Spulciando tra la stampa estera di questi giorni mi sono imbattuto in tutta una serie di articoli aventi un comune denominatore: l'estero guarda all'Italia con molta più chiarezza rispetto a come la vedono la maggior parte degli italiani. Tra i vari articoli ne ho scelto uno di Eric Arends, corrispondente dall'Italia per il de Volkskrant (Olanda). La prossima volta che all'estero verrete riconosciuti come Italiani, non stupitevi se il vostro interlocutore si esibirà in un sogghigno a metà tra il sarcasmo e la pietà ... lui sa...
"Sorprendente come i cittadini e i media accettino in massa le sue bugie Da corrispondente in Italia mi sento spesso come Keanu Reeves nel film The Matrix, o Jim Carrey nel Truman Show. È una sensazione spaventosa: vivere e lavorare in una democrazia dell’Europa Occidentale che fu tra i fondatori dell’Unione Europea e fa parte di prominenti forum internazionali come il G8, e ciò nonostante sentirsi come i personaggi che lottano in angosciosi film su illusione e realtà. Ma l’Italia di Silvio Berlusconi ne dà tutto il motivo. Quindici anni dopo l’ingresso di Berlusconi nella politica italiana, il paese si allontana sempre piú dai valori democratici essenziali. Neo (Reeves) e Truman Burbank (Carrey) in The Matrix e The Truman Show si rendono conto che il loro intero ambiente vive secondo la sceneggiatura di un regista onnipotente. Però non vedono la loro sorpresa e preoccupazione al riguardo riflessa in alcun modo nella reazione delle persone che li circondano; tutti si comportano esattamente come se non succedesse niente di strano, o semplicemente non se ne rendono conto. Chi cerca di seguire e di capire la politica e la società in Italia inevitabilmente avrà la stessa esperienza.
Corrotto Il raffronto si è imposto all’attenzione molto chiaramente il mese scorso. Nel pomeriggio di martedì 17 febbraio è apparsa sui siti dei principali giornali italiani una notizia dal titolo: ‘David Mills è stato corrotto’: condannato a 4 anni e sei mesi. Riguardava una notizia esplosiva: il tribunale di Milano aveva riconosciuto l’avvocato britannico David Mills colpevole di corruzione per aver accettato 600 mila dollari da Silvio Berlusconi negli anni novanta, in cambio di rendere falsa testimonianza in due processi per corruzione istituiti contro l’imprenditore-politico. La sentenza contro Mills era altamente incriminante anche per il premier italiano dell’Italia, perchè se c’è un corrotto ci deve essere anche un corruttore.
Cose strane Ma in Italia sono successe un paio di cose strane con questa notizia. Per iniziare diversi giornali hanno scritto la sentenza tra virgolette, come se si trattasse non di un fatto giuridico ma semplicemente di un’opinione personale da poter contestare con facilità. Ciò infatti è immediatamente successo. Nel sito web del Corriere della Sera, un giornale di riguardo in Italia, vari lettori hanno messo in dubbio la sentenza del tribunale milanese. “Perchè questa sentenza arriva giusto 24 ore dopo le elezioni in Sardegna?” si chiede uno di loro. Il partito di Berlusconi, Popolo delle della Libertà (PdL), aveva vinto quelle elezioni regionali con una schiacciante maggioranza; l’isola italiana è tornata dopo lungo tempo in mano della destra, cosa che ha provocato una grande euforia negli ambienti del PdL. I giudici hanno deliberatamente cercato di rovinare la festa con la loro sentenza, riteneva il lettore sopracitato. Un altro ha fatto un ulteriore passo in avanti. Quella “ennesima sentenza fatta per rovinare la festa”, avverte i giudici, “servirà solo a rafforzare il nostro premier e la sua coalizione, quindi soprattutto continuate così e sparirete automaticamente, ciao ciao”. Di per se queste reazioni si potevano archiviare come rigurgiti emotivi di accaniti sostenitori di Berlusconi. Ma stranamente i media italiani gli hanno dato del tutto ragione. Mentre la notizia veniva esaminata a fondo su emittenti straniere come la CNN e la BBC, l’interessante notizia é stata data di striscio dai telegiornali italiani. Su RaiUno e RaiDue l’argomento è stato incastrato a stento in un minuto verso la fine dell’edizione serale. Su due delle tre reti commerciali di Berlusconi la sentenza è stata completamente ignorata.
Sentenza E sul canale che ha sì riferito la sentenza, il cronista ha ancora definito l’accertato episodio di corruzione un “supposto pagamento” fatto dalla ditta Fininvest di Berlusconi, e ha chiuso il suo mini servizio con una lunga citazione di un parlamentare del partito di Berlusconi, il quale diceva che il presidente del tribunale di Milano “è chiaramente antagonista della persona di Silvio Berlusconi dal punto di vista politico”. Come può succedere tutto ciò? Come si può negare e deformare così facilmente e massivamente la realtà? Da anni la stampa internazionale addita il gigantesco conflitto di interessi del premier. Tutti conoscono Silvio Berlusconi come il grande uomo dietro più di settanta aziende, raggruppate in mega holdings come la Mondadori (la principale casa editrice di giornali, libri e riviste in Italia), Mediaset (la più grande holding televisiva del paese), Mediolanum (servizi finanziari) e la squadra di calcio AC Milan.
Groviglio di interessi Berlusconi controlla buona parte dei media italiani e viene perciò chiamato da molti giornali stranieri ‘imprenditore-politico’ o ‘premier-magnate dei media’. Ciononostante questi termini dicono troppo poco sul modo in cui questo groviglio d’interessi influisce sulla società italiana. In generale Berlusconi viene considerato l’uomo dalla parlantina facile e dal sorriso scolpito, il marpione rifatto con il brevetto sulle battute imbarazzanti (come quella su Barack Obama, che definì “giovane, bello e anche abbronzato”‘ un paio d’ore dopo l’elezione di quest’ultimo a presidente degli Stati Uniti). Come premier dell’Italia è perciò agli occhi di molti un buffone da non prendere troppo seriamente. Ma queste qualità da birbantello nascondono alla vista il suo illimitato potere e influenza che intaccano persino il DNA dell’Italia - e purtroppo non in senso positivo. Le sue emittenti commerciali, il suo settimanale d’opinione “Panorama”, il quotidiano “Il Giornale” (del fratello Paolo) e una lunga lista di giornali di famiglia, si schierano quotidianamente con il loro padrone senza vergogna. Questo servilismo raggiunge forme così elevate che il giornalista televisivo nonchè capo-redattore dell’emittente Rete4 può emozionarsi in diretta leggendo la notizia della vittoria elettorale di Berlusconi. Per la maggioranza degli italiani la televisione è la principale fonte di informazione, ed è quasi completamente sotto il controllo di fedelissimi di Berlusconi.
Modi sgarbati Allo stesso tempo i membri dell’opposizione vengono buttati a terra in modo insolitamente sgarbato. Il più combattivo oppositore di Berlusconi, Antonio Di Pietro, da tempo viene chiamato ‘il boia’, o ‘il trebbiatore’ nel corso delle varie rubriche di attualità, che continuano a far vedere le sue foto meno lusinghiere, che immortalano il corpulento Di Pietro sul trattore, in pantaloncini corti. Questo bizzarro approccio ‘giornalistico’ non scaturisce da una specie di naturale lealta’ dei dipendenti, ma da precisi ordini di servizio. Il giornalista italo-americano Alexander Stille cita nella sua biografia di Berlusconi “Il sacco di Roma” (tradotta in olandese come “Silvio Berlusconi/De inname van Rome), un ex vice-caporedattore de “Il Giornale”, che spaziava su come Berlusconi dava ordini alla redazione negli anni novanta: “Dobbiamo cantare in armonia sui temi importanti per noi (…) Voi, caporedattori, dovete capire che dobbiamo iniziare un’offensiva mirata con tutti i nostri mezzi contro chiunque ci spari addosso. Se quelli che ci attaccano ingiustamente vengono puniti usando tutti i diversi media del nostro gruppo, l’aggressione finisce”.
RAI Nel ruolo di premier, Silvio Berlusconi esige più o meno la stessa apatia dagli impiegati statali, soprattutto all’interno dell’emittente statale RAI. Durante il conflitto in Irak, che aveva l’appoggio del precedente governo Berlusconi, i giornalisti della RAI non potevano definire gli oppositori della guerra “dimostranti per la pace” o “pacifisti”, ma dovevano chiamarli “insubordinati”. ‘Sei un dipendente dello stato!’ gridò Berlusconi contro il critico giornalista televisivo Michele Santoro un paio d’anni fa durante una trasmissione televisiva, riportandolo all’ordine. Santoro voleva togliere la parola a Berlusconi, che era in linea telefonicamente, perchè questi rifiutava di rispondere alle domande del giornalista, e voleva solo criticare il modo di lavorare di Santoro.
Criminoso Durante una conferenza stampa in Bulgaria Berlusconi accusò Santoro e due altri giornalisti di aver fatto un ‘uso criminoso della televisione pubblica’. I tre avevano osato fare una trasmissione critica sul premier. In quello che da allora è diventato famoso come ‘l’editto bulgaro’, il premier esigeva che la direzione dell’emittente ‘non permettesse più che accadessero certe cose’. Qualche mese dopo i tre erano spariti dallo schermo. L’Italia come paese democratico sta molto peggio di quanto molti credano. Ciò dimostrano le misure per la limitazione della libertà che questo governo sta prendendo o preparando (come la prigione per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni telefoniche degli indiziati; pressione politica su medici e insegnanti per denunciare gli immigranti illegali alla polizia; limitazione dell’indipendenaza del potere giudiziario). Ma lo stato preoccupante delle cose si rivela soprattutto nel modo apatico in cui stampa e pubblico ultimamente reagiscono a questo genere di piani. L’Italia si abbandona sempre di più alla realtà altamente colorata con cui viene abbindolata dall’apparato di potere di Berlusconi.
Duramente Certo, giornali e riviste di opinione come La Repubblica, l’Unità e l’Espresso continuano ad andare duramente contro il premier quando è necessario. Ma sono predicatori nel deserto: i due principali giornali italiani hanno insieme una tiratura di solo 1,3 milioni, su una popolazione di quasi 60 milioni. La televisione è per la stragrande maggioranza degli italiani la fonte di informazione principale, e ora è quasi tutta sotto monitoraggio di gente fidata di Berlusconi. Inoltre, anche i giornali al di fuori dell’impero di Berlusconi sentono il suo braccio forte. Come il giornale torinese La Stampa, proprietà della Fiat. ‘Vista la situazione in cui versa la Fiat, La Stampa non si trova nella posizione di esprimere critiche nei confronti di Berlusconi, e ciò è altrettanto valido per numerosi altri giornali’, cosí il caporedattore Giulio Anselmi a Stille nel Sacco di Roma. ‘Oltre ai giornali che possiede, c’é tutto un cerchio concentrico di giornali che dipendono direttamente o indirettamente da lui’.
Il guastafeste Il leader dell’opposizione Antonio Di Pietro racconta nel suo libro Il guastafeste [in italiano con traduzione nel testo, ndt], come sia stato apostrofato “assassino’ da due ragazzi, mentre passeggiava in Piazza Duomo a Milano. Un tempo Di Pietro era l’eroe del paese per milioni di italiani, nella sua funzione di pubblico ministero dell’ampia operazione anti-corruzione Mani Pulite, che spazzò via un’intera generazione di politici e imprenditori imbroglioni all’inizio degli anni novanta. ‘Questo incidente’, dice Di Pietro a proposito dell’accaduto a Piazza Duomo a Milano, ‘dimostra che quei ragazzi a casa sono bombardati con falsa informazione dalla televisione’. Dopo un decennio e mezzo, questo moderno indottrinamento sta dando così tanti frutti che Berlusconi osa negare persino le più incontestabili verità.
Proteste Per esempio, l’anno scorso durante la massale protesta studentesca contro i tagli pianificati nell’istruzione. Gli studenti avevano occupato facoltà di diverse università, con grande irritazione di Berlusconi. ‘Oggi darò al Ministro degli Interni istruzioni dettagliate su come intervenire usando le unità mobili’, disse il premier nel corso di una conferenza stampa. Quando l’opposizione gridò allo scandalo, Berlusconi il giorno dopo disse bellamente di non aver mai minacciato con le unità mobili. Ancora una volta era stato erroneamente citato dai giornalisti. Però tutti avevano potuto vedere e sentire che il premier l’aveva veramente detto; i suoi commenti erano stati trasmessi da radio e tv. Nonostante quella prova schiacciante Berlusconi si ostinò sulla sua posizione. E con successo. Giacchè cosa dissero la sera i telegiornali? ‘Il premier dice di essere stato citato erroneamente’.
Democrazia In una democrazia sana i giornalisti in servizio avrebbero come minimo fatto velocemente rivedere le immagini della conferenza stampa in questione, così da permettere ai telespettatori di concludere da sè se il premier fosse rimbecillito o no. Ma no. ‘Eventualmente, potrete rivedere la nostra trasmissione di ieri su internet’, ha sussurrato il redattore politico di RaiUno alla fine del servizio. Considerando la situazione alla Matrix in cui versa l’Italia, il suo commento suonava quasi come un eroico atto di resistenza."p.s. su richiesta di un Anonimo, specifico che la traduzione dell'articolo è tratta dal sito Italia dall'Estero
beh lo sapevamo che la stampa estera non ha paura dı dıre esattamente le cose come stanno su dı luı... questo artıcolo é davvero una chıcca.
RispondiEliminaSara, se guardi in giro sono più o meno tutti sullo stesso tenore!
RispondiEliminami chiedo come è possibile che la maggioranza del popolo Italiano sia stato così ignorante da eleggere un tale elemento..meglio che non aggiungo altro altrimenti domani mattina mi trovo ammanettato
RispondiEliminahttp://en.wikipedia.org/wiki/De_Volkskrant
RispondiElimina"Spulciando tra la stampa estera di questi giorni"
RispondiElimina:-)
capisco che si voglia far bella figura, ma sarebbe buona norma, persino su un blog anzi forse di più, citare le fonti, in questo caso della segnalazione e della traduzione, che sono entrambe del sito Italiadallestero.info
Mi permetto di precisare che quella è solo la fonte della traduzione.
RispondiEliminaLa fonte originale, quella cioè da cui proviene l'articolo è citato eccome.
Se in ogni caso l'anonimo è parte in causa del sito in questione sono ben lieto di citare la fonte (della traduzione, si badi bene)
Torno da un giro di promozione nel Benelux, delle strutture turistiche nel Parco Nazionale Monti Sibillini, zona Marche. Molti contatti interessanti, e purtroppo, molti commenti che commiserano gli italiani "caduti nella trappola mediatica"...
RispondiEliminaSperiamo che l'arte e la bellezza del nostro Paese, abbia la forza di attrarre ugualmente il turismo.
Torno da un giro di promozione nel Benelux, delle strutture turistiche che stanno nel Parco Nazionale Monti Sibillini, zona Marche. Molti contatti interessanti, e purtroppo, molti commenti che commiserano gli italiani "caduti nella trappola mediatica"...
RispondiEliminaSperiamo che l'arte e la bellezza del nostro Paese, abbiano la forza di attrarre ugualmente il turismo.
Quoto Grendel, de Volkskrant è un giornale olandese...e Bleek, si tutti i giornali stranieri dicono le cose come stanno realmente, e non solo, basta ricordare cosa si diceva di lui nel 'press kit' che la Casa Bianca ha distribuito ai giornalisti al seguito del presidente americano per il G8 di luglio 2008...e c'era l'amico George!
RispondiEliminaUn giornalaccio tedesco di cui non si conosce nulla è diventato la fonte di tutte le verità..
RispondiEliminae magari quelli stanno ancora a rosicà per i mondiali di calcio.
ma andate a cagare sinistroidi penosi.
Troppo ciechi per vedere la realtà,
RispondiEliminaconoscendo la procura di milano.
L'ideologia e l'anti berlusconismo
sviluppano i peggiori sentimenti
specialmente in cervelli costruiti
nelle scuole italiane.
Purtroppo in italia abbiamo avuto il più grande partito comunista e
non un grande partito socialista.
Gli italiani sono meno ingenui di
come qualche pseudo intellettuale
pensa. (per fortuna si stanno estinguendo.
Un ignorante PEO
Ormai la sinistra allo sbando (era ora) non sa fare altro che criticare Berlusca non avendo argomenti da trattare e uomini da proporre. Recita solo e sempre la stessa canzone contro Berlusca come siete squallidi compagni.Certo che Prodi invece è pulito e onesto, da quando era presidente dell'IRI ad oggi ha fatto dei danni incalcolabili perchè ignorante e in mala fede ma di questo, guarda caso, non se ne parla mai. Siete monotematici poveretti
RispondiEliminaCaro Anonimo, non mi pare che qui dentro, come anche altrove, la satira e la critica abbiano risparmiato la sinistra (questa è una parola davvero grossa!) e i suoi esponenti.
RispondiEliminaPersonalmente credo fermamente che i berlusconiani siano essenzialmente di due tipi: quelli ignoranti e quelli in mala fede.
Ti auguro di far parte dei secondi, per lo meno avrai da guadagnarci qualcosa (finchè dura).
Ahimè, questo articolo non è che una goccia nell'oceano. La stima di cui gode l'Italia all'estero è ormai infima, e non è un dato opinabile: è la realtà. L'Italia è vista come lo stato della mafia, della corruzione, del fascismo di ritorno, del giornalismo e della tv controllati, delle vallette-ministro, delle leggi talebane scritte dai preti e imposte a tutti, del razzismo bieco, dell'illegalità a tutti i livelli, e di un personaggio squallido che rappresenta tutto questo: Berlusca. Stiamo lentamente ma inesorabilmente scivolando nel terzo mondo.
RispondiEliminafabio
Grendel e Anonimo, grazie per la correzione, provvedo a rettificare.
RispondiEliminaDI Pietro questo?
RispondiEliminahttp://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=7972&Itemid=124
Beh molto meglio di Berlusconi......
Anonimo, qualsiasi cosa è meglio di Berlusconi. Persino il mio cane, quando lo porto fuori, produce materia di gran lunga superiore in qualità a mister B...
RispondiEliminaTanto per essere chiaro sulle mie posizioni!
p.s.
scusa se non ho scritto la parola merda, volevo essere fine...
@ beyk happel
RispondiEliminaEsiste una terza categoria di berlusconiani: quelli idioti. Ovvero quelli che si avvicinano al padrone scodinzolando sperando di godere della sua luce riflessa. Una forma di idolatria che va al di là delle (pessime) evidenze. Pronta a giustificare ogni cavola, ogni gaffe, ogni attentato alla costituzione, ogni attentato alla libertà dell'individuo (tra cui il berlusconiano stesso). Una forma di religione in pratica, i cui frutti cadono in testa sia a chi la pratica sia a chi la ostracizza. Con la sola differenza che i primi ne godono. La sinistra (che cos'è? io non l'ho mai vista) per il Berlusconiano è come il demonio per la religione cattolica: il male incarnato da cui non può venire nulla di buono.
Non importa cosa dicano o facciano "quelli di sinistra" (ma fanno poi qualcosa?), tanto è sempre sbagliato, anche se poi il loro amato dio/leader si appropria delle stesse idee ed iniziative (quando ci sono).
Chiariamoci: non è Berlusconi che si crede un dio. Sono quelli sotto che lo elevano a quel rango e ce lo tengono. Purtroppo.