Fin troppa, è sotto gli occhi di tutti

(ANSA) - ROMA, 4 MAG - "Se c'e' una cosa" che è "sotto gli occhi di tutti" è che in Italia "c'è fin troppa libertà di stampa". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi. (ANSA).
Grazie a Tina per aver seriamente compromesso il mio umore.

Questo post è stato pubblicato il 04 maggio 2010 in ,,,. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. o se vuoi lasciare un commnento.

10 Responses to “Fin troppa, è sotto gli occhi di tutti”

  1. Non so a voi, ma a me è venuto un brivido lungo la schiena...
    Raffa

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  2. Praticamente il concetto del nano puttaniere di "TROPPA LIBERTA" di informazione equivale a qualunque quantita superiore allo zero.

    Gli italioti sono gia messi malissimo in italia con un livello di informazione minimo quasi inesistente, e questo a merdusconi ancora sembra troppo. Il nano vorrebbe il controllo assoluto della informazione. E' pazzo.

    Tra l'altro riporto ( oltre al consueto Index of Freedom in costante peggioramento negli ultimi 15 anni ) anche questo articolo recentemente pubblicato dal sito della BBC relativo ai "FREEDOM PREDATORS" di Reporters Without Borders" ( al numero uno c'e il russo Putin )

    Media watchdog group Reporters Without Borders has named the leaders of China, Russia and Rwanda as some of the world's worst "predators of freedom".

    The report, marking World Press Freedom Day, lists what the Paris-based group regards as the 40 worst offenders against the freedom of the press.

    'PREDATORS'

    Russia
    China
    Saudi Arabia
    Cuba
    Rwanda
    Libya
    Spain
    Sri Lanka
    Iran
    Italy


    The state of press freedom in Italy, caught between draconian draft reforms and threats from the mafia, is more and more worrying to its European neighbours. The grip of mafia gangs on the media sector is strengthening and forcing a large number of journalists to tread warily. Silvio Berlusconi’s return to power brings back into focus the question of broadcast media concentration and government control. Legislative reform that would ban publication of some legal steps is incompatible with EU democratic standards.


    Dal sito Reporters Without Borders ( scheda ITALY )

    In an anomalous situation within the European Union, prime minister, Silvio Berlusconi still controls the three channels of public RAI television as well as the leading privately owned radio and television group Mediaset, increasing political interference in their editorial lines and fostering self-censorship on the part of a section of the profession. Television which remains the main source of news for 80% of the population also attracts the lion’s share of national advertising revenue. The law promulgated by the Italian communications minister Maurizio Gasparri removed all limits on the distribution of advertising revenue, opening the door to an often massive “reorientation” in favour national television channels, particularly those belonging to the Berlusconi family.
    Other recurrent problems remain, such as recruitment to the profession which is still extremely rule-bound. Those wishing to enter journalism have to pass a competitive exam and must become members of a professional body. Defamation remains a crime and the right of access to public or private information is not in practice respected.
    The draft law on the publication of legal steps, which is currently under debate, contains serious threats for investigative journalism, proposing among other things a ban on publishing phone-tapping ordered by a prosecutor, until the completion of an investigation. The publication ban also applies to the work of investigative commissions. Once the draft law was adopted, journalists would from then on be unable to inform the public about any arrests, seizures or searches ordered by judges. Publication of steps, conversations or communications - the destruction of which had been ordered by a prosecutor - would still remain banned. A journalist or media violating this secrecy would face a prison sentence or very heavy fines and a three-month ban on exercising their profession.

    Chiedo scusa per la prolissita'.

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  3. Beh, in un certo senso ha ragione...

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  4. Ci sar sufficiente libertà nella stampa qualndo la stampa sarà interamente nelle mani del Popolo delle Libertà, ovvio, no? Quand'è che ci ritiriamo sulle montagne?

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  5. AHAHAHAAH

    A me fa ridere, ma tanto! Sul serio, mi far ridere, perché patetico lui, come quelli che lo votano credendo che la sua parola sia degna della Bibbia. Certo, poi a doverci vivere qua la cosa cambia, non poco. Però ogni volta mi sembra una barzelletta, perchè, benché opposta, o comunque diversa, dalla realtà riconosciuta in tutto il mondo, c'è chi gli crede ciecamente.

    PS: A proposito di libertà di stampa. Io lavoro - anzi, collaboro a cottimo (sottopagato) - per un quotidiano di provincia e spesso mi fa sorridere un sindaco del suo schieramento. Dopo consigli comunali, eventi o altro, mi telefona per sapere cosa scriverò di quanto detto: io rispondo, quanto avete detto. Mi chiedo: dite e fate, quale è il problema? Si scrive e si pubblica quanto dite e fate, il fastidio è che parole e fatti così restano meglio impressi nella memoria (e negli archivi).

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  6. Uguale uguale alla libertà che c'è in tivu', ormai riesco a guardare solo rai3 per avere informazione e decenza anzi a volte (sempre) lascio due televisori accesi su raitre,solo che non è una cosa giusta per i consumi… uffa ma come se ne viene fuori?

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  7. Rapporto freedom house 2010: siamo sempre sotto l'isola di Tonga, altro che libertà di stampa!

    http://freedomhouse.org/images/File/fop/2010/2010global_regional_ranking_tables.pdf

    -Carla-

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  8. Riporto dalla mia tesi di laurea:

    .........L’ INFORMAZIONE rende le modalità attraverso cui egli cerchi di conoscere attraverso mezzi classici e alternativi. Ma non è solo questo. Si tratta di capire poi la qualità delle notizie che arrivano ma soprattutto le fonti. Diventa dunque una ulteriore sub-variabile che per certi paesi diventa addirittura fondamentale. Qui il dibattito si apre purtroppo a una feroce critica sul controllo dei mezzi pubblici di broadcasting, cui in Italia si arriva a riconoscerne alcune palesi disfunzioni a carattere anomalo per i processi di libertà. L’ Istituto statunitense Freedom Of House sulla autonomia nel mondo, dà un giudizio pietoso:

    ……“ Sotto il governo Berlusconi, l’ Italia soffre di una concentrazione di potere dei mezzi mediatici nelle mani del primo ministro che, attraverso i suoi mezzi privati e il potere politico annesso alla sua carica sui networks statali, controlla quasi il 90% delle trasmissioni della nazione”……….[Freedomhouse, Freedom of the Press- Map of the press freedom, 2007].

    Mentre in una classifica redatta dall’ associazione giornalistica francese Reporters Sans Frontieres, il belpaese e’ in 35esima posizione per l’anno 2007 [Worldwide Press Freedom Index 2007]. Importante, nella società cibernetica, controllare la possibilità di un utente di accedere liberamente alle reti internet senza che lo stato centrale possa mettere paletti e restrizione alla ricerca di parole-chiave o siti che possano minare l’ autorità preconcetta da un punto di vista critico............

    Altro da aggiungere?

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  9. "Ma come?! Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare?!" - Giorgio Gaber

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  10. Dal momento che esiste anche solo una voce, per quanto flebile, che sfugge alla censura e incrina il sogno di plastica berlusconiano, c'è evidentemente troppa libertà. Modello-putin. Ma non erano il Popolo della Libertà?
    http://www.trueagora.splinder.com/

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