Il 29 giugno sono arrivati funzionari hanno chiesto le nostre generalità per comunicarle all'ambasciata Eritrea. Ci siamo rifiutati. Il regime di Asmara si sarebbe vendicato sulle nostre famiglie. Il presidente Isayas Afeworki è implacabile e non tollera il dissenso. Così i libici ci hanno accusato di insubordinazione e ribellione. I militari sono arrivati di notte, ci hanno caricato su camion e portato ad Al Brak un migliaio di chilometri più a sud. Chi ha tentato di fuggire è stato catturato e picchiato a sangue. Siamo stati torturati e picchiati perché ubbidissimo. Inutile l’appello all’Unhcr, l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati: è stato cacciato dalla Libia. Siamo disperati. Se non ubbidiamo ci deportano in Eritrea e per noi vuol dire la morte. Se ubbidiamo saranno i nostri familiari a morire; si vendicheranno su di loro perché noi siamo scappati.Ecco, quando il nostro paese respinge i profughi li consegna a questi aguzzini: i quali, d'altronde, sono nostri amici.
Non vengono i conati anche a voi?
Scende vomito come se piovesse... Purtroppo al mondo ci sono anche troppe situazioni simili.
RispondiEliminadalle mie parti si dice: AMICI E GUARDATI!
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