Architetti figli di architetti: 44% Avvocati figli di avvocati: 42% Farmacisti figli di farmacisti: 40% Tasso di disoccupazione giovanile: 28,2% Giovani con padre non diplomato che riescono a laurearsi: 10%
Art. 3 Cost. "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".Valgono di più le leggine corporative, che proteggono chi sta dentro e ostacolano chi vuole entrare, oppure l'eguaglianza e il merito sanciti dalla Costituzione?
Alfano cede ai diktat delle prime. Noi ci battiamo per le seconde.
Domani, insieme a Radicali Italiani, manifesteremo contro gli stati generali delle corporazioni perché le professioni siano davvero libere e possano competere tra di loro senza i "privilegi castali" assegnati dallo stato. Il nuovo corporativismo, ancora una volta, si frappone all'interesse della collettività di godere dei benefici della concorrenza in termini di prezzi e di maggiori opportunità di lavoro.
Giovani democratici, Giovane Italia, giovani dell'Italia dei Valori, di Sinistra ecologia e libertà, dei Socialisti, dell'Udc, de La Destra: da che parte state? Di chi dite di voler rappresentare, o di chi ostacola i giovani e fa passare solo i figli di?
E tu, che ti lamenti perché stai fuori e vorresti essere valutato per il merito e non per chi conosci, domani sarai dei nostri?
E' la battaglia di tutti. Anche la tua.
Giulia Innocenzi
Annalisa Chirico
Studenti Coscioni
[L'appuntamento è per domani giovedì 15 aprile alle ore 10 in piazza Cairoli (via Arenula) nei pressi del Ministero della giustizia]
Wow, mi devo sentire fiera di stare in quel 10% allora (non pensavo fossimo messi così male).
RispondiEliminaIl lavoro non lo trovo comunque dall'"alto" della mia laurea in fisica :(
Va bè ma che c'entrano i giovani degli altri partiti? Proseguiamo con la scissione dell'atomo invece di chiamarli a raccolta? Bah.
RispondiEliminae poi come rispondete al problema segnalato? E'vero che ha danneggiato i deboli (piccoli studi e clienti meno abbienti)?
RispondiEliminaCiao, visto che mi interessa la notizia per un articolo. Posso sapere da dove sono presi i dati che citi? (Architetti figli di architetti: 44%).
RispondiEliminaGrazie
Arnaldo
Dati Almalaurea.
RispondiEliminaAl problema segnalato rispondiamo: abolizione degli ordini!
Anche se non posso venire, in quanto queste manifestazioni si svolgono sempre a Roma, sarò lì con voi.
RispondiEliminaL'abolizione degli ordini è la strada maestra per dare un futuro ai nostri giovani.
RispondiEliminaAll'anonimo n°2 (non mi viene il cancelletto, la mia tastiera, come chi la adopera, preferisce i ponti): non è meglio parlare a tutti, anche a chi si riconosce in parti politiche ancora scisse, per trovare base di valori comuni? Penso che Giulia intendesse operare verso la formazione di Massa critica contro questo modo di intendere la politica. Che purtroppo esiste, domina e azzera il "resto".
RispondiEliminaClaudio
manca una fondamentale categoria professionale: la politica. Figli di politici in politica (che non serve nemmeno studiare)? boh, quanti? 45%?
RispondiEliminaper dire io sono architetto, ma figlio di ferroviere con licenza media, al di là dei numeri percentuali va detto che se mio padre fosse stato ingegnere, architetto o magari anche geometra, la mia gavetta non sarebbe durata un decennio prima di cominciare a vedere i primi frutti, la vil pecunia per intenderci, ecco è su questo che molti laureati, a prescindere dal loro indirizzo e dalla loro professione, cedono. dieci anni a mille euro ( quando va bene poi... ) al mese ti fanno smetter di sognare.
RispondiEliminag*
cercando di evitare i casi particolari, eviterei di generalizzare. anzi no, generaliziamo!
RispondiEliminami piacerebbe conoscere le stesse percentuali per gli idraulici, gli agricoltori, gli imprenditori, i taxisti, i politici, i commercianti, i dipendenti pubblici, per poi sviscerare che ne so? quanti figli di radicali sono diventati radicali a loro volta (in questo caso si tratta di masochismo genetico), quanti figli di preti.... (no scusate quelli non sono pervenuti....)
un conto è l'iscrizione ad un ordine professionale, onestamente, se si eccettua la categoria dei notai, le professioni liberali sono tutte alla portata di chi ha giustamente studiato per accedervi;
le università e gli esami di stato non sono decisamente una barriera così difficile da superare
il vero problema inizia dopo, quando devi accedere ad un posto pubblico, universitario, o devi lottare per avviare un'impresa. Ma qui cosa c'entra il sistema degli ordini: se mio padre possiede una azienda agricola è naturale che qualcuno dei suoi figli ne prenda l'eredità, se mio padre è titolare di uno studio professionale idem. provate a diventare maestro di sci senza essere nato in valdaosta o in valtellina..... oppure provate a diventare controllore di volo
riguardo ai minimi tariffari;
anche dopla bersani i grossi studi hanno continuato a richiedere tariffe anche superiori ai minimi; i giovani architetti e i piccoli hanno avviato una guerra al ribasso con consegunete riduzione dei liveli di qualità, ovviamente aggravata dalla crisi
Prendo l'esempio che conosco meglio; in italia ci sono 140.000 architetti, 1/5 degli architetti europei!!!
quasi altrettanti ingegneri, 110.000 geometri (che esercitano nonostante vari ricorsi al TAR che glielo vieterebbero); il tutto con una tendenza spiccata all'impresa monocomponente;
degli artigiani dell'attività di intelletto
solo perchè possiedono una partita IVA non vuol dire che siano meno precari di chi non ne ha bisogno, anzi la partita IVA spesso è più una vessazione che altro; infatti molti architetti finiscono per fare tuttaltro nella vita.....
i nuovi sfruttati dell'era postmoderna sono la massa sovrabbondante di neolaureati (si parla già di cognitariato) che aspirano a lavori intellettualmente elevati e accettano condizioni fuori da qualsiasi tutela
in questo quadro altro che abolire i minimi!
bisognerebbe estenderli a tutte le attività c.d. "Precarie"
mi stupisce che i radicali, accecati da vecchie battaglie anticorporativiste, non sappiano cogliere questa nuova dimensione degli sfruttati contemporanei
suggerisco una buona dose di pragmatismo radicale nel ridimensionare certe analisi...
Il link è doveroso: http://www.jusprimaenoctis.net/?x=entry:entry091230-005422
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