Viaggio... Per il passaporto!

Si avvicina l'estate e ti accorgi di avere il passaporto scaduto. Chissà in quale percorso ad ostacoli occorrerà imbattersi neanche per il rinnovo, bensì per il rilascio! Tento la via di Google. Fantastico! La Polizia di stato mi dice tutto ciò che devo sapere. Mi tranquillizzo, prendo appunti e parto per la missione. Il primo passo è comprare il contrassegno telematico (la vecchia marca da bollo) e sganciare 40,29€. Vado dal mio tabaccaio di fiducia: "non ce l'abbiamo, non abbiamo comprato la macchinetta per stamparlo". Ma come, e perché è un tabacchi? Vabbè, mi faccio indicare uno che ce l'ha, e nel tragitto mi chiedo perché la pubblica amministrazione non faccia un piacere a me offrendo il servizio in un unico posto, ma preferisca offrire il servizio al tabaccaio. Infatti la tappa successiva sono le Poste, e sono estasiata dall'idea di rifare il passaporto alle Poste, mi sembra una bella novità. Entro, e mi ritrovo una fila indiana di gente grondante di sudore. "La macchinetta per i numeri è rotta, si deve mettere in fila". O no! Guardo i poveri anziani diligentemente in fila, a ritirare la pensione, e penso che ogni tanto mi sembra di vedere gente in lotta perenne per vivere. Arriva il mio turno. Evviva! "Lei qui non può fare il passaporto, questa agenzia non fa questo servizio". "Ma come, l'ho letto su internet!". "Sì, ma solo quelle principali. Può andare al Commissariato qua a fianco". Eseguo, non demordo, ero uscita di casa con l'obiettivo di fare il passaporto. Vado al Commissariato. Arrivata alla sala d'attesa percepisco immediatamente un clima amicale, solidale, fra le persone (tante) in fila. Alcune erano lì da un paio d'ore. Fra le risa e i soliti commenti su come non funzioni mai niente, una ragazza si alza e va dall'unica funzionaria preposta ai passaporti. "Signora, sono qui da due ore, ma non può velocizzare i tempi?". La funzionaria esce dalla sua scrivania e viene nella fossa dei disperati/rassegnati. "Cosa dovete fare? Tutti il passaporto? E io che ci posso fare?". "Perché non ci fa compilare i moduli prima, anziché farci aspettare che a uno a uno lo compiliamo da lei? L'altra volta facevano così", dice un ragazzo in fila da un bel po', ed evidentemente esperto del Commissariato. "E lei come si permette, eh? Sa come si fanno i passaporti?". "So che sono in fila da due ore, le chiederei di fare in fretta". "Vada dal dirigente a dire queste cose!", urla la funzionaria. "Prima mi faccia il passaporto, poi vado dal dirigente, non si preoccupi", le risponde lui. "E allora ci vado io!". "Chi è? Lui?". Chiede il dirigente. "Venga, venga", gli dice in tono riottoso. Dopo un po' che erano chiusi nella stanza il ragazzo e la funzionaria, esce questa urlando: "ma chi cazzo mi paga, a me, per fare sto lavoro?". Nella sala tutti avevamo la risposta pronta, ma eravamo allibiti dalla scena, attendendo l'uscita del ragazzo, che era rimasto dentro con il dirigente. Finalmente esce, e tutti noi, ormai grandi amici, gli chiediamo cosa fosse successo. "Mi hanno segnalato, hanno preso i miei dati". Cosa? Perché un cittadino che ha osa commentare l'operato della pubblica amministrazione, si becca una segnalazione? E chi lo poteva tutelare lì dentro, prelevato dai prelevatori e da coloro che dovevano dargli un servizio, ovvero la possibilità di uscire dall'Italia? Sconcerto generale, ci rimettiamo ad attendere. Dopo un'ora e mezza che ero lì (si era avvicinata l'ora di pranzo, e i tempi si erano velocizzati), arriva il mio turno. "Non ha pagato il bollettino di 44,66€". Un'altra gabella?! Figuriamoci se la dipendente delle Poste si era degnata di dirmi, mentre mi consigliava di recarmi al Commissariato, che dovevo pagare il bollettino! Secondo la teoria dell'operato pubblica amministrazione, il cittadino nasce imparato! Miracolosamente, mi dice di farlo immediatamente e di portarglielo (in fila, prima di te, c'era una ragazza che doveva solo consegnare una foto. Mi ero già prefigurata un'altra mattinata persa...). Torno al Commissariato con il bollettino, la funzionaria mi rilascia una ricevuta. " Torni fra un mese, forse, per ritirare il passaporto". "Un mese?! Mi chiamate voi quando è pronto?". "No". Figuriamoci, perché volersi saltare una fila a vuoto! I telefoni sono stati inventati da 100 anni, perché volerli utilizzare ora?! Se qualcuno mi vedrà per le strade di Roma a Ferragosto, bianca, triste, e con una ricevuta in mano, ora saprete perché.

Questo post è stato pubblicato il 25 giugno 2009 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

5 Responses to “Viaggio... Per il passaporto!”

  1. Questa è una storia di ordinaria amministrazione.Cosi risulta comprensibile perche gli annunci,che poi purtroppo non portano a nulla,di Brunetta entusiasmano gli italiani.
    Personalmente non so neppure se esista una soluzione alla burocratizzazione delle societa' dei servizi,e la deformazione che ne abbiamo in italia.
    Mirko,Milano

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  2. Abiti in un posto sfigato, lasciatelo dire :P Passaggi per fare il passaporto da me:
    - vai in comune e ti danno una carta con scritto sopra tutto quel che serve.
    - Prendi tutta la roba che serve (foto, marca da bollo, bollettino)
    - La porti in comune e loro lo mandando e lo ritirano.

    E sul sito della polizia c'è scritto chiaramente quali documenti portare :)

    Che poi l'inefficienza dei servizi sia cosa conclamate è un altro discorso.

    ciao ciao

    Konx.

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  3. Saro' stato fortunato ma a me il passaporto l'hanno rilasciato in meno di dieci giorni lavorativi e ho fatto pochissima fila (poi pero' non e' servito ma questa e' un'altra storia di ordinaria follia).
    Curiosa la storia della segnalazione si evinceva chiaramente che il tipo, dopo solo due ore di fila, era un pericolo eversore dell'ordine costituito!

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  4. Da noi si può fare dai carabinieri. Fila zero, e una gentilezza notevole. Inoltre la questura da' informazioni esaurienti al telefono. Mi sa che hai avuto un po' di sfiga (e/o ti sei fidata troppo delle informazioni su internet... succede a voi giovani).

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  5. Io ho cercato cosa serviva pagare e/o portare sul sito della polizia, poi sono andato all'ufficio comunale e ho portato tutto lì.
    Ora aspetto che passi un mese e poi dovrei chiamare i vigili per chiedere se il passaporto è arrivato. Speriamo.

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