Prima regola, negare

Quando ero ancora un ragazzo mi capitava un po' più spesso di parlare con gli amici dei miei rapporti col mondo femminile; a quei tempi, come spesso accade quando si è giovani, ascoltavamo in tanti i suggerimenti di un compagno di classe particolarmente sveglio, il quale tra i vari consigli amava ripetere spesso questa perla: "Se la tua ragazza ti becca con un'altra in una situazione inequivocabile e non hai altri argomenti per difenderti, tu nega fino alla morte di averla tradita". A quel punto, dopo un momento di silenzio, qualcuno dei presenti prendeva coraggio e poneva immancabilmente la solita domanda: "Ma scusa, e come le spieghi che sei nudo dentro a un letto avvinghiato a un'altra che è nuda pure lei, ma in realtà non le stai mettendo le corna?"
Il mio amico sorrideva, prendeva una lunga boccata dalla sigaretta che teneva fra le labbra e poi, con la pazienza bonaria di chi la sa lunga e sta parlando a un pivello, svelava la chiave del segreto: "Non fa niente. Tu nega, una, dieci, mille volte. Nega e basta, senza spiegare un cazzo. Spiegare non serve a niente, basta ripetere che non è vero. Dammi retta, funziona".
Io non ho mai capito se al di là delle chiacchiere il mio amico sveglio avesse davvero ragione; però negli ultimi vent'anni ho pensato più di una volta che mi sarebbe piaciuto rivederlo, e magari fare quattro chiacchiere insieme a lui davanti a una birra ricordando i vecchi tempi. Fino ad oggi non sono mai riuscito a rintracciarlo, ma adesso ho finalmente un indizio; secondo me lavora per Berlusconi:

A Milano, sia pure con il ritardo di una settimana, la correttezza delle nostre liste è stata riconosciuta. A Roma, purtroppo, non ancora. Ma in entrambi i casi non vi è stata alcuna responsabilità, nessuna colpa dei nostri rappresentanti, che erano presenti in orario nell’ufficio preposto alla consegna delle liste e avevano le documentazioni in regola. A determinare la nostra esclusione è stata invece una decisione arbitraria e arrogante dei magistrati che hanno fatto di tutto, con parole fuori luogo e atti "contro la legge", per impedire la partecipazione alla competizione elettorale della prima forza politica in Italia.

Questo post è stato pubblicato il 17 marzo 2010 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

10 Responses to “Prima regola, negare”

  1. Ahi, che paragone amaro. Ma tu hai mai seguito la regola del tuo amico?

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  2. Tu ce lo vedi, un blogger, a parlare senza tentare di spiegare niente?

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  3. Una volta ho visto uno spezzone di un film, di cui non ricordo il nome, in la moglie bruttina ed insicura trova il marito con l'amante. Lui nega fino all'estremo fino a farla sentire completamente stupida e disorientata...Credo fosse anche un film famoso...qualcuno sa il titolo? Descrive benissimo la situazione!

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  4. Non è che si trattava del Silvio in persona?

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  5. milioni di italiani amano la falsita',ecco perche non puniscono mai i politici confermandoli continuamente.

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  6. vi segnalo il racconto di Isabel allende "Paula" nel quale la scrittrice racconta alla figlia Paula alcuni passi significativi dela propria vita. Un capitolo è dedicato proprio ad quella che IA desrive come una tecnica retorica, del disco rotto, ovvero sostenere a macchinetta la propria tesi infischiandosene delle dimostrazioni logiche dell'avversario. Funziona perchè in primo luogo conta molto di più la convinzione con cui si sostengono le proprie posizioni della loro stessa validità. L'avversario che non vede riconosciuta la propria logica dopo un po' vacilla; il pubblico terzo (ben più importante nel caso di elezioni) che spesso non ha gli strumenti per cogliere le sottigliezze in una discussione, finisce per dare ragione a chi appare più convinto.
    Molte usanze antiche (di origine barbara) prevedevano di ricorrere alla lotta per decidere chi aveva ragione tra due litiganti, chi era più forte aveva ragione, semplice no?

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  7. Sempre, lo fanno sempre. Non li conto neanche più i casi in cui negano l'evidenza. I meccanismi di comunicazione li conoscono benissimo (e li applicano magistralmente), e conoscono benissimo anche fin dove può arrivare la fiducia cieca.

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  8. Per Valentina. Il film probabilmente era "Una guida per l'uomo sposato" ("A Guide for the Married Man") di Gene Kelly, USA, 1966, con Walter Matthau e Robert Morse.

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