Questa non è politica, ma cinema

Non c'è che dire: il tormentone della maggioranza che regge, poi invece no, anzi forse sì, ma anche no e allora si va a votare subito, anzi a marzo, anzi no perché i finiani sono fedeli al programma, però coi dovuti distinguo, quindi il rischio c'è, poi non c'è più, poi c'è di nuovo ma non si capisce bene e via discorrendo fino alla nausea dovrebbe interessare, e parecchio, agli italiani, giacché in ultima analisi riguarda l'immediato futuro del paese in cui vivono.
Invece, fateci caso, la sensazione è che i protagonisti di questa avvincente quanto interminabile saga continuino ad alimentarla come se fosse una loro vicenda privata, in un delirio assoluto di autoreferenzialità completamente avulso da ciò che interessa realmente agli italiani.
Non è che ci sia uno scollamento, più o meno pronunciato, della politica rispetto alla cosiddetta società civile: questi, ormai, si occupano proprio di altro, come se fossero gli interpreti di una produzione hollywoodiana che va in onda tutti i giorni, senza soluzione di continuità, sulle prime pagine dei giornali e sugli schermi televisivi.
In pratica sono attori, non politici: e quello che mettono in scena tutti i giorni non è il proverbiale teatrino del quale tutti abbiamo sentito parlare, ma un kolossal in piena regola con tanto di riflettori, scenografia, battage pubblicitario e intriganti anticipazioni del "dietro le quinte".
Anche quella che sta finendo è stata una giornata dura, ma domani si va in scena un'altra volta, per scrivere un nuovo, memorabile capitolo di questa trama avvincente: nelle case degli italiani si accendono le televisioni su cui andranno in onda gli highlights, poi il profumo di un soffritto sempre più misero riempirà le case, e infine il sonno dei giusti calerà sul paese, che già da domani mattina sarà pronto a ingozzarsi avidamente con i nuovi sviluppi della sceneggiatura.
Nel frattempo, dissolvenza.

Questo post è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

6 Responses to “Questa non è politica, ma cinema”

  1. Non è che non si facessero queste cose già negli anni addietro (anche 15 o 20 anni fa), semplicemente non c'erano esperti di comunicazione a gestirle.
    Se noti bene il testo degli interventi, ricalcano molto le tecniche di comunicazione pubblicitarie. Come ad esempio l'usare due frasi che non sono collegate tra loro ma, mettendole una in fila all'altra, danno la sensazione di essere coerenti e spostare il focus del discorso.
    Giusto ieri ho fatto caso che alcuni esponenti dello stesso partito, in 3 interventi diversi su tv diverse, quando interrotti chiedevano "non mi interrompa, io non l'ho interrotta", peccato che poi quando la controparte rispondeva continuavano ad inserirsi, interrompendo il discorso (cosa che loro avevano detto di non fare) o comunque rendendo l'esposizione del concetto della controparte difficilmente capibile (come se da soli non fossero già abbastanza fumosi).
    Condivido la tua idea, ma il problema è perchè lo fanno.
    Quando si usano queste tecniche, il ragionamento che va fatto è "perchè le stanno usando".

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  2. Speriamo quindi che questa Serie televisiva venga, prima o poi, cancellata.
    Ma come spesso succede sono le serie più belle a essere cancellate perché magari richiedono uno sforzo del pensiero e la gente non le capisce, mentre le più assurde e "trash" rimangono per anni, perché l'importante è che facciano ridere.

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  3. Altro che GF. Questo è il vero reality di successo in Italia! "In onda ogni giorno, che lo guardiate o no." (cit.)

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  4. Sono d'accordo Metilparaben:

    Questa non e' politica, e' cinema!

    Pensa che siamo appena al primo tempo: se succede il ribaltone, nel secondo tempo, vedremo anche le comiche:
    Un ex-post-fascista (Fini), un ex-post-comunista (D'Alema), un neo-comunista (Bertinotti), un democristiano (Casini), una democristiana piu' bella che intelligente (Bindi), un vetero-comunista (Diliberto), un cristiano-socialista (Mortadella), un Pecoraro e un analfabeta populista (Di Pietro), tutti uniti nella grande coalizione per il Progresso, la Pace, il Lavoro, la Prosperita' e la Salvaguardia dell'Eco-Sistema Napoletano.

    In giro per il mondo si chiederanno cosa ci fanno un ex-post-fascista e un ex-post-comunista a capo di un governo di un paese libero e democratico dell'Occidente liberato dal Fascismo e dal Comunismo nel Secolo Scorso.

    Non e' che in Italia facciamo come i gamberi?

    Eh Eh Eh

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