Aiutaci a difendere la libertà in internet: firma, personalizza e diffondi la petizione in Creative Commons promossa da Agorà Digitale


Allora, amici, la storia è questa: siccome dopo il lancio del duomo a Berlusconi se ne sono sentite di tutti i colori (chi vuole eliminare l'anonimato su internet, chi vuole mettere filtri alla navigazione, chi paragona Facebook alle Brigate Rosse e via discorrendo), è arrivata l'ora di mettere in piedi un dibattito costruttivo in cui venga spiegato quali sono i meccanismi di Internet, quali insidie nasconde e quali incredibili opportunità offre per lo sviluppo di una società aperta.
In questi giorni internet sta correndo un grande rischio: c'è infatti chi sta cercando di approfittare della situazione per introdurre norme illiberali e contrarie alla libera circolazione delle informazioni e delle idee.
A noi, che invece la libertà della rete vogliamo difenderla, spetta però il compito di costruire dei ponti con le istituzioni che la devono governare: introdurre nuove misure di intervento è un'operazione delicata, che può avere implicazioni enormi sullo sviluppo della rete e non può essere intrapresa senza una profonda riflessione; il dibattito di questi giorni, infatti, è troppo simile a quello che abbiamo visto altre volte dopo gli attentati terroristici negli Stati Uniti e in Europa, o dopo episodi di cronaca che hanno infiammato l'opinione pubblica, e dimostra che una parte dei vecchi media, della politica e dell'opinione pubblica ha una profonda ignoranza sul funzionamento della rete, e per questo la teme.
E' necessario, una volta per tutte, aprire un grande dibattito e affidarlo al Parlamento, al quale ci appelliamo, insieme a Agorà Digitale, affinché metta in calendario una seduta straordinaria sulla Rete a cui possano partecipare numerosi esponenti della società civile che conoscano e sappiano spiegare Internet, sia al Parlamento stesso che al paese: allo stesso tempo ci appelliamo al Governo, e in particolare al Ministro Maroni, affinchè qualsiasi attività venga normativa venga sospesa subordinandola a tale dibattito.

AVVERTENZA: questa è la prima petizione in Creative Commons della storia. Cosa vuol dire? Che puoi non solo sottoscriverla su questo sito o uno degli altri che la pubblica. Ma puoi addirittura metterla sul tuo sito e raccogliere lì le firme. Anzi puoi addirittura modificarla e raccogliere sul tuo testo modificato le firme, a patto di mantenere inalterata questa avvertenza. Quando cercheremo di spiegare che non è più possibile pubblicare su un giornale un singolo testo con una lista di firme, ma esiste una pluralità di appelli tutti però con la richiesta di un grande dibattito parlamentare, beh, staremo già spiegando Internet.

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20 Responses to “Aiutaci a difendere la libertà in internet: firma, personalizza e diffondi la petizione in Creative Commons promossa da Agorà Digitale”

  1. Firmato! Non posso stare a guardare mentre abbattono il principio di neutralità della rete. In questo senso si dovrebbe fare una proposta di legge e spero che queste firme portino a questo

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  2. E' inutile discutere di quali siano i vantaggi di internet. Quelli che sono vantaggi per la società sono recepiti come svantaggi per la politica.

    Internet è così perché la politica l'ha capito troppo tardi.

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  3. «Quando cercheremo di spiegare che non è più possibile pubblicare su un giornale un singolo testo con una lista di firme, ma esiste una pluralità di appelli tutti però con la richiesta di un grande dibattito parlamentare, beh, staremo già spiegando Internet.»

    Sono commosso. E' la cosa più intelligente che io abbia mai letto.

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  4. ciao Metil.
    Dove si trova il codice per inserire i campi da compilare e inviare le adesioni? (come il tuo, per intenderci)

    Non riesco a trovarlo, grazie.

    Fabio

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  5. La politica teme la rete, perché sa di non poterla controllare, mentre i giornali la temono perché sanno di perdere la loro funzione di mediatori fra la politica e il pubblico.
    Del resto, la totale mancanza di investimenti per l'estensione della banda larga, la dice lunga sulla lungimiranza della nsotra classe dirigente, non solo politica, ma culturale ed economica.

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  6. "affidare al parlamento"????
    Che bella idea.
    Sono proprio curioso di sapere che ne pensa di internet la Carlucci, la Mussolini, Barbareschi, Cuffaro e gli altri bifolchi della Lega .. corro subito a firmare!

    (ero sarcastico ..)

    p.s.
    (comunque, ottimo blog)

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  7. @anonimo 6
    • Il governo intende comunque discuterne, in sedute che pubbliche non sono, per proporre un ddl.
    • Il parlamento è bene che ne discuta, in seduta pubblica. Chi tra i parlamentari è ignorante potrà apprendere qualcosa, chi è in malafede rivelerà pubblicamente di esserlo.

    C'è chi lavora a svuotare di senso e valore le istituzioni parlamentari, ed è aiutato da posizioni come la tua. Per via delle Carlucci, dei Barbareschi, dei leghisti bifolchi che popolano Montecitorio e Palazzo Madama i deputati e i senatori di opposizione dovrebbero evitare di esercitare il proprio mandato, non proporre nulla, magari limitarsi allo strepito?

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  8. La (maggioranza) politica è contro la libertà di informazione e contro l'autonomia culturale dei cittadini.

    Di cosa si vuole discurere?

    Meno i politici capiscono i "vantaggi" di internet e meglio sarà per l'integrità di internet stessa.

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  9. Bene Andrea, chiudiamo il Parlamento, visto che non serve.
    Il vuoto di politica, di dibattito politico, di conoscenza viene sempre riempito. Dal peggio.

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  10. Urbani, Pisanu, Gentiloni, Levi... siccome non me le ricordo tutte, vado su Google a cercarle. Ah, ecco:

    http://www.apogeonline.com/filirossi/leggi-internet

    Più che far discutere, secondo me occorre tenere bene gli occhi aperti per impedire qualsiasi controllo.
    Sempre che le proposte tedesche sul "canone di Internet" non facciano proseliti anche qui da noi...

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  11. Illusi, ma con chi volete intavolare il discorso?
    Con la Carlucci?
    O con l'altro guitto di cui non ricordo nemmeno il nome, quello che ora si crede di essere un attore, cresciuto sotto l'ala delle trasmissioni più becere e idiote della storia della televisione (se quella è televisione).
    Illusi!

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  12. Invece di dare degli illusi agli altri, perché non dai una mano?

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  13. qlcn ha detto:
    ...la p2 aveva previsto tutto, tranne internet...
    è per questo che ci vogliono imbavagliare?

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  14. scusate l'OT ma c'e' un altro morto in carcere,stavolta a Teramo:

    http://www.primadanoi.it/notizie/24199-Muore-in-carcere-il-nigeriano-testimone-del-presunto-pestaggio-di-Castrogno

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  15. ciao, sono l'Anonimo6

    massimo rispetto per chi ha proposto questa cosa. Mi aspetto però solo il peggio da questo parlamento.
    Io avrei proposto più un'operazione alla D'Avanzo, del tipo, dieci domande su internet rivolte ai prossimi candidati alle regionali.. Tipo: "metterai su internet chi ti finanzia la campagna elettorale e la tua dichiarazione dei redditi? Risponderai settimanalmente sul tuo blog? Che leggi vorresti in materia di internet?" e via così ..
    lo vedo più utile, per internet e non solo, e per capire chi sono realmente i liberali.

    Saluti

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  16. Il vero problema è che nel nostro paese, tranne sparuti casi, non esiste opposizione.
    I parlamentari sono dei nominati e non degli eletti e se questo fatto a voi fa stare tranquilli siamo davvero alla frutta.
    Nel nostro "sparlamento" potrebbero essere fatte le proposte le più belle mai viste, ma se non stanno bene ai soliti noti, non approderanno mai da nessuna parte.
    Vi sfido a dimostrare il contrario.

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  17. @ anonimo 6
    • I candidati a elezioni europee, nazionali, regionali e locali ricevono dai più diversi gruppi d'interesse e di pressione l'invito a esprimere la loro posizione su questo e su quello e le loro intenzioni in caso di elezione: ti impegnerai per salvare le balene?sosterrai i diritti lgbt?quali misure rivendicherai a favore dell'industria tessile? E via dicendo.

    Ciò che i candidati promettono, però, ha un valore lieve; tra i proclami e l'attività concreta spesso c'è di mezzo un oceano, e personaggi provvisti di eloquenza e di fantastici programmi elettorali possono rivelarsi incoerenti, opportunisti, fancazzisti, assenteisti. Chi ritiene discriminante, per il suo voto, date questioni dovrebbe chiedersi, piuttosto:
    – Questo tipo che cosa ha fatto finora in argomento, nelle istituzioni – se già ne è stato parte – e fuori?
    – Quali competenze ha e (altrettanto importante, perché nessuno è un tuttologo) quale disponibilità ha a studiare i problemi che non conosce, ad avvalersi di competenze specialistiche altrui per formarsi un giudizio?
    – Ha capacità d'iniziativa politica, sa formulare contributi originali o è destinato ad arricchire le schiere dei peones (saprà giusto schiacciare il bottone secondo le indicazioni di partito e, al massimo, leggere in aula interventi scritti dal proprio assistente parlamentare)?


    • Non ha senso invocare la legalità e non attribuire importanza, in primo luogo, alla legalità delle istituzioni e del loro funzionamento. Camera, Senato, commissioni avrebbero il compito di approfondire e discutere i problemi per poi decidere, invece lavorano a orari ridotti. Le proposte di legge d'iniziativa governativa viaggiano veloci su una corsia preferenziale, quelle d'iniziativa parlamentare finiscono volentieri su un binario morto; il voto di fiducia, che impedisce gli emendamenti e dovrebbe essere una ben motivata eccezione, viene sparato a ripetizione.
    Deputati e senatori devono battersi contro questa situazione (a meno che della Costituzione non gliene fotta niente e che meditino la conquista del potere a mano armata) e a favore di un dibattito su temi rilevanti come Internet aperto al contributo di esperti e all'ascolto dei cittadini (almeno un minimo di informazione i media sarebbero costretti a fornirlo, e su Radio Radicale è sempre possibile ascoltare i lavori parlamentari senza mediazioni, integralmente).
    Limitarsi a "tenere gli occhi aperti" può tradursi più facilmente nella visione di film dell'orrore di produzione governativa, senza inquadrature emendabili.

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  18. Trovatona: Carcere fino a 12 anni a chi su internet o via telefono istiga alla violenza o ne fa apologia, nel disegno di legge di un senatore Pdl, tanto fuori di testa da produrre in contemporanea una mozione sull'uso patologico del cellulare da parte dei giovani. La cosa preoccupante è che gliela hanno sottoscritta "più di 50 senatori di maggioranza e opposizione".

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