotidiano nasce da una rivolta e una sfida. La rivolta è contro uno stato di fatto che espone i giornalisti a ogni sorta di condizionamenti padronali e corporativi. La sfida è all’ineluttabilità di questa situazione.
Ancora, sempre nello stesso articolo:

Chi sarà questo lettore noi non lo sappiamo perché non siamo un giornale di parte, e tantomeno di partito, e nemmeno di classi o ceti.
Poi, ed ecco la perla:

[Non sarà nostro lettore chi] concepisce il giornale come una fonte inesauribile di scandali fine a se stessi. Di scandali purtroppo la vita del nostro Paese è gremita, e noi non mancheremo di denunciarli con quella franchezza di cui crediamo che i nostri nomi bastino a fornire garanzia. Ma non lo faremo per metterci al rimorchio di quella insensata e cupa frenesia di dissoluzione in cui si sfoga un certo qualunquismo, non importa di destra o di sinistra.
Infine, a chiusura di articolo:

A questo lettore non abbiamo “messaggi” da lanciare. Una cosa sola vogliamo dirgli: questo giornale non ha padroni perché nemmeno noi lo siamo. Tu solo, lettore, puoi esserlo, se lo vuoi. Noi te l’offriamo.
Che dire? Se Feltri, con questa operazione, voleva nobilitare il giornale da lui diretto dicendo che è lo stesso fondato e per vent’anni diretto da un mostro sacro come Montanelli direi che è stato un fiasco su tutta la linea. Tanto da farmi ricordare una frase detta in un intervista al Corriere proprio da Indro Montanelli riguardo alla sua vecchia creatura editoriale:

Il Giornale di Feltri confesso che non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri. Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere. Comunque, non è la formula ad avere successo, è la posizione: Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana. Sfido che trova i clienti!
Sicuramente droghe pesanti.

Multe a Milano [di Lorenzo Lipparini]

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Diverse centinaia di appassionati di spot televisivi e operatori del settore hanno partecipato, lo scorso weekend a Milano, alla Notte dei Pubblivori: due serate di proiezioni commerciali presso il Teatro degli Arcimboldi, in zona Bicocca.
Agenti della polizia municipale erano presenti in forze per regolare l’abbondante affluenza di pubblico. Avendo cura di attendere che l’ultimo visitatore fosse entrato nel teatro, una volta chiuse le porte, la task force si è potuta dedicare all’elevazione di contravvenzioni a tutte le auto malamente posteggiate nel quartiere.
Nulla di nuovo o scandaloso, i divieti di sosta sono ben segnalati e il rischio di multe è sempre dietro l’angolo. Quello che preoccupa è l’aspetto pianificato e capillare dell’azione dei Vigili e dell’amministrazione comunale, che preferisce abbuffarsi di multe piuttosto che dedicarsi a ben altri interventi, strutturali e utili.
Raggiungere la zona Bicocca coi mezzi pubblici è impresa ardua.
Impossibile tornare a casa alla fine della serata. I mezzi, semplicemente, non ci sono.
Impossibile usare un taxi: il posteggio attrezzato di fronte al teatro è deserto (praticamente, da mesi, non ospita taxi). Chiamarne uno per essere riaccompagnati rischia di essere un salasso. Il regolamento comunale Taxi consente agli autisti di far partire il tassametro al momento della chiamata e l’auto potrebbe arrivare già con un conto di diverse decine di euro.
I posteggi, infine, sono tutti completi. Quelli liberi sono riservati ai pochi residenti. Altrove, dove abbondano le strisce blu per i posti a pagamento, la scommessa è riuscire a trovare il tagliando Gratta e sosta per il posteggio. Gli esercizi commerciali che li vendono sono aperti solo di giorno, la notte si può cercare per ore.
All’estero, in concomitanza con grossi eventi, si istituiscono linee speciali e i taxi sostano davanti a qualsiasi luogo affollato. I mezzi pubblici circolano tutta la notte (almeno il weekend), e i tagliandi per la sosta si acquistano in distributori automatici.
A Milano, la Giunta sceglie di non affrontare i problemi dalla mobilità, che diventano invece un’occasione di speculazione. Anziché discutere di possibili soluzioni, in Comune sembrano impegnati a scorrere la lista dei prossimi avvenimenti (spesso patrocinati!) per non dimenticare di partecipare: con un nutrito gruppo di voraci e zelanti estensori di multe.

Le radici del caso Marrazzo [di Fabio Chiusi]

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Certe cose sul caso Marrazzo proprio non tornano. Lo faceva notare Il Fatto Quotidiano il 24 ottobre. Che riprende questa vecchia notizia (14 marzo 2006):

Ne riporto alcuni passaggi, perché sembra di leggere della vicenda di questi giorni. Con la differenza che, in quell'occasione, le dimissioni furono di Storace.

Un viado per distruggere Piero Marrazzo. Avevano già organizzato pure un falso scandalo sessuale gli investigatori privati arrestati con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata allo spionaggio anche politico: inchieste totalmente illegali per screditare gli avversari di Francesco Storace (An), l'ex ministro della Salute che nell'aprile 2005 cercava la riconferma alla presidenza della Regione Lazio.
[...]
L'idea degli spioni era di fabbricare un clamoroso complotto a luci rosseper rovinare la reputazione del popolare giornalista di Mi manda RaiTre, candidato dal centrosinistra contro Storace. Il piano è documentato da una serie di intercettazioni non citate (ma allegate) alle 305 pagine di ordinanza d'arresto. L'obiettivo era distruggere Marrazzo non solo sul terreno politico o professionale, ma anche sul piano umano, psicologico e familiare. Ora il complotto è confermato dalle confessioni di Gaspare Gallo (il tecnico di fiducia del titolare della Ssi,Pierpaolo Pasqua), che ha già ammesso di aver corrotto i militari della Guardia di finanza e i funzionari di compagnie telefoniche. In carcere Gallo ha anche spiegato che il mandante politico, secondo quanto gli riferiva costantemente Pasqua, era Niccolò Accame, il rappresentante ufficiale della Lista Storace. Gallo ha messo a verbale anche il nome e cognome del travestito - un uomo «dedito abitualmente alla prostituzione» - che era stato già arruolato dalla banda per fabbricare il falso scandalo, poi rimasto inattuato non per scrupoli morali, ma perché sembrava troppo rischioso ricorrere a un personaggio di dubbia affidabilità.
Il Fatto ipotizza:

1. che la cocaina ripresa nel video che ha costretto Marrazzo all'auto-sospensione sia stata sparpagliata dai quattro carabinieri arrestati;
2. che la vicenda di questi giorni non sia altro che "un seguito di quanto già emerso nel 2005 dagli atti dell’inchiesta Laziogate".

Le prove? Per la prima ipotesi, l'opinione degli investigatori. Per la seconda, invece, viene riportata una intervista a Pierpaolo Pasqua, che dichiara:

Una nostra fonte che ritenevamo molto credibile ci disse che Marrazzo aveva una relazione abbastanza frequente con un transessuale, che aveva come nome d’arte Veronica.
Altro che "falso scandalo sessuale". Bonazzi e Lillo ragionano:

Pasqua non lo dice e anzi lo nega, ma c’è un filo rosso che potrebbe legare la storia di ieri e quella di oggi. “Certamente sono stato indagato a lungo dai Carabinieri”, spiega Pasqua, “e io abito in una zona di competenza dellaCompagnia Trionfale, la stessa alla quale appartengono i carabinieri che sono stati arrestati ieri. Mi è venuta in mente questa coincidenza quando ho letto i giornali”. Insomma Pasqua lascia intendere che proprio qualche carabiniere della compagnia Trionfale, seguendolo, abbia pescato il jolly dell’appartamento di Veronica. E che magari abbia pensato di poterne fare una gallina dalle uova d’oro.
Per la cronaca, Storace verrà prosciolto da ogni accusa nel giugno 2007.
I due giornalisti specificano che il ragionamento terrebbe "se il suo nome d'arte fosse Veronica". Oggi si è parlato, tuttavia, di Brenda e Natalì/Natalia. Di Michelle. Di "quelle con cui andava Marrazzo".
Di Veronica neanche l'ombra.
Molti punti da chiarire, dunque. Tranne uno: questa descrizione (tratta dal sito della Regione Lazio)

La famiglia è la sua vera grande passione. Ha tre figlie: Giulia, Diletta e la più piccolina, Chiara. Con loro e con Roberta, la donna della sua vita, passa tutto il tempo libero.
è poco attendibile.

Scrivi con Metilparaben

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Per un giorno o due potrete essere voi, se vi andrà, a scrivere su questo blog.

Basterà mandare una mail con il testo del post all'indirizzo:

alessandro PUNTO capriccioli CHIOCCIOLA gmail PUNTO com

indicando nell'oggetto il titolo del post e allegando, se volete, un'immagine: compatibilmente con i miei impegni e con il numero di mail che riceverò, provvederò a pubblicare i vostri contributi man mano che li ricevo con la maggiore tempestività possibile.

Potranno inviare il loro articolo, naturalmente, sia coloro che hanno già un blog (in questo caso, non sarebbe male se costoro pubblicassero il post anche sul loro blog, magari mettendoci un link a questo post), sia quelli che un blog non l'hanno mai avuto, né hanno in mente di aprirlo, ma per una volta vogliono dire la loro.

Ovviamente la possibilità di contribuire è aperta a tutti i punti di vista (anche quelli di segno opposto alle opinioni generalmente esposte da queste parti), ma vi comunico sin d'ora che non verranno pubblicati gli eventuali post con contenuti osceni, volgari e/o offensivi.

Aspettiamo con impazienza i vostri articoli.

Buona scrittura.

PDL, autoironia involontaria

21 Commenti »


"Questa vicenda sconcertante ed eclatante dovrebbe essere motivo di riflessione per tutti ed in particolare per il Pd che in queste ore dovrebbe interrogarsi sulla sua crisi morale - sottolinea Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl - Per il resto non traggo conclusioni politiche su dimissioni o altri aspetti, ma reclamiamo risposte e chiarezze".
p.s. L'immagine è una creazione di Lorenzo che ce l'ha gentilmente sottoposta.

Privacy differenziata

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Ecco la home page del Giornale.it di oggi:

Eppure mi pareva che fossero loro, a blaterare che la politica non deve mai essere mescolata con le faccende private.

O sbaglio?

Io qualche pulizia la farei

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Così, giusto per ricordare a Bersani che questa volta certe eccellenze le cestineremmo volentieri.

Gay, obeso, Farina: in quest'ordine

9 Commenti »


Senza entrare nel merito della specifica vicenda, andiamo al nocciolo della questione.

Renato Farina, evidentemente, ritiene che per un bambino l'eventualità di diventare omosessuale (come se omosessuali si diventasse, ma lasciamo correre) sia assai più negativa rispetto al rischio di diventare obeso.

A questo punto mi corre l'obbligo di sottolineare che mentre l'obesità, oltre a comportare numerose difficoltà oggettive nella vita quotidiana, è una patologia che conduce dritta dritta a una lunga serie di ulteriori malanni, l'omosessualità non è una malattia, e quindi non implica alcuna controindicazione, se si eccettua il disagio di dover subire le mortificazioni che conseguono alle sortite dello stesso Farina e di altri individui del suo genere.

Ne deriva, tanto per essere chiari, che io la vedo così: se mio figlio fosse omosessuale la cosa mi risulterebbe del tutto indifferente, mentre se fosse obeso farei di tutto per indurlo a migliorare la sua condizione.

Mi astengo dal comunicarvi, infine, cosa penserei se venisse fuori come Farina.

Metodi tradizionali

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Senza manco bisogno di Facebook.

L'ultimo delirio della CEI

15 Commenti »


(performed by Galatea & Metilparaben)

- Buonasera, dottore.
- Buonasera, signora, mi dica.
- Guardi, io vorrei per favore la pillola abortiva... sa la RU non mi ricodo il numero...
- 486, signora. Però mi spiace, mica posso dargliela...
- Non può darmela?
- Eh, no...
- Ma come? Senta, io rispetto tutti, per carità, anche il Papa e tutti i credo religiosi...
- No signora mi scusi ma c'è un equivoco...
- Che Lei, in quanto cattolico sia contrario ai farmaci arbortivi capisco, per carità, però guardi, abbia pazienza, io proprio non me la sento di andare in ospedale, farmi ricoverare e farmi operare! Tutto perché Lei, caro signore, è obiettore!
- Signora, mi lasci spiegare...
- No, guardi, mi lasci spiegare lei, una buona volta: sono arcistufa del fatto che ogni volta che arriva in commercio qualche nuovo farmaco che a voi cattolici non sconfinfera...
- Signora la prego...
- ... mi tocca fare il giro del mondo! Ma Lei crede che sarei incinta se un altro stronzo di farmacista cattolico non mi avesse fatto perdere ore per darmi la pillola del giorno dopo?
- Signora, posso parlare?
- No che non può parlare! Io chiamo i carabinieri! Chiamo la polizia! Faccio un esposto in procura! Eccheddiamine, ho letto che la RU è commercializzata in italia, e anche se il cardinal non so cosa vi ha dato ordine di non venderela io a questo punto...
- Signora, aho, e adesso basta, parlo io! Chi lo conosce, 'sto cardinale, io sono pure ateo s'immagini! Si può sapere chi cazzo gliel'ha detto che le farmacie vendono la RU486?
- Be', ho letto che la CEI vietava ai farmacisti di venderla...
- La CEI? Come sarebbe a dire, la CEI?
- La CEI! La Conferenza Episcopale Italiana, ha presente? Le pare che farebbero tanto strepito se non la si potesse trovare liberamente in vendita nelle farmacie? Son mica scemi, eh!
- Signora, io non lo so che dice la CEI, ma so che la RU486 si può usare solo in ospedale, quali farmacie...
- E allora perché vietano ai farmacisti di venderla, sentiamo?
- Che vuole che ne sappia, io. Magari per eccesso di zelo, oppure perché manco sanno quello che dicono... O magari si riferivano alle farmacie ospedaliere, che ne so...
- Perché, ci sono delle farmacie apposta per gli ospedali?
- Eh, sì, signora mia...
- E una poveretta che legge il giornale, scusi, che ne sa?
- A me, lo chiede?
- ...
- ...
- Ho capito...
- ...
- Allora mi scusi, vado in ospedale e la chiedo lì, giusto?
- Giusto.
- ...
- ...
- Senta, già che a questo punto mi sa che devo ricoverarmi, mi dà per favore un paio di zoccoli, di quelli di legno, che me li porto in reparto al posto delle ciabatte?
- Eh, signora, non posso...
- Perché pure quelli li danno solo in ospedale?
- No signora, è che sono obiettore: sa com'è, legno, il taglio degli alberi...

Maronibook

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Roberto Maroni sul gruppo Facebook "Uccidiamo Berlusconi":

C’è la massima attenzione da parte delle forze dell’ordine di fronte a questi fatti.
Certo, come no: tant'è vero che Wladimiro Tallini, quello che vende le suonerie telefoniche in tv, ha presentato un esposto alla procura di Torino a giugno del 2008 per l'identica ragione, ma il gruppo Facebook che inneggia all'odio contro di lui è ancora là. Mi dica, in quel caso le forze dell'ordine si sono distratte?

Non credo che ci sia un Paese al mondo in cui si può scrivere in un sito che si vuole uccidere il premier.
Ah, ecco il problema non è scrivere in un sito che si vuole uccidere qualcuno, ma che quel qualcuno sia il premier: cioè, in sintesi, se non si tratta di lui 'sti cazzi. Dobbiamo interpretarlo come un anticipo di presidenzialismo?

Abbiamo dato disposizioni affinchè il sito venga chiuso subito
Il sito? Cioè Facebook? Oppure il gruppo? Ministro, pure lei si aggiorni, però, sennò va a finire che non le crede nessuno.

e tutti quelli che sono intervenuti siano denunciati alla magistratura.
Tutti? Tutti i 17.454 membri del gruppo? Cos'è, una denuncia di massa?

È apologia di reato. Anzi peggio.
Peggio? Espliciti, ministro, la prego: che reato ipotizza, esattamente? Strage? Genocidio? Circonvenzione di incapace?

Non mi capacito che qualcuno possa ipotizzare l’omicidio del premier.
Più che altro, io non mi capacito che qualcuno (circa 9.500 persone, per l'esattezza) possa ipotizzare l'omicidio del gattino Virgola, che non esiste: ecco, questo è davvero preoccupante.

È il frutto di un’azione quotidiana e capillare di denigrazione del presidente del Consiglio e non solo che viene fatta da tempo e che può portare qualche mente malata ad ipotizzare azioni di questo tipo.
Ah, ora ho capito: qualcuno potrebbe pensare di farlo davvero. Allora già che c'è, Ministro, le comunico che circa 3.500 persone hanno manifestato analoghe intenzioni nei confronti di Costantino Vitagliano: che facciamo, le arrestiamo tutte o soprassediamo?

Bisogna smettere con l’atteggiamento di demonizzazione dell’avversario politico.
Avversario politico? Nel senso che il gruppo Facebook l'ha aperto Franceschini?

In tal caso si tratta di una notizia niente male: era ora, che pure lui imparasse a usare decentemente il computer.

Sembrerebbe che l'unica cosa dura che abbiano siano i randelli

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Personalmente sono sempre più convinto che non si tratti di qualche mela marcia isolata, piuttosto di un'intera partita di merce andata a male...

Scusate ma ormai ho perso il conto

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Due le perquisizioni in Piemonte. Nei giorni scorsi i poliziotti hanno fatto irruzione in una parrocchia della Granda: il prete ha tentato di impedire l´ingresso degli agenti, chiudendo la porta della canonica, ma un poliziotto è riuscito a infilare il piede, rimanendo ferito, e ad aprire un varco. Nella casa parrocchiale la squadra informatica della polizia postale ha trovato il computer in cui il sacerdote, che è stato denunciato a piede libero, conservava foto e filmati, che scaricava e scambiava su Internet.. ..Un sito piuttosto esclusivo, se così si può dire, per accedere al quale occorreva dimostrare, come biglietto da visita, di avere nel proprio hard disk un vasto materiale da scambiare. Meglio se inedito nel mondo della pedofilia online e autoprodotto, ovvero frutto di filmini casalinghi in cui spesso le vittime sono figli o amici di famiglia. E c´era anche un agghiacciante forum di discussione, in cui gli utenti chattavano in inglese tra di loro commentando la qualità delle immagini e stilando una sorta di classifica delle perversioni.

L'accoglienza di Santa Romana Chiesa

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Il tizio più a sinistra nella foto qua sopra si chiama Emmanuel Uwayezu ed è un prete cattolico.

Non ci fosse l'UAAR a segnalarlo, nessuno saprebbe che il nostro amico è stato arrestato ieri, a seguito di un mandato di cattura spiccato dalle autorità rwandesi, perché ritenuto responsabile del massacro 80 tutsi, studenti presso la scuola “Misericordia di Maria” di cui all’epoca era direttore.

Ma questo è niente: non ci fossero l'UAAR e il Times (quest'ultimo, purtroppo, all'estero) nessuno saprebbe che Uwayezu, fino al momento dell'arresto, lavorava tranquillamente in una parrocchia di Empoli, nella quale le gerarchie ecclesiastiche si erano premurate di accoglierlo ancorché conoscessero bene, presumibilmente, le indagini in corso sul suo conto (se le conosceva l'UAAR, potevano sfuggire al Vaticano?): nella foto, infatti, il buon Emmanuel si intrattiene amabilmente con Monsignor Giuseppe Betori, ai tempi Segretario della CEI.

Gioverà ricordare che un altro fenomeno di prete rwandese come Athanase Seromba (responsabile di aver attirato in una chiesa circa 2.000 tutsi con la scusa di metterli al riparo, salvo poi farli spianare insieme all'edificio con le ruspe), prima di essere arrestato e condannato era stato amorevolmente collocato a Firenze con l'incarico di viceparroco nella chiesa di S. Martino a Montughi.

Che volete farci, quando uno è accogliente è accogliente.

Alla frutta

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A completamento di questo post, aggiungo: quando ti incazzi in modo così scomposto per un fatto su cui ha lasciato correre perfino questo qua, vuol dire che stai raschiando il fondo del barile.

Responsabilità agricola differenziata

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Joseph Ratzinger in un messaggio alla FAO, qualche giorno fa:

L'agricoltura deve poter disporre di un sufficiente livello di investimenti e di risorse. Questo tema richiama il fatto e fa comprendere che i beni della creazione sono limitati per loro natura: essi richiedono, pertanto, atteggiamenti responsabili e capaci di favorire la sicurezza alimentare, pensando anche a quella delle generazioni future.
(...)
Auspico che tale cooperazione salvaguardi i valori propri del mondo rurale e i fondamentali diritti dei lavoratori della terra. Mettendo da parte privilegi, profitti e comodità.
Bella esortazione, davvero.

Peccato, però, che quelli della Curia di Chieti devono essersela persa, dal momento che hanno avuto l'alzata d'ingegno di decuplicare i canoni per i fondi agricoli concessi in enfiteusi (roba da medioevo, tra l'altro, ma visti i protagonisti la cosa non sorprende) ai coltivatori della zona, costringendo questi ultimi a rivolgersi al sindaco per ottenere un aiuto.

Mi auguro che il Santo Padre, la prossima volta, si risparmi i messaggi alla FAO (che mi pare già abbastanza informata sulle difficoltà dell'agricoltura) e dica invece due paroline ai suoi, che apparentemente sono più interessati ai quattrini che alle risorse rurali.

Così, tanto per evitare che un blogger qualsiasi possa tirare fuori, per l'ennesima volta, il vecchio adagio di quelli che predicano bene e razzolano male.

Come ti rintraccio il pedofilo

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Offender Locator è un software che in USA permette a chiunque, attingendo ad un database di più di 700mila nomi, di localizzare su di una mappa le abitazioni delle persone con precedenti e/o accuse di violenza o abuso sessuale con tanto di nominativo e foto.
Nei mesi successivi al lancio, a versione del software sviluppata per l'iPhone e fino a poco tempo fa distribuita sul sito AppStore è stata scaricata più di un milione di volte. Ultimamente la sua distribuzione era stata bloccata a causa delle leggi della California che non consentono di trarre profitto dai dati personali dei criminali.
Dalla nuova versione, infatti, è stato tolto proprio lo stato della California ed ora l’applicazione può essere di nuovo pubblicata, mentre la versione on-line continua ad essere liberamente consultabile.
Inutile dire che qualora questa tecnologia dovesse sbarcare in Europa si aprirebbero dei seri problemi, da una parte la protezione della privacy di chi, avendo commesso un reato, ha pagato per intero il suo debito con la società e dall'altra il comprensibile "diritto" ad essere informati se nella propria comunità sono presenti soggetti che in passato si sono macchiati di tali odiosi reati.
Francamente ho qualche difficoltà nel prendere una posizione così a freddo, e voi?

La famosa via di mezzo

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La maggioranza:
La scelta del candidato alle regionali potrebbe rivelarsi una bega determinante per l'equilibrio della maggioranza. Berlusconi ormai ha deciso di concedere tutto alla Lega, ma c'è chi non ci sta a dare il Piemonte e il Veneto a Bossi e si fa già sentire (Galan, Fini, e chi pensa con la testa sua).
Proposta: delle belle primarie, di quelle vere, che servono cioè a scegliere il candidato alle elezioni, non sarebbero un escamotage producente rispetto ai patti notturni cui Berlusconi dovrà sottoporsi?
Quando le primarie non ci sono, e sarebbe meglio averle.

L'opposizione:
Coloro che dovrebbero contrastare le scelte del governo sono scomparsi dalla scena politica italiana: troppo impegnati a eleggere il coordinatore di circolo, quello cittadino, quello provinciale, quello regionale, e il Segretario nazionale. Non c'è elezione interna che non venga fatta attraverso un'elezione primaria: non sarà un po' troppo? Ma soprattutto, perché fare le primarie per scegliere gli organi interni del partito, e non farle quando c'è da compilare le liste per le elezioni cui saranno chiamati i cittadini a decidere?
Quando le primarie ci sono, fin troppo, e soprattutto per la decisione sbagliata.

Ecco finalmente un caso in cui, in Italia, la via di mezzo sarebbe auspicabile: le primarie.

Un carcere (non) vale un altro

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Per una volta, un post da commercialista: ma anche no

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State a sentire, gente, ché questa è proprio bella.

Allorché, nel 1977, il signor X viene a mancare, a carico degli eredi viene determinata un’imposta di successione pari a circa 20 milioni di Lire, le quali, a seguito di regolare istanza, vengono rateizzate.
Il pagamento della seconda tranche della rateazione, pari a circa 3 milioni, si dovrebbe effettuare entro il 21 maggio 1979: quando gli eredi si recano all'Ufficio del Registro per provvedere, però, trovano lo sportello chiuso a causa di uno sciopero, e quindi si rassegnano a pagare quanto dovuto il giorno successivo.
L'Ufficio Registro, ovviamente, rileva il ritardo e commina una sanzione pari a circa 600mila Lire.
Contro l'irrogazione della penalità gli eredi propongono ricorso alla Commissione Tributaria di 1° grado, la quale lo accoglie poiché il ritardo del pagamento, evidentemente, non era dovuto a colpa dei contribuenti, ma a cause dipendenti dall'Ufficio che doveva riceverlo.
L'Ufficio, basandosi sulla considerazione che quel giorno lo sciopero era stato proclamato soltanto dalle ore 10:00 alle ore 12:30 (ora di chiusura della cassa), e che quindi la somma dovuta poteva essere pagata prima delle ore 10:00, propone appello, ma la Commissione Tributaria di 2° grado, rilevando che l'agitazione non era stata annunciata, e che quindi gli eredi non potevano materialmente sapere che dopo le 10:00 il pagamento sarebbe stato impossibile, lo respinge e conferma la decisione dei primi giudici.
Evidentemente non ancora pago, l’Ufficio propone ricorso alla Commissione Tributaria Centrale.

Spalancate le orecchie, amici: questo ricorso verrà discusso il prossimo 26 novembre 2009.

Dal 21 maggio 1979 sono trascorsi più di trent’anni: eppure, per una questione di neanche 300 euro -peraltro palesemente infondata-, l'Amministrazione continua ottusamente a insistere in un contenzioso che non ha alcun costrutto, quasi per inerzia, perdendo tempo prezioso che sarebbe meglio destinare ad altri problemi e continuando a dissipare inutilmente risorse pubbliche (quanto costa all'Erario portare avanti una lite per trent'anni?).

Non sarà, credo, l'unico caso del genere in Italia: moltiplicate, se ne avete voglia, e fatevi un'idea di quanti quattrini vengono buttati via in questo modo.

Detto, come ciliegina sulla torta, che le spese per i vari ricorsi (comprese le parcelle di chi li segue, cioè le mie) non vengono pagate dall'Ufficio che ha torto, ma dal contribuente che ha ragione (fantastico, eh?), vi lascio con una semplice domanda: a voi pare possibile, andare avanti così?

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