Non capita tutti i giorni che centinaia di persone sentano l’esigenza di riunirsi, partendo da 50 diverse province italiane, per sentirsi “unico corpo” ed esprimere medesimi appelli. Chi è stato al Lingotto sabato 27 giugno, ha potuto percepire l’energia viva e travolgente di una sala congressuale piena sino a scoppiare: giovani e vecchi democratici che si sono spellati le mani a forza di applausi per coloro che, saliti sul palco, ne hanno rappresentato le istanze comuni. A Torino, infatti, questo “corpo” ha assunto identità, ha manifestato un senso di comunanza e, credo, recuperato l’orgoglio politico nella dimensione collettiva. Moltissimi sono coloro che hanno seguito l’evento in diretta streaming ed hanno lasciato i propri commenti sui blog, su FaceBook, in rete. I media tradizionali hanno dato ampio spazio al Lingotto e numerosi sono stati i politici di primo piano che si sono mescolati silenziosamente ai Nuovi Democratici. Mi è come sembrato che, sia i media sia i dirigenti di prima e seconda linea, abbiano “dovuto” prendere atto della forza propulsiva di questo movimento e, per questo, siano venuti a vedere. Qualcuno ha anche aggiunto, forse non a torto: “legittimandolo”. I Nuovi Democratici non sono una corrente, l’abbiamo detto e ripetuto sino alla noia, sono un unico corpo che si è riconosciuto in identiche esigenze di rinnovamento, che si è formato spontaneamente e poi si è allargato nella convinzione che il Partito Democratico possa finalmente davvero nascere (e crescere) nella legittimazione – soprattutto politica, necessariamente concreta – di alcune prime importanti esigenze. In primo luogo la democrazia interna: è necessario ripensare i meccanismi di selezione dei dirigenti, le regole di voto – sia sulle scelte che sulle candidature, dai circoli fino al luogo congressuale – e conferire spazio autonomo ai territori, perché l’autosufficienza di Roma ha già dimostrato sul campo la propria inadeguatezza. In questa direzione, moltissimi hanno contribuito ai lavori torinesi con propri documenti propositivi e programmatici (la sottoscritta ha avuto la fortuna di leggerli tutti) ed il risultato è stato, salvo poche ingombranti eccezioni poco applaudite e a tratti perfino fischiate, uno spettacolo di “bella politica”. Sana e costruttiva. Alcuni hanno lamentato la mancanza di una (terza) candidatura espressa dal Lingotto o, quantomeno, di un portavoce del movimento. Io non ho avvertito questa esigenza, almeno per ora: Torino era il luogo dove trovarsi, ascoltarsi, prendere forma sui temi e sulle idee per poi recuperare identità e voglia di partecipare (quella che è fumata via alle ultime elezioni). Il leader, se serve, verrà. Mi pare sia sotto gli occhi di tutti un senso di forte insoddisfazione: il Partito è evidentemente oligarchico, spesso tristemente autoreferenziale, perennemente ridotto (in senso strettamente quantitativo) dai distinguo mediatici: nell’attuale forma organizzativa la sopravvivenza politica cammina attraverso strade che devono distinguersi per essere riconoscibili. Il danno maggiore, per molti, va ravvisato nella spirale viziosa che questo modo di procedere crea: i nuovi dirigenti hanno accesso solo se cooptati dai vecchi, spesso non per qualità o meriti sul campo, ma in virtù della provata fedeltà al capo(bastone), le candidature piovono “dall’alto” e sono in molti casi inadatte (a volte persino impresentabili, se ne sono molto lamentati, in particolare, gli amici romani), i territori e le persone restano inascoltati perché non possano scardinare l’impenetrabilità del sistema e mai avere accesso al controllo. Quest’ultimo punto si configura, sul piano oggettivo, come un clamoroso falso: quando si arriva alle elezioni, gli elettori democratici si fanno sentire eccome! E ci dicono che non sono affatto soddisfatti degli attuali metodi, della linea politica (magari fosse una sola), e del perpetuo “non scegliere”. Alle ultime europee, possiamo forse dire di aver conservato lo zoccolo duro dei nostri elettori, quelli che difficilmente abbandoneranno il Pd qualunque sia la sua apparenza. Non possiamo dire di aver fermato la destra, come incautamente è stato affermato, né di aver “tenuto” (cosa poi? A me è sembrata un’emorragia e il pensiero di essere ancora vivi non mi consola, vorrei sapere che stiamo bene). Il popolo del Lingotto, i Nuovi Democratici hanno chiaramente indicato la strada della guarigione e l’hanno accompagnata dall’avvertimento che, in mancanza, avrebbero smesso di premiare l’immobilismo oligarchico a mezzo del proprio voto. Sommariamente, si è chiesto coraggio, capacità di assumere decisioni coraggiose a tutti i livelli, si è chiesta trasparenza (anche della gestione economica) e nuovo rigore etico e politico, si è parlato di lavoro (vorrei citare Chiamparino è suo il coraggioso invito a liberare risorse dai settori protetti verso quelli non garantiti), di diritti civili, di laicità. E di tante altre cose… Il prossimo che sento dire che al Lingotto non ci sono stati contenuti lo faccio a strisce! E poi gli levo i tappi dalle orecchie. Vorrei soffermarmi su due dei punti trattati. 1. Democrazia interna Il Pd deve essere veramente aperto ed in continuo ascolto della sua gente. Ascoltare è, purtroppo, diventata un’abitudine dimenticata, aumentando la lontananza tra partito e elettorato, e così non va bene. Dobbiamo invece saper elaborare le istanze della nostra gente, troppo a lungo relegata in un ruolo di “ricevente” delle iniziative politiche e delle candidature, senza alcuna possibilità di interlocuzione e interazione, senza accesso alle scelte. Il Pd deve cominciare a fare sintesi della propria ricchezza culturale attraverso la discussione continua (a livello di massa, nei circoli o anche a mezzo della Rete) che deve caratterizzare, attraverso il voto, il processo decisionale e diventare il momento di assunzione di responsabilità dell’elettorato. Strumento principe dovrebbe esserne la consultazione attraverso le primarie (o doparie) che realizzerebbero la scelta collettiva e il necessario momento della valutazione, oltre che del controllo. Questa è la Partecipazione con la “p” maiuscola che hanno chiesto i Nuovi Democratici, partecipazione non solo a parole: discussione, decisione, assunzione di responsabilità, scelta, valutazione e controllo. Questa è la sola forma di partecipazione che può riavvicinare al Pd coloro che al momento del voto sono rimasti a guardare, perché non si sono riconosciuti nelle tante “piccole” linee espresse dalla grande ed unica bocca centrale. Questa Partecipazione, al contrario, non può che avvenire dai territori, consegnando al Partito una sembianza federale, come scrive oggi Sofri (quello vecchio) su Repubblica. 2. Laicità Ahimé, al Lingotto si è stati costretti a mettere nei punti in discussione la laicità. Un po’ come mettere all’ordine del giorno il concetto di democrazia. Questa è già un’umiliazione: lo Stato è già laico, lo sancisce la nostra Costituzione, la nostra “bibbia civile”, per dirla con le perfette parole di Ciampi, che è “grande” e “madre” dell’imparzialità dello Stato. Il Pd deve essere compattamente a-confessionale, laico, dove laicità significa “vedere le cose per quello che sono” (come dice Pippo Civati), non cercare di far aderire quello che osserviamo e, peggio, le leggi di tutti, alle convinzioni di alcuni. La disastrosa rincorsa delle volontà confessionali da parte di pochi Teodem, infatti, ha prodotto e produce l’astensione dal voto di molti democratici e, ancora una volta, la lontananza del partito dalla sua gente, la nostra gente, noi. E’ necessario, invece, creare le condizioni, valevoli per tutti, nelle quali ciascuno possa espandere le proprie personali attitudini, nel rispetto gli uni degli altri, tutelando tutti nella loro diversità attraverso il riconoscimento più ampio dei diritti civili. L’intervento di Ignazio Marino, a testimonianza di queste espresse ambizioni, ha quasi fatto venir giù la sala del Lingotto. Il nuovo segretario che verrà. A Torino erano presenti vecchi segretari (Fassino), candidati segretari (Franceschini e Bersani), augurati segretari (Chiamparino, Civati, Serracchiani). Fatta eccezione per Fassino, che gesticolava contrariato e inviava preoccupati sms, gli altri sono tutti intervenuti (alcuni invitati a farlo, altri un po’ meno, ma tant’è). Franceschini: mi è sembrato in difficoltà. La sua candidatura in opposizione a chi c’era prima di lui (ma lui dov’era?) deve avergli portato un bel po’ di grane e tanto risentimento. Al Lingotto ha ammorbidito il suo messaggio iniziale ed ha affermato: “nella mia squadra c’è posto per voi”. Credo sia giusto e necessario andare a vedere le sue carte, ma temo che non vada oltre la coppia vestita (lui e la Serracchiani). Bersani: il suo discorso è stato piatto, amorfo, inutile. Ha prodotto gli unici pochi minuti di assoluto silenzio della rumorosa e vivace platea. Ha raccolto timidi applausi educati finali. Temo non abbia ascoltato e – peggio – temo non l’abbia fatto perché non ne ha bisogno, forte com’è del sostegno dell’apparato e della macchina da guerra mossa da D’Alema. Peccato. Chiamparino: breve, puntuale, efficace, diretto. In una parola: autorevole. Io sono tra quelli che auspicano la sua candidatura alla segreteria nazionale. Mentre vi scrivo, però, leggo che ha rinunciato. E mi dispiace. Serracchiani: ha iniziato a parlare di sé in terza persona, come Maradona e Berlusconi. Temo che il successo delle ultime settimane le abbia tolto lucidità (il suo discorso molto deludente) e umiltà. Tra le righe, ma neanche troppo, ha detto di essersi già schierata. Con Franceschini. Il nuovo è giàprecocemente invecchiato? Spero di no, staremo a vedere. Civati: discorso di respiro ampio, nonostante sia stato “accorciato” a causa dei ritardi iniziali (i big in ritardo, che tristezza, mentre la platea era puntuale alle porte d’ingresso). In molti lo vorrebbero giovane candidato segretario, lui tace e fa bene. Gli va riconosciuta la visione e, soprattutto, la costruzione e l’organizzazione del movimento, cui ha lavorato tenacemente per settimane. Purtroppo non ho potuto ascoltare le conclusioni di Ivan Scalfarotto, perché ero fuori dalla sala a fare la questua per i contributi alle spese del lingotto (!). Mi hanno detto tutti che sia stato perfetto, forse il migliore, e muoio dalla voglia di ascoltarlo, appena avrò un momento, dal web. Meritano menzione, infine, i discorsi di Oleg Curci e Cristiana Alicata, l’uno caldo, appassionato e concreto, l’altra diretta ed emozionante: cercateli in rete, ne vale davvero la pena. Sono convinta che i Nuovi Democratici, ora che si sono (ri)appropriati della propria forte identità, sapranno dare vita ad una spirale virtuosa. Il Congresso è alle porte, è necessario tesserarsi e dare voce, col voto congressuale, alle proprie idee. I nomi, in quest’ottica, vengono dopo. Bisogna sbrigarsi, mettere in moto il rinnovamento richiesto a gran voce, attuare la linea indicata e farla valere. Perché come dice un signore fichissimo dal nome antico, che al Lingotto era seduto in seconda fila, “Abbiamo poco tempo ma è importante usarlo. Già la strada è corta. Buono sarebbe che invece di discutere di cosa sia meglio per quei pochi, ragionare di cosa è meglio per tutti.” Ci vediamo il 4 luglio a L’Aquila, in tanti, prima dei grandi.
Archive for giugno 2009
Il Madoff di Arcella
Che si parli di questo
Schiarirsi le idee con l'aiuto dell'elefantino rosso..
Testa o croce
Il signore che vedete nella foto si chiama Claudio Hummes, è un cardinale brasiliano e qualche giorno fa ha avuto l'alzata d'ingegno di rassicurare la comunità dei credenti dichiarando:
I casi di pedofilia a volte non arrivano nemmeno al 4% dei sacerdoti.Orbene, se l'italiano (il portoghese, nel caso di specie, ma fa lo stesso) ha ancora un significato, affermare che in certi casi la percentuale di pedofili tra i preti è inferiore al 4% equivale a dire che in altri casi quella percentuale viene superata, e quindi, grosso modo, a concludere che in media la quota di pedofili tra i sacerdoti si aggira intorno al 4%. Sottolineato che si tratta di una stima fornita da un cardinale, e non da uno dei soliti senzadio che si fa in quattro dalla mattina alla sera per mettere in cattiva luce la Chiesa, si rileva che in tutto il mondo operano attualmente circa 400mila preti cattolici, e che quindi, se la matematica non è un'opinione, dovrebbero essere in circolazione una cosa come 16mila sacerdoti pedofili. Non starò qui a sindacare se il numero appena calcolato, in assoluto, debba considerarsi alto o basso (anche se a me pare alto, ma questo è un altro discorso): quello che mi interessa, piuttosto, è impostare la questione in termini percentuali. Già, perché se la medesima quota fosse riscontrabile in altre categorie professionali, dovremmo concludere che in Italia ci sono circa 8mila avvocati pedofili, 12mila medici pedofili, 32mila insegnanti pedofili; più genericamente, circa 800mila tra i cittadini italiani, conteggiando i soli maschi di età superiore a 16 anni, sarebbero potenzialmente dei violentatori di minori. Roba da rabbrividire, evidentemente, ma mi rendo conto che sto divagando: sarete d'accordo, tuttavia, sul fatto che si tratta di un divagare tutt'altro che inutile, poiché dà l'idea della moltitudine di persone (e in questo caso di individui pericolosi) che può nascondersi dietro a un numerino apparentemente insignificante. Scherzi dell'aritmetica, si direbbe, ma è ora di tornare al punto. La stima del cardinale Hummes, tradotta in frazione (ricordate? è un'operazione che ci hanno insegnato alle scuole elementari, tanto per restare in tema), ci dice che un prete su 25 è pedofilo: e che, corrispondentemente, quando si porta un bambino in un oratorio, in una parrocchia o in un altro ambiente del genere, c'è una probabilità su 25 che il malcapitato possa ricevere delle molestie; se in quel posto c'è un solo prete, ovviamente, ché l'impietoso calcolo statistico prevede l'incremento di quella possibilità all'aumentare del campione selezionato, fino a configurare (statisticamente, s'intende) una vera e propria certezza qualora i sacerdoti, nel caso concreto, siano proprio 25. Insomma, traducendo gli aridi numeri in vivo linguaggio corrente, la stima del nostro amico cardinale (ripeto, non di un laicista incallito) ci suggerisce che portare un bambino in un posto dove ci sono una decina di preti significa regalargi una possibilità del 50% di ricevere degli abusi: una specie di roulette russa con tre pallottole su sei che farebbe impallidire, e di brutto, perfino il più sconsiderato giocatore d'azzardo. Tutto questo preambolo, eminenza, al solo scopo di porle una semplice domanda: siamo proprio sicuri che la comunità dei credenti debba sentirsi rassicurata dalle notizie che le ha dato?
Esorcismo omosessuale
Allora, amici, la faccenda è facilmente sintetizzabile nel modo che segue.
Lezioni a luci rosse
Ammettiamolo, quando abbiamo letto la notizia ("Basta lezioni di sesso a scuola" - Diktat a Milano: troppo esplicite) abbiamo pensato tutti la stessa cosa: ciellini di merda*. Almeno io l'ho pensato, e volevo usarlo come titolo. Poi mi sono reso conto che la cosa meritava un giudizio più razionale, più meditato, più obiettivo: ho letto, mi sono informato, ci ho pensato su, e con diplomazia ho scelto
Ciellini maledetti
La vicenda in breve: da anni in alcune scuole medie di Milano si svolge un progetto dell'Asl che porta operatori specializzati nelle classi per spiegare il sesso ai ragazzi e rispondere alle loro domande; qualche giorno fa una circolare dell'Asl ha stabilito che i suddetti operatori non dovranno più entrare in contatto diretto con gli studenti, ma si rivolgeranno agli insegnanti o ai genitori. Che poi spiegheranno tutto ai diretti interessati. Sorvoliamo per il momento sul genio necessario per ideare un sistema educativo in cui l'informazione inviata dall'unica persona che sa di cosa si parla, prima di raggiungere il destinatario, deve necessariamente essere filtrata da un intermediario incompetente col classico effetto "telefono senza fili". Sorvoliamo sul fatto che l'educazione sessuale indiretta è come invitare a cantare a scuola Aretha Franklin ma farla ascoltare ai ragazzi esclusivamente nell'interpretazione della maestra di scienze. Sorvoliamo anche su tutti i bellissimi momenti che caratterizzeranno sia la fase operatori-adulti - E questo è un preservativo. Serve a trattenere lo sperma. (Rumori di disapprovazione) (Ha detto sperma?) - A trattenere cosa? - Lo sperma. - Può smettere di dirlo, per favore? sia la fase adulti-ragazzi - E questo è un prsrvtv. Serve a trttnrlsprm. - A trattenere cosa? - Lo sprm. - Lo sperma? - Puoi smettere di dirlo, per favore? e veniamo al punto. Come sottolineato anche da un gentile ma cattolico commentatore in un altro post, gli operatori dell'Asl "hanno ricevuto il divieto perché hanno oltrepassato troppo il limite"**. Già a Maggio, infatti, il mai abbastanza citato settimanale Tempi, diretto dal mitico Luigi Amicone, denunciava gli eccessi del progetto in un articolo firmato da Rodolfo Casadei. Rodolfo Casadei, se non lo conoscete, ve lo spiego io leggendovi alcuni titoli tratti dalla prima pagina del suo blog: "Al Cairo uno sciagurato Obama"; "Se a torturare gli animali sono i musulmani Wwf e Greenpeace girano la testa"; "I comunisti hanno un problema col nucleare"; "Vauro censurato? Se l'è meritata, anche se la censura in sé è sbagliata". L'articolo del Casadei si intitola "Un innocuo sapore di fragola - Il sesso chiedi e gusta spiegato alle scuole medie". Inizia così. Strano posto, il territorio della provincia di Milano: se in una famiglia a una bambina capita di ritrovarsi sotto il banco a scuola un disegno pornografico con annessa legenda secondo la quale lei fa sesso a pagamento con suo fratello, quei genitori si vedranno portare via i figli perché non hanno esercitato a dovere la loro responsabilità di adulti. Se invece altri adulti insegnano a dei ragazzini di 13-14 anni come si pratica il sesso orale, spiegano che in caso di gravidanza possono ricorrere all’aborto senza parlare coi loro genitori o che l’età giusta per avere i primi rapporti sessuali è 15-16 anni, a questi adulti non succederà niente di male, anzi: lo Stato li pagherà per il loro lavoro, perché quello che stanno facendo si chiama, proprio così, “educazione sessuale”. Bisogna ammettere che è una disparità inammissibile. Ne ho un'altra. Strano posto, il territorio della provincia di Milano: se in un bar entra un ragazzo dall'accento meridionale che chiede se per cortesia gli potete cambiare cento euro, quel ragazzo si vedrà trattato come una specie di terrorista e la banconota sarà esaminata dall'intero staff più la donna delle pulizie. Se invece un armadillo attraversa la tangenziale est senza prima guardare a destra e a sinistra e viene investito da un tir a pedali, a questo armadillo non succederà niente di male, anzi: il datore di lavoro di mio zio lo pagherà in nero, perché quello che sta facendo si chiama, proprio così, "autolavaggio". Ma ovviamente sto scherzando. Casadei non è stupido come voglio farlo sembrare. Con il suo parallelo lui implicava delle cose molto acute e intelligenti: primo (banale), che insegnare il sesso ai quattordicenni è sbagliato; secondo (suggerito dal parallelo), che sottrarre i figli a qualcuno per un disegno sconcio invece è stato giusto; terzo (affinché quel parallelo abbia un minimo di senso), che in quel caso il problema era il fatto che i figli avessero delle idee sconce, e non il (forzatissimo) sospetto che il disegno fosse una testimonianza di abusi subiti. Ma come - dice Casadei - quando una bambina SA LE COSE DI SESSO la togliete giustamente ai genitori che non le hanno strappato gli occhi e le orecchie in tempo, - "Sesso a pagamento"? Chi ti ha insegnato queste cose? - L'ho sentito dalla maestra. - Quella troia! e ora lasciate che un branco di persone competenti insozzi i nostri figli con informazioni utili e chiare su qualcosa che comunque in un modo o nell'altro scopriranno a breve? Ma è assurdo. Questi sono compiti che devono essere lasciati ai genitori. - Papà, cos'è una troia? - E' una signora che si fa pagare per fare delle cose. - Come la mamma? Casadei continua: a quanto pare "fra le informazioni trasmesse ai ragazzi c’è pure il fatto che possono rivolgersi ai servizi sanitari per interrompere un’eventuale gravidanza senza parlarne coi genitori". Sì, lo so che è vero, ma sarebbe meglio se non glielo dicessimo. Anzi, sai cosa sarebbe ancora meglio? Se non gli dicessimo neanche che possono abortire. Sai le risate quando lo scopriranno troppo tardi. Ma il meglio arriva poco dopo: Una delle ossessioni degli adolescenti maschi, si sa, è la misura del membro: nelle domande l’argomento torna spesso. «Cosa succede se il membro maschile è molto lungo?», diceva per esempio una domanda. Risposta: «Non succede nulla, la profondità della vagina è sette centimetri, più in là non si va. Anche Rocco Siffredi ha a disposizione solo quello spazio». L’aver evocato il Rocco nazionale ha indotto domande improvvisate sull’argomento: ma come fanno i pornoattori a fare quello che fanno? E per di più senza il profilattico che voi ci state caldamente consigliando? Risposta: «Quello che vedete al cinema è un montaggio di immagini. Nessun rapporto dura così a lungo come fanno vedere. E l’eiaculazione avviene sempre fuori dalla vagina». Un tempo c’era chi bigiava la scuola per frequentare cinema a luci rosse, adesso non c’è più bisogno: vai a lezione ed è quasi la stessa cosa. Quasi? Non essere diplomatico, Rodolfo, diciamola tutta: è la stessa identica cosa. Nominare Rocco Siffredi o vederlo in azione su uno schermo largo dodici metri fa lo stesso effetto. E io leggendo che la vagina è profonda sette centimetri e che l'eiaculazione avviene fuori, ragazzi. Altro che YouPorn. -------- * L'ultima volta ho notato che alcuni lettori faticano a cogliere il sarcasmo e si offendono: tanto vale dargli un buon motivo. ** Quando oltrepassate il limite, ricordatevi di oltrepassarlo solo un pochino.Piccolo Tributo a Michael Jackson
Palloncino clericale
Magari c'è qualcosa che mi sfugge, lo premetto. Però mi pareva di aver capito che il ritiro della patente a chi si mette al volante dopo aver bevuto troppo, recentemente introdotto nel nostro ordinamento, risponda ad esigenze di semplice sicurezza stradale: vale a dire che secondo il legislatore è necessario impedire che la gente guidi l'automobile dopo aver assunto una determinata quantità di alcool, poiché circolare in quelle condizioni metterebbe oggettivamente a repentaglio l'incolumità del conducente e quella degli altri. Se questo è vero (e mi pare che sia vero, a meno che, come premettevo, non mi sia sfuggito qualcosa), i motivi per cui nei singoli casi il tasso alcolico abbia superato il limite previsto dalla legge dovrebbero essere considerati irrilevanti: è di tutta evidenza, infatti che chi si mette alla guida dopo essersi ubriacato per una ragione comprensibile, o addirittura lodevole, non può essere considerato, a parità di tasso alcolico, meno pericoloso di un altro che torna a casa in macchina dopo essersi sbronzato per uno scopo meno edificante. Insomma, per farla breve il prete di cui parla notizia, tabelle alla mano, era da considerare pericoloso: esattamente come lo sarebbero stati, a parità di tasso alcolico, il sommelier che rincasasse dopo un'intensa serata di lavoro, il ragazzo che uscisse dalla discoteca dopo essersi fatto un cocktail, il losco individuo che avesse bevuto un bicchiere in più tentando di far ubriacare una minorenne nella speranza di trombarla. Se il giudice di pace dovesse decidere che in questo caso è ammissibile una deroga, quindi, avremmo accertato che la legge, in realtà, non punisce chi mette a repentaglio la sicurezza degli altri, ma soltanto chi si è sbronzato senza un motivo ritenuto valido: strafottendosene, contrariamente a quanto i suoi estensori vanno ripetendo, dell'incolumità dei cittadini, e preoccupandosi invece di operare delle graduatorie tra diversi stili di vita, a seconda del fatto che un giudice li consideri più o meno degni di approvazione. A meno che non si stabilisca che essere investiti a causa di una messa è meno grave che essere messi sotto per colpa di un rave. Capitasse a voi, farebbe differenza?
Non è più tempo per i vampiri
«Pronto, Ampelio?» «Ah, Ladislao, sei tu?» «Certo che sono io, chi pensavi che fossi, tuo nonno?» «Mmm, ci siamo alzati coi nervi stamattina, eh?» «I nervi un cazzo, Ampelio. Qua al castello abbiamo un problema serio, altro che nervi». «Un problema? Al castello?» «Un problema al castello ho detto, che lingua parlo? Cos'è, da quando ti sei fatto la prostata non capisci più il transilvano?» «Ho capito, le solite paturnie del conte...» «Guarda, lasciatelo dire, stavolta non sono paturnie, sono cazzi stavolta». «Vabbe', Ladislao, che fai, mi spieghi o stiamo qua tutta la mattina a farci gli indovinelli?» «Gli ospiti, Ampelio. Gli ultimi che hai mandato». «Be', che avevano che non andava? Roba di prima qualità, ti ho fatto avere, giovani e sani come pesci, lo sai che tratto solo quelli, io». «Sì sì, giovani e sani quanto ti pare, ma non è questo il punto». «Avresti la bontà di spiegarmi qual è, il punto? Non è che posso stare al telefono fino a dopodomani, lavoro io, cosa credi?» «Niente sangue». «Prego?» «Niente sangue, nemmeno una goccia». «Mica ho capito...» «Come vuoi che te lo dica, in arabo? Non avevano un centilitro di sangue nelle vene. Niente, nisba, zero. Vuoti. Mi hai mandato dei vuoti». «Mi stai prendendo per il culo». «Per niente. Se non ci credi vieni a verificare tu stesso». «Sì, e figurati se ho il tempo di arrivare là. Guarda, se è una scusa nuova del conte per non pagarmi, digli di inventarsene un'altra. E che smettesse di giocare a carte, così gli avanza qualche spiccio per pagarsi la cena». «Ampelio, guarda che non scherzo. Il conte sono tre giorni che non mangia, non ha manco la forza di tenerle in mano, le carte. Ti conviene provvedere, sennò quello stanotte si presenta da te e si beve il tuo, di sangue». «...» «Cos'è, ti si è seccata la lingua?» «No, sto pensando. Se non mi racconti le solite cazzate, la faccenda sembra seria». «Serissima, Ampelio. Te l'ho detto, sono cazzi». «Fammi fare una telefonata a quelli dell'agenzia, hai visto mai che loro ne sanno qualcosa...» «Ecco, bravi, vedi di sbrigarti. E manda un paio di esemplari regolari per stasera, altrimenti quello mi si mangia vivo, quando esce dal sarcofago». «Va bene, va bene, per quello nessun problema. Mi informo e ti richiamo tra dieci minuti». --- «Pronto?» «Ladislao, sono io». «Finalmente, tre quarti d'ora sono passati, altro che dieci minuti. Almeno hai risolto?» «Macché risolto, Ladislao, siamo nella merda». «Cioè?» «Cioè quelli dell'agenzia si sono informati, per questo ci ho messo tanto. Il fatto è che li fanno così, adesso». «Scusami, li fanno così cosa?» «Gli ospiti». «Gli ospiti?» «Cioè, non gli ospiti in particolare. Li fanno così tutti. Cioè, gli uomini. E le donne, anche. Insomma, gli esseri umani. E' il nuovo modello, li fanno senza una goccia di sangue nelle vene». «Tu devi essere ubriaco...» «No, guarda, non ci ho creduto nemmeno io, all'inizio. Poi ho sentito un amico che è nel ramo, insomma un medico, pare che sia proprio così...» «E come campano, scusa?» «Chi?» «Come, chi? Questi esseri umani che dici tu, come fanno a campare senza sangue? Io li ho visti, quelli che mi hai mandato, prima che il conte li azzannasse: erano vivi, parlavano, camminavano, insomma come fa uno a essere vivo e a non avere sangue nelle vene?» «Ecco, proprio questo mi spiegava l'amico medico: non è che campino proprio, cioè campicchiano, vivacchiano, insomma danno proprio l'impressione di essere vivi, ma non è che siano proprio vivi vivi...» «Campicchiano? Senza sangue? Ma che cazzo dici?» «E' proprio così. Hanno un sistema nuovo, adesso, più economico, una specie di batteria riprogrammabile, una cosa sofisticatissima...» «Non ci credo, Ampelio, questa è la stronzata più grossa che tu mi abbia mai raccontato...» «Puoi verificare. Ce li hai ancora, i cadaveri?» «Sì». «Guarda sotto lo sterno, al posto del cuore». «Guardo sotto lo sterno? Ma per cosa mi hai preso, per un macellaio? Sono un maggiordomo, io». «E allora chiamalo, un macellaio, fanne squartare uno e vedrai. Dev'esserci una scatola blu metallizzata proprio sotto le costole. Quella è la batteria». «Cristo, 'sta storia sta diventando grottesca. Mi devi dare un'oretta, che chiamo qualcuno». «Ti aspetto qua. Tanto la mattina è bella e rovinata». --- «Pronto?» «Ampelio, sono io». «Allora?» «Allora avevi ragione. Hanno tutti 'sta cazzo di batteria lucida. Niente cuore». «Che ti dicevo?» «Incredibile... Ma scusa, e quelli della settimana scorsa, allora? Quelli ce lo avevano, il sangue, il conte si leccava i baffi...» «Il mio amico medico mi dice che ce ne sono ancora, di quelli, ma sono modelli vecchi, stanno andando fuori produzione». «Non ci posso credere...» «Ascolta, ricordi se erano un po' più vispi, quelli? Facevano domande? Rompevano i coglioni? Che ne so, qualcuno si è lamentato di qualcosa, oppure ha insistito per sapere chissà che, o magari semplicemente parlavano tra loro di politica, di un libro che avevano letto? Si baciavano? Ecco, qualcuno si baciava, per caso?» «Quelli col sangue, dici?» «Sì». «Mmm, fammi pensare. Si erano portati una chitarra, la sera prima di essere azzannati hanno cantato tutti insieme nel patio». «Ecco!» «E si baciavano, sì, due si baciavano, e il maschio a un certo punto ha messo la mano sotto la maglietta della femmina, e lei ha arrossito e ha fatto finta di dargli uno schiaffo, e poi si sono messi a ridere tutti insieme, e dopo hanno fatto le tre di notte a forza di parlare del governo, me lo ricordo perché avevo sonno e non vedevo l'ora di andarmene a dormire». «Lo vedi?» «E poi, ecco adesso ricordo, poi si sono messi a chiacchierare guardando la luna anche se faceva freddo, e uno è stato mezz'ora al telefonino, e quando è tornato aveva gli occhi lucidi, pareva che avesse pianto, e allora un altro gli ha detto una cosa tipo ne trovi quante ne vuoi, e quello ha risposto che era stato un bel coglione, a innamorarsi di una stronza così... Ah, e poi la notte, due si sono messi a fare casino nella loro stanza, insomma casino, diciamo sospiravano, gemevano, insomma hai capito, tanto che il conte si era innervosito e voleva succhiarseli subito, senza aspettare il giorno dopo come sempre...» «Non c'è dubbio, erano tutti modelli vecchi. In dismissione, tra vent'anni non ce ne saranno in giro che qualche centinaio. Com'erano quelli di questa settimana, invece?» «Tranquilli. Mangiavano, parlavano poco, niente schiamazzi. E sono andati a letto presto». «Mi pare che tutto coincida». «...» «...» «Ampelio?» «Sì?» «E il conte?» «Il conte cosa?» «Il conte come farà, quando i modelli vecchi non si troveranno più?» «Non ne ho idea. Non mi dirai che ti preoccupi per quel vecchio stronzo». «No, be', figurati, ma sai com'è... Insomma, dopo tanti anni mi ci sono affezionato...» «Be', mi pare che sia spacciato». «Ma...» «Niente ma e niente se, Ladislao. Sono i tempi che cambiano». «I tempi?» «I tempi. Non è più tempo per i vampiri». «No?» «No. E manco per affezionarsi, e per innamorarsi, e per parlare di politica». «Non so se la cosa mi piace, sai?» «Ti piacerà». «...» «Dammi retta, è questione di tempo. Piacerà a tutti».
Bipartitismo clericale
Incredibile ma vero, a Moncigoli (Massa Carrara) è stato indetto un referendum per dirimere la controversia che stava spaccando il paese in due e stabilire se portare in processione la statua di Gesù o quella della Madonna.
Integralismo abortista
L'ultima novità è che la ASL di Milano ha vietato ai propri operatori di svolgere attività di informazione sessuale nelle scuole nei confronti di ragazze e ragazzi di età inferiore ai sedici anni.
Torino, Lingotto, 27 giugno 2009
Messaggio - a reti unificate - dei Piombini democratici: «Dopo settimane di attese e discussioni, dopo oltre 700 email e 80 contributi ricevuti, ci saremo da oltre 40 province italiane. Ci ritroviamo sabato 27 giugno, a Torino, Due anni dopo una delle più grandi promesse tradite della politica italiana degli ultimi tempi: il discorso del Lingotto. Un discorso pieno di promesse che non sono state mantenute, di intenzioni non corroborate dai fatti, di impegni non esauditi, di speranze destinate a finire in un cassetto. Lo abbiamo detto e scritto e più volte: non siamo una corrente, non ci interessa cercare la posizione più conveniente in vista del congresso. Noi siamo il Partito Democratico, e non vogliamo andare al congresso di questo partito per scegliere se consegnarlo a un leader della Margherita o a un leader dei Ds. Ci vediamo a Torino per lanciare un progetto: non il nostro progetto, ma quello del Partito Democratico, vero ospite d'onore. Un grande e moderno progetto di cambiamento e ricostruzione del centrosinistra italiano, della politica italiana, e dell’Italia. Negli ultimi tempi ci siamo visti, ci siamo letti, ci siamo scritti più volte. Sappiamo cos'abbiamo in comune: vogliamo un partito che sia veramente democratico, che sia laico e autonomo dalle chiese e dai gruppi di pressione, che sia moderno e all'altezza delle sfide che ci sono davanti, che sia di sinistra. Ci vediamo domani a Torino per mettere insieme le nostre idee, per confrontarci e costruire insieme il nostro progetto. I lavori saranno aperti da un saluto del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Durante la mattinata, poi, ci concentreremo sul congresso che ci aspetta, sulla forma partito e il ruolo degli iscritti e dei circoli, sulle possibili modifiche da apportare allo statuto. Nel pomeriggio, invece, discuteremo di idee e proposte concrete per economia, diritti civili, comunicazione. Insomma: quale partito, quale congresso, quale paese intendiamo costruire. Il treno del cambiamento passa da lì, il 27 giugno. Dove noi tutti saremo. A domani dunque».
Viaggio... Per il passaporto!
Si avvicina l'estate e ti accorgi di avere il passaporto scaduto. Chissà in quale percorso ad ostacoli occorrerà imbattersi neanche per il rinnovo, bensì per il rilascio! Tento la via di Google. Fantastico! La Polizia di stato mi dice tutto ciò che devo sapere. Mi tranquillizzo, prendo appunti e parto per la missione. Il primo passo è comprare il contrassegno telematico (la vecchia marca da bollo) e sganciare 40,29€. Vado dal mio tabaccaio di fiducia: "non ce l'abbiamo, non abbiamo comprato la macchinetta per stamparlo". Ma come, e perché è un tabacchi? Vabbè, mi faccio indicare uno che ce l'ha, e nel tragitto mi chiedo perché la pubblica amministrazione non faccia un piacere a me offrendo il servizio in un unico posto, ma preferisca offrire il servizio al tabaccaio. Infatti la tappa successiva sono le Poste, e sono estasiata dall'idea di rifare il passaporto alle Poste, mi sembra una bella novità. Entro, e mi ritrovo una fila indiana di gente grondante di sudore. "La macchinetta per i numeri è rotta, si deve mettere in fila". O no! Guardo i poveri anziani diligentemente in fila, a ritirare la pensione, e penso che ogni tanto mi sembra di vedere gente in lotta perenne per vivere. Arriva il mio turno. Evviva! "Lei qui non può fare il passaporto, questa agenzia non fa questo servizio". "Ma come, l'ho letto su internet!". "Sì, ma solo quelle principali. Può andare al Commissariato qua a fianco". Eseguo, non demordo, ero uscita di casa con l'obiettivo di fare il passaporto. Vado al Commissariato. Arrivata alla sala d'attesa percepisco immediatamente un clima amicale, solidale, fra le persone (tante) in fila. Alcune erano lì da un paio d'ore. Fra le risa e i soliti commenti su come non funzioni mai niente, una ragazza si alza e va dall'unica funzionaria preposta ai passaporti. "Signora, sono qui da due ore, ma non può velocizzare i tempi?". La funzionaria esce dalla sua scrivania e viene nella fossa dei disperati/rassegnati. "Cosa dovete fare? Tutti il passaporto? E io che ci posso fare?". "Perché non ci fa compilare i moduli prima, anziché farci aspettare che a uno a uno lo compiliamo da lei? L'altra volta facevano così", dice un ragazzo in fila da un bel po', ed evidentemente esperto del Commissariato. "E lei come si permette, eh? Sa come si fanno i passaporti?". "So che sono in fila da due ore, le chiederei di fare in fretta". "Vada dal dirigente a dire queste cose!", urla la funzionaria. "Prima mi faccia il passaporto, poi vado dal dirigente, non si preoccupi", le risponde lui. "E allora ci vado io!". "Chi è? Lui?". Chiede il dirigente. "Venga, venga", gli dice in tono riottoso. Dopo un po' che erano chiusi nella stanza il ragazzo e la funzionaria, esce questa urlando: "ma chi cazzo mi paga, a me, per fare sto lavoro?". Nella sala tutti avevamo la risposta pronta, ma eravamo allibiti dalla scena, attendendo l'uscita del ragazzo, che era rimasto dentro con il dirigente. Finalmente esce, e tutti noi, ormai grandi amici, gli chiediamo cosa fosse successo. "Mi hanno segnalato, hanno preso i miei dati". Cosa? Perché un cittadino che ha osa commentare l'operato della pubblica amministrazione, si becca una segnalazione? E chi lo poteva tutelare lì dentro, prelevato dai prelevatori e da coloro che dovevano dargli un servizio, ovvero la possibilità di uscire dall'Italia? Sconcerto generale, ci rimettiamo ad attendere. Dopo un'ora e mezza che ero lì (si era avvicinata l'ora di pranzo, e i tempi si erano velocizzati), arriva il mio turno. "Non ha pagato il bollettino di 44,66€". Un'altra gabella?! Figuriamoci se la dipendente delle Poste si era degnata di dirmi, mentre mi consigliava di recarmi al Commissariato, che dovevo pagare il bollettino! Secondo la teoria dell'operato pubblica amministrazione, il cittadino nasce imparato! Miracolosamente, mi dice di farlo immediatamente e di portarglielo (in fila, prima di te, c'era una ragazza che doveva solo consegnare una foto. Mi ero già prefigurata un'altra mattinata persa...). Torno al Commissariato con il bollettino, la funzionaria mi rilascia una ricevuta. " Torni fra un mese, forse, per ritirare il passaporto". "Un mese?! Mi chiamate voi quando è pronto?". "No". Figuriamoci, perché volersi saltare una fila a vuoto! I telefoni sono stati inventati da 100 anni, perché volerli utilizzare ora?! Se qualcuno mi vedrà per le strade di Roma a Ferragosto, bianca, triste, e con una ricevuta in mano, ora saprete perché.
Uno di loro, anzi il migliore
Mi spiace ammetterlo, ma credo si tratti di un parere di rara esattezza.
Divide et impera
Succede, a volte, che le notizie dei giornali online si combinino visivamente in modo a dir poco singolare.
Dieci semplici regole
1 – Se è giovane, non va bene perchè è troppo giovane; 2 – Se non è così giovane, non va bene perchè non è davvero giovane; 3 – Se sta al suo posto, dovrebbe osare di più; 4 – Se osa di più, dimostra immaturità e impazienza; 5 – Se è parente di, “è parente di”; 6 – Se non è parente di, “ma chi cazzo è”; 7 – Se si esprime con proprietà tecnica, parla come i vecchi; 8 – Se usa un linguaggio meno ingessato, “ma come cazzo parla”; 9 – Se arriva dalla società, deve fare esperienza nel partito; 10 – Se arriva dal partito, è cooptato. Via: qui.
La regola che conferma la regola
Chi legge questo blog sa bene quale sia la mia opinione sulle recenti vicende che hanno coinvolto il Presidente Berlusconi. Mentre colgo l'occasione per precisare, a beneficio di qualche commentatore superficiale e/o in malafede, che altro è sottolineare la gravità di indagini riguardanti il Presidente del Consiglio e aventi ad oggetto appalti truccati, induzione alla prostituzione, spaccio di stupefacenti e altre simili amenità (operazione alla quale mi sono effettivamente dedicato su questo blog), e altro è stracciarsi le vesti contro la prostituzione, le prostitute e i loro clienti tout court (cosa che ovviamente, nonostante le maldestre lagnanze di qualcuno, mi sono ben guardato dal fare), mi corre l'obbligo di comunicarvi il mio parere su alcune considerazioni recentemente svolte da "Famiglia Cristiana".
Dalla lettera di Francesco ai peccatori..
Ringrazio Francesco Cossiga che, optando per la scelta di pubblicare sul Corsera quella che era nata come una missiva privata a Berlusconi, ci offre l'occasione di godere di alcune mirabili perle goffamente nascoste sotto una discutibile quanto debole "pungolatura". Scrive l'ex presidente:
"Avevo pensato a questa lettera come ad una missiva privata a te solo riservata. Ma ho poi pensato, che riferendosi a 'scandali', accuse pubbliche e pubbliche fantasticherie di dominio pubblico, fosse meglio che essa fosse pubblica, e pubblicata in un giornale che non è mai stato dedito né al gossip né alle minacce né al ricatto".Tralasciando il delirio di pubbliche, pubbliche, pubblico, pubblica e pubblicata il tutto in sole due righe, è noto che l'ex Presidente non sia mai stato un purista della lingua, la cosa che balza subito all'occhio è la frase "pubbliche fantasticherie di dominio pubblico". Ora, dopo un piccolo controllo - non che ve ne fosse bisogno - di "fantasticherie" menzionate dall'ex referente politico di Gladio (sua ammissione) non ne ho trovata traccia, a meno di non voler considerare tali le foto, le testimonianze rese ai magistrati, l'inchiesta stessa della magistratura di Bari (che fino a prova contraria altro non fa se non il lavoro a cui è preposta) e le affermazioni sull'utilizzatore finale propinateci da Ghedini che, più che difese, suonano come ammissioni. Continua Cossiga:
Ritengo che i giudizi sulla vita privata di una persona che non attengano alla funzione pubblica esercitata - e in particolare la vita eufemisticamente chiamata 'sentimentale' ma più esattamente 'sessuale' - debbano essere distinti dai giudizi politici.Delle due l'una: o come asserito più o meno ironicamente da Tabucchi, l'Italia è davvero un paese a statuto speciale, oppure il Presidente Emerito (conosciuto sul quotidiano Libero sotto lo pseudonimo di Franco Mauri) vuol darci ad intendere che, i festini, le minorenni, le escort e chi più ne ha più ne metta - anche volendo tralasciare il lato di dubbia moralità che ne esce - non rischiano di esporre un Premier ad ogni sorta di ricatto, rendendolo così inadatto a ricoprire in assoluta libertà il suo ruolo. Che poi il Premier in questione sia Silvio Berlusconi e che "assoluta libertà" non gli si addica, beh questo è un altro discorso..
E su questa linea, due altri consigli: vendi Villa La Certosa, o meglio regalala allo Stato o alla Regione Sarda: è indifendibile e 'penetrabilissima'. Lascia anche Palazzo Grazioli, che ha ormai una fama equivoca. Fanne, ad esempio, la sede di rappresentanza ufficiale in Roma del Partito popolare europeo, e trasferisciti per il lavoro e per abitarvi a Palazzo Chigi: non ti mancano i soldi per renderlo meno kitsch e più confortevole. Non chiedere scusa a nessuno, salvo che ai tuoi figli, quelli almeno che hai in comune con Veronica. Non mi consta che gli altri due grandi sciupafemmine come Kennedy e Clinton abbiano mai chiesto scusa al loro popolo".
Cerca un armistizio con l'Associazione nazionale magistrati: porta alle lunghe la legge sulle intercettazioni e quella sulle modifiche del Codice di procedura penale e da' ai magistrati un consistente aumento di stipendio... ...Ma questi, ben lo comprendo, sono soltanto consigli di un non piu' giovane figurante del teatrino della politica della Prima Repubblica. Con affetto ed amicizia. Francesco Cossiga".
TG1: Tele Giudizio 1
“Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. […] Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”ma soprattutto
"io penso che l' opinione pubblica sia perfettamente in grado di giudicare come stanno le cose."Poi, evidentemente, ha cambiato idea. Vedi anche: qui.
Ci proviamo?
Ah, mi perdoni, non avevo capito che lei è una baldracca
«Certamente non ha bisogno che qualcuno gli porti le donne. Pensare che Berlusconi abbia bisogno di pagare 2.000 euro una ragazza, perché vada con lui, mi sembra un po’ troppo. Penso che potrebbe averne grandi quantitativi, gratis». Devo dire che l'avvocato Ghedini, nella difficile situazione attuale, sta svolgendo un prezioso lavoro di demistificazione e di difesa del suo assistito. Qualche giorno fa ha chiarito che Berlusconi non sarebbe comunque punibile in quanto mero utilizzatore finale e soggetto inconsapevole, e in effetti se ci pensate è vero: se voi date delle feste in villa e un signore arriva ogni volta accompagnato da tre o quattro belle donne, e se voi a fine serata per non saper né leggere né scrivere proponete a qualcuna di queste di aspettarvi nel letto grande e quelle effettivamente lì vi aspettano, come potete sospettare che ci sia qualcosa di strano? Le utilizzate, le richiudete con cura e la prossima volta chiedete al vostro ospite dov'è che ne trova di così saporite. Poi ha spiegato che Berlusconi non ha di certo bisogno di pagare 2000 euro una ragazza perché potrebbe averne grandi quantitativi gratis. Voi magari pensavate che il premier fosse il tipo che lontano dalla moglie organizza feste con costose escort, costose ragazze immagine, costose ballerine di flamenco, minorenni che comunque un collier e una foto autografata se li portano a casa e - cosa più grave di tutte - Apicella in presenza delle suddette minorenni. E invece così non può essere, perché Berlusconi non pagherebbe mai migliaia di euro per una ragazza: non quando poi ogni giorno le agenzie di casting gli mandano container pieni di campioni omaggio da utilizzare preferibilmente entro la settimana successiva, tant'è che è costretto a rimandarne indietro grandi quantitativi che altrimenti finirebbero per andare a male. Vorrei anch'io un avvocato come Ghedini a difendermi. "Queste accuse sono del tutto infondate, ma se anche fossero fondate Aioros non sarebbe punibile in quanto completamente idiota". "No, caro signore, Aioros non ha mai rigato il suo Suv con un mazzo di chiavi, anche perché otterrebbe un risultato molto migliore con meno fatica usando l'apposito coltellino che porta sempre in tasca quando esce di casa". "Ma no che non voleva offenderla, signorina, ma se Aioros non avesse per le donne il grande rispetto che in effetti ha, crede forse che avrebbe rivolto la parola ad un cesso ambulante quale lei in effetti è?". La mia vita sociale potrebbe migliorare.
APRIAMO L'AMBASCIATA ITALIANA A TEHERAN
Una bella storia italiana
Vediamo un po': abbiamo mignotte, ruffiani, papponi, interrogatori, uomini che menano le fidanzate, donne che danno della troia alle amiche, ville in Sardegna, protesi, smentite, giochi di prestigio, calendari; il tutto, badate, semplicemente nel titolo, ché a voler leggere gli articoli ci sarebbe anche dell'altro. Facciamo un gioco: provate a prendere tutti gli stilemi della cultura trash che vi vengono in mente e a piazzarli tutti insieme, con un minimo di coerenza logica, in una storia di fantasia. Scommetto quello che volete che non riuscirete mai a inventarne una migliore di questa.
L'Italia del Tg1: chi l'ha vista?
Che bello il Tg1, sembra appartenere a un altro pianeta. Ho seguito l'intera edizione serale del Tg1 (ero in astinenza da un bel po'), e il risultato di tale prova di forza è stato che ho assistito al quadro di una nazione diversa, almeno da quella che si percepisce leggendo i giornali. Di seguito vi propongo le notizie in ordine di apparizione date dal Tg1. A voi il giudizio, magari aiutandovi con una comparazione con Corriere e Repubblica. Come potrete notare manca una cosuccia, una minuzia che modestamente occupa le prime pagine dei quotidiani nazionali: il Premier e il sexgate barese. Sarà stata una svista, suvvia!
- IRAN
- REFERENDUM
- INCIDENTE CON KITE SURF
- COMMENTI AL PORTO DI NAPOLI SUI "PIRATI"
- BRIVIDI PER L'ATTESA DEL PAPA DOMANI A S. GIOVANNI ROTONDO
- ABRUZZO, "VITA DA SFOLLATI"
- CONCERTO PER L'ABRUZZO
- SOMALIA E MINACCE DI AL-QAEDA
- ATTACCO IN IRAQ
- PEDOFILI SU INTERNET (SOLO Lì? PER IL TG1 Sì)
- PROCESSO MEREDITH
- FATTUCCHIERE DI VICENZA CHE HANNO SPILLATO 260.000€ A UNA CHE AVEVA IL "MALOCCHIO"(MA ESITONO ANCORA?!)
- GLI ALBERGHI IN SARDEGNA (E NON MANCA MAI L'INVIATO, IL SUPER ABBRONZATISSIMO CHE CON I NOSTRI SOLDI FA I SERVIZI SOLO NELLE METE DI VILLEGGIATURA!)
- VACANZE IN PULLMAN (L'ABBRONZATO S'E' BEN GUARDATO DAL SEGUIRE QUESTO SERVIZIO)
- GLI ITALIANI AI FORNELLI (SERVIZIO NON MOLTO IMPEGNATIVO: IL GIORNALISTA ROMANO VA SUA VIA DEL CORSO E CHIEDE LA PAGELLINA SUI PROPRI PIATTI AI PASSEGGIANTI)
- CACCIA ALLE BALENE
- OBAMA IN CARTONE ANIMATO
- SPORT
Cosa non troverete al Lingotto sabato 27 giugno [di Oleg Curci]
- - nessuna canzone popolare ne mi fido di te ...ad Ivano Fossati e Jovanotti è stato interdetto l'accesso nella provincia di Torino dalle 23 di venerdì 26
- - nessun brano del Piccolo principe ne stralci di film caldi d'africa
- - palchi rotanti e tavolette invisibili per discorsi memorabili
- - nessun vecchio che fa il giovane ne giovani vecchi
- - nessun congresso nel congresso in corridoio
- - nessuna votazione per alzata di delega...al limite si alza il gomito...ma solo sabato sera e senza guidare
- - nessun discorso che inizi con :" Vi porto il saluto del....improvvisamente assente per motivi istituzionali.."
- - non troverete Red Tv nemmeno YouDem...al limite Giacomo Cariello ed il suo ammasso di cavi e valigia, mamma e cagnolino....
No (tuoi) comment
Da un Presidente del Consiglio ci si aspetterebbe di più. Mi rivolgo qui alla rappresentanza, all’abbraccio di tutti i cittadini, dei loro interessi e delle loro istanze, che un Presidente dovrebbe impersonificare con il proprio mandato istituzionale. E invece no, Berlusconi proprio non riesce a trattenersi, e quando si trova di fronte ad alcuni contestatori, non sa fare altro che additarli come “poveri comunisti”. Da un primo approccio superficiale, rileva la pochezza di argomentazioni del Presidente: perché a delle critiche sceglie di rispondere con delle definizioni, degli appellativi? Sarebbe meglio controbattere. Da una seconda analisi, emerge che il Presidente del Consiglio non accetta le critiche, non vuole sottoporsi al giudizio dei suoi cittadini, è questo è un’anomalia per un sistema democratico. Non esiste solo il momento elettorale: il voto non dà un potere illimitato. Come sempre, per consolarmi mentre sorseggio a cup of tea, il mio pensiero va alla Gran Bretagna: memorabile Mtv e il suo “All eyes on Tony Blair“. Un ragazzo chiese all’allora Premier di dimostrargli che nell’attacco all’Iraq non c’entrasse l’accesso ai pozzi petroliferi. Mtv, perché non ci impartisci un po’ di sano spirito democratico anche a noi? Troppo facile Oltremanica.
Han perso le parole..
Constato a fronte di un veloce giro sul sito di Militia Christi che i deliranti comunicati stampa si interrompono al giorno 13 giugno. Della notizia della condanna del tribunale civile di Roma a risarcire 60mila euro all'Associazione Coscioni, a La Rosa nel Pugno e al Dottor Mario Riccio, neanche l'ombra.. Dev'essere un duro colpo per i crociati di Cristo scoprire che il Vaticano non è disposto a versare un centesimo e che Dio non concede prestiti a tassi agevolati..
Puntiglio laicista
Joseph Ratzinger sui preti pedofili:
Ci sono, purtroppo, anche situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l’infedeltà di alcuni suoi ministri. È il mondo a trarne allora motivo di scandalo e di rifiuto. Ciò che massimamente può giovare in tali casi alla Chiesa non è tanto la puntigliosa rilevazione delle debolezze dei suoi ministri, quanto una rinnovata e lieta coscienza della grandezza del dono di Dio, concretizzato in splendide figure di generosi Pastori, di Religiosi ardenti di amore per Dio e per le anime, di Direttori spirituali illuminati e pazienti.
Referendum elettorale: istruzioni per l'uso
1. Primo quesito: premio di maggioranza alla lista che ottiene il maggior numero di voti e innalzamento della soglia di sbarramento (Camera dei Deputati). 2. Secondo quesito: premio di maggioranza alla lista che ottiene il maggior numero di voti e innalzamento della soglia di sbarramento (Senato). 3. Terzo quesito: abrogazione delle candidature multiple.Al momento vige il cosiddetto Porcellum (la legge elettorale definita “porcata” da Calderoli, suo autore). Si tratta di una legge elettorale con premio di maggioranza attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato (dove viene “vinto” dalla lista o coalizione che riceve il maggior numero di voti). I primi due quesiti hanno il fine di eliminare il collegamento tra diverse liste per evitare che il premio di maggioranza (pari al 55%) sia attribuito alle coalizioni e non alle singole liste. Se vince il SI’: A. il premio sarà attribuito alla singola lista più votata; B. l’innalzamento dello sbarramento renderà necessario che le liste raggiungano un consenso minimo del 4% alla Camera e dell’8% al Senato. La lista più votata otterrà la maggioranza dei seggi e le altre liste una rappresentanza di minoranza proporzionale ai voti presi, a patto che sia superato lo sbarramento. Poiché, inoltre, restano in vigore le norme relative all’indicazione del “capo della forza politica”, sulle schede ci sarà un unico simbolo, con un solo nome, per ciascuna lista. Il terzo quesito mira all’abrogazione delle candidature multiple: il candidato eletto in più circoscrizioni, con la legge attuale, deve scegliere uno solo dei seggi in cui è stato eletto, aprendo la strada ai candidati NON eletti, di “subentrare” nei seggi cui l’eletto rinuncia. Se il candidato eletto nei seggi X e Y rinuncia al seggio X, favorisce il primo dei non eletti nel seggio Y, se sceglie Y, favorisce il primo dei non eletti nel seggio X. Questo sistema, attualmente, riguarda circa un terzo dei parlamentari. Conseguenze della vittoria del SI’. Il sistema elettorale come modificato dal referendum indurrebbe i soggetti politici a perseguire la costruzione di un unico raggruppamento, aprendo in Italia una prospettiva bipartitica e riducendo fortemente la frammentazione. Inoltre l’eliminazione di composite e litigiose coalizioni imporrebbe una notevole semplificazione lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non concorrano per ottenere la maggioranza dei seggi ma che superino gli sbarramenti. Ho sentito molti detrattori del referendum affermare che se passasse, Berlusconi non avrebbe più il puntello della Lega Nord e sarebbe definitivamente libero di fare ciò che vuole. A questi faccio notare che ogni volta che la Lega ha avanzato le proprie richieste al Pdl, Berlusconi ha concesso il proprio appoggio in cambio di altro appoggio per le proprie istanze. In altre parole, per fare un esempio, il Pdl vota il federalismo e la Lega in cambio vota le leggi vergogna sulla giustizia, sulle intercettazioni, sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, sul Lodo Alfano. Mi pare che Berlusconi GIA’ faccia ciò che vuole. A tutti quelli che analizzano il referendum pensando all’attuale situazione politica, infine, ricordo che una legge elettorale non si valuta pensando agli odierni equilibri e alle attuali contingenze, ma guardando in prospettiva. E ricordo che siccome tutti abbiamo detto che la vigente legge elettorale, la “porcata” appunto, non ci piace, l’unica concreta possibilità di cambiarla che abbiamo a disposizione è il voto SI’ al referendum. SI VOTA DOMENICA 21 e LUNEDI’ 22 GIUGNO 2009. N.B. resterebbero comunque le liste bloccate. Gli ideatori del referendum hanno detto che non era tecnicamente possibile formulare un quesito per abrogarle (il referendum può solo abrogare una legge o parte di essa, non può “proporre”).
Adesso, usateli
Mentre vi comunico, en passant, che si tratta (anche) di un successo degli Studenti Luca Coscioni (ma ve lo dico solo io, come al solito, ché i giornali non ritengono di menzionarli), mi prendo qualche minuto per dire due paroline ai giovani in ascolto.
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