In Italia c'è la pena di morte



In Italia, negli ultimi due anni, si sono suicidati quasi cento detenuti e una quindicina di guardie penitenziarie.

Si tratta, guarda caso, delle stesse carceri che hanno una capienza massima di 40mila unità ma ne contengono quasi il doppio, e nelle quali le condizioni di vita e di lavoro, a causa del sovraffollamento, della mancanza di risorse e del degrado, sono letteralmente disumane.

E' inutile girarci intorno: in Italia c'è la pena di morte.

A differenza di altri paesi, tuttavia, essa non viene comminata a seconda della gravità del reato commesso , ma in ragione delle possibilità economiche e della maggiore o minore capacità dei singoli individui di sopportare quello schifo.
Dalle nostre parti si può finire sulla forca per uno scippo, una rissa, una truffa; basta non riuscire a resistere in quell'inferno e non avere in tasca i soldi per pagarsi un avvocato decente: si ingoia una lametta, o si annodano insieme i lacci delle scarpe prima di appendercisi, e il gioco è fatto, con buona pace di tutti e senza bisogno del boia.

Ma c'è di più.

Si può subire la pena capitale, in questo paese di serie C, perfino senza aver commesso alcun reato: è sufficiente avere la sventura di lavorare in uno di quei gironi danteschi, prendersi un bell'esaurimento nervoso e darsi una ricca revolverata, magari portandosi dietro tre o quattro parenti.

A denunciare questo abominio, badate, non è un blogger qualsiasi: sono le guardie carcerarie, che parlano senza mezzi termini di "ambiente fetido", di "strutture fatiscenti e sovraffollate", di "sopraffazione" e soprattutto di "silenzio delle istituzioni".

Il prossimo imbecille che mi viene a raccontare la solita puttanata delle prigioni a cinque stelle si prende un vaffanculo da ricordarselo finché campa.

Questo post è stato pubblicato il 02 ottobre 2009 in ,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

7 Responses to “In Italia c'è la pena di morte”

  1. La tua è un'affermazione un po' troppo forte...Pena di morte è altro rispetto a queste cose...La situazione è critica? sono d'accordo..le carceri sono strapiene?sono daccordissimo...è come come in Cina in cui ti uccidono per un furto? No.No.No.

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  2. In Cina è meglio, sai che ti sparano, l'opinione pubblica internazionale sa che ti sparano...

    Sparano ai poveri, sparano ai ricchi, sparano agli stronzi...

    Da noi va tutto bene, tranne che per gli sfigati, ma si sa cosa pretendi di vivere se non conosci nessuno e sei povero? Te le cerchi...

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  3. Beh, io in parte sono invece d'accordo con Gian. La condotta migliore è sempre quella di chiamare le cose col loro nome, e per vari motivi. Sono abbastanza stufo di sentir definire l'eutanasia un omicidio o un suicidio assistito. Il gioco al rialzo è sterile, anzi, rischia di avere un effetto al ribasso: se un suicida in carcere è la stessa cosa di un condannato a morte, allora visto che i suicidi ci sono ovunque la pena di morte non è una cosa così grave come viene descritta.

    Che dire del Giappone? Nel Giappone la percentuale di suicidi nella popolazione comune è altissima, nonostante il paese sia uno dei meno violenti al mondo. Cosa facciamo, ribattezziamo il Giappione come il paese tra i più violenti del mondo occidentale? Dovremmo così escluderlo da qualunque modello di relazione sociale, quando invece la poca violenza nelle strade resta un dato positivo da studiare.

    E poi, per quanto atto gravissimo, esiste pur sempre una distinzione tra induzione al suicidio e omicidio. La obliteriamo?

    Infine le migliaia di detenuti che non si suicidano devono essere considerati esseri immortali?

    Le cifre che vengono citate sono gravissime e allarmanti. Ritengo, a titolo del tutto personale, che porre la questione nei termini posti non faccia necessariamente bene alla causa stessa, ed inoltre condona indirettamente decine di equipollenze analoghe che provengono dalle parti più disparate e tentano di farsi forza esattamente sulla pretesa malleabiilità e aleatorietà dei termini linguistici.

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  4. Vero, e c'è anche l'eutanasia.
    Però, come la pena di morte, non deve essere ufficiale; perché siamo un paese civile e cattolico, mica cazzi.

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  5. Ufficialmente la pena di morte, in Russia, non c'è più. Ma esiste una pena di morte EXTRAGIUDIZIALE che colpisce le giornaliste e i giornalisti che fanno il loro mestiere, sgraditi al regime putiniano.

    Nelle carceri italiane, la pena di morte EXTRAGIUDIZIALE non ha un target così preciso e definito. Sono una specie di perverso laboratorio darwiniano, i più deboli crepano. Molti altri van via di testa e praticano l'autolesionismo.

    Ci sono anche le morti in carcere spacciate per suicidi: per esempio il ragazzo umbro arrestato per possesso di innocue piantine, la cui morte è stata quasi contemporanea al "delitto di Perugia" su cui la libera stampa e le libere TV hanno ritenuto opportuno di farci sapere tutto.
    A quando un porta a porta dedicato a quel ragazzo, alla denuncia inascoltata di sua madre?

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  6. vivo in un paese di 5000 anime.
    negli ultimi 3 mesi si sono suicidate 3 persone. Non erano nè carcerati, nè carcerieri. Non vi pare strano??

    Gigi.

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