Sesso: quanto ne parlate?

Siccome qualche giorno fa vi ho attaccato un gran pippone su quanto, secondo me, sarebbe "politicamente" importante parlare più spesso di sesso, eccovi una domanda su un tema che giusto l'altra sera ha suscitato un'accesa (e interessantissima) discussione notturna tra amici (vino, sigarette e mal di testa del mattino dopo inclusi): rispondete anche in modo anonimo, se preferite, e possibilmente -lo dico a beneficio dei soliti trolleggioni- evitando di lasciarvi andare a battute da quarta elementare.
Vi è mai successo, a prescindere dalla maggiore o minore autenticità e intensità del rapporto d'amore che stavate vivendo, di avere difficoltà a spiegare al vostro partner (o alla vostra partner), o a farvi spiegare da lui (o da lei) quello che vi piaceva a letto?
Intendo dire: voi e i vostri partner siete sempre riusciti ad esprimervi reciprocamente in modo esplicito, in modo da capirvi con chiarezza? Oppure vi siete limitati a lanciare dei "segnali" dai quali i particolari si potessero "intuire" senza parlarne, in modo più o meno vago, e siete andati avanti per tentativi?
In tal caso, cosa credete vi abbia impedito di essere più chiari? L'imbarazzo? Il timore di essere giudicati dall'altro? E inoltre, vi andava bene così o a conti fatti, vostro malgrado, pensate che se foste riusciti ad essere più espliciti sarebbe stato tutto più soddisfacente? E infine, che idea vi siete fatta -ammesso che ci abbiate mai pensato prima di oggi e ve ne siate fatta una- sull'argomento?
Nel comunicarvi che a mio modo di vedere si tratta di una questione tutt'altro che secondaria, che investe piani assai più estesi (che volete farci, è una mia fissa) di quello sessuale in sé e per sé, vi saluto.
A voi la parola, sempre che vi vada.

Questo post è stato pubblicato il 04 ottobre 2010 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

50 Responses to “Sesso: quanto ne parlate?”

  1. evvai con l'autoaiuto!
    Io sempre, o quasi.
    Lorenzo

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  2. @Lorenzo: il punto, se non si fosse capito, è proprio il "quasi". :-)

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  3. inizialmente ero molto imbarazzato, quindi lanciavo i famosi "segnali", fino a quando mi sentivo ridicolo a continuare con delle stupide scuse, e allora ho tirato fuori tutto. è stato un piacere quando alla fine si è scoperto che ci piacciono le stesse cose, in pratica abbiamo le stesse perversioni.

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  4. A letto, come se non più che in altri luoghi, è meglio essere chiari. Magari gradualmente, lanciando segnali e vedendo se l'altra persona li recepisce o meno. Se no, male non fa parlare sinceramente.

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  5. @Raf: domanda: perché "gradualmente"? Cioè, perché i "segnali", nel caso in cui siano raccolti, sono preferibili alla chiarezza? Cioè, la chiarezza è opportuno usarla solo se indispensabile? Questo, secondo me, è un altro dei punti-chiave.

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  6. Decisamente sì! soprattutto con partner che io chiamo "cattorepressi"...loro si imbarazzavano quindi, dopo alcuni tentativi, lasciavo correre...e rinunciavo ( sig) al mio piacere.
    Con le donne è molto più facile ! :)
    Rossana

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  7. Non se ne parla abbastanza di sesso, anche se per certi versi se ne parla fin troppo, ma a sproposito...
    Per la mia esperienza, posso dire che mi sono sempre vergognata di quelli che potessero essere i miei desideri, per cui la comunicazione su questo piano col partner era pessima. E lo trovo adesso un grosso limite, avrebbe potuto e dovrebbe essere piu' libero e complice il gioco di coppia.
    Perche' ne parlavo poco..? me lo sono chiesta anche io, e penso sia appunto per vergogna, paura di sentirsi in imbarazzo o di essere giudicate male, per il semplice fatto di avere dei desideri. Immagino che la componente culturale/religiosa abbia un peso non da poco in queste cose.
    E poi c'e' il fatto di come ci viene proposto il sesso, sfacciatamente su giornali e tv, ma sempre come una "competizione": se non sei gnocca, prosperosa o super dotato (per i maschietti), sei rovinato in partenza. L'ansia da fallimento non e' una cosa da poco, e se gia' eravamo due righe in difficolta' col sesso, aggiungici quello e diventi un ammasso di nevrosi :-)

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  8. Il linguaggio del corpo è diverso da quello verbale e dove c'è intesa le parole non servono.
    Quando interviene il linguaggio verbale, a volte, le difficoltà sono di tipo emotivo e non di tecniche erotiche.
    Da adulti sappiamo bene tutti (o quasi) che può essere piacevole un dito nel sedere o succhiare i capezzoli, tanto per essere espliciti, ma non sempre queste cose arrivano spontaneamente.
    Credo che richiederle "a comando" toglie al rapporto aspetti di spontaneità che rendono il rapporto più meccanico invece che più piacevole.
    La passione trova sempre la sua strada, quando c'è ...
    Ma se non c'è non c'è consiglio, o "dialogo" che tenga.
    G.

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  9. Mi è sempre sembrato giusto far presente quello che mi piacerebbe fare a letto man mano che l'intensità e la confidenza cresce nel rapporto ed ascoltare attentamente allo stesso modo la mia compagna in modo da ottenere come risultante una armoniosa combinazione delle due sensibilità.
    L'importante per me è non forzare nè reprimere il desiderio di nessuno.

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  10. io ne parlo con chiarezza e serenitá e cosí fa il mio compagno con me.
    i velati segnali sono una stupidaggine, se uno non li coglie o non vuole coglierli che si fa, si resta insoddisfatti?
    il linguaggio non verbale nel sesso esiste ma se c'é una relazione anche quello cresce con la conoscenza, non posso parlare a segnali con uno con cui non parlo la stessa lingua... invece con un compagno si sa parlare anche senza parole, ma comunque si sa giá cosa si comunica con certi segnali!
    con i precedenti non ne parlavo, c'erano segnali che venivano volutamente ignorati perché li potevano mandare solo loro, ma spesso era colpa del fatto che fossero tarati psicologicamente, non potevo mettere in dubbio il loro machismo ma una cosa é certa: sapevo che non sarebbe durata perché la frustrazione di non poter parlare, di sesso come di altre importanti cose, dava un limite alla mia libertá e anche alla mia felicitá.
    se non posso parlare di sesso quando qualcuno lo fa con me, é come se usasse il mio corpo, invece se c'é una che lo usa e lo deve usare e deve dettare le regole sono io! e non é femminismo, vale lo stesso per il lui in genere.
    io non posso immaginare una vita con un argomento tabú riguardo una cosa che quei tabú li tocca e li invade e entra nella la mia 'privacy'.... sarebbe tutto un controsenso, mi spoglio e concedo il mio corpo ma non devo pensare/parlare/comunicare??
    allora sarebbe meglio se quel qualcuno lo facesse con me mentre dormo!!

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  11. Personalmente, da donna, ho sempre pensato che se non si trova un sintonia immediata su questo argomento, non la si troverà neanche a lungo termine...intendiamoci, ne parlo, ma se ci sono cose che proprio non mi vanno giù in come fa sesso un uomo credo di far prima a lasciarlo perdere.
    Per me è come pensare di portare a sinistra uno che vota a destra, o convincere un qualunquista dell'importanza del voto: il gioco non vale la candela, faccio molto prima a trovarne un altro.
    Non per superficialità, ma perché in certe cose le parole contano fino a un certo punto, sono molto più importanti il carattere, l'educazione, i gusti personali...
    E.

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  12. il discorso nasce da un errore di fondo. che si parli poco "Politicamente" di sesso è vero, nel senso che manca un'adeguata educazione sessuale nei minori, sulla contraccezione,etc. la domanda che poni non ha molto (direi niente) di "politico", ha un qualcosa di "indagine sociologica" e qualche connotato "psicologico/psicanalitico". i piani più estesi di cui parli sicuramente ci sono, ma certamente non rientrano in un dibattito politico.
    ciò premesso,personalmente credo si parli troppo di sesso,ma davvero troppo,in maniera ossessiva e fastidiosa...e troppi discorsi corrono il rischio di sminuire ogni valore e significato che il sesso comunque possiede.
    per valore e significato non intendo qualcosa di relativo a credi religiosi, condizionamenti sociali etc, ma qualcosa di relativo alla sfera individuale e privata che ogni essere umano, suo malgrado, possiede. che poi ognuno questa sfera la viva come vuole, è ovvio e giusto.
    venendo alla tua questione,il problema di non riuscire a dire al proprio partner che proverebbe piacere a "fare" una determinata cosa, fa parte della sfera più privata, e può essere dettato da fattori che partono dalla semplice timidezza e possono arrivare fino alla sudditanza psicologica.
    tutto ciò non tiene però conto che esiste un sentimento, il pudore, che in questi discorsi viene completamente svilito e che a mio avviso andrebbe un attimo rivalutato. non intendiamo, ti prego, come "pudore" il gesto involontario di coprirci l'uccello (tecnicismo)quando aprono la porta del cesso. il pudore dei sentimenti, delle proprie sensazioni e dei propri desideri è una componente essenziale di un individuo equilibrato.
    magari,a letto, per pudore..o semplice "empatia (altruismo)" non ti viene di dire..." ti giri, cortesemente?" o "ti cali, di grazia?"... ma non per questo esiste un problema.
    a me fa sinceramente paura chi parla dei "cazzi suoi"(altro termine tecnico) sensa provare un naturale senso di protezione verso determinati argomenti, non perchè siano "sconci" o "immorali" ma semplicemente perchè sono..."personali".
    ovvio, tutto va contestualizzato..quindi non mi riferisco al discorso fatto coi tuoi amici (credo sia la normalità tra amici..anzi,accetta un attestato di stima a te ed ai tuoi amici per il livello della conversazione dato che di solito con i miei di amici il tenore dei discorsi sul sesso non è politico ed è molto più basso)
    mi riferisco di più a chi spiattella senza remore ciò che fa parte delle propria sfera intima...dimostrando che in fondo il sesso è un atto meccanico e non un dimensione (importante) della vita. e questo mi sconcerta molto.
    saluti!

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  13. scusate...aggiornare
    http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/10/04/news/nuovo_suicidio_a_poggioreale_il_52esimo_in_italia_nel_2010-7715001/

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  14. 1.
    Il discorso nasce da un errore di fondo. che si parli poco "Politicamente" di sesso è vero, nel senso che manca un'adeguata educazione sessuale nei minori, sulla contraccezione,etc. la domanda che poni non ha molto (direi niente) di "politico", ha un qualcosa di "indagine sociologica" e qualche connotato "psicologico/psicanalitico". i piani più estesi di cui parli sicuramente sono estesi, ma certamente non rientrano in un dibattito politico.
    ciò premesso,personalmente credo si parli troppo di sesso,ma davvero troppo,in maniera ossessiva e fastidiosa...e troppi discorsi corrono il rischio sia di dimostrare che la morale cattolica è sedimentata nelle menti di tutti, soprattutto dei non cattolici (meccanismo della reazione) ma soprattutto corre il rischio di sminuire ogni valore e significato che il sesso comunque possiede.
    per valore e significato non intendo qualcosa di relativo a credi religiosi, condizionamenti sociali etc, ma qualcosa di relativo alla sfera individuale e privata che ogni essere umano, suo malgrado, possiede. che poi ognuno questa sfera la viva come vuole, è ovvio e giusto.
    venendo alla tua questione,il problema di non riuscire a dire al proprio partner che proverebbe piacere a "fare" una determinata cosa, fa parte della sfera più privata, e può essere dettato da fattori che partono dalla semplice timidezza e possono arrivare fino alla sudditanza psicologica.

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  15. 2.
    tutto ciò non tiene però conto che esiste un sentimento, il pudore, che in questi discorsi viene completamente svilito e che a mio avviso andrebbe un attimo rivalutato. non intendiamo, ti prego, come "pudore" il gesto involontario di coprirci l'uccello (tecnicismo)quando aprono la porta del cesso. il pudore dei sentimenti, delle proprie sensazioni e desideri è una componente essenziale di un individuo equilibrato.
    magari,a letto, per pudore..o semplice "empatia " non ti viene di dire... "cortesemente, ti giri?" o "ti cali, di grazia?"
    non per questo tale remora è sintomatica di un problema.
    a me fa sinceramente paura chi parla dei "cazzi suoi"(altro termine tecnico) senza provare un naturale senso di protezione verso determinati argomenti, non perchè siano "sconci" o "immorali" ma semplicemente perchè sono..."personali".
    ovvio, tutto va contestualizzato..quindi non mi riferisco al discorso fatto coi tuoi amici (credo sia la normalità tra amici..anzi,accetta un attestato di stima a te a ai tuoi amici per il livello della conversazione dato che di solito con i miei di amici il tenore dei discorsi con argomento sesso è di livello nettamente inferiore) mi riferisco di più a chi spiattella ogni particolare della propria intimità senza remore,magari convinto che parlare del “proprio” sesso apertamente e dettagliatamente è anticonformista (mentre è invece tristemente conformista)e dimostrando che il sesso è un semplice atto meccanico e non un dimensione dell'essere, forse una delle più importanti che abbiamo.
    e questo mi sconcerta.
    ti saluto!
    Vincenzo

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  16. Λ_Λ         
       ( ´Д`)  
      /    \      
      | l    l |   
      | |    | _|。.:_
      ヽ \_ .。’゚/   `。:、`
       /\_ン∩ソ\    ゚ ;:゚.
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     〈  く     / /    ゚ ;:
    .  \ L   ./ /     .;.:.;.゜::: ;。:
        〉 )  ( .く,     ゚.;゚゚.。゜:: ;。
       (_,ノ    .`ー’     ;:: ;。:゚.;.:; : ;

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  17. credo di aver fatto casino e ho postato due volte le stesse cose. non sono pratico! :-)
    vincenzo

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  18. A proposito:


    ,ィヘ⌒ヽフ  ブヒブヒ
        / ( ・ω・)) -=3 
     ε//   し ヘ⌒ヽフ   アアン
      ( (  _,.ノ( ・ω・)) -=3 
       し しー し─J

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  19. penso che ogni incontro abbia una sua particolare alchimia. e che a volte uno sguardo o un cenno sono tutto quello che serve. altre volte, però le parole sono parte del gioco... certo dire "ti cali di grazia" (troppo carina :D)smorza un po'..ma avvicinarsi all'orecchio del proprio uomo e sussurrargli "mordimi", secondo me ha un altro effetto.

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  20. provo a contribuire anche io rispondendo alle domande.
    si mi è capitato di non riuscire a esprimere alcuni desideri al mio partner, non ci ho provato nemmeno con segnali in quei casi, relegando quei desideri all'ambito della mia fantasia.
    mi sto riferendo alla mia ultima relazione stabile e alle precedenti più o meno stabili. credo che i miei partner siano riusciti a farmi capire, anche dicendolo, i loro gusti. ho sempre apprezzato questa loro capacità e ho cercato di assecondare la loro ricerca del piacere di buon grado.
    i motivi che mi impedivano di esprimere i miei desideri non mi sono molto chiari, credo influisse l'educazione e forse la mia personalità non del tutto formata.
    sono sicura che i rapporti sarebbero stati più appaganti se fossi riuscita a esprimermi meglio.
    da qualche anno non ho una relazione stabile ma ho cominciato a parlare con i diretti interessati più esplicitamente di quello che mi piace e di quello che non mi piace a letto e oggi lo faccio senza problemi. sempre con serenità e tatto se è il caso.
    l'opinione che ho sull'argomento e che avevo anche prima di leggere questo post è che sia molto utile esprimere i propri desideri sessuali soprattutto, ma non solo, nelle relazioni stabili.
    è utile per la persona che li esprime e per la coppia. utile nel senso che aiuta molto a vivere rapporti sereni, soddisfacenti e paritari.. e non solo per quanto riguarda la dimensione sessuale. credo però che molte donne, più che gli uomini, non ci riescano.
    inoltre credo sia importante, per trarre delle conclusioni da questi commenti, conoscere oltre al sesso anche l'età della persona che li scrive. io ho 30 anni e ho l'impressione che le donne più grandi di me siano più inibite e le donne più giovani più disinibite. ma forse mi sbaglio e ho solo assimilato un luogo comune.
    infine, credo che parlare di sesso in diverse sedi e a tutti i livelli sia positivo.

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  21. Mamma quanti anonimi...fa così paura perfino fra adulti scrivere o parlare di sesso? di desideri repressi, di insoddisfazioni, di rimpianti si muore. Ci sono ancora troppe donne che pensano che non stia bene usare un linguaggio esplicito col partner in fatto di sesso, e a tanti uomini sentirsi chiedere cose esplicitamente produce l'effetto contrario. Ma il sesso, vivaddio o chi per lui è solo ed esclusivamente sostanza, non è forma, non c'è galateo. Le donne piu' grandi non sono inibite, sono esigenti, e a ragione dico io. Se conosci la passione non la eviti, la vai a cercare.

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  22. Caro Metil,
    un argomento tutt'altro che banale e oltretutto uno di quegli aspetti del rapporto che hanno una diretta influenza sulla sua possibilità di durare col tempo.

    Personalmente questo tipo di discorsi mi imbarazza alquanto, ma affronto la cosa ogni volta che lo ritengo opportuno proprio perchè so che è importante.

    Non ci sono due persone uguali e pertanto non esiste un modo solo di dialogare con il partner. A seconda della persona ho sempre dovuto tentare approcci diversi e trovare quello giusto è una questione di sensibilità, tentativi e anche qualche discussione.

    A essere chiari, nei modi giusti, ho sempre trovato un sacco di vantaggi. Molte volte ho scoperto comunanze di "gusti" incredibili, a volte mi sono dovuto arrendere all'evidenza che di certe cose non ne avrei mai potuto nemmeno parlare :-)

    Il mio consiglio? Evitate i segnali. La probabilità che non vengano capiti è molto molto alta. Se già è facile essere fraintesi quando si parla apertamente, figuriamoci quando si mandano segnali. Potrebbero essere compresi come segni di insoddisfazione, manacanza di interesse, etc. Dopo gli sms sono il modo peggiore di comunicare.

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  23. Non è un caso se tutte le religioni hanno come fine comune quello di inibire, vietare, condannare, punire ( in alcuni paesi anche con la morte) la libertà di disporre del proprio corpo nel modo che si desidera.

    Perché raggiungere la libertà del corpo significa aver liberato prima la mente.


    E ai grandi poteri, si sa, le menti libere non piacciono. E a questo nessuna persona persona in grado di intendere, di decidere cosa è meglio per sé puo' sottostare. Evitare certe mortificazioni, che pesano prima di tutto su se stessi, credo sia una doverosa forma di rispetto prima di tutto per se stessi. Io quando sento dire, ancora oggi, che molti uomini ( una decina di milioni in questo paese ) si rivolgono regolarmente al mercato del sesso soprattutto perché "certe cose con le mogli non si fanno" rabbrividisco. Perché se non si fanno vuol dire, appunto, che non se ne parla nemmeno.

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  24. Mi fermava, a parlarne apertamente, più che il vedere il sesso come tabù, la consapevolezza (corretta o erronea?) che avrei rovinato un momento romantico, avrei 'tecnicizzato' un momento di intimità.

    Per dirla coi chiesani: avrei mercificato la nostra relazione.

    Questo è quello che sempre mi ha più impaurito, anche se poi alla fine il rapporto è imploso per ben altro, per la routine, e per la mancanza di stimoli. Per il poco parlare che crea problemini non risolti. Parlare di una cosa che forse avrebbe rovinato momenti era un problema, e il non parlare della normalità è stato fatale...

    E' bello sapere che in un blog ricco di riflessioni politiche ci sia spazio per ragionare di queste cose.

    Bella lì, metilparaben (anche se ho votato wil-nonleggerlo)

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  25. Ti leggesse mia moglie...
    Io sono un timidone, e quindi non dico nulla di quello che mi piacerebbe.
    Paradossalmente perdo di timidezza quand'è mia moglia a dirmi quello che vorrebbe.
    Poi il discorso si allunga (e forse il verbo "allungare" è infelice).
    Però in sintesi questo è il mio status piscofisiosessuale.
    Salud,
    Alessandro

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  26. Nella mia esperienza, dipende tutto dall'alchimia di coppia.
    A me piace il sesso fatto di ore passate a letto in cui a fasi più intense si intercalano momenti di confidenza, parole, risate, in un groviglio di corpi, pensieri e sensazioni. Adoro che un uomo mi dica che cosa desidera, è come se aggiungesse un senso in più alla passione, anche perché già solo il tono di una voce può diventare sensuale ed eccitante.
    Non tutti i partner però riescono a sentirsi bene in queste situazioni, non c'entra nulla se sono partner consolidati o più o meno occasionali. Penso che c'entri la fiducia in sé stessi e la capacità di relazionarsi ed entrare in intimità con l'altro.
    Con partner che hanno queste inibizioni trovo difficile esprimere ciò che vorrei perché istintivamente avverto che dispiace loro trovarsi di fronte una persona con meno (o diverse) inibizioni. Allora si cerca di guidare con i "segnali", ma... raramente funzionano! C'è solo da sperare che ci sia una fantasia comune che trovi la sua strada per emergere. Devo però dire che, quando capita la serendipity, ha una forza emotiva grandissima! Lo scoprire di avere qualcosa di profondamente intimo, ineffabile, eppure condiviso può essere travolgente.

    Morale? E' troppo bello farlo!!!

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  27. ma sbaglio o che le coppie più consolidate sono quelle che parlano meno? e se fosse così perchè all'aumentare della condivisione del sentimento diminuisce la condivisione delle parole?

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  28. Io ho sempre parlato senza alcun problema, da subito. Sono stata fortunata - nessuno mi ha mai giudicata e, anzi, sono sempre stata accontentata. Ora, con mio marito, continuo a parlare. Lui non è abituato a cotanta disinvoltura, ma la novità gli piace e piano piano comincia a sciogliersi anche lui. Risultati ottimi.

    Lu

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  29. A me parlare di cosa mi piace fare e farmi fare è sempre riuscito facile, forse perchè non ho mai avuto grosse inibizioni o un forte senso del pudore. Più invecchio, però, e più le cose che mi danno addosso nel sesso sono altre. La trascuratezza, sciattoneria di molti uomini (e anche donne, a quanto ne so da amici) che dopo una certa età non fanno più caso a particolari che secondo me andrebbero curati, proprio perchè il fattore fisico ed emotivo va calando, e quindi si notano di più. E dire ad un uomo con cui ho idea di fare l'amore "lavati, cambiati ecc ecc" mi smonta non poco. Preferisco soprassedere.
    mary

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  30. mah! secondo me per fare sesso appagante bisogna per prima cosa sentirsi bene con se stessi.
    Se uno dei due partner non raggiunge questo traguardo tutto il resto sono "chiacchiere" e "segnali" inutili.

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  31. il sesso è come mangiare: una necessità fisica di cui non possiamo privarci

    chi non capisce che deve viverlo con la stessa disinvoltura e naturalezza, è e sarà sempre infelice

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  32. @Metil: scusa il ritardo della risposta.

    L'approccio graduale può essere preferibile quando si ha il dubbio che l'altra persona non sia altrettanto predisposta a parlare liberamente e chiaramente delle proprie abitudini sessuali (per es. cosa ci piace e cosa non ci piace): vuoi per taboo religiosi, per timidezza, o anche per senso di vergogna. E quindi credo sia un atto anche di "sensibilità" verso il/la partner parlare chiaro "per gradi" se l'altra persona manifesta disagio a farlo in maniera più diretta. Sono solo modi diversi di arrivare allo stesso punto: la chiarezza reciproca, onde poter arrivare ad una soddisfazione sessuale reciproca.

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  33. Beh, la gradualità nell'affrontare certi aspetti del rapporto di coppia è importante, soprattutto se il rapporto è recente. Del resto, non si parla dei traumi infantili che hanno cambiato il corso delle nostra vita durante del primo appuntamento. Allo stesso modo non ci si cala nella parte del sergente maggiore ordinando al partner di fare questo e quello nel corso dei primi tête-à-tête. Perché privare qualcuno del piacere della scoperta?

    Non parlare delle proprie esigenze se la storia è già decollata, invece, è un modo per evitare di sollevare veli che -se sollevati- rivelerebbero la polvere che c'è sotto, dal momento che spesso l'insoddisfazione sessuale cela un'insoddisfazione di fondo del rapporto.

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  34. a mio marito non ho detto mai niente sperando i primi tempi che ricordasse come lo si faceva prima di sposarsi. poi col tempo, essendo il desiderio del tutto svanito, non gli detto piu' niente sperando solo che, le rare volte che..., finisse il prima possibile. al mio amante piano piano sto cercando di dire cosa voglio da lui. mi sono sempre aspettata che l'altro mi leggesse in testa o che riuscisse a cogliere segnali davvero impercettibili ma questa speranza adolescenziale e' finalmente scomparsa.

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  35. Personalmente ho iniziato a parlare di sesso con un fidanzato sudamericano. Lui (e i suoi amici e in generale devo dire, i sudamericani che ho conosciuto) aveva un rapporto naturalissimo con la cosa, se ne parlava come se fosse una cosa qualsiasi, si facevano un sacco di battute e motteggi con gli amici. Da subito mi sono trovata a mio agio con questo atteggiamento. Prima di questo ragazzo non ne parlavo, ma credo dipendesse dal fatto che ero adolescente e stavo ancora scoprendo l'oggetto :D. Comunque il livello di felicità e piacere nel sesso era proprio alto con quel ragazzo e di sicuro dipendeva dal fatto che se ne parlasse, perchè ricordo che dare un nome a ciò che avevo provato con altri prima di lui e a ciò che volevo, mi dava una sensazione di relax e sollievo. Ho interiorizzato con facilità questo atteggiamento, infatti ora che sto con una bella fanciulla ne parliamo di continuo, cioè abbiamo lo stesso senso dell'umorismo quindi spessissimo facciamo battute, ridiamo, commentiamo questioni sessuali senza il minimo imbarazzo nè pudore. Da questo punto di vista differenzierei il pudore che si può avere delle proprie questioni private nei confronti di estranei o amici (io ne ho poco, la mia ragazza di più, ma comunque mi sembra normale averne) e il pudore nella coppia, che per me non ha proprio senso. Voglio dire, se si sta con una persona che senso ha avere pudore? Alla base di un simile timidezza allora c'è magari un imbarazzo nei confronti del proprio corpo, un non conoscersi e quindi non voler che l'altro ci conosca. L'intimità è fondamentale in una coppia e il pudore frena l'imtimità.
    Ritengo che parlare di sesso in generale e del sesso che si fa con il partner sia fondamentale e non trovo affatto imbarazzante addentrarsi in dettagli tecnici: io ho avuto bisogno di un "corso" dettagliato per trovare il punto G e sono felice di aver trovato chi me lo impartisse :D
    Parlare invece mentre lo si fa, nella coppia dipende un po' dai gusti, di sicuro lo trovo utile nel sesso occasionale, preferisco che mi si chieda: "Senti ma questo ti piace?" visto che non ci si conosce e andar per tentativi a volte diventa snervante.
    Non trovo che parlar di sesso renda il rapporto meno romantico, anzi, non trovo proprio che le due cose vadan separate. Il momento romantico può essere sessuale o meno, chiaccherato o meno... non c'entra nulla :)
    Concordo sul fatto che le religioni, l'educazione religiosa e il background religioso reprimono fortemente cose che non dovrebbero essere represse. Bisogna trattare il sesso come ciò che è, ovvero una necessità fondamentale dell'uomo nella vita di tutti i giorni, come mangiare, bere, dormire. L'aura di "cosa speciale" da trattare con regole speciali, è una forma di repressione anch'essa.

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  36. Ho un'idea abbastanza precisa di quel che mi piace e cerco di capire se lei è il mio complemento prima di essere insieme a letto. Cerco di non essere esplicito perchè mettersi a parlare in maniera troppo chiara diventa un po' come sezionare una rana: l'operazione riesce, ma il soggetto muore. Come dire, non è tanto un fatto di parlare, quanto di capirsi. Se riesci, senza recitare il menu, a fare tutto ciò che vuoi e ad avere tutto ciò che vuoi senza arrivare lì dove lei ti dice "no", allora la missione è compiuta. La cosa vale anche nel senso opposto (un minimo di "correct"...). Va da sè che se non ci si conosce e non ci si capisce, il sesso è destinato ad ingrigire e scomparire malinconicamente.

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  37. @Valentina: concordo in pieno. E' chiaro che l'aspetto temporale della relazione sentimental-sessuale che hai con il/la partner è un fattore importante, e forse uno dei primi da cui iniziare a fare distinzioni sul comportamento o sull'approccio nel parlare di sesso.

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  38. forse più vitale di esercizi meccanici chiamati "sesso" e propinati dalla sociologia più spicciola come bisogni primari, o dalla medicina più spicciola come metro indispensabile della felicità, sarebbe stare più a contatto con la natura panteistica dell'essere umano, guardare un tramonto da soli o in compagnia, non è forse meglio che grondare sudore dopo aver letto i consigli del settimanale in edicola di tendenza su come "fare felice il partner".

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  39. Esprimere una fantasia sessuale non è sempre facile, capita di conoscere così bene il partner da sapere quale tipo di reazione potrebbe avere.
    Un buon modo per prendere l'argomento è farlo quando si è già a letto in un momento di particolare eccitazione, o provarci direttamente: se una coppia è in sintonia di certo quello è il momento migliore, è utile sfruttare il momento di intimità e 'disinibizione'.
    A parte la teoria, penso che sia gli uomini che le donne si fanno "guidare" molto poco a letto: bisognerebbe fermarsi un attimo e capire in che direzione va la sessualità dell'altro, penso sia questo uno dei motivi per cui la prima volta con un nuovo partner non è quasi mai la migliore.

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  40. Se posso rispondere a carotenuto, direi che personalmente preferisco di gran lunga grondare di sudore dopo aver fatto felice il/la partner con tutta la fantasia e il dialogo che mi posso inventare, magari dopo aver visto un tramonto mano nella mano. Senza contare che i settimanali di tendenza sono fondamentali per passare il tempo dal dentista o dal parrucchiere, e non vedevo l'ora di leggere del coming out di Tiziano Ferro (e questo senza ironia).
    Il tuo commento gronda luoghi comuni, non saprei bene di che sociologia o medicina tu stia parlando, direi che è una semplice questione di buon senso. Il sesso è qualcosa di estremamente naturale, non nel senso di "secondo natura", ma nel senso che viene naturale farlo e goderne a qualsiasi essere umano, ognuno nella variante preferita. Mi pare triste che tu consideri il sesso come un esercizio meccanico, fra le tante definizioni che potrei darne io, ad esempio, non mi sarebbe mai venuta in mente.
    E guarda che nella natura panteistica dell'essere umano il sesso è compreso eccome...

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  41. oggigiorno tutti parlan di sesso, ma con parole e gesti cifrati.

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  42. io sinceramente faccio capire a segnali ciò che voglio perchè ritengo che qualsiasi cosa riguardi sesso e affettività è un dono,una specie di regalo e non deve essere influenzato da me,mi parrebbe scortese...
    quando è Natale io non vado da mia madre e le dico "mamma,voglio un pc nuovo",lei già sa cosa regalarmi o,se non ha idea,me lo chiede.
    si è una visione un po'strana però io la vedo così...^^

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  43. oggigiorno tutti parlan di sesso, ma con parole e gesti cifrati.

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  44. il sesso è come mangiare: una necessità fisica di cui non possiamo privarci

    chi non capisce che deve viverlo con la stessa disinvoltura e naturalezza, è e sarà sempre infelice

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  45. A me parlare di cosa mi piace fare e farmi fare è sempre riuscito facile, forse perchè non ho mai avuto grosse inibizioni o un forte senso del pudore. Più invecchio, però, e più le cose che mi danno addosso nel sesso sono altre. La trascuratezza, sciattoneria di molti uomini (e anche donne, a quanto ne so da amici) che dopo una certa età non fanno più caso a particolari che secondo me andrebbero curati, proprio perchè il fattore fisico ed emotivo va calando, e quindi si notano di più. E dire ad un uomo con cui ho idea di fare l'amore "lavati, cambiati ecc ecc" mi smonta non poco. Preferisco soprassedere.
    mary

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  46. Personalmente ho iniziato a parlare di sesso con un fidanzato sudamericano. Lui (e i suoi amici e in generale devo dire, i sudamericani che ho conosciuto) aveva un rapporto naturalissimo con la cosa, se ne parlava come se fosse una cosa qualsiasi, si facevano un sacco di battute e motteggi con gli amici. Da subito mi sono trovata a mio agio con questo atteggiamento. Prima di questo ragazzo non ne parlavo, ma credo dipendesse dal fatto che ero adolescente e stavo ancora scoprendo l'oggetto :D. Comunque il livello di felicità e piacere nel sesso era proprio alto con quel ragazzo e di sicuro dipendeva dal fatto che se ne parlasse, perchè ricordo che dare un nome a ciò che avevo provato con altri prima di lui e a ciò che volevo, mi dava una sensazione di relax e sollievo. Ho interiorizzato con facilità questo atteggiamento, infatti ora che sto con una bella fanciulla ne parliamo di continuo, cioè abbiamo lo stesso senso dell'umorismo quindi spessissimo facciamo battute, ridiamo, commentiamo questioni sessuali senza il minimo imbarazzo nè pudore. Da questo punto di vista differenzierei il pudore che si può avere delle proprie questioni private nei confronti di estranei o amici (io ne ho poco, la mia ragazza di più, ma comunque mi sembra normale averne) e il pudore nella coppia, che per me non ha proprio senso. Voglio dire, se si sta con una persona che senso ha avere pudore? Alla base di un simile timidezza allora c'è magari un imbarazzo nei confronti del proprio corpo, un non conoscersi e quindi non voler che l'altro ci conosca. L'intimità è fondamentale in una coppia e il pudore frena l'imtimità.
    Ritengo che parlare di sesso in generale e del sesso che si fa con il partner sia fondamentale e non trovo affatto imbarazzante addentrarsi in dettagli tecnici: io ho avuto bisogno di un "corso" dettagliato per trovare il punto G e sono felice di aver trovato chi me lo impartisse :D
    Parlare invece mentre lo si fa, nella coppia dipende un po' dai gusti, di sicuro lo trovo utile nel sesso occasionale, preferisco che mi si chieda: "Senti ma questo ti piace?" visto che non ci si conosce e andar per tentativi a volte diventa snervante.
    Non trovo che parlar di sesso renda il rapporto meno romantico, anzi, non trovo proprio che le due cose vadan separate. Il momento romantico può essere sessuale o meno, chiaccherato o meno... non c'entra nulla :)
    Concordo sul fatto che le religioni, l'educazione religiosa e il background religioso reprimono fortemente cose che non dovrebbero essere represse. Bisogna trattare il sesso come ciò che è, ovvero una necessità fondamentale dell'uomo nella vita di tutti i giorni, come mangiare, bere, dormire. L'aura di "cosa speciale" da trattare con regole speciali, è una forma di repressione anch'essa.

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  47. Caro Metil,
    un argomento tutt'altro che banale e oltretutto uno di quegli aspetti del rapporto che hanno una diretta influenza sulla sua possibilità di durare col tempo.

    Personalmente questo tipo di discorsi mi imbarazza alquanto, ma affronto la cosa ogni volta che lo ritengo opportuno proprio perchè so che è importante.

    Non ci sono due persone uguali e pertanto non esiste un modo solo di dialogare con il partner. A seconda della persona ho sempre dovuto tentare approcci diversi e trovare quello giusto è una questione di sensibilità, tentativi e anche qualche discussione.

    A essere chiari, nei modi giusti, ho sempre trovato un sacco di vantaggi. Molte volte ho scoperto comunanze di "gusti" incredibili, a volte mi sono dovuto arrendere all'evidenza che di certe cose non ne avrei mai potuto nemmeno parlare :-)

    Il mio consiglio? Evitate i segnali. La probabilità che non vengano capiti è molto molto alta. Se già è facile essere fraintesi quando si parla apertamente, figuriamoci quando si mandano segnali. Potrebbero essere compresi come segni di insoddisfazione, manacanza di interesse, etc. Dopo gli sms sono il modo peggiore di comunicare.

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  48. 1.
    Il discorso nasce da un errore di fondo. che si parli poco "Politicamente" di sesso è vero, nel senso che manca un'adeguata educazione sessuale nei minori, sulla contraccezione,etc. la domanda che poni non ha molto (direi niente) di "politico", ha un qualcosa di "indagine sociologica" e qualche connotato "psicologico/psicanalitico". i piani più estesi di cui parli sicuramente sono estesi, ma certamente non rientrano in un dibattito politico.
    ciò premesso,personalmente credo si parli troppo di sesso,ma davvero troppo,in maniera ossessiva e fastidiosa...e troppi discorsi corrono il rischio sia di dimostrare che la morale cattolica è sedimentata nelle menti di tutti, soprattutto dei non cattolici (meccanismo della reazione) ma soprattutto corre il rischio di sminuire ogni valore e significato che il sesso comunque possiede.
    per valore e significato non intendo qualcosa di relativo a credi religiosi, condizionamenti sociali etc, ma qualcosa di relativo alla sfera individuale e privata che ogni essere umano, suo malgrado, possiede. che poi ognuno questa sfera la viva come vuole, è ovvio e giusto.
    venendo alla tua questione,il problema di non riuscire a dire al proprio partner che proverebbe piacere a "fare" una determinata cosa, fa parte della sfera più privata, e può essere dettato da fattori che partono dalla semplice timidezza e possono arrivare fino alla sudditanza psicologica.

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  49. Non se ne parla abbastanza di sesso, anche se per certi versi se ne parla fin troppo, ma a sproposito...
    Per la mia esperienza, posso dire che mi sono sempre vergognata di quelli che potessero essere i miei desideri, per cui la comunicazione su questo piano col partner era pessima. E lo trovo adesso un grosso limite, avrebbe potuto e dovrebbe essere piu' libero e complice il gioco di coppia.
    Perche' ne parlavo poco..? me lo sono chiesta anche io, e penso sia appunto per vergogna, paura di sentirsi in imbarazzo o di essere giudicate male, per il semplice fatto di avere dei desideri. Immagino che la componente culturale/religiosa abbia un peso non da poco in queste cose.
    E poi c'e' il fatto di come ci viene proposto il sesso, sfacciatamente su giornali e tv, ma sempre come una "competizione": se non sei gnocca, prosperosa o super dotato (per i maschietti), sei rovinato in partenza. L'ansia da fallimento non e' una cosa da poco, e se gia' eravamo due righe in difficolta' col sesso, aggiungici quello e diventi un ammasso di nevrosi :-)

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  50. inizialmente ero molto imbarazzato, quindi lanciavo i famosi "segnali", fino a quando mi sentivo ridicolo a continuare con delle stupide scuse, e allora ho tirato fuori tutto. è stato un piacere quando alla fine si è scoperto che ci piacciono le stesse cose, in pratica abbiamo le stesse perversioni.

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