Avevamo un patto


Ray Gosling, il presentatore della BBC che ha confessato in tv di aver posto fine alle sofferenze del suo compagno, malato terminale di AIDS:

Avevamo un patto: se il dolore diventa insopportabile e non si può più fare nulla, non lasciarmi andare avanti. Non penso che sia un crimine.
Nemmeno io, signor Gosling, credo che lei abbia commesso un crimine: sono convinto, piuttosto, che abbia aiutato la persona che amava a realizzare la sua volontà, in un contesto in cui nessun altro -nemmeno la legge di un paese civile come il suo- se ne assumeva la responsabilità.

Credo che lei abbia semplicemente avuto il coraggio di fare quello che andava fatto.

Se e quando dovesse toccare a me, spero di avere accanto qualcuno che sappia amarmi così.

Questo post è stato pubblicato il 17 febbraio 2010 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

12 Responses to “Avevamo un patto”

  1. Io sono a favore del testamento biologico, e in generale di qualsiasi provvedimento/strumento che estenda i diritti civili e di autodeterminazione.
    Ma questo è qualcosa che va al di la' dell'eutanasia, è la confessione di un puro e semplice omicidio. Odio quelli che si appellano allo [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Slippery_slope]Slippery Slope[/url] ma alcuni limiti certi bisogna porli. In questo caso, non si può non affermare che è stato commesso un crimine.

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  2. Ripeto: a mio modo di vedere, se quella era la volontà del suo compagno e nelle condizioni oggettive di salute in cui si trovava, questo non è un crimine ma un atto d'amore.

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  3. @ Pako e Metil

    "non si può non affermare che è stato commesso un crimine"

    "questo non è un crimine ma un atto d'amore."

    Classico esempio di fallacia da falsa dicotomia. Io potrei essermi scordato il portafoglio e vedere uno che sta morendo di fame. Rubo un po' di cose al supermercato e do da mangiare all'affamato: ho commesso un crimine ed un atto d'amore.
    La legge non decreta la moralità di un gesto. Per esempio da noi si può andare in galera solo per aver detto la verità: ci si va perché - che fosse la verità - non lo si è saputo dimostrare, ma ciò non toglie che mediamente dire la verità (per me) è moralmente più giusto che mentire.

    In sintesi, ed evito di proposito di entrare nel merito, non ci sarebbe nemmeno nessuna contraddizione nell'ammettere che sia stato un crimine ed un atto d'amore. Quindi a mio modo di vedere la critica di Pako decade, insieme all'osservazione sulla slippery slope.

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  4. Ma qui non ci troviamo di fronte ad eutanasia. Questo è un omicidio bello e buono ed è indistinguibile da qualsiasi altro omicidio. Come possiamo riporre fiducia in quello che dice Gosling?
    Per trattarsi veramente di eutanasia ci devono essere le volontà del malato chiare di fronte a testimoni attendibili, preferibilmente scritte. Ci deve essere un medico compiacente e un metodo di morte dolce con l'uso di anestetici. Questa morte è barbara e senza prove di volontà il signore è un omicida come qualsiasi altro.

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  5. Non ho parlato di eutanasia nel post (anche se ammetto di aver utilizzato l'etichetta "eutanasia", perché è l'argomento che ci va più vicino), e certamente ho dato per scontato (me ne scuso) che la versione dei fatti raccontata da Gosling sia quella vera: ribadisco, tuttavia, che in caso affermativo continuo a non riuscire a vedere la cosa come un crimine.

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  6. @ Metil

    Però non mi convince il fatto che se un gesto è un gesto d'amore (mi sembra che qui sia la proposizione) allora necessariamente non può essere un crimine (mi sembra che questa sia la conclusione). Forse dipende dall'accezione del termine "crimine". Le leggi regolano la convivenza tra i concittadini, ed anche in un astratto ordinamento ideale non è pensabile che ogni singola legge assecondi ogni singolo gesto d'amore d'ogni singolo cittadino.

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  7. una cosa del genere è punita anche in italia.

    art 579 codice penale. (Omicidio del consenziente.) Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni.
    mario

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  8. @ metil.
    completamente concorde con te.
    l'indisponibilità della vita umana e' una delle piu' grosse boiate che si possano sentire.


    Se le cose sono andate come raccontate non posso che ammirare il suo coraggio.
    sia prima nel farlo che ora nel raccontarlo.

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  9. Ale, e il tuo, di amore, saprà essere così grande e generoso? Non chiederti se qualcuno ti amerà così, ma se tu amerai a tal punto i tuoi figli, la tua donna, il tuo migliore amico. L.

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  10. Penso che l'unico vero crimine sia che una persona, nel pieno possesso delle sue facoltà fisiche e mentali, non possa decidere di farla finita nel caso vengano a mancare le une e/o le altre.
    Mi spiace per chi rimane, ma un corpo che soffre costantemente o un guscio vuoto che balbetta senza senso non sono comunque più io.

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  11. Ok, recepito il messaggio. Arrivederci a tutti.

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  12. bha, non parlerei di eutanasia. Pur se è vero quello che Ray sostiene, giuridicamente è impossibile evitare il carcere in questa situazione. Senza contare che ci sono metodi un tantino meno cruenti di procedere.

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