Sempre l'ultima a morire

Marco Platti (The Queenfather) per Metilparaben.

Ero indaffarato con mio figlio G, 16 mesi, ed il suo pranzetto a base di pasta con broccoli, spinaci e pollo (tutti cucinati da zero, perché sono un vero e proprio Bree Van De Kamp di “Casalinghe Disperate” se non lo sapevate ... Magari però senza le manie di precisione.... No, vabbe’... Ho pure quelle... Però non ho I capelli rossi e non indosso I collier di perle…), quando ho notato una piccola rivoluzione in TV.
Durante una puntata di "Humf" (uno dei cartoni preferiti di G) il protagonista, un esserino peloso che dovrebbe essere un maschietto, insisteva a voler giocare a "principesse" con la sua amichetta Loon, perché anche ad Humf "piaceva sedersi su una montagna di cuscini come una principessa, almeno quanto piaceva a Loon".
Benedetta ingenuità.
Pensavo che il risultato di questa richiesta sarebbe stato un categorico "NO!", dal momento che i maschietti devono giocare a fare i maschietti e non le principesse (almeno ai miei tempi era così), ma stavo per essere piacevolmente sorpreso.
"Certo Humf!" il suo papà gli risponde "puoi essere ciò che vuoi!".
Che meraviglia!
Non tanto per l’inaspettato affronto al dogma dei ruoli legati alla sessualità di un individuo (dopotutto, una principessa sarà sempre femmina, e un principe maschio ... Grazie a Dio... O a Pippo Baudo), quanto per il riconoscimento della libertà educativa che ogni bambino dovrebbe avere di esplorare la propria fantasia ed il proprio mondo lontano dai fumi nocivi dei parametri e dagli standard prefissati.
Mentre nel cervello mi stavo godendo questo piccolo trionfo, un’altra cosa mi è venuta in mente. Una domanda che pende sulle teste di tutte le coppie gay con figli e che rischia di smorzare i nostri spiriti: "Ci pensiamo alle difficoltà che i nostri ragazzi dovranno affrontare crescendo in una società di famiglie eterosessuali?"
Quello che mi stupisce è che tanta gente si aspetta che una coppia gay, o comunque un qualunque altro nucleo familiare "anomalo", rinunci ad avere figli alla luce delle difficoltà che la società promette loro ogni giorno.
Ma ascoltate.
I nostri figli, come i vostri, sono pionieri, stanno plasmando il futuro della società. Pensate un attimo: all'inizio del secolo scorso, negli Stati Uniti, avreste detto ad una coppia di colore di non avere figli, ma di pensare invece alle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare crescendo in una società bianca ed ostile? Vi avrebbero di sicuro risposto parlandovi della speranza che avevano nel cuore. La speranza che nella società del futuro i loro figli non avrebbero dovuto sopportare lo stesso disagio e le stesse ingiustizie.
Avreste detto, neanche quarant'anni fa, ad una coppia interrazziale qui a Londra di non avere figli, ma di pensare alla difficoltà di crescere in una società di "bianchi o neri"? Anche loro vi avrebbero parlato della speranza che avevano nel cuore. La speranza che, nella società del futuro, i loro figli non avrebbero dovuto essere trattati in modo diverso a causa del loro "background etnico misto".
La società attuale è cambiata molto, ora viviamo in un mondo multi-culturale, in una società multi-razziale. Per alcuni di noi, la speranza rimane la stessa.
Quando il presidente Obama salì sul palco per il suo primo discorso presidenziale, molti dei membri neri del pubblico piangevano lacrime di gioia. Pensavano ai tempi in cui i loro genitori dovevano battersi anche solo per entrare in un edificio universitario o in qualsiasi altra struttura pubblica mirata al servizio della parte bianca della società.
Allo stesso modo, quando guardo mio figlio, mi commuovo a pensare ai tempi in cui essere omosessuale era un reato penale punito con la reclusione. Penso a tutte quelle persone che hanno dovuto sopportare i manganelli della polizia che rompevano loro le ossa, la folla beffarda, i ministri recriminanti della chiesa, l'indifferenza dei politici.
Guardateci adesso.
Qui nel Regno Unito noi coppie gay possiamo sposarci, abbiamo la possibilità di adottare e perfino di avere figli attraverso la maternità surrogata (anche se ancora il sistema legislativo che circonda la maternità surrogata ha bisogno di un sacco di lavoro).
Indiscutibilmente, abbiamo fatto passi da gigante.
Grazie agli sforzi e al coraggio di tutti gli uomini e le donne che non hanno mai avuto paura di mettersi in gioco, di essere giudicati, di essere ridicolizzati. Anche loro hanno sperato. Ci hanno spinto in avanti. Quello che una volta era percepito come un attacco alla società, alla moralità ed alla decenza, ha invece contribuito a costruire tolleranza e comprensione. Quello che un tempo è stato considerato un atto di distruzione dei valori della società, si è rivelato invece un’impresa di costruzione. La costruzione di un ponte tra il fanatismo e la natura umana.
Quindi, ancora: "Ci pensiamo alle difficoltà che i nostri ragazzi dovranno affrontare crescendo in una società di famiglie eterosessuali?"
Certo che ci penso, non sono un imbecille o un illuso. Gli ostacoli sono ancora lì, ma so anche che sono lì per aiutarci a creare un futuro migliore. Per tutti.
Un bambino come il nostro, nato dalla speranza, non può che essere un regalo per una società di sedicenti giusti e così malata di egoismo.

Questo post è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 in . Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

56 Responses to “Sempre l'ultima a morire”

  1. Ti quoto tutto... tranne la pasta coi broccoli (bleah!!)

    RispondiElimina
  2. Fermo restando che una persona omosessuale puo` crescere benissimo un bambino il punto fondamentale e` che chiunque ha diritto ad avere un padre ed una madre. Questo e` un punto su cui non si puo` transigere. Per questo sono d'accordo all' affidamento di minori a single o coppie gay ma non all'adozione. Per questo va bene la fecondazione eterologa, ma non il consentire ad una donna single di concepire in provetta. Per questo va bene la maternita` surrogata purche` ci sia una mamma che voglia un figlio e non lo puo` avere per motivi di salute. Non vedo alcuna ragione per andare oltre. Il desiderio di avere un figlio e` legittimo ma non puo` ledere i diritti dei futuri nascituri.

    RispondiElimina
  3. Il paragone con la questione razziale poi e` completamentente senza senso. Se non altro perche` le razze non esistono.

    RispondiElimina
  4. Io non so se i bambini adottati da coppie omosessuali stanno peggio degli altri. Va fatto uno studio serio. E si decide SOLO in base a questo. Perché essere genitori non è un diritto (né per chi è omosessuale né per chi eterosessuale). L'unico ad avere diritti è il bimbo, che dev'essere cresciuto dove starà meglio.

    RispondiElimina
  5. La verità è che il nascituro non ha diritti. Altrimenti (secondo la vostra linea di pensiero) si potrebbe impedire a una donna single di fare un bambino perchè lederebbe il diritto di suo figlio di avere un padre e una madre, o impedire a persone che vivono in condizioni di indigenza di avere bambini ecc. ecc...

    Il bambino ha invece dei diritti, e per questo motivo l'adozione a coppie gay o a single è un argomento delicato su cui non ho un'opinione definitiva (nel complesso penso che i gay dovrebbero poter adottare, ma capisco chi ha perplessità). Anche perchè l'adozione (da parte dei genitori) non è un diritto, tanto che può essere prescritta ad esempio a fronte di una valutazione psicologica negativa.

    RispondiElimina
  6. P.S. @ Mattia: invece secondo me il paragone è azzeccato; è un paragone, ovviamente, e ha aspetti calzanti e altri meno però fa pensare. Le coppie miste negli anni '60 e '70 non solo erano coraggiosissime, ma erano anche considerate incoscienti per la situazione in cui mettevano i loro figli. Ma l'hanno avuta vinta.

    RispondiElimina
  7. Esistono già studi scientifici in tal senso. Finora tutti questi studi non hanno riscontrato nessun tipo di problema nei bambini cresciuti in famiglie di omosessuali. Semmai si è notato un accrescimento della sensibilità del bambino, probabilmente dovuto al fatto che queste famiglie sono più istruite e meno bigotte della media.

    RispondiElimina
  8. Carissimo Mattia, ti rendo noto, qualora tu non vi avessi già posto mente, che una madre "single" non ha bisogno della provetta per mettere al mondo una figlia o un figlio rimanendo madre "single": c'è sempre l'inseminazione naturale, e se un tempo le madri "single" erano esposte ad una sanzione collettiva negativa, ed erano per lo più impedite, o almeno ostacolate, dalle condizioni socioeconomicogiuridiche vigenti, nell'allevare la loro prole, oggi non lo sono più. Motivo per cui tante donne, da tanto tempo, non hanno difficoltà a mettere al mondo una figlia o un figlio "senza padre", e motivo per cui tante coppie lesbiche non hanno difficoltà a riprodursi, con o senza provetta. Soltanto che nel primo caso la famiglia giuridica è costituita da madre+prole, mentre nel secondo caso la coppia parentale non è riconosciuta. In Italia. pm

    RispondiElimina
  9. @ Mattia

    Dove sta scritto che un bambino avrebbe bisogno per crescere di una madre con vagina e di un padre con il pene? Un bambino per crescere in armonia ha bisogno di affetti SICURI, di sentirsi profondamente amato senza se e senza ma.

    RispondiElimina
  10. Io ho posto un problema ben preciso, che non c'entra una c@22o con quello che avete scritto. Ma non mi stupisco. Comprendere un testo scritto e` per molti difficoltoso.

    RispondiElimina
  11. Mi viene da ridere quando leggo che le coppie gay non possono adottare bambini perchè hanno bisogno di una madre e di un padre quando ci sono un sacco di donne sposate che si crescono i figli da sola perchè il marito non c'è, perchè lavora sempre, perchè non gliene frega niente. L'Italia è un paese di giudici, gli italiani puntano il dito per non guardare dentro le loro case :) ko

    RispondiElimina
  12. ogni persona, anzi ogni bambino è differente dall'altro. Quello che può andare bene per uno, può non andare bene per l'altro. Ci può essere un bambino che soffre ad avere due genitori dello stesso sesso, un altro magari no. Il problema se avere un figlio si pone soltanto per gli omosessuali maschi, che però, se proprio desiderassero con tutta la loro forza di avere un figlio, potrebbero facilmente sforzarsi e prendersi una compagna femmina, a cui dire chiaramente come stanno le cose, lo so, non è molto facile, ma non impossibile.

    RispondiElimina
  13. Anonimo, sei fuori.... Essere gay non e' lo sfizio di una notte.... "prendetevi una compagna femmina".... Giusto una da usare come incubatrice vero? e fare cosa poi? formare la finta famiglia del Mulino Bianco dove il papa' tradisce la mamma coi maschi e la mamma si fa l'amante? Bel nucleo familiare.... Bel modello da seguire! Non e' meglio una famiglia dove i due papa' si amano e amano il loro piccolo?
    In fondo il problema, QUELLO VERO, non e' con i gay che adottano o usano la maternita' surrogata per avere figli, il problema e' con tutti quelli che rendono le cose difficili con la loro ignoranza e bigottismo travestito da buone intenzioni.... "Il bambino prima di tutto!!". Ma non pensate che questo bambino abbia il diritto di essere fiero dei suoi genitori?
    (Tra tutti i diritti elencati da Mattia questo non appare....). Non pensate che abbia il diritto di essere felice e rispettato?
    E non credete che con i vostri argomenti non fate altro che ribadire il fatto che secondo voi le famiglie gay sono "dubbie e rischiose" per i figli e pisciare sulla felicita' e stabilita' di questo bambino?
    E' un po' come dire "non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che so' negri!".... Bella roba.....
    Non perdete di vista il vero problema. La felicita' dei figli di coppie gay non e' distrutta a casa, ma fuori.
    Essere gay non significa dover rinunciare ad avere una famiglia come tutti gli altri e sarebbe ora che ve ne rendeste conto.

    RispondiElimina
  14. Marco,ti supporto nella tua lotta.
    Per me sono i genitori come te,che lottano per la loro felicità e quella della loro famiglia,che rendono questo mondo ancora degno di fiducia.

    Ti posso però chiedere una cosa?
    Perchè non lo hai adottato e lo hai fatto nascere ex-novo?
    perchè non te lo avrebbero mai dato in adozione?
    per il desiderio egoistico che fosse solo "figlio tuo"?[non credo sia così,ma te lo chiedo comunque]
    L'avresti preso un bimbo in adozione se te lo avessero proposto?

    Scusa se ti ho offeso,puoi non rispondere.
    Non voglio giudicare la tua scelta,solo capire dei meccanismi che non conosco ma che mi interessano.

    RispondiElimina
  15. Ciao Silvia, e grazie del commento...
    Ti rispondo molto volentieri.
    Nel nostro caso di coppia omosessuale maschile, avremmo potuto anche adottare. Purtroppo, anche se grazie a Tony Blair la legge contro la discriminazione verso l'orientamento sessuale degli individui ha permesso a tutte le coppie gay qui in UK di mettersi in lista per adottare, coppie senza figli devono passare attraverso anni di cosiddetto 'fostering'. Il fostering e' quello che in italia chiamate affidamento. Vengono affidati bambini di ogni eta' a coppie in lista per adottare ma non con l'intenzione di offrire una famigklia permanente a questi piccoli. Magari i loro genitori sono in carcere, o sono stati dichiarati come non idonei ad essere genitori o sono in clinica per disintossicarsi o semplicemente, e tragicamente, sono indigenti.
    Il rischio che si corre e' quello di prendersi cura ed attaccarsi ad un bambino o bambina per un periodo piu' o meno lungo, per poi vederselo togliere dalle istituzioni. Questo non e' un discorso che noi approviamo e di cui vogliamo far parte.
    Io ed il mio partner abbiamo entrambe donato il nostro seme per fecondare gli ovuli della donatrice in California. Come ben sai, solo uno spermatozoo puo' effettuare la fecondazione, quindi il nostro piccolo, geneticamente puo' solo essere di uno di noi.
    Preferiamo non sapere di chi (anche se io penso sia la fotocopia del mio compagno....), quindi come vedi, e' un po' come un'adozione per me...
    Nel nostro caso, grazie alla scienza ed alla legislatura, abbiamo diverse opzioni per formare una famiglia. L'adozione non e' stata la nostra prima scelta semplicemente perche' non eravamo nella posizione di poter affrontare un discorso del genere.Considera anche che avere un bambino tramite maternita' surrogata comporta una difficolta' ed una spesa esorbitante, che non ci saremmo 'messi sul groppone' se non avessimo veramente voluto diventare genitori e avessimo avuto una opzione migliore... Adesso, con un bambino gia' in famiglia, potremmo sperare di adottare senza passare attraverso anni di affidamento. E' una cosa che stiamo considerando. Vorremmo che il nostro piccolo avesse un fratellino o sorellina e dare una chance ad un bambino/bambina di sbocciare all'interno di una famiglia stabile ed amorevole e' qualcosa che non ha prezzo! Spero tu condivida...
    Se sei fluente in inglese mi farebbe piacere che leggessi il mio blog www.thequeenfather.com. Ti ringrazio ancora dell'interesse!

    Ciao!

    Marco :o)

    RispondiElimina
  16. Vostro figlio lo vorra` sapere di certo. A quel punto continuerete a tenere la testa sotto la sabbia? Non siete riusciti a prendere questa decisione. Perche`? Perche` la questione e` molto complessa e delicata, e a renderla tale non sono i pregiudizi della societa`. Le difficolta` che incontrerete non saranno certo le battute omofobe degli amici, i bulli, il dover spiegare alla gente chi sono i suoi genitori e cose del genere... Queste saranno stupidaggini a cui neanche farete caso. I problemi a mio avviso sono altri.

    RispondiElimina
  17. Mattia, primo: siamo noi i suoi genitori
    Secondo: elencami i problemi a cui alludi
    Terzo: cosa devo spiegargli? Come funziona la maternitá surrogata?
    Perché non dovrei? Gli uomini non possono partorire..
    Perché pensi che io tenga la testa sotto la sabbia?
    Eccomi qui alla luce del sole...
    E poi Mattia, hai dei figli? Perché da come parli é evidente che non sai cosa significhi volerne e che sacrificio rappresentano... Altro che egoismo...
    Comunque rispetto la tua opinione come tu, mi auguro rispetti la mia.

    Marco Platti

    RispondiElimina
  18. Mi riferivo al fatto che non siete stati in grado di scegliere chi dei due sarebbe stato il donatore e del fatto che avete deciso di non saperlo. Pensavo si capisse che mi riferivo a quello. E` questa la cosa che vostro figlio vorra` sapere. Forse non ve lo chiedera` neanche temendo di ferirvi. Prendera` un capello di ognuno e una volta avuta la risposta tutto continuera` come prima, nella migliore delle ipotesi.

    Non sono un genitore ma siamo tutti figli.

    Spero scherzassi quando mi chiedevi di elencarti i problemi che una scelta del genere comporta. Non stiamo discutendo di una valutazione d`impatto ambientale, ne` mi interessa fare una discussione del livello di quelle che si sentono
    nella TV italiana.


    Io di egoismo non ho mai parlato.
    In ogni caso il tuo desiderio di essere padre e di avere figli e` scritto nel DNA, per questo e` cosi forte. Questo desiderio e` frutto di decine di migliaia di anni di evoluzione ed e` innato in tutti gli uomini, anche in quelli che decidono di non avere figli. E nessun cambiamento o evoluzione della societa` potra` cambiare la piu` profonda natura dell'uomo, che e` quella di essere un animale dalle capacita` intellettive straordinarie.
    Analogamente e` innato nell'uomo il bisogno di avere e di essere cresciuti dalla madre. Voi avete negato a vostro figlio il diritto di avere una madre. Non e` bigottismo, e` un dato di fatto. Inoltre la madre non e` morta, non e` scappata, non e` una sciagurata che lo ha messo al mondo e non lo vuole piu` vedere. La madre di fatto non esiste. E questo apre tutta una serie di questioni che non possono essere liquidate come fissazioni di una societa` arretrata. E tu sai benissimo che le mie perplessita` non sono infondate. Altrimenti avreste scelto il donatore consapevolmente, magari facendo un check sulle malattie genetiche in famiglia. Invece non solo vi siete affidati al caso, avete deciso di non saperlo. Ci sono tante altre cose da considerare, ma mi fermo qui, perche` non voglio passare per quello che porta sfiga.

    RispondiElimina
  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  20. Mattia, Mattia……
    Le tue perplessita’ non sono infondate! Sono ben radicate nell’ignoranza e ti spiego il perche’ (bada bene, con ‘ignoranza’ io mi riferisco al tuo ‘non sapere’ come stanno le cose riguardo maternita’ surrogata e fecondazione in vitro).
    Entrambe io ed il mio compagno abbiamo donato lo sperma ed il seme di entrambi e’ stato usato per la fecondazione dei diversi ovuli ottenuti dalla donatrice.
    Ovviamente, non tutti gli ovuli fecondati raggiungono lo stesso livello di maturazione e robustezza. Di conseguenza, non tutti gli ovuli fecondati sono adatti ad essere impiantati nella madre gestazionale. Quello selezionato dal chirurgo potrebbe essere geneticamente o mio o del mio compagno, ma non ci interessa saperlo e non credo ti debba spiegare il perche’. Ma forse si’.
    Dunque, abbiamo deciso di diventare genitori insieme, come coppia, ed abbiamo cercato di darci l’un l’altro la stessa possibilita’ e responsabilita’ di procreare.
    Per quanto ci riguarda, di fatto il bambino e’ NOSTRO, indipendentemente dal suo legame genetico con me o col mio compagno ( anche se ti confesso, io ed il mio lui siamo cosi’ diversi che e’ impossibile non notare a chi il piccolino assomigli…!!!).
    Poi scusa, perche’ supponi che abbiamo scelto la nostra donatrice di ovuli ‘a caso’?
    Ti devo esortare a leggere il mio blog (se mastichi un po’ di inglese). In occasione del seminario delle famiglie alternative qui a Londra, ho scritto un post molto dettagliato dove espongo il percorso che ci ha portato a diventare genitori. Il post e’ stato anche usato dalla ‘Institute for Higher Education’ in Pennysilvania per un dibattito sulla maternita’ surrogata negli Stati Uniti.
    continua...

    RispondiElimina
  21. Abbiamo impiegato TRE ANNI e ben quattro diverse donatrici di ovuli. Questo e’ successo perche’ sfortunatamente, dopo le analisi genetiche a cui sono state sottoposte, ogni volta sono stati riscontrati dei problemi che abbiamo voluto evitare.
    Abbiamo personalmente conosciuto ognuna delle donatrici.
    Purtroppo in natura esistono gia’ numerose variabili legate al comcepimento. Lasciare qualcosa di cosi’ importante al caso, e’ pazzesco ed irresponsabile. Anche per una coppia gay.
    Parli di bisogno innato degli esseri umani di avere una madre. Ma sei sicuro?
    Quindi tu pensi che, sebbene io mi sia dedicato anima e corpo ad essere papa’ a tempo pieno, mio figlio un giorno sara’ tutto risentito del fatto che io non abbia una vagina che gli permetta di chiamarmi ‘mamma’?
    Al punto da dimenticare tutto l’amore che ha ricevuto?
    Sei sicuro? Se stai parlando di esseri umani, devi per forza ricrederti.
    Tu ami i tuoi genitori, apprezzi I loro sacrifici, sei orgoglioso del loro amore e confidi nella loro protezione e guida.
    Non pensi sara’ lo stesso per mio figlio?
    E’ ovvio che arrivera’ il momento di dare delle spiegazioni, in fondo due uomini non possono concepire da soli, e noi spiegheremo a nostro figlio come sia nato dall’amore, speranza e determinazione dei suoi due papa’ e grazie all’aiuto di due donne meravigliose.

    RispondiElimina
  22. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  23. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  24. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  25. segue....

    Ti giuro che apprezzo I tuoi commenti e punti di vista, se non altro perche’ mi danno una chance di esporre questa realta’ (condivisa da migliaia di altre coppie, gay e non) ad altri lettori. Capisco le tue perplessita’, e ti chiedo scusa se non sono ancora convinto che queste non siano legate alla mentalita’ di una societa’ (italiana) ancora un po’ indietro riguardo questa tematica.
    Il mio augurio e’ che un giorno, grazie ad un livello di informazione scissa dai dogmi della moralita’ legata alla religione, la realta’ delle famiglie “non tradizionali”, della maternita’ surrogata, della fecondazione in vitro, possa essere abbracciata senza dover essere sezionata per trovare il torbido.
    Di nuovo grazie, mi farebbe davvero piacere se potessi prendere del tempo per leggere il mio post “Surrogacy Overseas: A Family Recipe”.


    Marco

    P.S.

    (scusa per le tre parti in cui ho dovuto spezzare la mia risposta, stamattina la mia connessione ad internet fa pieta'...)

    RispondiElimina
  26. Grazie per la risposta Marco.

    Immaginavo ci fossero "problemi" nell'adozione e che non fosse questione di egoismo.
    Una coppia di amici di mamma qui in Italia ci ha messo 10 anni ad avere il bambino che volevano e sono etero,molto benestanti,professionisti avviati,con la testa a posto e tutte quelle ipergaranzie che richiedono...
    D'altronde penso anche io che non importa se non sono "mamma e papà",che siano gli zii,i nonni,o 2 persone dello stesso sesso basta che questi bimbi crescano nell'amore [e penso che voi di amore gliene darete fino a scoppiare...] e affronteranno anche i peggiori problemi con il sorriso migliore.

    Tanti auguri a te e al tuo compagno e anche al piccolo G.,avete tutta la mia stima per la battaglia che fate.

    P.S: il tuo blog è interessante,quando ho 5 minuti comincio a leggerlo!

    RispondiElimina
  27. Caro Marco la religione e la moralita` non hanno niente a che fare con le mie perplessita`.
    Anzi nascono proprio dal fatto che sono ateo.
    Il bisogno e` innato, si ne sono sicuro e questa e` scienza non sono opinioni. Su questo punto e` inutile discutere. E' come stare a domandarsi se l'uomo e` un animale sociale o no. Ma ripeto il punto non e` solo la presenza fisica della madre, il punto e` che tuo figlio non ha una madre. E questa cosa, credimi non e` irrilevante e va oltre il fatto se il figlio ne senta o meno la mancanza. D'altronde quante donne un tempo morivano nel dare alla luce il proprio figlio. Spero si sia capito che le mie preoccupazioni vanno oltre e riguardano l'umanita` nel senso piu` materialistico possibile del termine, umanita` nel senso di insieme di esseri viventi appartenenti alla specie degli Homo Sapiens (da notare che ho usato di proposito la parola specie). Sul fatto che per te la differenza tra uomo e donna si limiti agli organi riproduttivi, sorvolo perche` sono sicuro non volevi dire questo.
    Se vostro figlio sara` felice della scelta che avete fatto, non so che dirti. L'amore e` una condizione necessaria ma non sufficiente per un buon rapporto genitori figli. Ma questo vale anche per le famiglie eterosessuali, e come ho detto piu` volte mi interessa poco questo aspetto.

    RispondiElimina
  28. Premettendo che non sono contro le coppie gay e l'affidamento a tali di un figlio, e che anch'io non sono cattolica ma abbastanza sull'ateismo andante, vorrei sottolineare come già detto da Mattia che la differenza di un uomo e una donna non sta solo nella conformazione dei genitali. Vostro figlio sono sicura riceverà tutto l'amore possibile ma sta di fatto che non proverà mai qual è il rapporto con una madre, una donna. Perchè uomini e donne sono diversi anche nel modo di comportarsi e in particolare nell'interagire con un figlio. L'amore materno è insostituibile come del resto quello paterno. Vostro figlio sicuramente non sentirà la mancanza di un padre avendone 2 ma forse di una madre sì. A me personalmente purtroppo manca il padre, l'ho perso quando avevo 18 (ne ho 23 ora) e non ho avuto buoni rapporti con lui sin dai primi anni dell'adolescenza: e ora che sono cresciuta la sento la mancanza di un padre, di una figura paterna...perchè è un rapporto che vedo nelle altre famiglie ne sono invidiosa...forse è anche per lo scarso affetto ricevuta da mia madre che ne sento così tanto la mancanza ma sta di fatto che la sento...e penso che tutti quelli che hanno perso un padre o una madre provino questa sensazione. Probabilemnte vostro figlio crescendo vedrà il rapporto madre/figlio nella società che frequenterà e automaticamente a lui verrà a mancare una figura che in realtà non ha mai conosciuto, che non ha. Ma comuqnue gli mancherà. Detto ciò vivrà bene lo stesso ma penso sia scientificamente provato che un essere umano abbia bisogno di una situazione famigliare in cui siano presenti entrambi le figure genitoriali (uomo e donna) per crescere al meglio. Perchè una mamma può dare a un figlio detereminate cose che un padre non può dare e viceversa il rapporto con un padre non può di certo sostituirlo una donna.

    RispondiElimina
  29. In tutto ciò, suppongo dobbiamo accontentarci di essere d'accordo che non siamo d'accordo.
    Per quanto riguarda le varie comprovazioni scientifiche, ne esistono un volume piuttosto cosistente che provano il contrario, e cioé che per crescere "al meglio" come dici tu, l'eterosessualita' della coppia di genitori non e' necessaria.
    Ma vabbe'... Non siamo scienziati. Ci basiamo sul nostro vissuto ed esperienze personali suppongo.
    Io sono figlio unico, non so come mi sarei sentito se avessi avuto dei fratelli o sorelle, me lo sono chiesto, ma non posso dire di aver sentito la mancanza di ciò che non ho mai avuto... Ognuno é diverso. Bisognerá aspettare e stare a vedere.
    Intanto grazie di aver dedicato un po' del vostro tempo a questa post!
    :0)


    Marco

    RispondiElimina
  30. io invece ho perso mio padre a 16 anni, e posso dire con estrema certezza che, nel corso degli anni mi è mancato MIO padre, non un padre qualsiasi..

    RispondiElimina
  31. Esattamente dove volevo arrivare.... Mi dispiace per la tua perdita.... Ma penso lui sia sempre con te....

    Marco

    RispondiElimina
  32. L'importante è non rasentare una svalutazione della donna, quindi della figura materna, per quanto riguarda la crescita di un figlio. Perchè non basta farsi fare una vagina per essere donna e quindi madre.

    RispondiElimina
  33. Non svaluto nessuno, adoro mia madre ed adoro le donne! Ma e' ora di rendersi conto che la madre non e' l'unica depositaria di amorevolezza, dolcezza di tatto e tenerezza.
    Purtroppo, molti uomini scelgono di non mostrare questo loro aspetto, o forse non sono neanche cresciuti con un modello paterno a cui ispirarsi.
    Il mio di papa', so che mi vuole bene, ma non me lo ha mai detto, e non mi ha mai coccolato quanto la mia mamma..... Penso che questa situazione sia la norma nella maggioranza delle famiglie italiane. Non e' questione di essere stronzi, e' questione di costume.
    Per esempio, quanti papa' (forse di piu' adesso...) escono da soli a passeggio col loro bambino nella carrozzina? E quanti si devono sentire chiamati "mammo"? Come se essere un papa' va bene, ma non sara' mai al pari di essere una mamma....
    Sono le azioni a definire un genitore, non quello che la natura gli consente di fare col proprio corpo. Penso semplicemente che il mondo dell'infanzia sia monopolizzato dalle donne, come risultato della societa' in cui viviamo. Guardate le pubblicita' dei pannolini.... Mai visto un papa' che cambia un pannolino in uno spot pubblicitario.... Lo trovo ingiusto e non corretto, nel senso che non rappresenta la realta' di tanti papa' coinvolti tanto quanto le mamme nella crescita del loro piccolo.
    Non svalutiamo i papa'!!

    RispondiElimina
  34. Ho dimenticato di firmare!

    Marco Platti

    RispondiElimina
  35. Non esistono mamme e papà ma solo buono o cattivi genitori.

    RispondiElimina
  36. Facile mettersi sul piedistallo e sparare sentenze.Soprattutto per chi afferma di non essere genitore ma è pur sempre un figlio.Con questo non voglio dire che non si ha il diritto di esprimere le proprie idee , ci mancherebbe però voglio affermare con tutte le mie forze che c'è bisogno di più umiltà.Bisognerebbe fermarsi più a riflettere prima di parlare.Giusto l'esempio che portava Marco sulle coppie interrazziali,la speranza ha guidato queste coppie,non si sono fermate a quelli che potevano sembrare problemi insormontabili e sono andate avanti fiduciose che le cose sarebbero cambiate e per fortuna così è stato.Ora io mi domando ma perchè ci dobbiamo fasciare la testa con tante domande e non ci soffermiamo a riflettere sul concetto di genitore?Ma voi pensate veramente che interessi a un bambino sapere perchè i suoi genitori sono alti,bassi,ricchi ,poveri,religiosi,atei,uomini,donne ecc.???Un bambino ha bisogno della sicurezza che solo l'amore è in grado di dare,ha bisogno di qualcuno che lo tiene per mano in un percorso che dura una vita dove si ride,si piange e soprattutto si cresce insieme.Si perchè noi che siamo così bravi di riempirci di tante belle perole siamo poi così sicuri di essere genitori migliori degli altri?chi ci dà questa certezza?Io sono una mamma e per avere mio figlio ho passato nove mesi di paura per una gravidanza a rischio conclusa con un cesareo,ma questo non mi fa sentire più genitore di Marco,i figli sono quelli che si crescono con l'amore e i sacrifici di tutti i giorni.Nessuno di noi nasce genitore e penso che questo sia il compito più arduo che la vita ci pone,non c'è scritto in nessun libro come si fà,ci si affida al cuore,alla voglia di fare bene e di crescere i nostri figli nel modo migliore che è nelle nostre possibilità.Io penso che quando un bambino cresce con queste basi consolidate sull'amore,il rispetto e la verità tutte le domande che verranno con il tempo saranno di facile spiegazione e verranno assorbite senza tutti i traumi che tanti vogliono dare ad intendere.La società ci ha catalogati per religione,estrazione socale,ideologie politiche ecc.saturando le nostre menti di concetti preconfezionati,quando ci scrolleremo di dosso tutto questo imparando a ragionare senza pregiudizi,apprezzando tutto cio che è diverso?solo così possiamo sperare di crescere e diventare uomini e donne migliori.

    RispondiElimina
  37. Ti voglio bene Michi....

    Marco

    RispondiElimina
  38. Io ho posto un problema ben preciso, che non c'entra una c@22o con quello che avete scritto. Ma non mi stupisco. Comprendere un testo scritto e` per molti difficoltoso.

    RispondiElimina
  39. Io non so se i bambini adottati da coppie omosessuali stanno peggio degli altri. Va fatto uno studio serio. E si decide SOLO in base a questo. Perché essere genitori non è un diritto (né per chi è omosessuale né per chi eterosessuale). L'unico ad avere diritti è il bimbo, che dev'essere cresciuto dove starà meglio.

    RispondiElimina
  40. Ti quoto tutto... tranne la pasta coi broccoli (bleah!!)

    RispondiElimina
  41. Ciao a tutti, porto ad esempio la mia esperienza. Il mio nucleo famigliare è composto da me, ingegnere 26enne, mia madre, bidella in una scuola materna, e mia sorella, studentessa universitari di 23 anni. Mio padre è morto 4 anni fa in un incidente. Circa 2 anni fa io e mia sorella decidiamo di sostenere mia madre nella scelta di iniziare un percorso di affido e dopo un annetto gli assistenti sociali, su mandato del tribunale dei minori, decidono di affidarci un splendida bambina di 5 anni. L'affido è radicalmente diverso dall'adozione: con esso assistenti sociali e famiglia affidataria cercano di dare un supporto al bambino per un periodo stabilito (di 2 anni in 2 anni), mentre altri soggetti lavorano al recupero della famiglia d'origine al fine del reintegro del bambino. In realtà molto spesso gli affidi diventano, di fatto, adozioni. Tornando al nostro nucleo, noi siamo, in fondo, 2 fratelloni a sostegno di una madre impegnata nel crescere una bambina problematica ma bisognosa di un'amore infinito. La bambina comunque vede costantemente (ogni 2 settimane circa) i suoi genitori. Dal canto nostro cerchiamo di fare il massimo, come tutte le famiglie (si spera), ma ci è impossibile non notare un particolare fondamentale: la bambina, ad esempio quest'estate al mare, cercava in modo quasi morboso una figura maschile, creando non poche difficoltà anche agli altri bambini del campeggio. E questo nonostante per tutto l'anno ci sia io che faccio un po' da padre, anche se non dovrei. Ho spesso ragionato sull'opportunità, per il bene dei bambini, di essere adottati da coppie omosessuali. Sicuramente darebbero al bambino quell'amore infinito di cui vi parlavo più sopra. E ne riceverebbero indietro molto di più. Ma la mia esperienza mi sta portando a pensare che sarebbe solo un egoismo degli adulti, a sfavore dei bisogni dei bambini. Spero sia per tutti voi uno spunto di riflessione.

    RispondiElimina
  42. Ciao Gigi,

    grazie del commento.
    Mi sembra di capire pero' che stai parlando di una bambina di 5 anni,sicuramente cresciuta in una famiglia eterosessuale e, probablilmente, molto atttaccata al papa'.
    E' ovvio che in una situazione alternativa di affidamento, cerchera' conforto nelle figure genitoriali a cui e' abituata. Con questa premessa, pensi che, qualora la piccola provenisse da una famiglia omosessuale femminile, cercherebbe comunque una figura maschile in una situazione di affidamento?
    Ammiro l'altruismo di tua madre e di tutti voi come famiglia per aver scelto di intraprendere questo cammino difficile.
    Spero che le cose si possano risolvere al piu' presto per la bambina.

    Marco Platti

    RispondiElimina
  43. QUESTA E' SOLO L'ULTIMA PARTE DI UN TESTO DI UNA CANZONE DEL 1997 DI UN RAPPER ITALIANO FRANKIE HI.NRG MC CHE SI INTITOLA " QUELLI CHE BEN PENSANO"...Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica, mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano. Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli. Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma l'unica che accendono è quella che dà loro l'elemosina ogni sera, quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera...
    E pensare che sono passati undici anni!!!!
    .... a tutti quelli che pensano che chiunque ha diritto ad avere un padre e una madre......
    dico solo una cosa...l'unica cosa che ci distingue dall'essere animali è IL LIBERO ARBITRIO...a nessuno di noi è stato chiesto di voler nascere e non c'è stata data la possibilità di scegliere i genitori, fratelli, sorelle, ziii, nonni...
    Però possiamo scegliere se diventare genitori .(.per chi può naturalmente...per altri che non hanno questa fortuna con tutti i mezzi che ci sono dati a disposizione.)..oppure se non ci sentiamo di diventarlo...
    I figli che verranno non sono nostra proprietà..loro poi avranno il diritto di percorrere la loro strada e magari, saranno anche grati di tutto quello che gli è stato dato..o non lo saranno affatto perche è dovere dei genitori dare senza aver niente in cambio....Il piccolo G avrà tutto quello che l'amore e la consapevolezza pò dare e non avrà niente di meno di un altro bimbo con una mamma....che magari pensa alla carriera, lo fa crescere da una perfetta sconosciuta, e lo lascia tutto il giorno davanti la tv o col NINTENDO..perchè meno impegnativo!!!ma chi non viene da una famiglia in cui è mancata una figura mascile..papà troppo impegnato..assente nelle attenzioni..scorbutico...o femminile mamme assolutamente anaffettive..troppo insicure...in carriera...a tutti è mancato qualcosa..ma questo non ci impedisce di credere che noi, con i nostri figli, non faremo gli stessi errori!!
    Ragazzi sveglia!!! Marco sono con te!
    Alessandra

    RispondiElimina
  44. Il punto è proprio questo, Marco.
    La bambina non ha mai conosciuto il suo vero padre (che la madre ha conosciuto in un rapporto occasionale) e non ha quasi mai frequentato il compagno della stessa (che non è il padre di tutti i 5 fratelli della piccola; tutti peraltro allontanati dalla famiglia e ora in affido ai nonni materni).
    La bambina ha vissuto dall'età di 2 anni in una comunità di recupero madre-figlio (senza figure maschili quindi), in quanto la stessa madre è di una discontinuità estrema: un giorno c'è (pure troppo) e il giorno dopo è completamente assente. Questo è il trauma più grosso che ha subito la bambina: la mancanza di un punto di riferimento, non di un uomo o una donna.
    Per questi motivi gli assistenti sociali hanno deciso di affidarla ad una famiglia "anomala" come la mia.
    Il che non è stato un errore in sé. L'amore che riceve è molto ed è felice allo stesso modo (almeno penso).
    Sta di fatto che ha dimostrato questo bisogno innato di una figura maschile e lo ha fatto in una maniera così evidente che, come detto in precedenza, è stato spesso imbarazzante per noi e per i papà di altri bambini a cui andava ad "appiccicarsi" in mia assenza (circa 3 settimane).
    Non è un caso che in mia presenza non dimostri questa necessità, a mio modo di vedere.
    Parla uno che è sempre stato un fermo sostenitore dell'affido, se non dell'adozione, a coppie omosessuali.
    Ma vivere in prima persona questa esperienza sta mettendo a dura prova le mie convinzioni. E nel modo più candido possibile: è la bimba stessa a farmi ragionare.
    A 26 anni sento quasi il bisogno di essere genitore, ma quello che lei mi sta insegnando è che non bisogna volerlo essere pensando a me stesso, ma solo ed esclusivamente al bambino. Non dobbiamo pensare di soddisfare un bisogno nostro. Non possiamo permetterci questo egoismo.
    Tutto qui...e non mi pare poco quello che mi (ci) sta insegnando uno scricciolo di 5 anni.

    Gigi

    RispondiElimina
  45. io credo semplicemente che questa bimba ha un bisogno innato di una figuara a cui aggrapparsi..riconoscersi..ed ha scelto te..non perchè sei uomo, ma perchè semplicemente ti ha scelto..ed in tua assenza cerca chi più ti assomiglia!! Ha scelto te per una ragione che noi ignoriamo...i bambini hanno i sensi molto più spiccati dei nostri..ha scelto il suo " capo branco"...o forse sei tu che hai scelto lei..non ha niente a che vedere il sesso..magari poteva succedere anche se tu fossi stata donna!! E' questione d'istinto!!
    Alessandra

    RispondiElimina
  46. Gigi, capisco benissimo la tua situazione, ma non credo si possa usare come esempio da cui trarre delle conclusioni valide per tutti.
    Posso solo immaginare i traumi che questa bambina si porta dentro e la costante paura di essere 'abbandonata' o passata di mano.
    Magari, considerando il suo vissuto, ha finito con l' associare la figura femminile con l'incostanza e l'instabilita', e quella maschile, anche se e' solo una sporadica presenza, come piu' affidabile. Forse solo perche' non ne e' stata mai ferita ancora...
    Parli di una bambina che non e' mai stata felice in famiglia e che forse, paragonandosi agli altri bambini, trova che magari gli altri sono felici perche' hanno anche un papa'.... Tutto parte dal suo profondo senso di insicurezza e dolore.
    Un bambino felice ed equilibrato non si comporterebbe cosi', ma forse non si troverebbe neanche ad essere dato in affidamento....
    Non sono uno psicologo, ma ti posso dire che un bambino che cresce in una famiglia omosessuale (e ce ne sono tantissimi, tanti ormai anche della mia eta'...), non e' un essere anomalo che cresce con traumi. A meno che la famiglia (gay o non) non sia precaria, instabile ed incostante nell'amore che da'...
    I traumi piu' grossi, se avvengono, sono tutti inflitti da chi si ostina a pensare che non puo' essere felice con due papa' o due mamme e, spesso, e' ossessionato con il volerlo provare a tutti i costi.
    Scusa se te lo dico, ma mi disturba il tuo ultimo commento, il fatto che, di nuovo, il figlio di una coppia gay e' considerato il frutto dell'egoismo.
    Forse, il vero frutto dell'egoismo e' proprio una bambina di 5 anni che non ha chiesto di nascere, ma si trova al mondo senza padre ne' madre, solo perche' la bottarella di una notte e' andata 'male'.
    Riesce comunque ad insegnarvi tanto ed ad amare e a sorridere, nonostante gli inizi difficili.
    Fortunatamente, nostro figlio non si trova in questa situazione perche' e'stato voluto con ogni fibra nel nostro corpo. Chi e' capace di amare cosi' smisuratamente, non puo' essere un egoista.
    Vorrei che riflettessi su questo.



    Marco

    RispondiElimina
  47. sono assolutamente d'accordo con Marco..era quello che intendevo dire io..il bisogno, come l'amore..il rispetto..i valori non hanno sesso. Chi desidera veramente un figlio..chi lo cerca a tutti i costi..chi soffre e si fa domande per il suo futuro sicuramente crescerà un figlio equilibrato, sicuro di se...trasmettere questo tutto è all'infuori di egoismo!!
    l'egoista è chi usa i figli per ricatattare i mariti per avere più soldi...egoiste sono le donne che, solo perchè l'orologio biologico corre decidono di procreare...egoista è chi crede che l'unico modo per tenersi una persona è incastrarlo con un figlio..egoista è chi decide di avere un figlio senza amore!!
    Possibile che è così difficile capirlo???
    Marco, tuo figlio è un bimbo fortunato ad avere due papà meravigliosi come voi..la vostra famiglia..il cerchio dell'amore e della speranza..
    Alessandra

    RispondiElimina
  48. Non sono riuscita a leggere fino in fondo tutti i post, e non so se già è stato fatto un intervento simile. Potrà essere anche fuori tema ma vi dico la mia opinione.

    Quando avevo 3 anni mio padre si è separato da mia madre ed è andato a vivere a Milano ( io abito in provincia). Quando avevo 10 anni hanno divorziato e lui è andato a vivere a Pordenone. L'ho sempre visto all'inizio una volta alla settimana fino ad ora che lo vedo per un paio d'ore ogni qualche mese. Lui si è risposato, ha avuto un altro figlio e si è riseparato e adesso è legato ad un'altra donna.

    Se devo essere sincera per come è la situazione ( che non sto a spiegare perche mi sono gia dilungata troppo) avrei piuttosto preferito non rivederlo. Ho sempre avuto la famiglia di mia mamma molto vicina, anche se fisicamente e geograficamente lontana e nonostante questo mio zio ha rivestito un ruolo molto importante per me(mentre da mio padre mi sono sempre sentita molto presa per i fondelli). Ma non tanto per il ruolo di 'maschio' della famiglia, ma perche ha sempre saputo far leva sui miei interessi e sulla mia curiosita, a prescindere dal mio sesso. Nonostante io sia cresciuta sempre e solo con mia madre non mi sento per nulla in carenza di una figura maschile, anzi. Mi sento piu matura, informata e per modo di dire 'acculturata' di molti miei coetanei e ho una sensibilita, dei valori e un modo di pensare che molti non hanno.

    Per concludere non penso che la mancanza di una 'madre' o di un 'padre' creino qualche problema ai figli. Il tutto sta nell'insegnamento,nell'educazione dei figli e nei valori che i genitori sanno trasmettergli.

    RispondiElimina
  49. Grazie Suyte del tuo input! Se vuoi saperne di più e anche farti due risate ti invito a diventare una follower del mio blog The Queenfather.....

    Marco Platti

    RispondiElimina
  50. Ragazzi, penso sia molto chiaro nei miei 2 commenti precedenti che io abbia fatto molta attenzione a non offendere la sensibilità di alcuno.
    Non sono uno psicologo, ma vi ho solo riportato la mia esperienza, senza alcun pregiudizio.
    Poi chi vuole capirla così la capisca, altrimenti penso sia un'occasione mancata per tutti.
    Ho sottolineato la mia propensione all'adozione da parte di coppie omosessuali. Cosa diversa è dire che, nella mia ignoranza in campo psicologico, una bambina di 5 anni con un passato (ed un presente) molto difficile ci stia dando segnali che spesso sono davvero poco equivocabili.
    Non sto giudicando l'operato di altre coppie o il comportamenti di altri bambini. Ho solo pensato che fosse utile portare il mio contributo alla discussione, interessante, che si è venuta a creare.
    La questione dell'egoismo, anche qui, chi vuole intendere intenda. Non ho detto nulla di diverso da ciò che state dicendo voi e non ho giudicato te, Marco o Alessandra che sia né intendo commentare la vostra esperienza di vita. Non mi compete né mi permetterei.
    Un bambino affidato ad una coppia gay non è assolutamente frutto dell'egoismo. Non sta a me dirlo.
    Semplicemente lo diventa nel momento in cui si prova che un bambino abbia davvero necessità di una figura maschile e di una femminile.
    Ma non si vuole dare questa risposta ora ed in questa sede.
    Trovo egoista che molte coppie, gay o etero non importa, vogliano adottare un bambino a tutti i costi.
    Nella fattispecie è stata sconsiderata ed egoista la madre a voler avere la bambina senza che avesse la possibilità né le capacità di crescerla (a quanto dice il tribunale, non Gigi). Non siamo stati egoisti noi, la mia famiglia, in quanto ci siamo messi a disposizione, come i donatori di midollo osseo. Gli assistenti ci hanno chiesto di lavorare con loro. Così funziona l'affido.
    Sto provando sulla mia pelle qualcosa che non si può neanche immaginare se non vivendolo. E' l'apoteosi del "nisciun nasce imparato", nel senso che questa bambina è stata in grado di sgretolare ogni nostra certezza, convinzione.
    Ha bisogno d'amore e gliene stiamo dando più che possiamo.
    Ma ha dimostrato alcune tendenze ed ho voluto portarvene l'esempio.
    Ragionare nell'ottica del bambino, lasciando da parte la propria è molto difficile.
    Provateci. E' questo che sto cercando di dire.

    Buon affido o adozione a tutti!

    Gigi

    RispondiElimina
  51. Io non so cos'è bene o male..ognuno di noi cerca di seguire la propria coscienza, il proprio cuore.. il proprio dolore..ho quaranta anni, ho avuto due aborti, ho qualcosa nel sistema immunitario che fa i capricci...ma non mollo!! lotto per me e per tutti quelli che vogliono dare amore senza alcuna distinzione..allora ben vengano persone come Marco che di amore da dare ne hanno a profusione, ammiro anche te che seppur giovane ti stai rendendo conto che prendersi cura di una creatura così piccola ed indifesa non è cosa facile e comunque sia hai cominciato a capire quali sono i valori per cui vale la pena lottare. Ben vengano persone come noi che nonostante la crudeltà, la superficialità, l'ignoranza, l'odio....che ci girano intorno ancora pensiamo che l'AMORE va oltre!!
    Ti lascio un testo di GIBRAN tratto dal "FROFETA"

    Quando l'amore vi fa cenno, seguitelo,
    Benché le sue strade siano aspre e scoscese.
    E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui,
    Benché la spada che nasconde tra le penne possa ferirvi.
    E quando vi parla, credetegli,
    Anche se la sua voce può mandare in frantumi i vostri sogni come il vento del nord lascia spoglio il giardino.
    Perché come l'amore v'incorona così vi crocifigge.
    E come per voi è maturazione, così è anche potatura.
    E come ascende alla vostra cima e accarezza i rami più teneri che fremono al sole,
    Così discenderà alle vostre radici che scuoterà dove si aggrappano con più forza alla terra.
    Come fastelli di grano, vi raccoglierà.
    Vi batterà per denudarvi.
    Vi passerà al crivello per liberarvi dalla pula.
    Vi macinerà fino a farvi farina.
    Vi impasterà fino a rendervi plasmabili.
    E poi vi assegnerà al suo fuoco sacro, perché possiate diventare il pane sacro nei sacri conviti di Dio.
    Tutto questo farà in voi l'amore, affinché conosciate i segreti del cuore,
    e in quella conoscenza diventiate un frammento del cuore della Vita.
    Ma se avrete paura, e cercherete soltanto la pace dell'amore ed il piacere dell'amore,
    Allora è meglio che copriate le vostre nudità, e passiate lontano dall'aia dell'amore,
    Nel mondo senza stagioni dove potrete ridere, ma non tutto il vostro riso, e piangere, ma non tutto il vostro pianto.
    L'amore non dà nulla all'infuori di sé, né prende nulla se non da se stesso.
    L'amore non possiede né vuol essere posseduto,
    Perché l'amore basta all'amore.
    Quando amate non dovreste dire: "Dio è nel mio cuore" ma, semmai, "sono nel cuore di Dio".
    E non crediate di guidare il corso dell'amore,
    poiché l'amore, se vi trova degni, guiderà lui il vostro corso.
    L'amore non desidera che il proprio compimento.
    Ma se amate e quindi avete desideri, i vostri desideri siano questi:
    Sciogliersi e farsi simili a un ruscello che scorra e canti alla notte la sua melodia.
    Conoscere il martirio della troppa tenerezza.
    Esser feriti dal vostro proprio intendere l'amore,
    E sanguinare di buon grado, gioiosamente.
    Svegliarsi all'alba con un cuore alato e dire grazie a un nuovo giorno d'amore;
    Riposare nell'ora meridiana e meditare sull'estasi amorosa;
    Tornare a casa con gratitudine la sera;
    E addormentarsi con una preghiera per chi amate nel cuore, e un canto di lode sulle labbra.

    Alessandra

    RispondiElimina
  52. Gigi,
    ti chiedo subito scusa se il mio commento ti e' potuto sembrare brusco o mancante di tatto. Non era davvero nelle mie intenzioni.
    Quello che tenevo a sottolineare e' che la tua posizione riguardo la presunta necessita' di ogni bambino di avere una figura maschile ed una femminile, sembra essere rafforzata dalla tua attuale esperienza con la piccola di cui vi state prendendo cura.
    Quello che intendo e' che, come esempio, questo e' poco calzante, dal momento che si tratta di una condizione alternativa a cui la bimba deve adattarsi e che comunque non rispecchia la situazione familiare precedente a cui, nella sua precarieta', si era abituata. Io non credo alla necessita' di avere maschio e femmina come genitori per crescere dei figli in modo equilibrato.
    Logico, nella societa' in cui viviamo, una famiglia che si uniforma al modello piu' diffuso viene percepita come 'normale' e tante domande e speculazioni cessano di esistere. Per il resto di noi invece, c'e' tanta speculazione, alimentata da altrettanta ignoranza.
    Io ed il mio compagno, abbiamo avuto nostro figlio grazie alla maternita' surrogata negli Stati Uniti e lo abbiamo voluto con tutte le nostre forze. Abbiamo impiegato tre anni, tra donatrici di ovuli e madri gestazionali. E' stato un percorso lungo e doloroso, ma non ci siamo mai persi d'animo, neanche di fronte al dolore piu' grande di perdere una gravidanza al secondo mese, quando entrambe le nostre famiglie gia' festeggiavano la lieta notizia.
    Non abbiamo adottato o avuto nessun bambino in affidamento ed ho spiegato il perche' in un altro commento (per Silvia...).
    Io appoggio tutte quelle famiglie che vogliono adottare a tutti i costi, perche' e' proprio grazie alla loro determinazione che tantissimi bambini trovano una famiglia a dispetto della meccanica burocratica delle istituzioni.
    Non potrei mai fare quello che tu e la tua famiglia state facendo. Non sopporterei dovermi separare da un bambino/a a cui mi sono legato. Ma siamo tutti diversi e grazie a Dio c'e' gente piu' forte che puo' intraprendere questo cammino e salvare delle vite, letteralmente. Noi, come coppia, abbiamo scelto di avere un figlio geneticamente nostro.
    Adesso, se vuoi definire 'egoismo' la nostra determinazione ad avere un figlio, fai pure. A questo punto non so proprio come farti cambiare idea, ne' mi interessa. Io lo vedo come coraggio, perche', a dispetto delle difficolta', abbiamo perseverato; a dispetto di tutte le spiegazioni che dobbiamo dare a chi ci dubita, siamo ancora qui, sorridenti, fiduciosi circondati dall'amore delle nostre famiglie. A dispetto di quello che tanti vorrebbero pensare, la nostra e' una famiglia felice ed equilibrata all'interno della quale nostro figlio sta sbocciando.
    E poi, Gigi, anche se in Italia siamo ancora un fenomeno da fantascienza, ci sono nel mondo migliaia di 'bambini' della mia eta' cresciuti in famiglie omosessuali o monogenitoriali e sono proprio loro a dire "Ehi! Smettetela di analizzarci! Siamo felici e disturbati ne piu' ne meno che i figli vostri!".

    Spero con tutto il cuore che la piccola possa trovare la stabilita' e la serenita' di cui ha disperato bisogno, e di nuovo tanto di cappello a te ed alla tua famiglia per il coraggio e l'altruismo.

    Marco

    P.S.
    Sul mio blog c'e' un post intitolato "Chi ha rubato le scarpe della mamma?" che dovresti leggere. Se non altro per aiutarti a vedere la banale normalita' all'interno di una famiglia gay.

    RispondiElimina
  53. Gigi,
    ti chiedo subito scusa se il mio commento ti e' potuto sembrare brusco o mancante di tatto. Non era davvero nelle mie intenzioni.
    Quello che tenevo a sottolineare e' che la tua posizione riguardo la presunta necessita' di ogni bambino di avere una figura maschile ed una femminile, sembra essere rafforzata dalla tua attuale esperienza con la piccola di cui vi state prendendo cura.
    Quello che intendo e' che, come esempio, questo e' poco calzante, dal momento che si tratta di una condizione alternativa a cui la bimba deve adattarsi e che comunque non rispecchia la situazione familiare precedente a cui, nella sua precarieta', si era abituata. Io non credo alla necessita' di avere maschio e femmina come genitori per crescere dei figli in modo equilibrato.
    Logico, nella societa' in cui viviamo, una famiglia che si uniforma al modello piu' diffuso viene percepita come 'normale' e tante domande e speculazioni cessano di esistere. Per il resto di noi invece, c'e' tanta speculazione, alimentata da altrettanta ignoranza.
    Io ed il mio compagno, abbiamo avuto nostro figlio grazie alla maternita' surrogata negli Stati Uniti e lo abbiamo voluto con tutte le nostre forze. Abbiamo impiegato tre anni, tra donatrici di ovuli e madri gestazionali. E' stato un percorso lungo e doloroso, ma non ci siamo mai persi d'animo, neanche di fronte al dolore piu' grande di perdere una gravidanza al secondo mese, quando entrambe le nostre famiglie gia' festeggiavano la lieta notizia.
    Non abbiamo adottato o avuto nessun bambino in affidamento ed ho spiegato il perche' in un altro commento (per Silvia...).
    Io appoggio tutte quelle famiglie che vogliono adottare a tutti i costi, perche' e' proprio grazie alla loro determinazione che tantissimi bambini trovano una famiglia a dispetto della meccanica burocratica delle istituzioni.
    Non potrei mai fare quello che tu e la tua famiglia state facendo. Non sopporterei dovermi separare da un bambino/a a cui mi sono legato. Ma siamo tutti diversi e grazie a Dio c'e' gente piu' forte che puo' intraprendere questo cammino e salvare delle vite, letteralmente. Noi, come coppia, abbiamo scelto di avere un figlio geneticamente nostro.
    Adesso, se vuoi definire 'egoismo' la nostra determinazione ad avere un figlio, fai pure. A questo punto non so proprio come farti cambiare idea, ne' mi interessa. Io lo vedo come coraggio, perche', a dispetto delle difficolta', abbiamo perseverato; a dispetto di tutte le spiegazioni che dobbiamo dare a chi ci dubita, siamo ancora qui, sorridenti, fiduciosi circondati dall'amore delle nostre famiglie. A dispetto di quello che tanti vorrebbero pensare, la nostra e' una famiglia felice ed equilibrata all'interno della quale nostro figlio sta sbocciando.
    E poi, Gigi, anche se in Italia siamo ancora un fenomeno da fantascienza, ci sono nel mondo migliaia di 'bambini' della mia eta' cresciuti in famiglie omosessuali o monogenitoriali e sono proprio loro a dire "Ehi! Smettetela di analizzarci! Siamo felici e disturbati ne piu' ne meno che i figli vostri!".

    Spero con tutto il cuore che la piccola possa trovare la stabilita' e la serenita' di cui ha disperato bisogno, e di nuovo tanto di cappello a te ed alla tua famiglia per il coraggio e l'altruismo.

    Marco

    P.S.
    Sul mio blog c'e' un post intitolato "Chi ha rubato le scarpe della mamma?" che dovresti leggere. Se non altro per aiutarti a vedere la banale normalita' all'interno di una famiglia gay.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Poll

Powered by Blogger.

Popular Posts

Followers

Blog Archive

Subscribe

Labels

Sponsor

Random Post