Diversi punti di vista


Questo post è stato pubblicato il 22 ottobre 2009 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

3 Responses to “Diversi punti di vista”

  1. "Qua tutti parlano di coraggio, ma ditemi voi che coraggio si possa avere nel votare ancora una volta le stesse persone. Perchè è così, le chiacchiere stanno a zero. Bersani e Franceschini e le solite facce che si portano appresso, dalla Bindi a D'Alema a Fassino, rappresentano un cammino cominciato nella DC e nel PCI, per poi passare a Margherita e DS, e per finire ora nel Partito Democratico. Le uniche cose che di volta in volta sono cambiate sono state le sigle dei partiti di appartenenza, ma nelle prime file si sono sedute sempre le stesse persone che ora vi stanno chiedendo di nuovo fiducia. Se la sinistra italiana si è ridotta nello stato comatoso che sta sotto gli occhi di tutti, la colpa è in gran parte loro. Di chi dovrebbe essere? Chi ha guidato i partiti in tutti questi anni? Volete votare ancora una volta queste persone? Sulla base di che cosa? Per quale merito? Quello di aver consentito a Berlusconi di governare gran parte degli ultimi quindici anni?
    No cari miei, io non ci sto. Voi potete sostenere che non voterete Marino perchè è inesperto, perchè lo ritenete probabilmente incapace di gestire la leadership del partito. Io vi dico che allora avete davvero poco coraggio. Per quanto mi riguarda preferisco votare una persona nuova, così da consentirle di mettersi al lavoro, per poterne alla fine valutare l'operato. Non voterò di certo persone di cui conosco già la "fedina politica", di cui conosco gli inconcludenti risultati ottenuti nell'ultimo decennio.
    Parliamo di coraggio? Ok, ci sto... VOTATE MARINO."

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  2. C'è molto di vero nelle tue argomentazioni, ma io faccio anche un'altra considerazione.

    Una delle cause più importanti della mancata comunicazione del PD con larga parte della società (diciamo: i ceti popolari) è stata la demolizione della rete di circoli, sezioni, attività territoriali.
    E tutto questo è stato fatto travestendolo da veltronismo, partito leggero, e altre amenità.
    Nel frattempo, in questo vuoto si è incuneato il berlusconismo con le sue TV.

    Se nelle periferie non "gira" alcun pensiero alternativo alle tv, capace di svelare i trucchi e le magagne, alla fine il risultato è quello che vediamo.

    Ecco, in questo scenario, Bersani mi pare una garanzia in più per la ricostruzione del tanto vituperato "apparato". Che, nel senso suddetto, io vedo come una cosa positiva.

    In ogni caso consola vedere che, qualsiasi sia la scelta che sarà fatta, si tratta di persone di qualità neanche lontanamente paragonabili ai cervelli all'ammasso che stanno "di là".

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  3. Io voto Marino, ma non ne faccio solo una questione di "volto nuovo", o roba del genere. Per me è centrale, per un partito rinnovato, la questione della laicità, e Marino mi sembra il candidato più trasparente, da questo profilo.

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