[È sera. L’incontro si svolge nelle stanze particolari della Sen. Binetti. Pesanti crocifissi, rosari, caciocavalli, cilici e fruste di velluto pencolano silenziosi dal soffitto. Nel momento in cui l’On. Turco varca la soglia, si ode solo il salmodiare sicuro della Sen. Binetti che recita le orazioni, e l’affaccendarsi operoso della servitù in cucina].
Livia: Allora Paola, hai visto eh, come sono stata brava con quella storia degli embrioni, la vita, tutti fratelli e sorelle, il Santo Padre è contento, nessuno che abbia fatto volare una mosca…
Paola: (distratta, assente gelida) Mah, beh, sì…
Livia: (piccata) E allora?
Paola: (ecumenica, severa ma con un bellissimo sorriso cattolico fatto di severità ma anche sublime bontà e comprensione): Non è abbastanza…
Livia: In che senso non è abbastanza?
Paola: (gasata, si dà un giro al cilicio) Noi cattolici siamo sempre pronti a riaccogliere chi sbaglia: e – credimi – benché solo doverose, le retromarce su droga ed embrione ci hanno soddisfatto, però è ora di affrontare anche altri temi, altri problemi…
Livia: Intendi nuove linee guida per l’aborto e in generale piccole restrizioni che poi piano piano vadano a minare l’impianto stesso della 194, con successive modifiche e restrizioni che immancabilmente portino alla “verifica” e conseguente abolizione del diritto stesso ad abortire?
Paola: Esatto, anche se avevo un po’ paura della reazione del tuo partito – oh scusa, del tuo ex-partito…
Livia: Paola, qui sono io che ti devo bacchettare: noi del PCI…
Paola: (estasiata, si dà un altro giro al cilicio): Sì, bacchettami, bacchettami tutta, dammi una bella bacchettata sul…
Livia: (la interrompe, interdetta) Dicevo, Paola, che commetti un peccato di leggerezza se trascuri…
Paola: (ennesimo giro al cilicio, trasfigurata dalla foia): Io un solo peccato? Ma io di peccati ne commetto tanti, sempre, e devo essere punita, battuta, ancora… – dai, battimi qui, poi battimi lì, poi sbattimi sulla panca…
Livia: (spazientita) Paola, PORCA MADONNA!!!
Paola: (si calma un po’): Allora dicevi?
Livia: Allora dicevo che non puoi trascurare la nostra storia cinquantennale di opportunismo, ti rinfresco velocemente la memoria: nel 1974 abbiamo cavalcato il divorzio, ma solo all’ultimo momento perché abbiamo capito che si vinceva e noi comunque non volevamo sciogliere le camere; abbiamo marciato col pauperismo per tamponare a sinistra quando Occhetto e D’Alema andavano a fare le regate coi 12 metri, le cooperative stanziavano fondi neri tipo maxitangente Enimont e Consorte si scalava anche la mamma; l’ambientalismo l’abbiamo messo nelle tesi congressuali dai ’70 in poi perché piaceva a quegli imbecilli delle sagre paesane – insomma, in quanto a compromessi osceni in pura funzione di potere i democristiani veri siamo noi, figurati se ci fermiamo davanti all’embrione, all’aborto e ai diritti dei gay, …
Paola: (severa): Si dice froci!
Livia: (risoluta, spedita, raccogliendo le fila del discorso) Sì vabbeh, dicevo, figurati che cazzo ce ne frega a noi di quattro stronzi sterili e due froci! Avendo cavalcato tutto e il contrario di tutto solo per opportunismo, figurati se ci spaventa spostarci verso l’integralismo cattolico. “Cavalcare tutto per condividere e socializzare”, ecco il nostro motto: Che Guevara e Kennedy, Gramsci e Don Sturzo, liberalismo e sindacati, Pippo e Gambadilegno, Milan e Inter... Che ‘sta roba non sta in piedi e pigliamo per il culo la gente, in un paese normale lo capirebbe anche uno studente delle medie, ma noi lo vogliamo cambiare o no questo paese?! Come hanno detto Fassino e l’Anna: “Con i teo-dem ci metteremo d’accordo, il dialogo è importante”.
Paola: (con negli occhi lo sguardo da Terminator della fede) Certo che lo vogliamo cambiare.
Livia: Bene, allora d'accordo. (Tossendo) Scusa Paola, non hai qualcosa da bere?
Paola: Certo, facciamo la pausa per il tè. (Chiama il cameriere suonando un campanellino) Bane! Bane Kalla!
[Entra un negro con una nerchia enorme, coperta solo da un gonnellino tipo “Arrapaho” degli Squallor. Serve il tè a Paola e all’ospite. Passa qualche minuto].
Livia: Dicevo, allora intesi Paola, e grazie per tutto quello che voi cattolici state facendo per noi, siamo commossi. Senza di voi, non so veramente dove saremmo, o dove si andrebbe a finire…
Paola: Dovere.
Livia: Allora ciao.
Paola: Ciao. (Alzando la voce, mentre Livia sta uscendo). Non dimentichi qualcosa?
Livia: (dall’altra stanza, presso la porta) Eh? Ah, sì, scusa: (a voce alta) E SEMPRE SIA LODATO!
Paola: (gemendo, con un tono di voce simile all’arrapamento di prima): E poi?..
Livia: (uscendo, a squarciagola): E SEMPRE SIANO FATTI I DISEGNI DEL SIGNORE!!!
Paola: (in estasi, mentre in sottofondo si ode distinto il fruscìo del cilicio): Vengo… vengo, cazzo, e dire che dovrei essere in chiesa adesso... VENGOOOOOO!!!!!!!!!!!!
(Postato da Anskji su accorato invito del padrone di casa)