Il Grande Fratello fa politica meglio dei politici?



Vediamo di capirci: non è che io sia un fan sfegatato del Grande Fratello.

Però bisogna riconoscere che mentre la maggioranza si è ormai calata nel ruolo dell'inquisizione spagnola e gran parte dell'opposizione nicchia, la cosiddetta (spesso a ragione) TV spazzatura, sia pure allo scopo di fare audience, propone in prima serata temi che nessun altro osa trattare.

Il pubblico, da parte sua, segue, ben lontano dall'indignazione e dall'integralismo che i suoi (sedicenti) rappresentanti politici sembrano volergli attribuire non appena ne hanno l'occasione, ad ulteriore (ce n'era bisogno?) riprova del fatto che le persone sono generalmente molto più avanti di quanto gran parte della politica e certi mezzi di informazione vorrebbero farci credere.

Insomma, amici, oggi la verità mi pare questa: su determinati argomenti il Grande Fratello finisce per dimostrare più inventiva, coraggio e sensibilità nei confronti dell'opinione pubblica rispetto ai partiti che pretendono di rappresentare, a chiacchiere, il comune sentire del paese.

Il che, in altre parole, equivale a dire che su quei temi fa politica meglio di loro.

Sono cose che danno da pensare, eh?

Questo post è stato pubblicato il 07 dicembre 2009 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

15 Responses to “Il Grande Fratello fa politica meglio dei politici?”

  1. non penso che la comunità omosessuale si senta rappresentata da personaggi simili.. anzi è una spettacolarizzazione secondo me umiliante e controproducente, che serve solo a creare / alimentare degli squallidi luoghi comuni.
    se gli omosessuali fossero veramente tutti così vuoti superficiali e irritanti come quelli che si vedono in tv, non mi sentirei in colpa ad essere omofobo.

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  2. La distorsione caricaturale e grottesca di queste tematiche non mi pare un gran merito.

    L'uso di temi "sensibili" nei programmi d'intrattenimento è roba datata nell'ambito della tv commerciale che per sua natura e definizione se ne fotte della morale politica e cattolica vigente, godendosi il privilegio d'esser uno stato a sè, autoreferenziale e immune da scomuniche e anatemi vari.

    Il coraggio, semmai, è star seduti a guardare senza schifarsi.

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  3. La raffigurazione del GF sarà banalizzante, non discuto: ma intanto sfata un tabù, che nessun altro ha il coraggio di affrontare. Gli squallidi luoghi comuni, se me lo consenti, sono quelli che ci vengono proposti dai politici e dai sedicenti esperti (omosessuali= malati, violazione del diritto naturale, rapporti contronatura), che nessun reality, pur nella sua semplificazione della realtà, si è mai sognato di proporre.
    Il tuo, scusami, mi pare un atteggiamento piuttosto snob, che non tiene conto del fatto che portando a casa delle persone certi temi, sia pure a scopo di spettacolarizzazione, intanto li si propongono, dando loro, facci caso, quel carattere di normalità (normalità anche banale, non c'è dubbio) di cui si sentirebbe tanto il bisogno anche da parte di altri soggetti, certamente più snob ma all'atto pratico incapaci di giovare alla causa.
    Quanto agli omosessuali singoli che si vedono in tv, non sta né a te né a me giudicarli nella loro maggiore o minore superficialità: mi pare che sia tu, adesso, a generalizzare.

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  4. @Giovanni: e dopo che ti sei schifato, tu cosa fai per dare una mano su questi temi?

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  5. @Giovanni: tra parentesi, se un reality mostra due omosessuali che si baciano, dove sarebbe la caricatura scusami? Così, tanto per uscire dai soliti luoghi comuni.

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  6. Potrebbe avere un effetto normalizzante sulle piccole teste calde omofobiche e telebrate che seguono la trasmissione.
    La rottura del tabù, in un paese smodatamente ipocrita come il nostro dimostra come le nostre origini siano il denaro, che potremmo appenderlo sulle pareti pubbliche, solo che poi anche li, tutti a staccarlo.
    Poi chi lo dice che i gay non possano essere banali?
    Il Gf da uno spaccato di società, gay e non, magari di merda, ma che va oltre le differenze sensibili alla privacy: i bimbiminkia, trasversali e onnipresenti,come elemento normalizzante e antirazzista.
    Diciamo grazie a loro e alle loro madri che sono delle fattrici insuperabili.

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  7. Una cosa del genere fa audience solo perché viviamo in un paese in cui la politica è da inquisizione cattolica e la popolazione è lobotomizzata dalla chiesa.

    In un paese normale non farebbe proprio audience.

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  8. Di sicuro si tratta in un certo senso di una banalizzazione: l'omosessuale televisivo, quello da Grande Fratello, è più o meno sempre il solito personaggio stereotipato. Ma a me pare che il post sia chiaro: meglio una versione riduttiva e poco realistica dell'omosessualità (ammesso che poi una persona omosessuale in tv debba davvero necessariamente rappresentare l'intera comunità LGBT) ma che raggiunge milioni di persone dicendogli "ehi, guarda che non è una cosa tanto strana", piuttosto che il tentativo della classe politica al potere di nascondere e far passare per una specie di malattia contagiosa una delle tante possibili inclinazioni dell'animo umano.

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  9. La caricatura sta in primis nella scelta dei "modelli sociali" che di per se devono corrispondere a stereotipi opportunamente edulcorati e presentabili a quel target di pubblico che si avvicina al tema della diversità come i bambini allo zoo.
    Problemi culturali come l'omofobia e il razzismo li ritengo troppo delicati e importanti per affidarli in mano ad un team di pubblicitari e creativi in apprensioni da sponsor.

    Questo sistema a suo modo è denigrante e razzista al pari dello skin che pesta un omosessuale, e il fatto che ne stiamo imbastendo una discussione in chiave sociologica,la dice lunga sull'annosa anomalia che rappresenta l'italia in rapporto al vaticano e al suo establishment.

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  10. Sulla prima domanda:
    evito inanzitutto di trattarli in rapporto al grande fratello.

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  11. Sono d'accordo ma solo in parte. La rappresentazione degli omosessuali nel mondo dello spettacolo non pare avere molte conseguenze sull'omofobia popolare. Basta ricordare i già molti omosessuali "sdoganati" dal mondo della musica. Le vecchiette che cantano a memoria le canzoni di Renato Zero sono le stesse che si fanno il segno della croce quando vedono due uomini baciarsi. Il fan dei Queen è lo stesso che prenderebbe a pugni in faccia un gay che ci provasse con lui. La signora che ha tutta la collezione di Elton John è la stessa che a messa prega contro i pacs.

    Pur con tutti i distinguo su stereotipizzazione e quant'altro, sarei ottimista ma molto cautamente. Il confronto con la politica è troppo facile.

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  12. @Giovanni: "Problemi culturali come l'omofobia e il razzismo li ritengo troppo delicati e importanti per affidarli in mano ad un team di pubblicitari e creativi in apprensioni da sponsor".
    Guarda che è esattamente quello che fanno i partiti: li affidano nelle loro mani proprio perché non se ne occupano, se non per demonizzare.
    "Questo sistema a suo modo è denigrante e razzista al pari dello skin che pesta un omosessuale".
    Non scherziamo.

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  13. Infatti sui partiti non mi sono espresso.

    Alludevo, nell'esempio che mi contesti, al fatto che alla base c'è lo stesso vuoto culturale e umano (e non è un caso che ho specificato "a suo modo").

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  14. Non vorrei dire, ma sono proprio quelli che guardano purno a tutto spiano che poi si indignano per la pubblicità delle patatine fatte dall'attore porno (anche perchè sono gli unici a riconoscerlo), e sono proprio quelli che guardano il GDF per vedere i gay, che sono poi i primi a menarli se li incontrano per strada.

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