Dare libero sfogo al proprio istinto laicista è sempre un'attività piacevole: chi di noi non ha mai fatto le pulci ai discorsi del Papa, chi di noi entrando in chiesa non ha mai lanciato platealmente una monetina nell'acquasantiera, chi di noi non è mai salito su uno sgabello in piazza per leggere le poesie di Rondoni al contrario? Sono piccole azioni quotidiane che ci aiutano ad arrivare a fine giornata rilasciando endorfine, al solo costo della dannazione eterna. Dato che la dannazione eterna non esiste e le endorfine sono una figata, la scelta è banale.
Tuttavia, nella foga anticlericale che ci contraddistingue, spesso perdiamo il controllo, commettiamo delle leggerezze, usiamo argomenti sbagliati, col risultato di farci dare lezioni di logica da gente che crede nell'infallibilità di un ottuagenario in vestaglia.
Scena: grande salone. Un ottuagenario in piedi al centro. Intorno a lui il collegio cardinalizio al completo.
- Io sono infallibile.
- Va bene.
Scena: grande salone. Un ottuagenario in piedi al centro. Intorno a lui il resto della famiglia Aioros.
- Io sono infallibile.
- Stè, trovami il numero dell'ospizio.
Per esempio: quando il Papa fa la sua solita predica sulla famiglia, sui valori della famiglia, sull'esatta larghezza della famiglia, io ci andrei piano col rispondere "che ne sa lui, è single", e non soltanto perché non siamo affatto sicuri che sia single. Supponiamo che Metilparaben dica al Papa "tu parli sempre di famiglia, ma sei mai stato con una donna?". In primo luogo, in base a questo principio, il Papa potrebbe rispondergli, "tu parli sempre di Chiesa, ma sei mai stato in seminario?", e avrebbe perfino ragione, a meno che Metilparaben non abbia un segreto inconfessabile da rivelarci*. Secondariamente, scegliendo male la domanda da porre al Papa si rischia un indesiderato conferimento di autorevolezza in caso di risposta affermativa (es. "tu parli sempre di gay, ma sei mai stato con un uomo?").
Dov'è l'errore in questo approccio? E' nel ritenere che solo l'esperienza diretta autorizzi a dare opinioni (d'altronde, se a condannare il divorzio fosse un Papa divorziato, non gli risparmieremmo certo una buona dose di virtualissimi calci in culo). A volte il parere di un profano può essere utile: altrimenti un laureato in matematica potrebbe parlare solo di matematica e un laureato in scienze della comunicazione, ironia della sorte, sarebbe muto.
Quindi: quando l'avversario dice qualcosa, non contestate la sua competenza e rispondete nel merito. Se il Papa ritiene che l'elettronica abbia rovinato il rock, non chiedetegli come fa a saperlo (per quanto ne sapete potrebbe avere i Deep Purple nel comò): prestategli il primo dei Devo.
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* Notate che invece Metilparaben ha correttamente scelto un'argomentazione di merito: a rovinare i bambini non è il divorzio dei disubbidienti, ma il comportamento dei tuoi sottoposti. Dovreste tutti prendere esempio da Metil, se volete andare all'inferno.