Un bimbo di nome Silvio Berlusconi

Se la notizia può far sorridere, la motivazione fornita dal padre del bambino è francamente agghiacciante:

Credo di dovere a Berlusconi il mio permesso di soggiorno.

Capito? Lo deve a Berlusconi. Non alla democrazia, non allo stato di diritto, non alla legge. A Berlusconi. Come se fosse la benevola concessione di un sovrano assoluto, che dispensa generosamente favori a suo piacimento.
A quanto pare nell'immaginario collettivo (compreso quello degli stranieri) l'Italia sta repentinamente tornando ad essere una monarchia.
Senza bisogno non dico di un plebiscito, ma manco di una cagata di decreto legge.

Questo post è stato pubblicato il 23 marzo 2010 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

11 Responses to “Un bimbo di nome Silvio Berlusconi”

  1. ma dai, un po' di piaggeria, non è così grave il fatto. anche se io personalmente arrivato all'età della ragione sparerei a mio padre per uno scherzetto del genere, ma d'altra parte avremmo una strage di genitori se tutti quelli che hanno un nome del cavolo dovessero pensarla come me. cosa avrebbe dovuto fare COMUNARDO NICCOLAI (il calciatore del cagliari, ricordate?)

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  2. Sai le risate quando al bambino sarà impedito di iscriversi in una scuola del proprio quartiere nel caso no rientrasse nella quota di bambini stranieri prevista dalla Legge Gelmini...

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  3. Povero bimbo O_O , non so se per i genitori o per il nome che gli han dato..

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  4. Io gli avrei dato anche come secondo nome "Lega Nord", tanto per completare il cerchio...

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  5. E' del tutto plausibile che un ex cantante di musica religiosa, dunque già di per sè suggestionabile, sbarcato a Palermo ed ivi vissuto per due anni debba veramente il suo permesso di soggiorno a Berlusconi. Molto più probabile che lo debba a qualche palermitano dell'allora Forza Italia. A leggere bene tout se tien.
    Per quanto riguarda il nome, bhè, stendiamo il solito velo?

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  6. Non vorrei che i nuovi italiani fossero peggiori dei vecchi.

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  7. Poveri noi, una volta c'erano le pesti che ripulivano la società dalla feccia, ora non ci sono più ed ecco la feccia che viene a galla.
    Per carità niente razzismo, se li ci fosse stato un italiano milanese o un romano avrei scritto la stessa cosa.

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