Anatemi post mortem

Senza entrare nel merito della questione (su cui peraltro ci sarebbero un sacco di cose da dire), mi corre l'obbligo di rilevare che aspettare la morte di qualcuno per attaccarlo non mi pare il massimo dell'eleganza.
Se proprio volevano scagliarsi contro Saramago, non potevano farlo quando era vivo?

Questo post è stato pubblicato il 22 giugno 2010 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

13 Responses to “Anatemi post mortem”

  1. Uhmmm, all'ultimo con cui l'avevano fatto non è andata tanto bene... hai presente Giordano Bruno?
    È che è nella loro natura, non ci sta niente da fare.
    E se leggi bene alcuni passaggi di contorno viene fuori pure una certa natura farisaica: "cosiddetta rivoluzione dei garofani" (dove quel "cosiddetta" nasconde un rintuzzar niente male); "nobel provocatorio""... e anche "la Storia maiuscola in filigrana a quella del popolo; una struttura autoritaria totalmente sottomessa all'autore, più che alla voce narrante, non solo onnisciente ma anche onnipresente; una tecnica dialogica in tutto debitrice all'oralità; un intento inventivo che non si cura di celare con la fantasia l'impronta ideologica d'eterno marxista; un tono da inevitabile apocalisse il cui perturbante presagio intende celebrare il fallimento di un Creatore e della sua creazione".
    Lasciamo perdere, che è meglio, altrimenti ti occupo metà blog.
    Un saluto,
    Alessandro

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  2. Da vivo gli avrebbe fatto il culo.
    E con molte meno parole di quante ne hanno usate loro per spalare merda.

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  3. Anche io l'ho trovata una cafonata clossale.
    Ma comunque che vuoi farci, è pur sempre la religione dell'amore....

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  4. Io me la spiego così: che ora che è morto rosicano, perché è morto, perché non se l'è fatta sotto al pensiero di dover morire e questa cosa non la perdonano a nessuno. Un ateo che muore ha ragione: perché dimostra che l'unica cosa evidente, almeno nel senso di controllabile e verificabile, è che non si torna in vita una volta morti. E loro non ci vogliono stare e tentano disperatamente di buttarla in caciara.

    A onor del vero va precisato che anche da vivo qualche volta gli hanno rotto le scatole. Certamente in questa circostanza dimostrano un qualche segno di debolezza nel cogliere proprio l'occasione del lutto.

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  5. Che tristezza e comunque concordo con mezzatazza.

    Per non parlare poi dei problemi che ebbe in Italia con l'editoria...

    http://piccolevitalita.blogspot.com/2009/06/tra-kaka-e-jose-saramago-le-stranezze.html

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  6. certi errori sono così plateali che a pensarci bene non sono errori per niente...
    comunque Saramago era un vero cristiano.. o almeno a me pare da questo grazioso filmetto
    http://lanavesullonda.blogspot.com/2010/06/quello-che-mi-ha-insegnato-saramago.html#comments

    il problema è che al momento (e direi molto spesso) non sono cristiani per niente i ministri di questa chiesa.

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  7. Sono fatti così.
    A volte aspettano la morte di uno per fondare una religione in suo nome, altre volte aspettano la morte di un altro per sputargli sulla tomba.

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  8. "Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono"
    da Cecità

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  9. è gente convinta di essere portavoce di uno zombie che vive nei cieli...
    ti pare che sarebbero stati in grado di sostenere un discorso con una persona dotata di intelletto?

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  10. viva saramago. riposi in pace.

    nel merito i commenti vaticani sono patetici ma non condivido il tuo ragionamento, meglio essere coerenti e dire quello che si pensa, vivo o morto non fa alcuna differenza. pensa quando viene a mancare qualcuno di cui contesti il pensiero o la figura, e gli ipocriti di turno non accettano alcuna critica a prescindere, e chi osa dire qualcosa che non sia un elogio funebre viene etichettato come sciacallo o peggio.

    poi se siamo sinceri non sono mai mancate le critiche della chiesa a saramago anche quando era in vita.

    svante

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  11. Che gusto c'è parlare a qualcuno in vita quando il lavoro del vaticano è parlare solo di gente che non è in vita (vedi embrioni o persone attaccate al respiratore..)..io penso solo che pochi riescono ad arrivare alla sua età con la sua capacità di descrivere la realtà e la vita, per adesso ho potuto leggere solo la sua raccolta basata sul suo blog e il mio pensiero è che pochi arrivano alla sua età con la stessa lucidità e libertà di pensiero, e per fortuna fino alla fine ci ha donato ciò che pensava e ha detto la sua, che poi la chiesa non sia d'accordo non mi importa, le parole di intellettuali come lui rimangono molto di più che i piccoli commenti del clero..

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  12. bè, c'è una cosa da dire, per onestà: il "clero" non è un essere compatto e con un solo cervello. I don Milani non sono mai mancati e anzi, da don Gallo a don Giorgio de Capitani, per fare solo 2 nomi, oggi sono sempre di più.. Il Vaticano ha dei portavoce, giusto, ma parlare come tanti commenti han fatto qui equivale ad assimilare tutti gli italiani ai berlusconiani.
    Il discorso è diverso se si vuole, per principio, demonizzare tutte le religioni; ma allora, appunto, è un altro discorso.

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