Col fucile ad aria compressa




Non solo li sfruttatiamo, li sottopagaghiamo, li priviamo di fatto di qualsiasi forma di tutela e forse pure di diritto. Adesso gli spariamo pure.

La volontà di reagire covava da tempo nella colonia di lavoratori ammassati in condizioni ai limiti del sopportabile...
A fare scoppiare la rivolta è stato il ferimento con un'arma ad aria compressa di alcuni cittadini extracomunitari, tra i quali un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno...
Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e rovesciati sull'asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. E' il bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la protesta di alcune centinaia di extracomunitari, lavoratori dell'agricoltura, accampati in condizioni disumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un'altra struttura abbandonata.

Questo post è stato pubblicato il 08 gennaio 2010 in ,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

2 Responses to “Col fucile ad aria compressa”

  1. Se questo è un ministro… Il commento di Maroni: «in tutti
    questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che da un lato ha alimentato la criminalità e dall'altro ha generato situazioni di forte degrado come quella di Rosarno».
    La criminalità ignorata, tollerata – meglio: incentivata e sostenuta dallo Stato – è quella di datori di lavoro che dovrebbero chiudere le loro imprese senza l'opera degli immigrati e se ne fottono di ogni norma contrattuale, approfittando della debolezza di chi è condannato all'irregolarità da leggi fetentissime.

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  2. In molti paesi della Calabria la regressione delle persone all'età delle caverne è ormai evidente.. sta sparendo qualsiasi forma di società civile, in nome del buisness e della 'ndrangheta. L'altro è visto come un ostacolo, un fastidioso contrattempo sulla strada dell'arricchimento a tutti i costi. Specie se quest'altro ha la pelle nera, o è straniero. Ma accade anche se un cosentino va a Catanzaro o Reggio e viceversa. La distruzione del sistema scolastico l'assenza delle famiglie costrette a lavorare (in nero, of course) 12ore al giorno creano un terreno fertilissimo per il proliferare della 'ndrangheta e di una mentalità mafiosa sempre più diffusa. Lo sfruttamento degli altri, la difesa del proprio territorio, il mancato rispetto di qualsiasi regola sono gli unici obiettivi. Non mi meraviglierei se questo fenomeno di caccia al "negro" che la Lega ha sempre sognato diventi operativo proprio in Calabria. State tranquilli che i numerosi "giovani" che assistevano alla guerriglia (come riportato negli articoli)stanno già pensando a come vendicarsi, in perfetto stile mafioso.

    Da Calabrese conosco la mentalità di molti calabresi e le realtà che stanno dietro allo sfruttamento dei migranti in agricoltura, capisco perfettamente il senso della rivolta.

    Ma da non violento non la giustifico.. E temo che presto la situazione peggiorerà. Loro hanno bastoni, la mafia i fucili.

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