Giovedì mattina i bambini della scuola elementare Elsa Morante di via Pini a Milano non hanno trovato sui banchi i loro compagni rom. Senza alcun preavviso e senza ascoltare le richieste di genitori, insegnanti, associazioni, il Comune ha sgomberato il campo rom che sorgeva nell'ex area Enel di via Rubattino e che ospitava quasi trecento persone, tra cui 50 minori. “Sono una maestra – ha detto Fabiana Robbiati, una delle insegnanti dell'istituto Morante in cui erano regolarmente iscritti ventisei bambini rom – e non posso pensare che questi bimbi resteranno lontani da scuola per un periodo di tempo indeterminato. Sono ragazzini molto educati, frequentavano le lezioni con passione e serietà. Si sono fatti volere bene. In breve tempo hanno conquistato tutti, anche chi aveva qualche pregiudizio sui nomadi. Questa mattina alcuni bimbi italiani hanno pianto quando hanno saputo quello che era accaduto ai loro coetanei rom”. All'umanità dei bimbi si contrappone l'atteggiamento del Comune di Milano che pare essersi scordato anche delle più semplici regole del diritto.
Ancora una volta l'amministrazione guidata dal sindaco Moratti ha scelto di usare il pugno di ferro e di chiudere le porte a una seria politica di integrazione che passi in primo luogo dalla scuola, come hanno cercato di spiegare le maestre, i genitori e i compagni dei trentasei bambini rom che da oggi non sanno più quando potranno tornare sui banchi.
Sono d'accordo con lo sgombero dei campi nomadi, ma non era meglio preparare un piano d'alloggi alternativi prima?
RispondiEliminaLo dicano chiaro e tondo che l'integrazione non è nei loro progetti.
ed io che avevo paura di Alemanno...
RispondiEliminaSono dell'avviso che la Moratti sia il peggior sindaco che Milano abbia mai visto.
RispondiEliminaLA MORATTI HA FATTO NON BENE MA BENISSIMO
RispondiEliminaAnonimo, sei un pirla senza palle che scrive col caps lock inserito.
RispondiEliminaQueata notozia è faziosa. Durante la amministrazione di Letizia Moratti ho seguito la vicenda "scuola e bambini apolidi", non considero questo fare informazione e non ritengo che la scuola può essere un luogo di sfruttamento morale dei bambini e degli allievi svantaggiati, asserviti da pregiudizi e severità non necessariamente dichiarata.
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